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Autore: TheSlayer    26/01/2013    5 recensioni
Sophie Campbell ha ventidue anni e pensava di avere tutto dalla vita: un magnifico lavoro a Parigi e un fidanzato che le aveva chiesto di sposarla sulla Tour Eiffel. Ma quando la ragazza scopre che il suo fidanzamento è solo una menzogna decide di tornare a Londra, nell'appartamento che condivide con la sua migliore amica Katherine.
Un incontro casuale con un ragazzo che ha fatto parte del suo passato la aiuterà a superare quella brutta esperienza o servirà solo a peggiorare le cose?
Dalla storia:
Parigi, la città romantica per eccellenza. La città dell’amore.
Un paio di palle, pensai appoggiando la testa al finestrino dell’Heathrow Express, mentre cominciavo a vedere i familiari palazzi della periferia di Londra.
Parigi, la città puzzolente. La città dove i sogni si infrangono. La città dove gli amori finiscono.
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 20 – Promises, Promises

“Oh.” Disse e sorrise. “Harry è in bagno.” Aggiunse senza perdere il sorriso.
“Taylor? Ho sentito bussare alla porta?” Domandò il ragazzo uscendo dal bagno e camminando verso di noi. “Sophie?”
Non ero ancora riuscita a dire una parola. Mi voltai e mi diressi verso la mia stanza, sentendomi un’idiota. Ma cosa avevo pensato? Harry non era ancora innamorato di me. Si stava solo comportando da amico perché ci conoscevamo da anni.
“Sophie!” Esclamò Harry, correndomi dietro. Lo ignorai ed entrai in camera mia, richiudendo la porta alle spalle e appoggiandomici contro. Lo sentii bussare e chiamare il mio nome un paio di volte, prima di rinunciare e tornare in camera sua.
 
“Va tutto bene?” Mi chiese Louis quella sera, mentre lo stavo truccando prima di salire sul palco. Ero riuscita sì e no a dire due parole e non avevo riso a nessuna delle sue battute.
“Non proprio.” Risposi.
“Harry mi ha detto che avete avuto un’incomprensione. Vuoi parlarne?”
“No, grazie. Ho trovato Taylor Swift nella sua stanza d’albergo mentre lui era in bagno, più ovvio di così…” Sbottai. “Lascia stare, sono stata una stupida io.” Aggiunsi.
“Vorrei stare qui a parlarne con te, ma devo andare sul palco. Comunque lascia che ti dia un consiglio: parlaci.” Mi disse prima di alzarsi e dirigersi verso le scale che l’avrebbero portato sul palco. Scossi la testa, pensando che non ci sarebbe stato proprio nulla di cui parlare.
 
