Fanfic su artisti musicali > One Direction
Ricorda la storia  |      
Autore: Yvaine0    26/01/2013    6 recensioni
Louis e Niall si stavano sfidando all'XBox nell'altra stanza, Harry aveva portato sua madre a fare shopping e Liam...
«Zayn!», gridò il ragazzo in questione, piombando nel bel mezzo del salotto e disturbandone la quiete.
...e Liam doveva vedere Danielle.
[...] Zayn trovava assurdo che non si sentisse mai abbastanza per Danielle, che continuasse a chiedergli consiglio su come avrebbe dovuto vestirsi, sistemarsi i capelli. Aspettarla sotto casa in macchina o farsi trovare appoggiato al cofano con le mani in tasca e l'aria da duro?
«Aria da duro?» Zayn scoppiò a ridere quando Liam tornò per porgli quella domanda. Avrebbe dovuto raccontarlo a Niall: Liam con aria da duro! A dir poco incredibile!
Zayn/Liam/Danielle - tonto!Liam
Con un glorioso interludio Nouis (come BROMANCE!).
Genere: Commedia, Fluff, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Altri, Liam Payne, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: Triangolo
- Questa storia fa parte della serie 'Challenge accepted!'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Disclaimer! Con questo mio scritto, pubblicato senza alcuno scopo di lucro, non intendo dare rappresentazione veritiera del carattere delle entità realmente esistenti citate, nè offenderle in alcun modo. Tutti i fatti narrati sono puramente inventati o sola fonte di ispirazione.

A Flamel_, la mia compagna di scleri Ziam:
grazie per la sopportazione e l'appoggio.
 
 
Di amore, confusione e insicurezze.
Ma soprattutto tanta, tanta confusione.
 
 
Zayn era steso sul divano; dal televisore provenivano i suoni trasmessi da MTV e lui scarabocchiava pigramente sul suo block notes, canticchiando a mezza voce, di tanto in tanto, le parole di qualche canzone.
Era uno di quei tranquilli pomeriggi di libertà che ognuno di loro sceglieva di trascorrere in modo diverso: Louis e Niall si stavano sfidando all'XBox nell'altra stanza, Harry aveva portato sua madre a fare shopping e Liam...
«Zayn!», gridò il ragazzo in questione, piombando nel bel mezzo del salotto e disturbandone la quiete.
...e Liam doveva vedere Danielle.
«Sono un disastro. Sono un disastro, vero?» domandò, allargando le braccia, con espressione da cane bastonato.
Zayn alzò lo sguardo dal foglio di carta e voltò la testa quando bastava per vederlo. Lo squadrò da capo a piedi e, «Non direi», rispose sincero, soffiando un sorrisetto beffardo. Liam non era mai un disastro. Magari allacciava un po' troppo le camicie, magari parlava un po' troppo in fretta e magari aveva sempre l'aria un po' troppo seria oppure un po' troppo vacua, ma era perfetto così.
«Sicuro? - scosse il capo, scontento. - No... no. Questa maglia fa schifo. Ora mi cambio. Sì, ora mi cambio».
Zayn roteò gli occhi, mentre l'altro tornava in camera a cambiarsi borbottando tra sé.
Era assurdo.
Liam non era una persona insicura. Era consapevole di sé, dei propri pregi e dei propri difetti. Umile e un po' impacciato, ma sereno. Era un ragazzo stabile ed equilibrato, tanto da riuscire ad armonizzare la propria imbranataggine con una buona e corretta stima di se stesso. Conosceva i propri limiti e le proprie possibilità e questo gli permetteva di non cadere nell'autocommiserazione.
Zayn trovava assurdo che non si sentisse mai abbastanza per Danielle, che continuasse a chiedergli consiglio su come avrebbe dovuto vestirsi, sistemarsi i capelli. Aspettarla sotto casa in macchina o farsi trovare appoggiato al cofano con le mani in tasca e l'aria da duro?
«Aria da duro?» Zayn scoppiò a ridere quando Liam tornò per porgli quella domanda. Avrebbe dovuto raccontarlo a Niall: Liam con aria da duro! A dir poco incredibile!
