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Autore: sayyeszayn    24/01/2013    0 recensioni
«Non lasciarmi sola Lì»
«No, non più piccola».
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Liam Payne
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Don’t leave me alone.
 

Era ormai da un bel po’ che la loro amicizia traballava, era da un po’ che erano strani l’uno con l’altra, e c’era qualcosa che sentiva di dover sapere.
Erano sempre tutti invidiosi della loro amicizia
‘Hai visto Liam e Greta, hai visto sono sempre insieme’
E proprio adesso,  adesso che si avvicinava il suo compleanno lui si comportava in maniera strana. Il ragazzo era un anno più grande e tra qualche giorno lei sarebbe diventata maggiorenne.
Il 4 marzo, il giorno che da tanto, anzi da troppo aspettava.
Quella mattina come al solito lui era andato a casa sua a prenderla.
Era un bellissimo ragazzo e Greta non poteva negare che ci avrebbe provato con lui se non fosse stato il suo migliore amico;
e doveva anche ammettere che da qualche mese quando si guardavano lei abbassava sempre lo sguardo, quando si toccavano lei provava dei brividi lungo tutto il corpo.
Uscì con la cartella in spalla, Liam aveva le mani nelle tasche dei jeans attillati e si stringeva nelle spalle guardando l’asfalto
«Ciao Lì» lo salutò e lui annuì con la testa; iniziò a camminare.
Lei in silenzio lo seguì.
Lui la guardò senza farsene accorgere con occhi tristi, ma lei era troppo furba «Lì, devi dirmi qualcosa? Ti prego rispondimi» si voltò di scatto incontrando i suoi occhi.
Non sapeva realmente che dire lui, ma doveva, non poteva nascondere all’amica una cosa del genere. Era pur sempre la sua migliore amica
«Io…io, devo partire» disse lui tra i denti e abbassando la testa
«Parla bene Lì» disse alzando un po’ la voce
«Io devo partire Greta, partirò il 23» lei si fermò
«Stai scherzando vero? No perché se è uno dei tuoi scherzi ti picchio» si sforzò a sorridere
«No, non è uno scherzo, sono serio, mio padre ha trovato un buon lavoro in Italia»
«E…e tu devi per forza seguirlo hai 19 anni orma, non puoi rimanere qui? » scosse la testa.
Lei fece qualche passo indietro a bocca socchiusa
«Greta…» lo bloccò con la mano
«Devo rimanere per conto mio» tornò indietro
«Greta io non…» la vide allontanarsi «cazzo! » calciò una lattina davanti ai piedi.
 

* * *

 
Era esattamente il giorno del suo compleanno, tutti i compagni le avevano organizzato una festa lo sapeva, lo aveva sentito da qualche parte in classe, mentre fissava il banco del suo migliore amico, desiderava con tutta se stessa che lui fosse lì, quel giorno e per tutto il resto degli anni.
Lui era passato a salutarla quel giorno, ma non era voluta uscire dalla camera, aveva solo visto una busta passare da sotto la porta e poi qualche minuto dopo la lettera all’interno era piena di lacrime
 
‘Scusami, non è colpa mia, ti capisco se non vuoi aprire la porta, ma scusami ancora.
Ti voglio bene Grata, sappi solo questo.’
 