“Sophie, possiamo parlare?” Mi chiese Harry dopo qualche giorno. Eravamo a New York ed era passata una settimana da quando l’avevo trovato nella camera d’albergo con Taylor Swift. Mi ero rifiutata di ascoltare quello che aveva da dirmi, perché volevo evitare che mi prendesse in giro. E poi volevo evitare di dirgli che stavo per andare a confessargli di essere innamorata di lui e fare la figura della povera idiota.
“Cos’hai da dire?” Chiesi, scocciata. Avevamo un giorno libero prima del concerto della sera successiva e Harry aveva aspettato che scendessi a fare colazione per parlarmi.
“Voglio spiegarti quello che è successo. Non mi stai parlando da una settimana per una cosa inesistente!” Esclamò.
“Taylor Swift non è una cosa inesistente. E’ anche alta.” Ribattei.  Harry sbuffò e roteò gli occhi al cielo.
“E’ semplicemente venuta a fare quattro chiacchiere e a scusarsi. Anche perché adesso sta con il mio amico Ed Sheeran.” Disse il ragazzo. Finalmente alzai gli occhi e incrociai i suoi.
“Quindi non stavate facendo niente?”
“No.” Rispose. “E quando hai bussato ero in bagno perché mi sono tagliato con un pezzo di carta e stavo cercando un cerotto.” Aggiunse. Se possibile mi sentivo ancora più idiota di prima.
“Mi dispiace, quando l’ho vista sono completamente impazzita.” Mormorai.
“E’ comprensibile, non preoccuparti. Possiamo tornare a rapporti civili? Mi manchi.”
“Sì. E scusami, mi sento una cretina.”
Harry mi abbracciò e mi diede un bacio sui capelli.
“Non sei una cretina.” Mi disse.
Sospirai, chiedendomi se fosse il momento giusto per dire finalmente a Harry quello che volevo dirgli la settimana prima.
“Possiamo andare in camera? Vorrei parlarti e non voglio farlo qui davanti a tutti.” Mormorai, guardandomi intorno. Harry annuì e andammo nella sua stanza. Mi sentivo più sicura. Almeno, se mi avesse rifiutata, non avrei dovuto fare una figuraccia davanti a tutti gli ospiti dell’hotel.
“Dimmi.”
“La settimana scorsa, quando sono venuta a bussare… l’ho fatto perché volevo parlarti.” Dissi.
“Okay.” Rispose Harry, incitandomi ad andare avanti.
“Ecco, la notte che abbiamo passato a New York e il bacio della buonanotte che mi hai dato quando ho dormito a casa tua mi hanno fatta pensare.” Dissi. “E magari ho interpretato io male il tutto, ma…”
“Non volevo spaventarti.” Mi interruppe il ragazzo.
“No, non mi hai spaventata. E’ solo che penso di…” Mi fermai per fare un respiro profondo. “Credo di aver capito che provo ancora qualcosa per te.” Ammisi dopo qualche secondo. Avevo quasi paura a guardarlo in faccia. Harry era sempre stato come un libro aperto. Dalla sua espressione si capiva subito quello che pensava. Abbassai lo sguardo sul piumino bianco del letto di quella stanza d’hotel. Lo stesso in cui avevamo passato quella notte qualche mese prima.
“Sophie?” Mi chiamò. Quando mi costrinsi a ripuntare gli occhi su di lui notai che stava sorridendo. “E’ da quando ci siamo rivisti da Cosmopolitan che so di provare ancora dei sentimenti per te. Solo che io stavo con Taylor e tu eri appena uscita da un fidanzamento ufficiale e non volevo complicare le cose.” Aggiunse.
“Davvero?”
“Sì. Ho cercato di comportarmi da amico il più possibile, ma hai notato anche tu che non è sempre stato facile.” Mi disse con un sorrisetto.
“Già.”
“Per me sei sempre stata solo tu.” Disse poi abbassando la voce. “La nostra è stata la relazione più lunga e importante che abbia mai avuto. Con tutte le altre… non sono mai stato con nessuna per più di qualche mese.”
“Dovremo ringraziare Louis e Kate.” Dissi.
“Perché?”
“Hanno avuto entrambi un ruolo importante in questa storia. Mi hanno aiutata a capire quello che provo davvero per te.”
“E cosa proveresti?” Mi chiese, arricciando le labbra in un sorriso furbo. Lo stesso sorriso che mi aveva fatta innamorare di lui dal primo momento in cui l’avevo visto.
“Sono innamorata di te.” Confessai, incapace di distogliere il mio sguardo dal suo.
“Ti amo anch’io, Sophie.” Rispose prima di avvicinare il viso al mio e darmi un bacio.
“New York è proprio magica.” Sussurrai.
“Vorrà dire che dovremo sposarci in questa città.” Rispose. Mi allontanai da lui e lo guardai con aria sorpresa.
“Sposarci?” Domandai.
Harry si alzò dal letto e andò a recuperare qualcosa nella cassaforte. Poi tornò da me e si inginocchiò.
“E’ da un po’ che lo porto sempre con me, cercando il momento giusto. Prima avevo paura che fosse troppo presto per te e poi non ero sicuro che tu ricambiassi i miei sentimenti.” Cominciò a dire, mostrandomi una scatoletta di Tiffany.
“Harry…” Sussurrai, sentendo gli occhi lucidi.
“Dicono che per innamorarsi ci vuole un quinto di secondo. Penso che a me sia bastato anche meno di quello. Mi sono innamorato di te dal primissimo momento in cui ti ho vista. Ero convinto di averti persa per sempre e non riuscivo a perdonarmelo, ma adesso sei qui con me.” Continuò. “E non voglio più perderti per nessun motivo al mondo. Non posso assicurarti che non ti ferirò mai più, ma posso giurarti che mi impegnerò a cercare di renderti il più felice possibile.”
Ormai le lacrime scorrevano sul mio viso e stavo sorridendo senza controllo. Harry aprì la scatoletta e mi mostrò l’anello più bello che avessi mai visto: era d’oro bianco e, al posto del solitario, c’era il simbolo dell’infinità tempestato di diamanti.
“Sophie Campbell, vuoi sposarmi?” Mi chiese infine. Cominciai ad annuire, perché non riuscivo a fare altro. Volevo parlare, ma non mi venivano le parole, così mi alzai, lo abbracciai stretto e lo baciai.
“Sì. Sì, lo voglio!” Esclamai quando riuscii finalmente a dare voce ai miei pensieri. Harry estrasse l’anello dalla scatoletta e me lo fece indossare sull’anulare.
“Mi hai appena reso l’uomo più felice del mondo.” Sussurrò contro le mie labbra, prima di darmi un altro bacio.
“Sophie Styles.” Recitai, guardando l’anello al mio dito e sorridendo. “Suona bene!” Esclamai dopo qualche secondo e sorrisi.
“E’ il più bel suono che abbia mai sentito.” Rispose Harry. “Allora, che ne dici di un bel matrimonio a New York?”
“Mi piacerebbe.” Dissi. “Magari a St. Patrick. O a Central Park.” Aggiunsi.
“Dove vuoi. Ma non dobbiamo decidere nulla adesso. Dobbiamo solo goderci il tempo che abbiamo insieme.” Rispose il ragazzo.
Per quanto non volessi pensarci, mi tornarono in mente la proposta di matrimonio di Jean-Paul e tutte le promesse infrante. Mi aveva promesso che non mi avrebbe mai tradita, che si sarebbe preso cura di me e che mi avrebbe amata per sempre. Un brivido mi percorse la schiena.
“Harry?” Lo chiamai con urgenza nella voce.
“Sì?”
“Promettimi solo una cosa.” Dissi.
“Cosa?”
“Che non mi farai mai promesse.”
“Te lo prometto.” Harry mi sorrise e improvvisamente mi sentii sicura. Sapevo che sarebbe durata con lui perché eravamo fatti per stare insieme. Ci eravamo ritrovati dopo sei anni e ci saremmo sposati, proprio come avevo pensato che avremmo fatto quando eravamo adolescenti.