«Ah, ah, ah, molto divertente. Sono solo agitato» si giustificò, sedendosi sul divano accanto alle gambe dell'amico.
«L'ho notato» rispose quello, rotolando supino per poi tirarsi a sedere. Lo guardò negli occhi senza dire niente. Era sempre agitato, quando c'era di mezzo lei. Non positivamente emozionato, ma agitato, ansioso, inquieto. Non il solito Liam, non il vero Liam.
Il ragazzo sospirò. Sapeva quello che Zayn stava pensando. Pensava che fosse un cretino – lo credeva anche lui, spesso. Perché ogni sua certezza crollasse quando si parlava di Danielle non lo sapeva nemmeno lui.
Come non sapeva perché continuasse a frequentarla nonostante i suoi sentimenti verso Zayn.
Era tutto estremamente complicato e lui non sapeva più dove sbattere la testa. Andava avanti procedendo per tentativi, senza sapere quale fosse la sua vera meta. Era confuso, forse troppo. Non era nemmeno sicuro di voler fare chiarezza nella propria testa.
Aveva trascorso gli ultimi mesi vagando tra gli sguardi confortanti di Zayn e le promesse fatte a Danielle di portarla a Parigi per una vacanza romantica, loro due soli.
Il proprio modo di comportarsi non gli piaceva, ma contemporaneamente aveva paura di cambiare. Paura di iniziare a capire, di scegliere. Di acquisire lucidità e perdere quella confusione che giustificava il suo comportamento ambiguo. Essere smarriti era più facile a volte.
Zayn continuava a guardarlo e lui non riusciva già più a reggere il breve silenzio che era calato tra di loro. Prese un respiro profondo, trovando all'improvviso estremamente interessanti i lacci delle proprie scarpe – scarpe orribili, tra l'altro, magari le avrebbe cambiate prima di uscire. «Senti, Zayn, io...»
«Forse è meglio che tu vada, non credi?»
Liam lo guardò, sorpreso da quell'interruzione. Cercò una minima traccia di gelosia, di dispiacere o incertezza negli occhi dell'altro, ma non ne trovò. Proprio non riusciva a capire come potesse Zayn essere sempre così tranquillo nonostante il proprio inaccettabile comportamento.
Passò in rassegna il suo viso alla ricerca di nervi tirati, piccole rughe d'espressione che dimostrassero la sua inquietudine, o magari la mascella contratta... niente. Lasciò scorrere lo sguardo dalla mascella fino alle labbra morbide, dove indugiarono forse un po' troppo a lungo, perché improvvisamente gli venne una gran voglia di baciarlo.
Lo guardò negli occhi.
Non poteva. Doveva smettere di comportarsi in quel modo. Forse Zayn non lo dava a vedere, ma Liam non poteva credere che il suo tira e molla non gli facesse male.
Di nuovo le labbra.
Ciò che provava per lui, però, era reale. Era sincero quando si incantava a fissarlo e non riusciva a distogliere lo sguardo, sincero quando percepiva le farfalle nello stomaco sentendolo cantare, sincero quando al suono della sveglia, dopo aver dormito con lui, diceva che avrebbe voluto non alzarsi mai più.
Gli occhi.
Ciò che provava per Zayn era reale. Proprio per questo avrebbe dovuto smettere di fargli del male, di dimostrargli i propri sentimenti per poi correre tra le braccia di Danielle, portando con sé mille insicurezze e i consigli che proprio l'altro gli aveva dato. Come faceva ad essere così crudele?
Lo sguardo gli cadde di nuovo sulle labbra di Zayn; le vide curvarsi in un sorriso divertito, mentre il moro sbuffava, gli metteva una mano sulla nuca e annullava la distanza tra loro.
Anche nel bacio Liam cercò qualche traccia di rabbia, tristezza, di negatività; ma non ce n'era: solo tenerezza e tutto l'amore che provavano l'uno per l'altro. Perfino tutta la sua confusione spariva a contatto con le labbra di Zayn.
Quando Zayn si allontanò, Liam aveva le guance rosse e il cuore che batteva forte. Sorrise e lo guardò interrogativo: perché l'aveva fatto? Non lo meritava.
