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Autore: chocofrogs    25/01/2013    10 recensioni
Il cyberbullismo o ciberbullismo (ossia "bullismo" online) è il termine che indica atti di bullismo e di molestia effettuati tramite mezzi elettronici come l'e-mail, la messaggistica istantanea, i blog, i telefoni cellulari, i cercapersone e/o i siti web.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Anne Maria, Heather, Zoey
Note: AU | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate | Contesto: Contesto generale
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CyberBully


A chi è vittima di bullismo o cyberbullismo.
A chi si autolesiona, perchè resti forte e non si abbatta.



...'Non so perchè tutti quanti non fate che odiarmi, ma forse lo so, perchè adesso mi odio anch'io e in questo momento non vedo nessuna ragione per continuare a parlare o a respirare, non ce la faccio più.'


-Cyberbully (film)

 

 

 

Le dicevano che era brutta, antipatica e grassa.
Si era chiesta se era davvero così, se avevano ragione, se era davvero un mostro.
Ma Zoey piangeva lo stesso, che le cattiverie fossero fondate o meno.
E questo succedeva solo alle medie.
Quando iniziò il liceo, i suoi genitori si separarono, suo padre scappò con una ragazza di venticinque anni, sua madre ne uscì distrutta, Zoey ancora peggio.
Non aveva amici o amiche, né qualcuno a cui rivolgersi, lei era
sola.
Conobbe Heather, Anne Maria ed il loro gruppetto d'oche senza cervello che iniziarono ad insultarla per come si vestiva, per i suoi capelli, per le sue cosce.
Perfino i suoi occhi erano orrendi.
“Ma dove ti hanno trovata? Nella spazzatura?” dicevano.
E faceva male,
tanto.
S'iscrisse ad un normale social network, per fare amicizia almeno
lì, su internet.
Quanto si sbagliava.
Conobbe un certo Mike, veniva da una cittadina nei pressi di Vancouver, mentre lei era di Toronto, fecero amicizia e nacque qualcosa di più.
Da cinque messaggi al giorno, passarono a dieci, si scambiarono foto e segreti, Zoey era finalmente felice di aver trovato qualcuno che la capisse e la consolasse.
Non prestava più attenzione agli insulti di Heather o dei commenti poco simpatici delle sue amiche.
Dopo tre mesi, quello che si definiva un buon amico, scrisse sul profilo di Zoey cattiverie su cattiverie.


Quelle che voi definite una santa, una per bene, ieri è stata a letto con me e mi ha attaccato una cazzo di malattia. Muori, cagna.

Zoey lo lesse, Zoey restò cinque minuti davanti al pc per capire se fosse vero, magari fosse stato solo un incubo.
Le lacrime cominciarono a scorrere calde sul viso pallido, gli occhi lucidi e sulle labbra una smorfia.
I commenti non tardarono.


@HeatherMills: Già, lo dicevo io, sotto quel faccino da cavallo che si ritrova, è anche una pervertita ammalata. Troia.

@AnneMaria: Ma siete mai state dietro di lei a chimica? Puzza. Ahahahaha, è piena di malattie. Fai schifo. Lavati.

Fai schifo. Muori, cagna. Troia.


Pianse tutto il giorno, lacrime su lacrime.
Quei pochi compagni che le si erano avvicinato scomparvero, sua madre cercò di consolarla, ma fu inutile.
Commenti, post, e-mail le arrivavano, tutte piene di insulti.
Quel Mike, che molto probabilmente non esisteva, stava divulgando in giro i suoi segreti più intimi.
Così un giorno prese la lametta dal bagno, la pulì, sospirò e la premette forte sul polso.
Il sangue cominciò a sgorgare, lacrime salate le scivolarono lungo il volto, il dolore permise di distrarla, di lasciar perdere tutte le cattiverie che le dicevano.

Ora, a scuola, era quella depressa.

Zoey- Mi-Taglio- Gordon.
I felponi che indossava erano sempre più larghi, oltre a coprire le ferite, coprivano gli insulti, quei felponi dimostravano che non era una sgualdrina.
Ma agli altri non importava.
Passarono tre mesi insopportabili.
Fecero video su di lei, con una maschera con l'immagine del suo viso, fecero dei cartelloni anti-Zoey Gordon.
Era
sola.
Una formica contro il mondo intero, una formica schiacciata.


@HeatherMills: Oggi l'avete vista? Ahahahaha, non sa nemmeno cosa si provi a vestirsi bene. @ZoeyGordon, impiccati.

Zoey, per la prima volta, seguì il consiglio di Heather.
Prese una vecchia corda dal garage, una forbice ed un ago, buttò tutto sul letto.
Accese il computer e premette il tasto per registrare.
“Salve, Toronto. Sono Zoey Gordon, un'autolesionista, una vittima di bullismo e cyberbullismo.
Quando vedrete questo video, probabilmente,
sarà troppo tardi.
Voglio ringraziare Heather e le sue amiche, perchè senza di loro non sarei qui, a piangere, a tagliarmi, ad un passo dall'uccidermi.
Credo che le autorità vi metteranno in galera, sì.
Non vi andavano bene i miei capelli?– prese la forbice e si tagliò cinque ciocche – Le mie cosce erano troppo larghe? - prese un ago e taglio la pelle delle sue cosce pallide, facendo sgorgare del sangue- Ecco. Soddisfatte? Ho inziato ad odiarmi, ad odiare il mio corpo, per colpa vostra.
Vi saluto, Zoey.”
Chiuse la video- ripresa e sospirò a lungo.

Con mani tremanti prese la corda, fece un nodo stretto e la legò al soffitto, dove c'era un chiodo.
Salì sul letto, fece un cappio dall'altra estremità e se lo strinse al collo.
Bastava un passo e sarebbe finito tutto.
Ogni cosa.
“Facciamola finita, ok, Zoey?”

Un passo.
Sospirò e, per la prima volta, diede
davvero retta ad Heather.









note autrice.
ho pensato che questa tematica così delicata potesse andare bene anche con protagonisti di un cartone animato.
spero di non aver fatto cilecca.
oggi ho visto cyberbully ed ho pensato che zoey ci calzasse a pennello.
mi sono ispirata a quel film e alla tragica storia di amanda todd, il mio angelo.
spero vi piaccia.


saluti,
carlotta.

 

  
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