Prologo.

Atlanta, 25 gennaio 2013.

Ci vuole così poco tempo per cambiare le cose, fino a quattro giorni ero abbracciata a mio nonno e adesso lui era lassù, in cielo.

Ancora non potevo crederci, era come un padre per me, assieme a mia nonna mi avevano accudito per questi miei 16 anni di vita, non lasciandomi mai sola, dandomi sempre ogni cosa che chiedevo, e se penso che adesso non era più con me su questa terra mi si spezza davvero il cuore.

Mi stavo dirigendo verso il cimitero, dove avrebbero lasciato il corpo del mio amato nonnino. Una lacrima rigò il mio viso, immediatamente la rimossi, non avrei mai pianto davanti a mia nonna, era così triste, era capitato tutto davvero troppo velocemente. Indossavo un paio di occhiali neri per coprire quelle due enormi occhiaie che mi erano venute a causa di tutte le lacrime che avevo versato nelle ultime tre notti, ero distrutta.

Eccoci qui, decisi di non andare dentro il cimitero, avrebbe peggiorato solo se cose, ci sarebbe stato mio cugino, Andrew, con mia nonna. Li osservai allontanarsi, ascoltando Grenade di Bruno Mars, quella canzone era tanti ricordi.

Rimasi in macchina a pensare per un po' di tempo, quando notai un bar dall'altro lato della strada; avevo fame e senza pensarci due volte, uscii dall'auto per andare a prendermi una cioccolata calda.

Faceva così freddo che mi maledissi di non aver preso i guanti anche solo per fare dieci metri di strada.

Entrai dentro a quel posto, sembrava accogliente ed era caldo.

Presi posto ad un tavolino, c'era poca gente il che era meglio dato che volevo rimanere sola con il mio silenzio.

Justin's pov.

Se solo fossi stato più gentile con mia madre adesso non mi ritroverei qui in questo bar, ma sarei a casa a giocare con l'xbox. Guardai lo schermo del mio iPhone segnava le 10.55 a.m. sarei andato da Ryan più tardi. La porta del chiosco si aprì, era una ragazza, ed era anche molto bella, anzi come dico sempre io, era scopabile. Aveva una faccia distrutta, lunghi capelli rossi e grandi occhi marroni, ma in questo momento erano rossi, probabilmente aveva pianto poco prima. Si girò verso di me, notando che la stavo fissando, ottimo Bieber ti sei fatto notare.

Chloe's pov.

Un ragazzo seduto nel tavolo accanto al mio mi stava fissando, era molto carino, capelli biondi e occhi color nocciola. Mi mise un po' in imbarazzo, continuava a guardarmi come se avesse visto Megan Fox scendere dal cielo. Una voce femminile, mi fece tornare alla realtà.

"ciao! Vuoi ordirare qualcosa?"

Mi sorrise, era la cameriera,  ricambiai timidamente.

"si grazie, puoi portarmi una cioccolata calda?"

Annuì velocemente, facendomi segno di aspettare un secondo.

I miei occhi si spostarono di nuovo sul ragazzo, che mi stava ancora fissando, tipo strano.

"ecco a te, spero ti piaccia!"

Sorrisi, ringraziandola.

Presi il mio iPhone in mano, avevo cinque messaggi e tutti erano per farmi le condoglianze a causa della morte di mio nonno; non risposi a nessuno, non era il momento, non ne avevo voglia, sarei stata due settimane senza uscire, senza far niente, avevo solo bisogno di un po' di tempo.

Sentii una voce parlare con la cameriera di prima, era il ragazzo strano.

Gli sorrise mostrando un sorriso luminoso, cazzo era meraviglioso.

Finii in fretta quella tazza di cioccolata, e mi diressi verso la cassa per pagare. Nello stesso tempo il ragazzo si alzò dalla sedia e venne dietro di me.

Pagai e uscii da lì, scambiandomi un ultimo sguardo con quel tipo.

Appena sentii il freddo fuori, mi sentii di nuovo debole e impotente capitava spesso ormai, ma ora basta, mio nonno sarebbe stato dentro di me, per sempre, avevo solo bisogno di poche settimane per riprendermi.

Atlanta, 12 febbraio 2013.

Niente di meglio di un bel maglione, la musica e facebook. Il cellulare vibrò era Destiny la mia migliore amica.

"Hey tesoro stasera alle 9 c'è una festa, mi ha inviatata Catlin, ti va di venire? Non puoi stare tutta la vita chiusa in casa, ti prego."

Catlin era la ragazza più popolare della nostra scuola, da bambine eravamo molto amiche ma poi lei ha cominciato a frequentare altra gente, lasciandomi da sola. Da allora ci salutiamo solo, però Destiny aveva ragione stare chiusa in casa non serviva a nulla, avevo voglia di uscire di divertirmi, e cosa c'è di meglio che andare ad una festa dove probabilmente ci saranno tutti gli adolescenti di Atlanta? Massì, andiamo.

"E va bene, mi hai convinta, vieni a casa mia alle 7 così ci prepariamo, a dopo!"

Mi sarei divertita, era tutto quello che volevo.