«Non la smettevi di guardarmi, stavo impazzendo» spiegò l'altro, ridendo. Tornò a stendersi e riprese in mano la matita, deciso a dedicarsi ai propri schizzi mentre Liam era via. «Salutami Danielle. E divertiti» lo salutò.
Liam si alzò di slancio dal divano, sorridendo tra sé e andò alla porta. Afferrò il primo cappotto che trovò e uscì, senza più curarsi delle scarpe che indossava o di come si sarebbe dovuto far trovare da Danielle. Era questo l'effetto che gli faceva Zayn.
 
L'abitacolo dell'auto era pregno del profumo dello shampoo di Danielle. Albicocca. A Liam erano sempre piaciute le albicocche, erano decisamente il suo frutto preferito.
E gli piaceva molto anche Danielle, pensava, mentre, guidando, continuava a lanciarle continue occhiate di sottecchi. Era così bella! Sorrideva tra sé, assorta, e parlava. Gli piaceva ascoltare la voce di Danielle. Era armoniosa, gli infondeva tranquillità.
Il profumo dei suoi voluminosi capelli bruni lo inebriava e gli appannava la mente. La presenza di lei gli appannava la mente.
Ogni volta che i loro sguardi si incrociavano, Liam arrossiva un po' e guardava altrove, in soggezione. Era decisamente fortunato ad avere una ragazza del genere accanto.
La radio trasmetteva musica di tempi andati e diffondeva il suo basso mormorio tra loro. Il volume era basso, così da non disturbare la conversazione, ma alto abbastanza da riempire le silenziose pause che mettevano Liam tanto in imbarazzo. Quando non sapeva cosa dire, si metteva a canticchiare sottovoce, sapendo che quella era una delle poche cose che sicuramente gli riuscivano bene. Se non voleva fare figuracce, l'unica cosa che poteva fare era quella. Parlando a raffica – un po' troppo veloce, come suo solito – sarebbe sembrato un idiota, facendo troppe domande invadente e raccontando aneddoti senza sapere se a lei interessassero sarebbe passato per un egocentrico. Si sentiva estremamente sciocco.
«Com'è essere sempre in viaggio, Liam?» gli domandò Danielle, rivolgendogli un sorriso radioso.
Liam la osservò qualche istante – trovava la sua espressione incredibilmente dolce – prima di ricordarsi che, quando qualcuno poneva una domanda, probabilmente si aspettava una risposta. Riavvolse mentalmente il nastro della conversazione, per riascoltare la domanda e comprenderne il significato. Si strinse nelle spalle e sorrise imbarazzato, pronto a rispondere – e certo che avrebbe detto qualche sciocchezza. «È strano e bellissimo insieme. Non ci si può abituare ad una cosa del genere. Ci sono periodi in cui passiamo più tempo su un aereo che in hotel, passando da uno stato all'altro in pochissimi giorni, e quando torniamo a casa il jetleg è devastante. Zayn dice sempre che prima o poi il nostro orologio biologico esploderà. - rise al pensiero, poi però trasalì, accorgendosi di quanto poco fosse opportuno parlare di Zayn quando era con Danielle. Improvvisamente gli sembrava di essere logorroico. Perché doveva essere sempre così imbecille? – Però abbiamo la possibilità di vedere luoghi che, se non fossimo gli One Direction, probabilmente alcuni di noi non avrebbero mai visitato. Allora, cosa vogliamo fare oggi, principessa?» domandò, sorridendole dolcemente. Poi si accigliò, rendendoci conto di come l'aveva chiamata. Principessa? Ma davvero? Si era per caso bevuto il cervello? Come gli era saltato in mente? Che squallore. Zayn lo avrebbe preso in giro a vita.
Zayn, Zayn, Zayn! Doveva smettere di pensare a lui, maledizione!
Danielle rise della sua espressione corrucciata, mentre lui si rimproverava mentalmente.
Cavolo, fu l'unica cosa che riuscì a pensare. Quanto gli piaceva la risata di quella ragazza! Era così sexy quando rideva... Aveva caldo, tutto a un tratto. Sarebbe stato sciocco da parte sua abbassare il finestrino nel bel mezzo di un piovoso pomeriggio di Dicembre? Probabilmente sì.
