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Autore: Shjeld    25/01/2013    26 recensioni
[ CAUSA PROBLEMI AGGIORNERO' MOLTO LENTAMENTE, COME AVRETE NOTATO ]
Louis è un giovane ragazzo volubile, ha odiato sé stesso perché "diverso" dagli altri. Il suo passato, ed il suo presente, non sono dei più felici. Tutto cambia con l'arrivo del nuovo anno, con l'incontro di Harry, un lontano cugino di Miranda che, assieme ad Hellen e James, sono i migliori amici di Louis. La vita del ragazzo verrà stravolta, enormi cambiamenti: scoprirà sé stesso e sarà costretto a fare i conti col passato. Imparerà a vedere il mondo con degli occhi diversi, imparerà a vedere cose che la gente comune non vede. Dovrà imparare a sopravvivere, a lottare per le persone che ama.
«Non è giusto…»
«Fidati».
E per quanto non conosca minimamente Harry il suo sguardo mi risulta così sincero e dispiaciuto per me che finisco per fidarmi, decido quindi di fare come mi dice.
Genere: Introspettivo, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson, Nuovo personaggio
Note: Lime | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza
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I
He's Weak

Stendo le gambe, i miei piedi fuoriescono dal lenzuolo ed incontrano l'invernale aria gelida, li rintano nuovamente e mi cullo ancora un po' nel calore fornitomi dai vari strati di coperte che mi proteggono. Mi volto verso il comodino ed apro solo l'occhio sinistro per rendermi conto di che ore siano, sulla sveglia la scarlatta scritta “05.45 AM” mi riporta subito alla realtà, è tardi. Per quanto ne senta già la nostalgia sguscio fuori dalle coperte, mi si rizzano i peli a causa del freddo. In casa non abbiamo alcun tipo di riscaldamento. Mi muovo con passo felpato ed attraversando un breve corridoio giungo in bagno, chiudo rapido la porta dietro di me; giro un paio di volte la chiave per assicurarmi che nessuno possa aprirla. Come se qualcuno in casa mia fosse sveglio a quest'ora del mattino.
Mi porto dinanzi allo specchio ed avvicino il mio volto a quello del riflesso, accarezzo le mie guance con la mancina. Non sono in ottima forma appena sveglio, gli occhi sono leggermente arrossati e tale rossore è in esagerato contrasto con il colore della mia iride verde con pagliuzze dorate. Le palpebre pesanti mi si chiudono, ho molto sonno e ho voglia di tornarmene sotto le coperte, resisto. Faccio scorrere l'acqua ma attendere che esca calda è inutile, quindi con le mani a mo' di conca ne raccolgo un po' e mi sciacquo il volto, quasi tremo per le temperature basse dell'acqua. Mi asciugo il viso e subito dopo lascio scorrere i miei capelli bruni fra le dita, cerco di renderli presentabili. Mi cambio gli slip, torno ad osservarmi allo specchio. Son quasi disgustato da quel che vedo, credono tutti che io sia forte. Ho un fisico atletico, eppure... Eppure sulle mie cosce e sugli avambracci ci sono i segni della mia sofferenza, tante cicatrici, tante lacrime, tanto dolore.
Dolore che ora non è più intenso come una volta, eppure questi segni sulla mia pelle mi ricordano di quanto sia stato debole, di quanto il giudizio altrui era importante per me.
Distolgo lo sguardo, inorridito e indosso un paio di jeans blu aderenti, un maglione di lana grigio e delle converse del medesimo colore; tutto ciò che indosso è molto vecchio, consumato e probabilmente di seconda mano. Avendo nascosto tutto quel che dovevo nascondere mi muovo a piccoli passi e nell'assoluta tranquillità, posso udire perfettamente il mio respiro. In quel silenzio mi ritrovo fuori casa, luogo che per molti è sinonimo di protezione ma nella mia mente è ciò che più si avvicina all'Inferno. Ho la mia borsa a tracolla che contiene un po' di tutto quel che serve: cibo, acqua e qualche denaro; Dovendo restare fuori casa fino a questa notte inoltrata.
Mi ritrovo in strada, il Sole deve ancora sorgere ma il cielo è rischiarato dai primi raggi. Il freddo pungente mi costringe a stringermi nel giacchetto nero.
Inizio la mia passeggiata di routine, il mio respiro mi è visibile per le basse temperature e s'alza al cielo, libero di andarsene. Lo invidio, ma lui è “giusto” essendo semplice anidride carbonica, quello deve essere, quindi ne ha tutto il diritto.
Io, invece, son nato sbagliato quindi mi ritrovo incatenato nell'inferno con il demonio come padre. Il perché della mia punizione? Ho gusti diversi, perché i miei gusti sessuali sono diversi.
Porto una sigaretta in bocca, l'accendo ed inspiro. Un sapore che tra l'altro non mi è mai piaciuto, ho iniziato a fumare per sentirmi come gli altri, almeno in questo. Controllo il mio smartphone rubato, scorro i nomi della rubrica: “Alexander, Edward, George, Jackson...”.
Non importa da chi vado, perché per quegli istanti voglio sentirmi amato, e fingere che ami la persona giusta. Jackson mi risponde, e così è deciso: questa mattina amerò Jackson.

 

My skin is stained
from my pain.
  
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