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Autore: _Pucchi    24/01/2013    0 recensioni
La triste storia di una povera ragazza, Rebecca Grant, Che ormai vive in un mondo in cui tutti decidono di suicidarsi per i vari problemi che riserva la vita. Lei si troverà ad affrontare parecchi problemi, deciderà di ricorrere anche lei al suicidio, ma...
Genere: Drammatico, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Suonò la sveglia. L’ennesima straziante giornata era cominciata. Come ogni mattina mi feci forza e mi alzai dal mio comodo letto e mi recai alla finestra, aprendola lanciai uno sguardo fuori ed ecco, il mio vicino di casa… si lanciò! Un'altra persona si era tolta la vita, come tutti i giorni. Beh cosa da niente, ma era la prima volta che assistevo in prima persona ad un suicidio. Era da giorni che lui aveva deciso di farla finita, lo ripeteva ogni dannato giorno salutandoci tutti invitandoci a cena, cosa che si ripeteva da settimane . Non aveva mai trovato il coraggio di farlo davvero e anche se aveva questo intento fino a quel giorno non c’era ancora mai riuscito. Era arrivato anche per lui il suo giorno.
Come ogni giorno mi preparai e uscii di casa per andare a cercar lavoro. Sono passati mesi ormai da quando ho finito l’università ed è da tanto che sono in giro per cercare un posto di  lavoro ma nemmeno per i lavori più umili c’era. Ma anche essendomi ormai rassegnata ogni giorno tentavo con quel poco di speranza rimasta.
Fatti un paio di colloqui mi recai a casa e presi la posta. Aprii le buste ed ecco l’ennesima lettera della banca. Avevo problemi economici, incredibili debiti da pagare. Era l’ennesima lettera  di avvertenza. A poco si sarebbero presi anche la casa. Lo strass incombeva dentro di me, ma non potevo far nulla. Non avevo un lavoro, tutti i miei parenti avevano messo fine alla loro vita lasciandomi da sola.
Quel giorno decisi di passare la notte con il mio ragazzo, ormai era l’unica cosa che riusciva a farmi star meglio. Passai una bella nottata. Il giorno dopo tutto ricominciò. Altri suicidi, altri colloqui, altre lettere…
La mia vita era diventata monotona, iniziavo a pensare anch’io di farla finita. Non aveva senso la vita che stavo facendo.
Tre mesi dopo andai a fare una visita di controllo dal mio dottore di fiducia. Nella mia famiglia molti avevano avuto un tumore, direi la maggior parte, era quasi un fatto genetico ed io ogni anno andavo a farmi una visita di controllo. Feci tutti gli esami necessari e tornai a casa con la sicurezza di sempre. Non mi avevano mai diagnosticato alcun problema, sono sempre stata sana come un pesce e non avevo motivo di agitarmi.
Passarono un paio di giorni e una mattina il dottore mi telefonò. Mi disse di recarmi da lui il prima possibile, non spiegò il motivo si limitò a dirmi una semplice frase e mi salutò. Il pomeriggio stesso mi recai da lui un po’ insospettita domandandomi in continuazione il motivo per il quale volesse vedermi.
Appena arrivai l’assistente mi fece accomodare nella sala d’aspetto. Passarono  venti  minuti prima che il dottore potesse ricevermi.  I venti minuti più lunghi della mia vita. Ero tesissima e la curiosità mi stava distruggendo non riuscivo più ad aspettare, dovevo sapere.
Entrai nello studio del dottore. Mi accolse con affetto e mi fece sedere dinanzi a lui. Inizio a parlare: “ Allora signorina Grant, si sente bene? Le devo dare delle notizie! Non potevo parlarle per telefono questa volta, sono cose davvero importanti. A notato qualcosa di strano in questi ultimi tempi?”. Iniziai a riflettere negli ultimi mesi non mi sembrava ci fossero stati dei cambiamenti e a primo impatto avrei detto  di non aver notato nessun cambiamento, ma poi pensandoci bene mi resi conte che era da un bel po’ che non avevo il ciclo. Lo comunicai al dottore e allora lui continuò: “Beh allora le debbo dare 2 notizie!”  “Dica pure dottore” “Ho i risultati dei vari esami ed è risultato che lei è incinta!”. Rimasi spiazzata. Non avevo mai pensato di poter avere un bambino. Non avevo parole. Non riuscivo a capire quali erano i miei sentimenti in quel momento, ero molto confusa. Ma poi cominciai a pensare alle parole del dottore e ricordai che mi aveva dato solo una notizia. “Ma quale sarà mai quest’altra?” pensavo. Allora dopo un po’ chiesi: “Signor dottore ma avevate detto di dovermi dare due notizie se non sbaglio, la seconda quale sarebbe?” egli rispose “Beh non è una notizia molto bella…” “ Mi dica vi prego!” “Dalle analisi non abbiamo scoperto solo questo…” “E cosa?” “Rebecca lei ha un tumore al seno…”.
