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Autore: AlberoDiBanane    24/01/2013    5 recensioni
Sei amici...
Una giornata molto speciale...
Un inaspettato colpo di scena...
E tanti, taaanti scherzi.
Genere: Comico, Demenziale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Pranks' Day!
 
10:00.
La sveglia suonò, facendo un rumore assordante.
Infilai la testa sotto il cuscino tentando di placare quel fracasso, che di lì a poco mi avrebbe fatto venire mal di testa!
“Dannazione, non è mai stata così rumorosa!” esclamai.
Con una mano, diedi un colpo secco alla sveglia, facendola volare per terra e facendo uscire le batterie.
Mi alzai, mi sistemai i capelli in una coda mal fatta e scesi al piano inferiore.
Non ebbi neanche il tempo di dire una parola che un urlo sovrastò qualsiasi rumore.
“Buon Giorno degli Scherzi, amore!”.
Sbuffai.
Era da ormai un anno che vivevo con il mio fidanzato, Harry.
E da tempo immemore - che superava di gran lunga i cinque anni - ci riunivamo insieme ai nostri quattro migliori amici per celebrare “Il Giorno degli Scherzi”.
A chi potrebbe mai venire in mente un’idea così stupida? Ma a Louis, ovviamente.
La giornata consisteva nell’organizzare individualmente uno e un solo scherzo che riuscisse a sconvolgere uno o più partecipanti al gioco.
Si aveva tempo fino alla mezzanotte, dopodiché veniva proclamato il vincitore, il cosiddetto “Signore degli Scherzi”, a cui poi ogni perdente doveva dare £10.
Odiavo quel giorno; forse perché non avevo mai vinto una volta, o forse perché finivo per cascare in tutti gli scherzi, e per questo ero la “preda” preferita di tutti.
Sta di fatto che, ogni volta che scattava la mezzanotte, tiravo un sospiro di sollievo, consegnavo al vincitore £10 e me ne andavo a dormire.
Ogni anno cercavo di architettare uno scherzo perfetto per vincere la competizione, scherzo che ogni anno veniva prontamente mandato in fumo da uno di quei cinque idioti.
“Ah... è arrivato, che bello!” dissi, senza entusiasmo.
“Non vedo l’ora di vederti cascare in pieno nei nostri scherzi!” disse Zayn.
“Zitto Jawaad!”
“Come vuoi Joel”
“Mi chiamo Joey, Joey! Quando lo capirai?”
“Il giorno in cui capirai che Jawaad non è il mio nome.”
“Ma è il tuo secondo nome.”
“Non c’entra. Allora io potrei chiamarti sempre Mary, perché ti chiami Joel Mary Fray!”
“Mary?”
“Il suo secondo nome è Beth!” esclamò Harry.
“Beth?!” dissi, più incazzata di prima.
“E’ Margaret, idioti!” declamò Niall.
“Niall, sei ufficialmente il mio preferito!”
Alzo le spalle, con un’espressione soddisfatta incredibilmente tenera.
“Dai amore, oggi è anche un giorno speciale per noi.” Disse Harry, cingendomi i fianchi con le braccia.
Giusto, era anche il giorno in cui Harry mi aveva chiesto di andare a vivere con lui.
Inizialmente, quando me lo aveva proposto, lo avevo guardato male, pensando fosse uno scherzo per la gara; ma quando mi aveva indicato l’orologio, facendomi notare che la mezzanotte era appena passata, gli saltai al collo più euforica che mai.
“Vero.” dissi, girandomi a baciarlo “Ma lo odio comunque.”
Rise, facendomi sedere a tavola con gli altri.
Avevamo tutti una tazza di latte davanti, che non esitai a bere.
Di mattina ho sempre fame, molta fame.
Gli altri mi imitarono.
Dopo pochi secondi, però, sputammo tutto, sporcandoci a vicenda, e cominciammo a tossire e a farci aria.
Qualcuno urlò, ma non riuscii a capire se fosse stato Zayn o Louis.
“Buon Giorno degli Scherzi a tutti, ragazzi!” esclamò Niall, che aveva continuato a bere tranquillamente, per poi scoppiare a ridere sotto i nostri sguardi assassini.
“Ri...tiro tu...tto Niall, n...on sei pi...ù il mio pre...ferito” dissi, tra i colpi di tosse.
Be’, almeno uno scherzo era andato. Me ne aspettavano altri quattro.
Sarebbe stata una giornata davvero lunga.
 
