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Autore: MadHatter96    26/01/2013    4 recensioni
Il battito di un cuore.
Questo è l'unico ricordo che emerge nella mente di Isabelle attraverso i sogni.
Ritrovata immersa nel sangue viene portata alla Sword & Cross dove verrà circondata da volti di persone che non ha mai
visto in vita sua ma la faranno sentire sicura.
E due occhi verdi splendenti come smeraldi la faranno incantare...
[ATTENZIONE: Momentaneamente sospesa]
Genere: Azione, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Cameron Briel, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Addio

 
“Perché non puoi mostrarmi le tue ali?” Era da un po’ che Isabelle stava girando sull’argomento.
Lei e Camriel erano usciti dalla piscina per iniziare a passeggiare senza una meta precisa.
“Perché è meglio che tu sappia un po’ di cose prima di vedere le mie.” La voce del ragazzo non sembrava infastidita da quella curiosità, ma in ogni caso celava una specie di timore nonostante il timbro fosse naturale.
“Oh, avanti… sono sicura che sono bellissime!” Cercò di lusingarlo lei, nella vaga speranza che lo stupido metodo funzionasse.
Gli occhi verdi di Cam si accesero di divertimento mentre anche le sue labbra lo dimostravano: “puoi scommetterci!”
Belle amicò quasi illudendosi di esserci riuscita… quasi.
“Ma è meglio vedere quelle meno stupefacenti, altrimenti chissà quali conseguenze…”  ribatté l’angelo corvino come se stesse annunciando la fine dell’universo.
Certo, lui scherzava, ma in cuor suo sapeva che ci sarebbero state delle difficoltà.
Stupido.
Non faceva altro che ripeterselo, ogni giorno e ogni notte.
Colpa di Daniel e di Lucinda!
Per quanto li amasse non poteva fare a meno di odiare il loro amore, la loro stupida storia romantica, il loro essere sempre insieme anche se lontani.
Quella che per Cam in tutti quei millenni era stata solitudine Daniel ,nel suo caso, la chiamava attesa, attesa del suo tesoro.
Non riusciva a capire suo fratello, sapeva di essere troppo impulsivo, troppo frettoloso.
Ma in fondo, nessuna delle attese di Daniel, per quanto lunghe, erano mai state come la sua! La sua, durata più di un milione di vite… dalla caduta fino a pochi giorni prima.
Prima lo schianto dal cielo, poi lo stordimento e l’incoscienza, e alla fine la ragione e la ricerca, la ricerca di lei, la sua piccola Isabel per tutti i deserti circostanti, per tutti i monti, i laghi, le città che pian piano venivano modificate… e il rendersi conto che lei non era con lui.
Avrebbe dato le ali per poter essere al posto dell’ angelo dei Grigori, per poter avere la certezza di ritrovare il suo completamento.
Maledizione! Quando nell’antico Egitto era apparsa la principessa Huriyya, quando Isabel era uscita allo scoperto avrebbe potuto sistemare tutto, ma quella sua impulsività gliel’aveva fatta scappare dalle mani ancora prima di poter vedere il suo aspetto.
Altro grande errore.
Doveva ammetterlo, nonostante alla fine il suo corpo si fosse formato nel mondo terreno era davvero stupenda, bella come doveva essere.
“Ah…” Un tocco fresco interruppe i suoi pensieri. Un tocco dietro al collo.
“Perché ti sei tatuato un sole nero?”
Un brivido percosse la schiena dal demone nel ricordo.
Sperava con tutto sé stesso che non avesse in qualche modo appreso che cosa significava quel simbolo, e che la vista delle ali di Gabbe glielo facessero ricordare.
Era un comportamento idiota quello di rimandare, sapeva perfettamente che prima o poi lei avrebbe capito.
Lilith… dannata Lilith. Era colpa di quella ragazza.
Che era successo? Perché si era innamorato di lei?
No, aveva solo paura della solitudine. Eppure era evidente che era mortale.
Era bastata la frase: “Ci conosciamo già?”
Idiota! Idiota Camriel!
“In realtà mi sono pentito sai?”
“Non è brutto.”
Ingenua, lei non poteva capire, inutile ripeterlo ancora.
“Com’è volare?”
Un leggero sorriso si formò sulle labbra accese di Cam: “Volare? È come suonare.”
“Suonare?”