«Sei buffo, Liam» gli confessò lei, in tono affettuoso, quando il suono del suo riso si spense.
Liam batté le palpebre un po' di volte e aggrottò le sopracciglia, fissando la strada di fronte a sé. Buffo. Non era esattamente ciò che avrebbe voluto sentirsi dire dalla ragazza con cui usciva da tempo.
Buffo. Era come dargli dell'idiota in maniera gentile.
Si sforzò di sorridere, senza poter fare a meno di sentirsi un totale fallito.
Danielle rise di nuovo e si affrettò a spiegarsi meglio: «Non fraintendere, sei anche buffo. - si corresse: – Hai tante belle qualità. Sei simpatico, dolce, premuroso, virile – sorrise impacciata prima di continuare: - e anche attraente, sì» elencò.
Liam si sentì avvampare e fu certo che il suo volto avesse assunto la colorazione di un pomodoro maturo. Un leggero modo di orgoglio si fece vivo nel suo petto; lui era attraente. Non poteva essere un completo idiota se lei lo riteneva così pieno di pregi.
Si schiarì la voce, senza riuscire a smettere di sorridere, e cambiò rapidamente discorso: «Non mi hai ancora detto cosa vuoi fare, però».
Danielle si strinse nelle spalle, pensierosa. «Non so. Qualche proposta?» domandò.
Quella non-risposta mise in crisi Liam. Cosa avrebbe dovuto dire? Aveva l'impressione che qualunque sua idea sarebbe stata bocciata. O magari no, ma comunque sapeva di non essere esattamente un genio quando si trattava di scegliere come passare il tempo. A Wolverhampton era sempre stato Andy quello delle proposte geniali; tra i ragazzi della band, invece, c'era sempre qualcuno che se ne usciva con qualche idea strampalata che, alla fine, mettevano in atto tutti insieme. Ma in quel momento non c'era nessuno a dargli suggerimenti. C'erano solo lui, il suo cervello appannato e terribilmente confuso e Danielle, ovvero la causa maggiore di ogni sua incertezza. Ma forse non era giusto darle questa colpa, dopotutto era lui quello incapace di credere in se stesso, non lei.
Vide con la coda dell'occhio la ragazza allungare una mano per cambiare stazione radio – oh, complimenti, Liam! Non hai nemmeno saputo scegliere la musica giusta! – e un piccolo segno rosso sul suo polso attirò la sua attenzione. Si voltò di scatto nella sua direzione, allarmato: «E quello che cos'è?» domandò.
Danielle lo guardò, meravigliata da quell'improvvisa domanda e dal tono preoccupato di Liam, quindi controllò il polso, trovando la lieve ferita. «Oh, quello? Mi sono bruciata con la piastra prima di uscire. È stata una scena abbastanza ridicola, a dire il vero: mi ci sono appoggiata mentre mi truccavo e mi sono scottata».
Il ragazzo soffiò una breve risatina, sollevato. Fortunatamente non era nulla di grave. «Dovresti stare più attenta» le intimò in tono paterno.
Danielle rise e scrollò il capo: «Scusa, papà, prometto che non succederà più – lo prese in giro, provocando le risate dell'altro. - Sai com'è, stavo cercando di farmi bella per un ragazzo» gli fece una linguaccia.
Liam sentì il cuore mancare un battito. Si era fatta male cercando di farsi bella per lui? E dire che a lui i suoi ricci piacevano da impazzire. Avrebbe dovuto dirglielo un giorno o l'altro, così avrebbe persino evitato che si scottasse nuovamente a casa sua.
La canzone alla radio cambiò e l'abitacolo fu invaso dalle voci delle Little Mix: Wings.
A Liam tornò subito in mente Zayn, che aveva lasciato una di loro proprio qualche mese prima.
Aveva rotto con Perrie per lui. Il solito macigno di sensi di colpa si posizionò sul suo stomaco, facendogli mancare per un attimo il respiro. E riecco la confusione, che ormai lo accompagnava da settimane, impadronirsi della sua mente.