 

The End

 
 


Buongiorno!
Ecco anche l'ultimo capitolo di "Over Again" e, prima di cominciare a ringraziarvi tutti, vi devo dire un paio di cose.
La parte finale della storia è stata ispirata dalla canzone "Promises, Promises" degli Incubus che dice: "Promise me only one thing, would you? Just don't ever make me promises. No promises." e trovo che sia una cosa bellissima.
E' vero che una delle cose che fa più male è quando le persone non mantengono le proprie promesse e penso che "l'accordo" tra Sophie e Harry, cioè che lui non le farà mai promesse, sia una delle cose più dolci del mondo.
Avrete capito che li adoro insieme!

E vi lascio anche con una foto dell'anello di Tiffany che Harry ha regalato a Sophie (e sapete che, di solito, non metto mai foto, ma questo merita). Cliccate QUI e ditemi se non è l'anello più bello che abbiate mai visto. E' stupendo e, secondo me, è molto meglio dei solitari proprio per quello che simboleggia. Fare una proposta di matrimonio con un anello con il simbolo dell'infinito vuol dire essere proprio innamorati. *sospira*

Ed ora passiamo ai ringraziamenti. Se mi conoscete, sapete che non sono una persona sadica e che mi piace solo creare un po' di suspense tra un capitolo e l'altro, quindi questa storia doveva finire bene.
Ringrazio la mia beta (le ho raccontato l'idea di questa storia sulla metro a Milano, tornando a casa da un pranzo con le amiche, dopo che ci avevo pensato per tutto il pomeriggio), la mia soulmate (tu sai chi sei. Grazie per aver letto tutta la storia in anteprima, per avermi dato le tue opinioni e per tutto il supporto) e, in particolare, Lu (choco_cupcake, per aver letto tutte le mie storie e per avermi sempre dato la sua onesta opinione su tutto). Poi ringrazio ogni singola persona che ha letto anche solo una riga delle mie storie. Tutte le persone che hanno recensito, chi ha inserito la storia tra le preferite, le ricordate e le seguite. GRAZIE!
Ogni volta che vedo una recensione o un preferito, seguito o ricordato, mi illumino tipo albero di Natale, sappiatelo. Siete persone meravigliose e spero di avervi soddisfatte con questo finale.

Vi lascio il mio account Twitter (@TheSlayerFF) in cui posto sempre aggiornamenti sulle mie storie. Seguitemi, se volete, mi farebbe piacere conoscervi e ricambio!
E vi lascio anche i link per le due nuove storie che sto scrivendo: "Love At First Sight" e "Past Lives". Se avete voglia di leggerle e darmi la vostra opinione ve ne sarei eternamente grata!

Un bacione a tutti e grazie per aver seguito questa storia dall'inizio.
Non potete avere idea di quanto significhi per me.

p.s. un ringraziamento speciale anche a Londra, per essere sempre la mia musa ispiratrice (appena ho finito di scrivere questa storia ho passato un weekend lungo a Londra e ho visitato (e rivisitato) alcuni posti in cui ho ambientato certe scene) e... beh, anche a quei cinque :) Chi l'avrebbe mai detto che mi avrebbero ispirato così tante storie?

   
 
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