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Autore: Giovi_giovs    24/01/2013    1 recensioni
Dimenticate gli eroi senza macchia e senza paura!
Perchè non ci saranno in questa storia, spesso cruda e senza peli sulla lingua.
Tra cinismo, violenza e malvagità ci sarà spazio anche per l'amore. Riuscirà questo sentimento a sopravvivere? O sarà sopraffatto, come ormai tutto il resto?
Una catastrofe che porterà i nostri protagonisti ad incontrarsi, ed ad unirli irrimediabilmente.
Genere: Dark, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yaoi
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Triangolo
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- Tanaka. Che succede? ..Ho capito, arrivo.-
- Che succede signorina?-
- Dottore io devo andare..-
- Signorina non può scappare ad ogni seduta.-
- Dottore, io non sto scappando. E' il mio lavoro.. devo, devo andarci.-
Si alzò, recuperò la borsetta e uscii di corsa, sotto lo sguardo esasperato dell'uomo che cominciò a sbuffare da sotto i suoi spessi occhiali bianchi.
 
 
-Finalmente sei qui.-
- Spero che tu mi abbia chiamata per un buon motivo, Mike.- sbuffò.
- Un omicidio ti sembra un motivo sufficente?-
A quella parola, la donna si trasformò. Non era più la ragazza appena uscita dallo studio di uno psicologo, esasperata perchè non era mai riusciuta a finire una seduta. No, adesso era solo il Detective Tanaka. Donna risoluta e dedita al lavoro. Alla centrale, niente e nessuno poteva abbatterla. Quello era il suo mondo, il suo e di nessun'altro. Non di Mike, ne dei suoi colleghi. Ma il suo. L'unico posto in cui brillare, indisturbata.
Afferrò il fascicolo dalle mani di Mike e si immerse brevemente nella lettura, mentre insieme abbandonavano la centrale, e si avviavano all'interno dell'auto di lui. 
Gli rubò le chiavi e si mise alla guida. Appoggiò le scartoffie sul cruscotto e mise in moto.
Dopo neanche un secondo, i due si ritrovarono a sfrecciare per le strade della città.
- Vai piano! per favore!- la voce di Mike era palesemente allarmata
- Auto nuova eh?-
Commentò sarcasticamente, ignorando l'avvertimento.
- Si. Quindi vedi di andare piano, non correre come tuo solito.-
- Mike stai tranquillo. Abbiamo mai fatto un incidente?-
Lui scosse la testa, e si rassegnò lasciandosi andare sul sedile.
A quella velocità non ci volle molto ad arrivare.
- 34b. Dovrebbe essere questa..- commentò Mike, sottovoce avviandosi per primo.
Lei alzò gli occhi al cielo. Chiuse la portiera, e si incamminò verso l'ingresso della palazzina.
Fece solo pochi passi perchè venne sbalzata all'indietro da una strana esplosione. Prima di toccare l'asfalto, vide Mike letteralmente volare sopra la sua testa.
L'impatto fu violento, e riuscii a malapena ad avvolgersi la testa con le braccia. Cominciò a tossire a causa del fumo, e a causa di chissà che cosa. Le urla intorno a loro, erano assordanti. Più palazzi, erano stati coinvolti dall'esplosione ed ora andavano in fiamme.
Cercò di alzare la testa. Non poteva essere un'esplosione casuale. No, non proprio nel momento 
del loro arrivo. Ci doveva essere lo zampino di qualcuno. Recuperò le forze e si alzò in piedi, e quel punto intravide un'ombra tra il fumo. Tremante a causa dell'urto, prese lentamente la pistola dalla fondina. 
Strinse gli occhi, per migliorare la messa a fuoco. Si accovacciò e corse verso l'auto, per poterla usare come scudo. Una volta al sicuro, buttò un'occhiata a Mike. Era steso sull'asfalto, immobile per metà nascosto dietro un albero sul marciapiede. Alternò, indecisa, lo sguardo tra il collega e l'ingresso, verso la persona misteriosa che si celeva dietro la folta nube. 
-Esci con le mani in alto! Ti ho visto, e non esiterò a spararti se necessario - disse urlando.
Intanto degli schiamazzi si facevano sempre più insistenti. Istintivamente voltò la testa e notò una folla di curiosi avvicinarsi, numerosi. Aggrottò la fronte a cominciò ad urlare.
- allontanatevi, polizia! è pericoloso qui! e chiamate un'ambulanza!-
Le persone smarrite, cominciarono ad urlare e a guardarsi intorno. Ma la maggior parte non si mosse, restò li ammassata in un gruppo compatto. Dove potevano facilmente diventare le prossime vittime, pensò. 
- Dannazione!-
Esclamò tra se e sè in preda alla rabbia.  Cosa fare?
Si alzò e si avvicinò al portone, entrando nella fitta nube. La decisione era stata fatta.
Entrò, pronta a rischiare, e a 
sparare. 
L'ombra, che fino a quel momento aveva temporeggiato, cominciò a correre tra i cadaveri. 
Si avvicinò alle scale, che apparivano alquanto instabili. Le guardò per qualche secondo poi, lentamente, salii fino al piano superiore, dove però perse le traccie del malvivente. Cominciò a guardarsi intorno. C'erano solo tre porte ed una finestra, aperta. Si avvicinò a quest'ultima e guardo giù senza vedere nessuno. Allora si voltò e cominciò ad aprire le porte. Le prime due, si rivelarono deserte e ormai rassegnata si avvicinò alla terza. Con un calciò la buttò a terra, e si precipitò all'interno, inconsapevole dello spettacolo che da lì a poco si sarebbe parato davanti ai suoi occhi. La stanza, era un vero e proprio lago di sangue. Ma non c'era traccia dei corpi. 