11:52.
Era quasi mezzogiorno, quando, andando in camera mia, incrociai Liam.
“Ehi Jo-” si bloccò improvvisamente, cominciando a tossire.
“Liam, ti senti bene?”
Cadde sulle ginocchia, tenendo entrambe le mani davanti alla bocca.
“Ragazzi, venite, presto!” urlai, in preda al panico.
Harry e Zayn si precipitarono da noi, chinandosi accanto a Liam.
Quest’ultimo, dopo forti colpi di tosse, poggio le mani sul pavimento e sputò un grumo di sangue.
Urlai, chinandomi anch’io al suo fianco.
Harry boccheggiava, Zayn borbottava parole senza senso, mentre io ero sull’orlo del pianto.
Poi, improvvisamente, smise di sputare sangue e cadde su un fianco, inerme.
Per un attimo pensai che fosse morto, ma mi ricredetti non appena scoppiò a ridere proprio sotto i nostri occhi.
Lentamente, tirò fuori dalla tasca dei jeans una bustina bianca.
Preparato per sangue finto, c’era scritto.
“Liam, sei un coglione!” sbraitai.
“Avresti... dovuto vedere... la tua faccia!” esclamò tra le risa.
Presa dalla rabbia, gli tirai un calcio ai gioielli di famiglia, cosa che gli mozzò il fiato, impedendogli di ridere.
Soddisfatta, me ne andai in camera mia.
 
16:20.
“Ti dicevo, mi stava salutando quando ha iniziato a tossire e a sputare sangue!” dissi.
“Cosa?!” esclamò Britney, dall’altra parte del telefono.
“Sì! E poi questo coglione è scoppiato a ridere e ci ha fatto vedere la busta di preparato per sangue finto.”
“Che scherzo bastardo!”
“A chi lo dici! Mi sono presa un colpo.”
“E che hai fatto?”
“Gli ho dato un calcio alle palle, un’altra volta impara!”
“Hai fatto bene.”
Stavo per raccontarle del latte con il peperoncino, quando un urlò orribile squarciò l’aria.
“Scusa Brit, ti richiamo!” esclamai, per poi correre in giardino.
Contemporaneamente a me arrivarono i ragazzi, giusto in tempo per vedere Zayn in piscina che si dimenava come un matto.
Già, perché Zayn non sapeva nuotare (in realtà non sa farlo neanche ora)!
“ZAYN!” urlarono i ragazzi, per poi buttarsi in piscina.
Una volta recuperato Zayn, ci calmammo un po’ tutti.
“Tutto bene amico?” chiese Louis.
Annuì, sorridendoci sornione.
Solo in quel momento notai che Zayn aveva il costume e che in piscina toccava perfettamente.
Intuendo ciò che aveva fatto, scoppiai a ridere, cadendo al bordo della piscina.
“Stronzo! Ci hai fatto tuffare vestiti!” sbraitò Harry.
Io continuavo a ridere, mormorando un po’ di “sfigati” e “coglioni” qua e là.
Poi mi sentii inghiottire in un’enorme massa d’acqua.
Qualcuno mi aveva trascinata in piscina.
“HARRY!” urlai, riemergendo.
 
19.40.
Il cielo fuori era ormai scuro.
La notte, da noi, arrivava abbastanza presto.
Era quasi ora di cena e, mentre salivo al piano di sopra, mi scontrai con Niall.
“Ehi Joey, dove vai?”
“In soffitta. Serve un’altra sedia in cucina.”
“Oh, ti accompagno!”
“Ricorda, hai già fatto il tuo scherzo.”
Rise leggermente.
“Lo so, lo so.”
Salimmo in soffitta.
Per arrivarci bisognava aprire una botola munita di scala sul soffitto, tramite una cordicella che pendeva da questa.
In effetti, realizzai, non sarei mai riuscita ad arrivare alla cordicella, data la mia altezza ridotta.
Accesi la piccola lampadina a lato del muro, illuminando quello spazio ridotto.
“Ecco le sedie.” dissi, indicandone un paio di plastica blu.
Niall ne afferrò una, tornando poi verso di me, poco prima che la luce si spegnesse.
“Niall?” lo chiamai.
“Joey?”
Cercai di avvicinarmi a lui, andando a scontrarmi contro la sedia che aveva appoggiato per terra.
“Ok, calma. Ora ci avviciniamo alla luce, lentamente, calcolando bene le distanze.” disse.
Non riuscimmo a fare neanche un passo che la luce si riaccese, rivelando una figura a pochi metri da noi.
Alta, vestita di scuro, con il volto coperto da una maschera e un grosso coltello in mano.
Urlai e saltai addosso a Niall, il quale, non preparato a reggermi, cadde all’indietro con me sopra.
“Cazzo, minchia, culo! Ragazzi, aiuto!” urlai disperata.
Il killer mi fissò a pochi centimetri dalla mia faccia per poi scoppiare in una sonora risata.
“Louis!” urlai incazzata.
Mi alzai da Niall e con uno spintone feci cadere Lou.
“Ma cosa ti salta in mente?!”
Niall, ormai, rideva pure lui.
“Si può sapere che cazzo avete da ridere?!”
“Oh, andiamo Joey! E’ stato un bello scherzo!” disse Niall.
“Bene, lo trovate divertente? Ridete al buio!”
Detto ciò, spensi la luce e li chiusi in soffitta.
Le loro urla disperate mi giungevano alle orecchie, ma non ci feci troppo caso mentre scendevo in salotto.
 
