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Autore: LuLu96    25/01/2013    1 recensioni
"Non sono forte come i lupi o il Kanima, non sono veloce come loro, non ho i sensi sviluppati come i loro, non so maneggiare archi, balestre o armi varie come i cacciatori. Sono un'impiccio, ecco tutto. Ma ormai ci sono dentro, e la cosa non mi dispiace affatto, questa è la cosa che mi preoccupa. Dovrei correre per le strade urlando, cercando una via di fuga da tutta questa storia, invece di sentirmi come se io fossi il mostro, quello anormale, invece che loro." (Dal primo capitolo)
"Quell'uomo mi metteva in soggezione. Tutto in lui ispirava paura e rispetto. Era senza dubbio bellissimo: quegli occhi stupendi erano capaci di gelare e bruciare al contempo, potevano sciogliere come potevano far rabbrividire. Mi strinsi nell'abbraccio di Zac, in cerca di un po' di protezione. Non ero abituata a sentirmi in quel modo." (Dal quinto capitolo)
Stiles è in crisi, non sa chi è, cosa vuole, se è di aiuto o di impiccio per i suoi amici, cosa fare della sua vita. La sua vita, però, sta per cambiare.
C'è un nuovo arrivo a Beacon che sconvolgerà gli eventi.
E' la mia primissima fic, spero vi piaccia!
Genere: Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Derek Hale, Nuovo personaggio, Stiles Stilinski
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: Incompiuta
Capitoli:
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Prologo      

Beacon Hills, 20 Gennaio
 
Chi sono io? A cosa servo? Scott è un lupo, Derek è un lupo, Isaac, Erika e Boyd sono lupi, Allison è una cacciatrice, Jackson è, tremo al solo pensiero, il Kanima e Lydia è completamente pazza! E io? Sono un semplice umano senza nessuna dote speciale, anzi potrei dire di essere piuttosto sfigato, catapultato in questo mondo sovrannaturale, senza aver avuto una reale possibilità di scelta, che non fa altro che incasinarmi la vita. Ormai sono in un costante stato di allerta, vedo lupi ringhianti e cacciatori armati dietro ogni angolo e rettili troppo cresciuti con una schiera di denti che farebbe invidia ad un T-rex in ogni ombra. A che servo, quindi? Non sono forte come i lupi o il Kanima, non sono veloce come loro, non ho i sensi sviluppati come i loro, non so maneggiare archi, balestre o armi varie come i cacciatori. Sono un'impiccio, ecco tutto. Ma ormai ci sono dentro, e la cosa non mi dispiace affatto, questa è la cosa che mi preoccupa. Dovrei correre per le strade urlando, cercando una via di fuga da tutta questa storia, invece di sentirmi come se io fossi il mostro, quello anormale, invece che loro.

Dal diario di
Stiles Stilinski



 