L'odore era nauseante, e la costrinse a coprirsi il viso con una mano. Usci quasi di corsa, con le scarpe ricoperte di rosso.
Si avvicinò alla piccola finestra infondo al corridoio, e la aprii per favorire il passaggio dell'aria che si faceva sempre più irrespirabile.. quando sentii dei rumori. Si girò di scatto e si trovò davanti un ragazzino, con le mani alzate.
- Non mi faccia del male, la prego!-
Esitò per qualche istante, ma non appena lo mise bene a fuoco abbassò l'arma, quasi sentendosi in colpa.
Quel ragazzino indifeso non poteva essere il malvivente.
-stai bene?-
-sono tutti morti..-
Il ragazzo cominciò a singhiozzare terrorizzato, e a passarsi le mani tra i capelli.
Allora lei si avvicinò a lui e lo circondò con un braccio.
- ehi, va tutto bene adesso..sei al sicuro, sono della polizia. Forza andiamo fuori, è pericoloso stare qui!-
Si avviarono verso le scale, e Akemi non potè fare a meno di osservarlo mentre lo teneva ancora tra le sua braccia.
Era difficile distinguerne i lineamenti, era pieno di polvere. Il suo viso e gli abiti erano completamente neri, per via dell'esplosione. Ma una cosa la notò: i suoi occhi.
Erano così..intensi. Akemi, rabbrividii improvvisamente ma fece finta di niente. Il suono di diverse sirene gli ricordò dell'emergenza, e del suo imperativo: assicurarsi che il ragazzo stesse bene.
Eppure, il secondo successivo era già tornata a pensarci.
Era già tornata a perdersi in quegli occhi così particolari. Chiarissimi, sembravano fatti di ghiaccio. 
Passò una mano tra i suoi capelli, così folti e morbidi che alzarono una lieve nuvola di polvere.
La tenerezza del gesto gli provoncò un sorriso. Uscirono fuori, e trovarono una situazione catastrofica. Le vittime erano più di quelle che si immaginava, a giudicare dalle ambulanze presenti.
- Sono la detective Tanaka.- esordii Akemi, verso i paramedici e gli agenti che corsero verso di loro - sto bene, occupatevi del ragazzo. Era all'interno, al momento dell'esplosione..è l'unico sopravvissuto.-
Solo dopo aver detto quelle parole, Akemi si rese conto dell'assurdità della cosa.
Portarono via il ragazzo, verso l'ambulanza. E Tanaka, guardò l'agente.
- L'agente Mike Donovan? Dov'è?-
L'uomo, evitò il suo sguardo. Gli occhi di Akemi si velarono si lacrime, ma si impose di aspettare la risposta.
- Sto aspettando.-
Disse con fare autoritario, appellandosi al suo grado, e inchiodando l'uomo con gli occhi. 
Quest'ultimo, accortosi del suo sguardo, sbiancò e obbedì immediatamente a quello che suonava come un ordine.
- E' stato portato d'emergenza in ospedale.-
- Quindi non è morto..-
Disse, più a se stessa che a lui.
- No detective.-
Voltò la testa, e riconobbe il suo superiore. Senza dire niente si diresse verso di lui, che la notò dopo qualche instante, interrompendo immediatamente la conversazione con due uomini. Quasi trascinava i piedi per terra, spaesata, lentamente..sentiva quasi di essere in una scena di un film, quelle in slow motion.
- Carl..-
Balbettò, e a quel punto le lacrime le rigarono il viso, come un fiume in piena.
Carl l'attirò a se, abbracciandola. Akemi crollò e appoggiò la testa sulla sua spalla. 
Aveva bisogno di un appoggio adesso, si sentiva così smarrita. La preoccupazione per Mike, la stava travolgendo.
- Perchè sei entrata dentro?-
- Ho visto quel bastardo, e volevo prenderlo.-
- Hai rischiato la tua vita..- rispose prontamente Carl, in quello che sembrava più un lamento che un rimprovero.
-Chi ha chiamato l'ambulanza? La polizia?-
- Un uomo, ma non sappiamo chi fosse..-
Tirò su col naso, cercando di assimilare meccanicamente le informazioni.
- Sono stata così stupida..ho lasciato la mia roba alla centrale. Non sapevo cosa fare, non potevo chiamare l'ambulanza, né aspettarla..c'era tutta quella gente, senza protezione-
Lui la interruppe, concendole il tempo di sfogare il pianto. - Shh. Hai fatto quello che potevi.-
Quella frase, rimbombò per tutto il giorno nella testa di Akemi. 
Mentre aiutava i feriti, mentre Carl l'accompagnava a casa, durante la doccia, e anche mentre si metteva sotto le coperte.
 
No, non era vero. Non aveva fatto tutto quello che poteva. Avrebbe potuto avere il cellulare con sè, e non dimenticare tutto in centrale. 
Avrebbe potuto correre verso Mike, e controllare scrupolosamente le sue condizioni. Sarebbe potuta andare per prima..
E invece no, si era lanciata all'interno dell'edificio per inseguire un'ombra. Che magari si era pure immaginata.
Si alzò nel letto, stringendosi il volto tra le mani. Non sapeva neanche in che condizioni versava Mike, le avevano impedito di vederlo. Quell'attesa la stava uccidendo. E quella conclusione quasi provò sollievo. 
Socchiude gli occhi, e si lasciò ricadere all'indietro appoggiando la testa sul cuscino.
"Andrò infondo alla cosa, fosse l'ultima cosa che faccio!"
E con queste parole, crollò nel sonno.
Ma neanche quello fu clemente; Occhi chiari e malvagi la stavano scrutando fino a farla sanguinare..
  
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