Non poteva più scordarsi quelle parole, ma adesso doveva farlo, perché non poteva continuare così ad ossessionarsi. La mamma le aveva detto da una mezz’oretta circa di prepararsi, ma lei era ancora seduta sul letto a fissare le loro foto attaccate al muro come un murales.
Sentì qualcuno bussare alla porta
«Allora Greta, tra una mezz’oretta arrivano i tuoi amici, sei pronta? »
«Non ancora mamma, qualche minuto».
Si alzò dal letto e rimanendo in intimo indossò il vestitino rosso che era posato sul letto.
I capelli erano già sistemati a boccoli, si infilò i tacchi neri e andò in bagno per truccarsi.
Non andava mai giù pesante con il trucco, un po’ di fondotinta, matita, mascara e un rossetto rosso non troppo acceso;
una cosa, non sarebbe stato per niente bello quel compleanno.
La festa iniziava alle 9 e mezza, era finalmente pronta e mentre si infilava il cappottino scendeva le scale cercando di non cadere.
Uscì in strada salutando la mamma che le fece gli auguri un’ultima volta e salì sull’auto guidata da uno dei suoi amici.
Arrivarono in un locale, riservato solo per loro, l’aria natalizia si sentiva un sacco lì, era pieno di luci, all’interno della sala c’era un enorme albero tutto addobbato e sotto i regali che le sarebbero stati consegnati alla fine della serata.
Venne trascinata subito in pista, ebbe il tempo di levarsi il cappottino e poi iniziarono a ballare.
Si fermarono solo per mangiare.
Tutti la vedevano sorridere, ma non sapevano che in realtà quella festa non se la stava godendo per niente.
Quando stava per aprire i regali era ormai mezzanotte e lei iniziò ad augurare anche buon natale a tutti quelli che le porgevano il regalo
«Ecco questo è per te, è da parte mia e di Charlie»
«Ma grazie ragazzi è bellissima» ringraziò per la collana ricevuta.
Poi tra le mani le porsero un altro pacchettino piccolo, con sopra un bigliettino, lo aprì
 
Goditi la festa :)’
 
«Oh ragazzi di chi è questo pacchetto? » tutti si guardavano scuotendo la testa «ora lo apro»
All’interno del pacchetto c’era un pezzetto di puzzle, era tutto rosso, e accanto una freccia che indicava la porta che portava fuori.
Seguì la freccia ed uscì, lì trovò un altro pezzo di puzzle, c’era un pezzo rosso ed uno nero, poi la freccia indicava un albero poco vicino dove, un pacchetto era illuminato da una lucina.
Ci si avvicinò stringendosi con le braccia per il freddo, lo aprì, un altro pezzo e questa volta la freccia riportava alla sala e diceva di lasciare i pacchi tranne i pezzettini di puzzle;
si voltò e tutte le tende erano state chiuse
«Sti tipi che vogliono scherzare il giorno di natale» aprì la porta, era tutto buio, solo l’albero si notava «oi ragazzi? C’è nessuno?» sentì dei passi «ragazzi mi state spaventando, ho diciotto anni ma rimango sempre la solita fifona».
Si sentì afferrare le mani, saldamente, da dietro, erano calde
«Come potevo dimenticarmi di questo giorno, sapevo da quanto lo attendessi» le mancò il fiato «sono qui per te Greta» si voltò, non poteva vederlo, ma sapeva che era lui.
Sapeva che era il suo Liam, sentiva il suo odore
«Mi sei mancata» sussurrò nell’orecchio il ragazzo afferrandola dai fianchi
«Mi sei mancato un sacco anche tu» lei lo strinse iniziando a piangere
«Ehi shhh, perché piangi? » una luce dolce si accese nella sala, non era molto forte, ma le bastava per notare i lineamenti perfetti del ragazzo.
Lui sorrise, abbassando gli occhi sul pavimento, era in imbarazzo
«Perché sei stupido, perché sei in imbarazzo? » lui sollevò lo sguardo
«Perché ho scoperto che ti penso sempre Greta, che non posso più stare senza di te e che ogni tuo atteggiamento mi fa impazzire» strinse lievemente il fianco;
lei poggiò la mano su quella del ragazzo e la stacco intrecciando le dita
«Liam io….» lui la zittì «gli altri? » disse definitivamente
«Sono andati via da un bel po’ siamo solo io e te. Non voglio che tu mi dica che ricambi, voglio solo che tu sia felice almeno oggi»
«Io ricambio Liam, ricambio da un sacco di tempo e non ho mai avuto il coraggio di dirtelo».
Si sorrisero e lei si morse il labbro abbassando gli occhi.
Lui le sollevò il mento e la baciò dolcemente afferrandole il volto tra le mani.
Lei all’inizio era tesa, ma poi si lasciò trasportare, lasciò che la lingua del ragazzo entrasse nella sua bocca e che insieme le due danzassero soavemente.
 