Li stava facendo soffrire entrambi. Perché? Un comportamento così meschino ed egoista non era da lui. Doveva fermarsi, prima che fosse troppo tardi. Ma come poteva fare? Scegliere era impossibile. Danielle gli piaceva, gli piaceva moltissimo. Ma anche Zayn gli piaceva, gli faceva provare emozioni che non credeva di aver mai provato prima. D'altra parte lei faceva crollare tutte le sue certezze con un solo sguardo, con la sua sola presenza. Liam sentiva il cuore prendere il volo solo sentendo pronunciare il suo nome. Come poteva decidere chi dei due abbandonare? Li amava entrambi.
Era un maledetto idiota. Forse avrebbe dovuto lasciarli perdere entrambi, per il loro bene. E per la propria sanità mentale.
Danielle lanciò un'occhiata distratta fuori dal finestrino e poi tornò a sorridergli: «Che ne dici di un hamburger, Leeyum?» propose, indicando con un cenno del capo l'insegna di un Burger King poco distante.
«Quello che volete, principessa» rispose prontamente lui, mettendo immediatamente la freccia per entrare in un parcheggio libero che aveva già adocchiato.
Quando scesero dalla macchina, Liam si affrettò per aprirle lo sportello. Ci teneva ad essere gentile, avrebbe fatto di tutto perché capisse quanto teneva a lei.
Solo quando le permise di precederla all'interno del fast food e lei lo ringraziò con un «Ma quanto siamo galanti!» e una strizzata d'occhio, Liam si rese conto di aver fatto un'enorme gaffe delle sue. Danielle gli aveva elencato tutte le sue belle qualità – più di quante realmente ne avesse, forse – e lui non le aveva nemmeno detto quanto la trovasse bella, sempre, a prescindere da come acconciava i capelli. E ora la stava portando a mangiare hamburger in un fast food per un appuntamento. O forse, si preoccupò, per lei quello non era nemmeno un appuntamento, ma solo un'uscita tra amici. Forse...
Immaginò Zayn dargli una gomitata per riscuoterlo dai suoi pensieri. Perché perdersi in quegli stupidi rimpianti, quando ancora le cose non si erano messe male? “Muoviti, Liam!” gli disse la voce di Zayn nella sua testa.
Quindi Liam obbedì: sgranò gli occhi e si accorse di essere rimasto impalato sulla porta, mentre Danielle lo aspettava qualche metro più avanti, per mettersi in fila e ordinare.
Sospirò tra sé e si affrettò a raggiungerla, seguendo l'implicito consiglio del suo Zayn immaginario. Quando le fu accanto, la prese per mano e la guardò dritto negli occhi neri e profondi e «Sei bellissima» le disse in tono basso e solenne.
La osservò arrossire, ridere, schernirsi come faceva ogni volta che qualcuno le rivolgeva un complimento e pensò che probabilmente non aveva mai detto nulla di più vero nella sua vita: era splendida.
«Grazie» sussurrò lei in risposta, senza guardarlo negli occhi. Gli rivolse un'occhiata rapida, poi gli gettò le braccia al collo e gli stampò un leggero bacio sulle labbra.
Liam arrossì, sentì il cuore partire al galoppo, ma questa volta non si lasciò scoraggiare; prima che qualche assurda insicurezza prendesse il sopravvento sul suo istinto, le cinse la vita con un braccio, e la baciò teneramente, affondando una mano tra quei suoi bellissimi ricci bruni e voluminosi.
Quello, si disse, quello era sicuramente il modo migliore per farle capire quanto tenesse a lei.
 
Zayn era seduto al tavolo della cucina con Niall. L'irlandese stava raccontando, allo stesso tempo indispettito ed elettrizzato, di come fosse quasi riuscito a vincere l'ultima partita a PES contro Louis. «Ci sarei riuscito, se solo quello stronzo non avesse spento tutto! 'Devo vedere Eleanor', ma certo! Stronzo!» strillò in direzione delle camere, da dove provenivano i sussurri contrariati di Louis che nel suo stesso disordine non riusciva più a trovare una scarpa.
«Non essere volgare, Nialler!» lo sentirono esclamare.
Niall fece una smorfia, «Stronzo!» ripeté, più forte, tra le risate.