Ero sconvolta. Non sapevo più cosa dire. Avevo appena scoperto di aspettare un bambino e allo stesso tempo di avere un tumore. La mia vita gia era complicata. Non trovavo un lavoro, mi avevano appena tolto la casa ed ora aspettavo anche un bambino ed avevo un tumore. Ero davvero sconvolta, confusa,stressata. Non avevo idea la minima idea di quello che avrei potuto fare. Era da un po’ di tempo che avevo cominciato a pensare di farla finita, ed ora mi ero davvero convinta.
Decisi di andare dal mio ragazzo per raccontargli delle scoperte che avevo fatto e della decisione appena presa. Gli raccontai tutto nei minimi dettagli e alla fine gli chiesi un prestito. Decisi di affidarmi alla nuova clinica che da poco aveva aperto e che aveva riscosso un grande successo. Questa clinica della buona morte però era costosa ed io non avevo nulla. Lui era l’unico a potermi aiutare ed ero convinta  che mi avrebbe prestato i soldi sufficienti per entrane nella clinica.
Non mi diede una risposta. Le troppe notizie in un solo momento lo avevano lasciato senza parole e decise di dormirci su.
I giorni e i mesi passavano. La mia vita di sempre continuava. Non mi diede mai una risposta. Dopo quel giorno non volle più parlare di quell’argomento, probabilmente non voleva che io morissi. Ma il tempo passava, il bambino che avevo un grembo cresceva ed anche il tumore peggiorava. Ero arrivata al quinto mese della mia gravidanza. La mia decisione di mettere un punto alla mia vita non era variata, non davo conto alla vita che stavo portando in grembo. Volevo farla finita, non pensavo ad altro.
Una mattina mi alzai, ma non avevo più la forza di uscire di casa per fare le mie solite cose, decisi allora di restare a casa. Il mio ragazzo uscì e rimasi sola. Quella solitudine mi spinse a pensare. Mi sdraiai sul divano e mentre ero presa dai miei mille pensieri sentii una specie di botta dentro la mia pancia. Il mio bambino aveva scalciato per la prima volta. Forse fu in quel momento che mi resi realmente conto di ciò che avevo nella pancia. La mia decisione cambiò. Da quel momento decisi di combattere anche se avevo una grave malattia in espansione. Avevo deciso. Dovevo assolutamente mettere al mondo quella creatura che mi stava crescendo in grembo.
Il mio ragazzo tornò a casa e gli annunciai la notizia. Lui fu davvero felice. Mi guardò come non aveva mai fatto prima e mi baciò. Sentivo finalmente di esser felice anche se la mia vita era piena di problemi. Sentivo di aver tutto anche se materialmente non avevo niente. Il solo pensiero di stare con il mio ragazzo e con il mio futuro bambino mi rendeva felice.
Iniziai così la chemioterapia. Avevo deciso di curare la mia malattia per portare avanti al  meglio la mia gravidanza.
Passarono altri quattro mesi. La mia malattia continuava ad espandersi, la terapia non sembrava stesse funzionando, ma almeno la aveva rallentata. Ero riuscita a portare a termine la mia gravidanza. Ormai c’ero quasi. Mancava davvero poco.
Un giorno nel bel mezzo della notte mi svegliai. Sentivo dei dolori atroci. Mi alzai dal letto e mi si ruppero le acque. Io e il mio ragazzo corremmo in ospedale. Dopo tante ore di travaglio finalmente ce l’avevo fatta. Mio figlio era nato. Decidemmo di chiamarlo Carlo. Ero felicissima. Non avevo mai provato un sentimento di felicità così grande.
Ora è passato un bel po’ di tempo dalla nascita del mio amato Carlo. La mia malattia sta crescendo. La terapia non sta funzionando. Io sto provando a lottare, voglio veder crescere mio figlio ma non so se questo sarà possibile. Di questi tempi i suicidi sono aumentati, mi sembra di esser l’unica ormai con questa voglia di vivere. Questo bambino mi ha davvero cambiato la vita. Nonostante la mia malattia io riesco ad essere felice. E’ lui che mi da la forza di continuare a lottare.
Oggi mio figlio ha ben due anni. La mia ragazza Rebecca Grant ci ha lasciati da poco, la sua malattia la ha uccisa. Lei ha trovato la forza di lottare quando ormai aveva deciso di mettere fine alla sua vita come fanno tutti ai giorni nostri. Ha combattuto finche ha potuto, fino all’ultimo minuto. Voleva vedere suo figlio crescere, ora potrà guardarlo dall’aldilà. Tutti dovrebbero prendere esempio da lei. Una volta non si mollava al primo problema che si incontrava, lo si affrontava. Oggi tutti mettono fine alla loro vita anche per il problema più banale. Dobbiamo imparare di nuovo a lottare.
 
  
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