* * *

 
Riconobbe immediatamente quell’odore, quella stanza, dove pomeriggi e pomeriggi aveva studiato con il suo migliore amico.
La sera prima, lui le aveva afferrato la mano e l’aveva fatta salire  in auto, poi l’aveva portata nella sua vecchia casa, dove però i genitori avevano lasciato ancora qualche mobile.
L’aveva trascinata in camera sua.
Lei lo fissava come se non sapesse che fare,Liam le slacciò il vestito che cadde soffice sul pavimento, lei cominciò a levargli gli indumenti;
e quando entrami furono in intimo, lui la spinse dolcemente su letto, le slacciò il reggiseno e poi le levò gli slip, lei fece altrettanto con i suoi boxer.
Aveva ormai diciott’anni, doveva sapere come si faceva l’amore con un ragazzo.
Ma con lui era diverso. Era eccitata, non vedeva l’ora che fossero entrambi un’unica persona.
Ansimavano entrambi, la stanza era inizialmente fredda, ma poi i loro respiri avevano riscaldato l’ambiente e i loro corpi ricoperti di sudore.
Lui le accarezzava i seni, baciandoli di tanto in tanto, mentre lei rimaneva inerme sotto il suo tocco, stringeva tra le mani i suoi soffici capelli. Poi portò una mano sull’erezione la sfiorò appena, allora lui la fissò dritto negli occhi e le sorrise.
Fu un attimo, un attimo impercettibile in cui le entrò dentro e un attimo in cui lei emise un forte gemito, bloccato poi dal ragazzo che la zittì baciandola.
Sapeva di averle fatto male e lei sapeva di aver fatto male al ragazzo quando lo aveva graffiato con le unghie. Poi si erano addormentati insieme, uno abbracciata all’altro.
Insomma quella mattina si ritrovò ricoperta dal pesante e profumato piumone bianco e poco dopo, notò il ragazzo entrare in camera, con indosso solo i boxer
«Ti sei svegliata piccola»
«Si, che ore sono tesoro?»
«Sono le undici e mezza» poggiò il vassoio sul comodino e salì sul letto avvicinandosi alla ragazza.
La baciò dolcemente e poi entrambi si sorrisero
«Ti ho portato la colazione»
«Non sarai sceso in boxer, per andare al bar qui affianco»
«Credo di si, sai non mi ero accorto di non avere le robe, ma sei gelosa no, vero? » rise
«Mmmh forse» disse lei addentando un cornetto e lui le baciò la guancia.
Poi lo guardò e ingoiò il boccone, lui le chiese con un cenno di testa
«Non lasciarmi sola Lì»
«No, non più piccola».
Si baciarono un’altra volta.
Mentre la fissava lui si ricordò improvvisamente di una cosa
«Ecco questi sono per te» le porse due pacchi.
Lei aprì il primo, all’interno c’era un anellino di argento, quello che da tempo aveva visto alla gioielleria vicino casa e sorrise al ragazzo;
aprì il secondo e all’interno c’era un gioco dell’ Xbox  di guerre, sparatorie e tutto il resto
«Dimmi che qui hai l’Xbox» chiese esaltandosi, lui annuì «sho, adesso esci, devo prepararmi»
«Lì ci sono le robe, le ho portate da casa tua» lo fissò «si sapevano tutti» fece per uscire.
Lei lo richiamò, e lo fece tornare indietro, lo baciò dolcemente
«Ti amo piccola» sorrise
«Anche io Liam, anche io» lui uscì e sulla porta le disse
«Ah buon natale».
E lei che credeva che l’avrebbe lasciata.
Ma non era stato così, lui era tornato e l’aveva resa la persona più felice di quel mondo nel momento in cui le aveva stretto le mani e le aveva detto che non l’avrebbe mai lasciata sola e che l’amava.





 


Mi sono scordata di pubblicarla ewe.
Così, anche un po' in ritardo ho deciso di metterla, perchè mi piaceva poco.
Ecco, non so cosa volevo esprimere con questa OS, ma mi è venuta spontanea.
Ecco i due migliori amici che si amano.
È scontato, ma a me piaceva un sacco l'idea della sorpresa,
fatta in quel modo al suo diciottesimo compleanno.
Non so che altro dire.
Se volete passate dala mia nuova ff 
'on tiptoe' che aggiornerò tra un po'.
E mi sento onorata perchè ho fatto io il banner, il mio primo banner c:
Basta stop vado via, baci G

 
 

  
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