«Affatto: si chiama abilità di gioco!» lo corresse Louis, facendo la sua comparsa nella stanza. «Avete mica visto le mie converse?»
«Ne hai una in mano» osservò pigramente Zayn, con un sorrisetto irriverente. Si divertiva parecchio a farlo arrabbiare: Louis era leggermente isterico e diventava ridicolo quando perdeva le staffe.
Il più grande strinse le labbra e gli rivolse un'occhiata esasperata. «Questo lo so, ma non riesco a trovare la seconda!»
Proprio in quel momento, mentre Niall gridava dove Louis poteva mettersi la sua adorata converse, in caso non avesse trovato la compagna, la porta d'ingresso si aprì, lasciando entrare Liam. Anzi: Liam e Danielle.
«Ehilà» salutò il ragazzo, sorridendo impacciato, attraversando la stanza.
La scarpa bianca saettò attraverso la cucina, colpendo il ragazzo biondo dritto sulla schiena.
«È sempre un piacere vedere che non abito con un branco di incivili» commentò Liam, alzando gli occhi al cielo, mentre Louis rideva forte e Niall imprecava e si lamentava per il colpo ricevuto.
«Ormai dovresti conoscerci – rispose Zayn, divertito. - Ciao Danielle» aggiunse, con un sorriso e un cenno del capo in direzione della bruna.
Lei ricambiò il sorriso e si avvicinò per scoccargli un bacio sulla guancia: «Ciao!»
Liam trattenne il fiato a quel gesto. Oltre il danno la beffa. Portarla a casa era stato un gravissimo errore, avrebbe dovuto trovare una scusa, dire che erano usciti tutti. Quando Danielle gli aveva chiesto di vedere i ragazzi, non aveva saputo dirle di no. Aveva detto che gli mancavano, voleva salutarli, e così l'aveva accontentata. Ora però si sentiva tra due fuochi.
«Ehi, lo voglio anche io un bacio!» protestò Niall.
Louis sbuffò: «Perché? Credi forse di poterti trasformare in principe?»
«Chiudi il becco, Cenerentola!» replicò l'altro.
Zayn rise e sisentì in dovere di intervenire. «Cenerentola? Io lo trovo molto più … Biancaneve».
«Hey – Louis gli puntò il dito contro. Le risate di Niall erano così rumorose, che quasi non lo si sentiva parlare: - Non mettertici anche tu! Siete un branco di mocciosi insolenti e io non ho intenzione di perdere tempo con voi!» snocciolò in tono teatralmente indignato, per poi sorridere educatamente a Danielle e tornarsene in camera sua, dove si dedicò alla ricerca di un altro paio di scarpe, visto che la sua converse sembrava essersi volatilizzata.
«Che succede?» Liam aveva l'impressione di essersi perso qualcosa.
Niall si strinse nelle spalle con aria innocente. «Louis deve uscire con Eleanor e non trova una scarpa» spiegò semplicemente.
Zayn soffiò una risatina incredula e scosse il capo: «Non dimentichi qualcosa, Nialler?» lo incalzò.
Il biondo sbuffò e accontentò l'amico: «Sì, giusto. Prima stavo per vincere una partita contro Tommo e quello stronzo ha spento l'XBox. È un infame e non sa accettare le sconfitte, questo è quanto. E poi saremmo noi quelli infantili!»
Liam ridacchiò, intuendo quale fosse il nesso tra le due cose. «Dove l'hai nascosta, Nialler?» domandò, pazientemente.
Zayn lo osservò attentamente, notò le sue sopracciglia aggrottarsi, il labbro inferiore sporgere un po' più del solito e capì che si stava trattenendo dal rimproverare l'amico. Dopotutto anche Liam si divertiva a fare arrabbiare Louis, ma soprattutto non voleva fare la parte del bacchettone davanti alla sua ragazza.
«Nel bidone della tua camera».
«Perché proprio la mia?»
«Così non avrebbe potuto incolpare me, è ovvio».
Danielle rise, incoraggiando Niall a fare lo stesso. In quel momento Louis tornò tra loro, con un paio di scarpe che sembravano essere di...