Capitolo 1- Incognita


 
-Oh, ma andiamo! Non di nuovo!- esclamai inchiodando. Ma perchè diavolo quel maledettissimo lupo asociale doveva apparire dal nulla moribondo proprio davanti alla mia jeep? Scesi sbattendo lo sportello con rabbia.
-Derek! Che è successo?- mi avvicinai di corsa inginocchiandomi e prendendolo al volo, evitando che cadesse sull'asfalto, anche se in quel momento avrei proprio voluto che battesse una testata degna di questo  nome.
"U-una freccia" balbettó l'Alpha. Osservai la posizione del braccio e vidi che con la destra si stringeva il braccio sinistro, proprio sotto la spalla.
"Strozzalupo" ringhió fra i denti. A mia volta digrignai i miei e prendendolo di peso lo aiutai a salire sulla jeep al posto del passeggero. Mi misi al volante e schiacciai l'accelleratore. "Immagino che non possiamo andare a casa tua, no?" Non mi dovetti nemmeno voltare per sapere che il lupo aveva scosso la testa.
"Molto bene" sospirai tra i denti. Derek aveva un'odiosissima abilità nel mandare a monte ogni programma e stravolgere ogni impegno. Per essere corretti, non era solo Derek: tutta la storia del soprannaturale e quel suo branco di lupacchiotti spauriti non contribuiva affatto a lasciare alle mie giornate una parvenza di normalità. Ma no, a pensarci bene il peggiore era  Derek, era SEMPRE colpa di Derek.
Parcheggiai di fronte all'ambulatorio del dottor Deaton, lui avrebbe saputo cosa fare.
Uscii dall'auto e aiutai Derek a scendere. Lo sostenni fino a quando non arrivammo all'ingresso. Deaton venne subito ad aprire.
"Ragazzi, cosa..." lasció la frase in sospeso quando vide il braccio di Derek. Ci fece cenno di entrare e io seguii Derek e il dottore nella stanza adibita a 'cura straordinarie'. Mi appoggiai al muro con le braccia incrociate sul petto e le gambe appoggiate una sull'altra, mentre Deaton procedeva a curare il braccio di Derek.
"Si puó sapere cosa è successo?" chiesi con tono scocciato. Suonai ben poco credibile perfino alle mie stesse orecchie. Entrambi mi conoscevano abbastanza da poter affermare che ero un ragazzo curioso e che mentire non era il mio forte. In più Derek era avvantaggiato dalla questione dei   superpoteri da lupo mannaro, che includevano un udito sviluppato al punto di percepire la differenza del battito in caso di bugie.
Deaton mi lanció uno sguardo divertito accompagnato da un accenno di sorriso.  Sospirai districando le gambe, spostando il peso e riaccavallandole in un moto di stizza e impazienza. 
"Io... Non lo so" ammise Derek alla fine corrucciando la fronte "Avevo sentito  qualcuno,  ma  non   sembrava Scott, o nessuno degli altri,  sembrava qualcun altro. L'ho seguito e dal nulla è arrivata la freccia"
"Ehi, aspetta. Hai detto 'qualcun altro?' Che vorrebbe dire 'qualcun altro?' " esclamai staccandomi di scatto dal muro. Un altro lupo? Un Omega? O peggio?
"Se chi ha sparato ti stava seguendo, saprà dove abiti" disse Deacon.
"E probabilmente dove sei" aggiunsi con una sfumatura di paura che iniziava a stringermi lo stomaco. Che  sensazione terribile. Già bastava  Derek, a spaventarmi a morte. Ma allora perché non aggiungere ancora qualcuno alla lista delle possibili persone che potevano farmi fuori? Tanto non era affatto lunga, una decina di nomi come minimo.
Sia Derek che Deaton sembrarono realizzare in quel momento la veridicità delle mie parole.
"Stiles" una pausa "Vai a chiudere la porta." disse Deaton con un tono calmo che sembrava quasi comico in quella situazione. "No, chiama Scott e digli di portare Isaac e gli altri" guardai prima Derek e poi Deaton. Quanto avrei voluto voltare le spalle all'Alpha e andare a chiudere la porta solo per fargli un dispetto! Invece estrassi dalla tasca il cellulare e mandai un messaggio a Scott: 'Vieni da Deaton SUBITO. Ce n'è un altro. Porta Isaac e gli altri'
"Fatto" dissi. Sentivo che già il mio cuore batteva più veloce e che il respiro diventava più pesante e  affannato, effetto di paura e adrenalina.
Due colpi alla porta. Il respiro di tutti e tre si fermó improvvisamente prima che reagissimo. Io è Derek ci nascondemmo in un armadio mentre Deaton andava alla porta.
"Salve! Come posso esserti utile?" la voce di Deaton era calma e cortese.
"Ho trovato questo cucciolo per strada, ma penso che abbia una zampa rotta." disse il cliente misterioso. La voce era quella di una ragazza, non  sembrava essere più grande di me. Deaton le rispose con qualcosa che non riuscii a capire, e sentii dei passi entrare nella stanza. Dalle fessure dell'armadio vidi una ragazza dai lunghi capelli rossi, che le scendevano sciolti e mossi sulle spalle. Sentivo il mio respiro farsi più veloce per l'ansia. Qualcosa peró non tornava, una sensazione che non riuscivo a capire. Come un nodo allo stomaco, diverso da quello che provocava la paura. Era un po' più in basso. Mi voltai a guardare Derek. Non so per quale motivo speravo di trovare una traccia di quella sensazione anche sul suo volto. Speravo mi confermasse che era colpa di quella ragazza.