23:10.
Avevamo appena finito di sparecchiare dopo una lunga abbuffata. Avevamo mangiato per un intero esercito!
Mi ero completamente dimenticata degli scherzi e della gara, quando, piena come un uovo, mi buttai sul divano.
“Joey, puoi venire un attimo?” mi chiese Harry.
Gli sorrisi e lo seguii in cucina.
“Dobbiamo parlare.” disse.
Il mio sorriso scomparve all’istante.
Perché non presagivo niente di buono?
“D-dimmi.”
“Ascolta... è un po’ di giorni che volevo parlartene, ma non ho mai trovato il coraggio.”
Presi un respiro profondo.
“Io... io credo che dovremmo prenderci una pausa. Sì, insomma, un periodo di riflessione, farà bene a entrambi.”
Sentii l’intero universo crollarmi addosso.
Le mani tremavano e gli occhi pizzicavano.
Aveva una faccia talmente seria...
Poi, non riuscendo a trattenersi, scoppiò a ridere e mi abbracciò.
“Oh mio Dio, ma ci hai creduto davvero? E io che pensavo fosse uno scherzo banale! Amore, ma non potrei mai lasciarti!”
“Harold, sei uno stronzo!” esclamai spingendolo.
Me ne andai indignata con al seguito Harry che rideva come un coglione.
 
23:30
Eravamo sul divano, intenti a far passare il tempo prima della mezzanotte.
Io non avevo ancora spicciato parola, continuando a torturarmi le mani.
“Cucciola, non ti sarai mica offesa, vero? Era solo uno scherzo!” disse Harry.
“No, non è per quello.” dissi con una punta di nervosismo.
“E per cosa?”
“Ecco... io...” dissi, cominciando a singhiozzare.
“Joey?” disse Niall, accarezzandomi un braccio.
Iniziai a piangere.
“I-io non vo...levo! E’ c-che ho... avuto un ritardo e... sta...mattina so...no a-andata in farmacia e...”
“Joel, che succede?” chiese Harry, visibilmente preoccupato.
Respirai profondamente.
“Sono incinta, Harry! SONO INCINTA!” urlai.
Ne sono sicura: inizialmente pensò che fosse uno scherzo. Ma, dopo aver visto il mio viso stravolto dalle lacrime, si ricredette.
Cacciò un urlo e svenne.
 
23:50.
Era un quarto d’ora che, con parole dolci, cercavo di far rinvenire il mio fidanzato steso a terra privo di sensi, e stavo cominciando a preoccuparmi.
I ragazzi ci fissavano tra lo sconvolto e il preoccupato.
Poi, con un colpo di tosse, Harry si svegliò.
Per un attimo si guardò intorno spaesato, ma, vedendo le nostre facce, gli torno tutto in mente.
Si inginocchiò con le mani tra i capelli, mentre gli accarezzavo un braccio.
“Ragazzi, non preoccupatevi. Noi vi staremo accanto tutto il tempo e vi aiuteremo sempre. E sono sicuro che Harry si prenderà cura del bimbo, non è vero?” disse Louis.
Harry annuì e mormorò un flebile “Sì, lo farò”, dopodiché ci abbracciammo tutti.
Controllai il mio orologio.
Le 23:59 e 49 secondi.
“Dieci... nove...” contai.
“Joey?”
“Sette... sei...”
“Joey che stai facendo?”
“Tre... due... uno...”
Li guardai uno ad uno.
“FREGATI! VI HO FREGATI!” urlai, saltando in piedi sul divano.
Risi istericamente.
“SIETE STATI FREGATI! FOTTUTI! CI SIETE CASCATI IN PIENO! AVRESTE DOVUTO VEDERE LE VOSTRE FACCE!”
“Q-quindi tu non sei incinta?!” chiese Harry.
“No, amore. E tu sei stato... FREGATO!
I ragazzi mi guardarono allibiti.
“INCHINATEVI ALLA SIGNORA DEGLI SCHERZI! CHI SONO I PERDENTI ORA?! SGANCIATE £10 SFIGATI!”
Ancora frastornati, tirarono fuori il malloppo e me lo consegnarono.
Cominciai a ridere, sempre più forte.
Avevo vinto.
Finalmente, avevo vinto
Sentii delle braccia che mi spingevano leggermente, ma ero troppo impegnata a ridere per reagire.
Una brezza mi investì in pieno e sentii un tonfo alle mie spalle.
Mi bloccai.
Mi avevano sbattuta fuori dalla mia stessa casa.
“HARRY!”
 
 
 
 
Buonasssssera!
E poi boh, ci sono che scrivo questa os inutile che nessuno si cagherà.
Ma se stai leggendo questo, fai la brava, lascia una recensione ʘ‿ʘ.
Be’, questo è ciò che mi viene in mente facendo geometria.
Mi sembrava una cosa carina...
Ok ok, non lo è, calma.
A me piace, abbastanza... un pochino... ok, fa proprio schifo.
E io che pensavo di scriverci anche una FF *si dispera*
Vabbuoh
Mi dileguo.
Fatemi sapere che ne pensate, se vi piace, se fa schifo, se devo andare avanti, se devo cancellarmi da efp, se devo stendermi sull’asfalto dell’autostrada...
Arrivederci people!
And remember...
LODE ALLA SIGNORA DEGLI SCHERZI!

  
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