«MA QUELLE SONO MIE!» abbaiò Niall, sconcertato.
Louis si strinse nelle spalle. «Me lo devi, no? Sono un po' troppo grandi, ma mi adatterò per oggi – commentò, palesemente divertito. -Be', io vado» comunicò agli altri due.
«Ciao, Tommo» lo salutò Zayn con un pigro gesto della mano.
Liam annuì e ripeté il saluto, mentre Niall imprecava sottovoce.
«È stato un piacere rivederti, Danielle!»
Lei in questione lanciò una breve occhiata all'orologio a muro e alzò una mano per fermare il ragazzo. «Aspetta, Lou. Esci in macchina?»
«Sì, perché? Vuoi un passaggio a casa?» si offrì, brillante come sempre.
Danielle sorrise timidamente. «Sì, se non è troppo disturbo. Liam mi ha fatto da autista abbastanza per oggi», gli lanciò un'occhiata divertita.
Zayn lo guardò a sua volta: lo sguardo vacuo con cui seguiva la conversazione era un chiaro segno di quanto disapprovasse ciò che stava succedendo. Era geloso, insicuro. Temeva che Danielle potesse preferite Louis a lui. Zayn avrebbe potuto indovinare i suoi pensieri senza troppi problemi: “Come dargli torto, dopotutto. Lou è sempre divertente e gentile, non è noioso e insicuro come me. È anche più bello. È mille volte meglio di me, basterebbe pochissimo perché Danielle se ne innamorasse.” D'altro canto, Liam si sentiva in colpa per la propria gelosia: avrebbe dovuto dar fiducia alla sua ragazza, avrebbe dovuto fidarsi di uno dei suoi migliori amici. Nel frattempo il suo stomaco era tormentato da un vortice di emozioni contrastanti.
A Zayn faceva tenerezza. Avrebbe voluto avvicinarsi a lui, abbracciarlo e sussurrargli all'orecchio che andava tutto bene, che...
Dimenticò all'istante ciò che stava pensando, quando vide Danielle baciarlo teneramente, le mani di lui stringerle delicatamente i fianchi e accarezzarle dolcemente la schiena quando si separarono.
Zayn non era un tipo geloso, affatto. O meglio sì, lo era sempre stato, ma non quando si trattava di Liam. Aveva imparato a conoscerlo meglio di chiunque altro, se stesso compreso. Erano in completa sintonia, i loro cuori battevano in sincrono e i loro polmoni si riempivano e svuotavano contemporaneamente. Liam era una delle certezze più grandi che Zayn avesse mai avuto. Sapeva cosa provava per lui: un sentimento forte e coinvolgente, che non sarebbe mai riuscita a rinnegare o a dimenticare. Il loro amore era una sicurezza per entrambi, innegabile e indissolubile. Per questo Zayn non era geloso di Liam.
Aveva sempre pensato che l'amore dovesse essere spontaneo. Un porto sicuro in cui rifugiarsi, e contemporaneamente una sorprendente emozione, pura e costante. Niente insicurezze, niente dubbi, niente sciocchi problemi su come apparire sempre perfetti.
Zayn era sempre stato sicuro al cento per cento di avere il coltello dalla parte del manico, ecco perché non aveva mai considerato Danielle un ostacolo vero e proprio: Liam era suo, non c'erano dubbi a riguardo. In quel momento, però, qualcosa si stava smuovendo dentro di lui. Danielle aveva appena baciato Liam sotto i suoi occhi.
Era così impegnato a rivedere nella sua testa quell'immagine, che non si ricordò di salutare Louis e Danielle, mentre uscivano. Solo quando, un attimo prima che la porta si chiudesse, sentì il «Oh, e cerca di far saltare fuori la mia scarpa al più presto.» di Louis e Niall scoppiare a ridere, si riscosse dai suoi pensieri.
Alzò lo sguardo e trovò Liam a fissarlo, evidentemente dispiaciuto. Sospirò e andò a posargli una mano sulla spalla – Zaym rabbrividì al suo tocco. «Scusa, io...»
Lui lo interruppe, scuotendo il capo. «Non importa. Sei confuso».
«Sono un idiota».