Guardando il lupo mi accorsi di quanto eravamo vicini e stretti chiusi dentro quell'armadio. Era una posizione alquanto imbarazzante per due ragazzi, anche se uno di questi era un lupo mannaro. Cercai un qualsiasi segno che un nodo potesse lasciare su un volto. Non trovai niente.
Tornai a guardare la ragazza. Si era girata verso di noi, guardandosi in giro. Stava cercando qualcosa? La risposta sembró apparire in quel preciso momento. Il respiro di Derek si fermó improvvisamente. Di scatto mi voltai a guardarlo, i suoi occhi erano spalancati.  Lo fissai allarmato mentre cercavo di capire cosa stesse succedendo. Il nodo era sempre più stretto.
Guardai di nuovo dalle fessure dell'armadio. La ragazza dai capelli rossi guardava noi, adesso. Ne ero sicuro. Un sorriso compiaciuto e malizioso le si era dipinto sulle labbra, mentre le muoveva veloce e senza emettere suono.
"Ecco fatto. Ora starà bene"
La voce di Deaton ruppe il gelo che stava iniziando a dilagare nelle mie vene. Mi riscossi, come anche Derek e la rossa.
"Grazie infinite, dottore, arrivederci"  rispose la ragazza. Ci lanció un altro sguardo divertito, prima che il veterinario la accompagnasse alla porta. Aprii l'anta dell'armadietto e uscii. Mi accorsi che avevo trattenuto il respiro quando presi una boccata d'aria che mi brució la gola e i polmoni.
"Chi era quella? Cosa diavolo ti ha detto?" Chiesi a Derek quando Deaton tornó e fui certo che la porta fosse chiusa.
"Era lei oggi, nel bosco. Mi ha chiesto come stava il braccio..."
Derek sembrava completamente perso, impreparato a quello che era successo."Chi è quella ragazza? Non l'ho mai vista." Intervenne Deaton. Neanche io l'avevo mai vista.
In quel momento sentimmo di nuovo la porta aprirsi. Vidi Derek tirare fuori gli artigli pronto allo scontro.
"Chi era quella ragazza?" Chiese la voce di Scott. Tutti ci rilassammo e con un sospiro lasciai cadere le spalle.
"È quello che stiamo cercando di scoprire." Gli rispose calmo Deaton "Nessuno di noi l'ha mai vista."
Dietro Scott entrarono anche Isaac,  Boyd ed Erika. Brevemente Derek li aggiornó sulla situazione.
"Come ha fatto a sapere dove eravate e che potevi sentirla?" Chiese allarmato Isaac.
"Cosa ti ha detto?"
Ecco, ora sì che ero preoccupato. La voce di Scott aveva assunto quella sfumatura determinata e decisa di quando la situazione si faceva 'complicata'.
"Ha detto che aveva bisogno del mio aiuto, che voleva parlare." Rispose Derek, la cui voce aveva invece assunto il tono di quando  prende in mano la situazione e si sente 'il maschio Alpha' della situazione. Beh, effettivamente lui era l'Alpha, ma questo non faceva di lui il mio, né quello di Scott.
"Ma dove vive? Se abita qua è impossibile che nessuno l'abbia mai vista." Commentó Erika. Se si fosse trasferita quel giorno? Se non fosse mai effettivamente vissuta qui?
Deaton parve leggermi nel pensiero e ripetè ad alta voce i miei pensieri. Era strano: negli ultimi tempi mi ero spesso trovato d'accordo con il 'veterinario'. Ancora mi chiedevo cosa fosse in realtà quell'uomo, come facesse a sapere tutte quelle cose sui lupi e sui cacciatori e su tutta quella marmaglia di mostri.
I miei pensieri su cosa fosse Deaton in realtà mi portarono lontano da quella stanza, fino a eliminare dalla mia testa le voci concitate dei miei compagni.
"Stiles. Mi hai sentito?" La voc di Derek mi riportó alla realtà.
"Eh?" Dissi cadendo dalle nuvole "sì certo" l'espressione del lupo non era affatto rassicurante.
"Muoviti!" Sbraitó senza un minimo di gentilezza.
"Forse dovresti darti una calmata, eh, amico?"
Con un movimento che non riuscii neppure a vedere Derek alzò la mano artigliata e fece un passo verso di me.
"Ok, ok, ok, va bene. Vado!" Uscii dalla stanza senza aggiungere una parola  e imprecando contro Derek tra i denti.
La serata trascorse, stranamente, tranquilla, ma nonostante questo, nel mio ormai abitudinario dormiveglia, ebbi costantemente la sensazione di essere osservato. La attribuii agli avvenimenti del giorno precedente, ma la mattina, comunque, non ero affatto riposato.
Passai come tutte le mattine a prendere Scott e insieme ci avviammo alla lezione di Harris. Quanto mi odiava quell'uomo. Ancora non avevo fatto l'abitudine all'odio spassionato che il prof di chimica provava per me. Ero sempre oggetto di scherno o punizioni o quant'altro.
Io e Scott passammo l'intera lezione a parlare della ragazza misteriosa e del nuovo lupo arrivato a Beacon.
Arrivati all'ora di pranzo la giornata aveva preso una piega stranamente normale, cosa mi inquietò non poco: tutte le volte che la situazione era troppo tranquilla scoppiava un putiferio peggiore del precedente. Anche in quel caso avevo ragione, come sempre. Addentai una mela e di fronte a me il viso di Scott si contrasse e gli occhi si spalancarono.
"È qui" disse piano.
"Qui?" Chiesi quasi strozzandomi e sporgendomi in avanti sul tavolo "Chi? La ragazza?"
"No" rispose Scott "L'altro lupo"
   
 
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