Zayn sogghignò. «Sì, anche, ma a letto ci sai fare e questo per ora mi basta» lo prese in giro.
Liam sgranò gli occhi, preso in contropiede. Arrossì violentemente e lanciò un'occhiata allarmata a Niall, che aveva smesso di borbottare tra sé, a quelle parole. «Zayn, ma c-» Non poteva credere che avesse detto una cosa simile, non in quel momento. Si era aspettato qualche accusa velata, un tono ferito, ma, anche quella volta, Zayn lo stava sorprendendo con la fiducia che riponeva in loro due.
Il più grande scoppiò a ridere e si alzò in piedi. «C'è qualcosa di bello in tv?» cambiò argomento con naturalezza.
Niall guardò Liam, che ricambiò il suo sguardo sconcertato. «Sapete una cosa? Fa strano sentire due dei miei migliori amici parlare di certe cose davanti a me. Insomma, siete praticamente miei fratelli! Mi va benissimo che facciate cose in camera quando io non ci sono, ma...»
Liam smise di ascoltarlo. Osservò Niall raggiungere Zayn in salotto e si chiese perché nell'ottica di quei due l'assurdo triangolo a cui aveva dato vita fosse una situazione così normale. Aveva sempre l'impressione di essere rimasto un passo indietro rispetto agli altri.
 
Zayn osservava di sottecchi Liam, steso con la testa sulle sue gambe, mentre guardavano il film. Aveva totale fiducia nella loro relazione. Non gli importava che ci fosse Danielle di mezzo, era come essere gelosi dell'orsacchiotto che Liam si ostinava a tenere accanto al cuscino, perché gli ricordava casa. Lui e Danielle erano due facce della stessa medaglia forse, la medaglia del cuore di Liam. Poteva anche accettare di condividerlo con lei, se questo significava avere la possibilità di stare con lui.
Nel frattempo, però, non poteva negare a sé stesso la speranza che prima o poi quel tonto avrebbe fatto chiarezza nella sua perfetta testolina un po' troppo affollata di pensieri un po' troppo rapidi e sconclusionati – o forse semplicemente un po' troppo vuota.
 
 
 
E che cos'è sta cosa?, vi starete chiedendo.
OTTIMA DOMANDA.
Se trovate una risposta, fatemelo sapere.
 
Io, le Ziam, non le so scrivere, ecco. Ieri ero tutta contenta della prima parte, scoppiavo di Ziam feelings e poi... poi niente. Non so cosa sia cambiato – niente? - ma trovo che la OS sia drasticamente peggiorata di paragrafo in paragrafo. XD Il guaio è che io questi qui li shippo l'uno con l'altro, ma anche con le rispettive fidanzate. Sono più confusa del caro Leeyum! E sono in fase premestruale, gente. So che non vi frega niente del mio stato fisiologico, ma questo periodo del mese è un disastro totale – mi incasina l'umore, l'ispirazione e mi impedisce di scrivere in modo soddisfacente (o forse mi impedisce solo di essere soddisfatta di ciò che scrivo; questo non l'ho ancora ben capito).
Spero che almeno a voi sia piaciuta, almeno un po'. È un po' nonsense, sì.
Se vi state chiedendo perché Liam è così tonto, la risposta è semplice: mi sono innamorata di tonto!Liam quando ho scritto “Fossette, sigarette, forse e gelosia” e da allora ho deciso che io scriverò sempre di questo lato di Liam. Mi piace, lo trovo tenero e, inutile dirlo, mi ci immedesimo parecchio.
E, be', credo che Liam non abbia la patente, ma facciamo finta che ce l'abbia, per questa volta.
Un grazie speciale a Flà che l'ha corretta e anche alla cara Meri, per avermi sfidato a scrivere questa cosa che... sì, dai, non c'è male. Grazie. :)
 
Spero vi sia piaciuta. ^^
 
SFIDA di MN125
Pairing: Liam e Danielle + Zayn (da inserire come vuoi: basta e possibilmente parli!) [Piccola bastarda. My feeeelings! ndY]
Prompt: aereo, Parigi, albicocca, piastra
  
Leggi le 6 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > One Direction / Vai alla pagina dell'autore: Yvaine0