“Sì. Se devo scegliere un atto umano che si possa paragonare al volare con le proprie ali, direi che la sensazione più simile la provo quando suono la chitarra elettrica. Certo, la dimensione angelica e quella umana è ben diversa… ma si può paragonare.”
“Ah… io non credo di essere brava con la musica…”
“Sicuramente sei brava a cantare. E poi nessuno può battere Roland.”
Roland, l’angelo della musica. Lui l’aveva vista anche in Egitto… quanto lo invidiava…
“Mi farai sentire un pezzo?”
“Anche ora se vuoi.”
“Io volevo trovare Gabbe.”
Cam sorrise spavaldo: “Hai un’ eternità davanti.”
Sapeva che non era vero. Non avevano un’infinità di tempo, perché la vita di Lucinda era diversa.
Cazzo! Perché tutto girava intorno a lei?! Perché non poteva mai fare un discorso senza includerla?
Lucinda, povera Lucinda. Sempre separata dal suo amore, sempre destinata a morire… perché bisognava risolvere solo i suoi problemi?!
Era logorante, ma forse era giusto fare così. Così che tutti guardassero il sole, la bella Luce… e anche Isabel lo avrebbe fatto, presto.
Isabel, eccola, era tornata. Si era presentata come Isabelle. Questa volta solo una sillaba in più, giusto per rendere più comune il nome.
Cosa centrava lei in quel casino? Cosa centrava lei nella caduta?
Afferrò la chitarra quasi automaticamente mentre la ragazza si sedeva sul letto senza nascondere una certa emozione.
Le note iniziarono a viaggiare nell’aria mentre gli occhi splendenti del ragazzo fissavano il lieve rossore che Belle non riusciva a camuffare.
Eccola, innamorata di lui. Perché doveva riacquistare i ricordi? Perché doveva, presto, rovinare tutto? Quando avrebbe appreso del cambiamento di Cam… non ci voleva molto per capire come sarebbe finita.
Già, eppure era inevitabile. Doveva farlo per Luce, e per Daniel.
Per quanto a Camriel sembrasse sbagliato quello che stava succedendo, abbandonare Daniel portandosela via era ancora più sbagliato.
Sapeva che lei avrebbe amato Luce, e che sarebbe stato un aiuto prezioso.
Per Isabel non ci sarebbero stati rischi, lo avrebbe odiato, ma lui avrebbe continuato a proteggerla.
L’ultima nota si dissolse nell’atmosfera silenziosa della stana.
Gli occhi blu continuavano a fissare il ragazzo pieni di sentimento. Lo avrebbe ascoltato per anni… e nel cuore del ragazzo salì una certa malinconia al pensiero che per loro sarebbe stato realizzabile.
Lei non ne era ancora cosciente… ah, quanto desiderava vederla spiegare le ali.
Non ci sarebbe voluto molto, ma probabilmente in quel momento lo avrebbe considerato suo nemico.
Nulla sarebbe tornato come prima.
Cam tese la mano verso il suo angelo per aiutarla ad alzarsi.
I palmi prima si sfiorarono titubanti e poi si unirono in una presa stretta.
Camminarono mano nella mano lungo i corridoi.
Non sarebbe successo subito, almeno sperava. Forse lei non avrebbe avuto la concezione della caduta, di Lucifero… forse lui avrebbe avuto il tempo per tastare il terreno.
Bastava non mostrarle le ali dorate… o almeno prolungare l’attesa…
Illuso.
“Gabbe!”
Eccola.
“Belle!”
Il passo di Cam si fermò e lasciò che la mano delicata della ragazza scivolasse via dalla sua.
Lei si voltò un attimo e gli sorrise.
Lui non riuscì a ricambiare, fece un solo gesto con la mano.
Sapeva che quando lei avrebbe preso coscienza del suo essere, sarebbe partito il conto alla rovescia che gliel’avrebbe portata via per sempre.
L’avrebbe custodita finché tutto non fosse finito e poi… una stellasaetta l’avrebbe sicuramente trovata.
A lei non sarebbe importato.
Continuò a seguire con lo sguardo le due ragazze che si allontanavano, pronte a dare vita ad un nuovo inizio.
Presto avrebbe rivisto la sua Isabelle, forse solo qualche minuto più tardi. La sua Isabelle cresciuta.
Addio, Piccolo Angelo.”
 
 Ecco dopo millenni il nuovo capitolo!
Ok, capitolo un po’ corto… lo so, ma avevo il bisogno di chiarire la situazione di Cam.
Non so cosa si sia capito da questo, so che avevo promesso che si sarebbero capite molte cose… ma alla fine ho optato per lasciare un attimo in disparte Belle e guardare il nostro bel demone.
Grazie a tutti! 
 
 
 
 
 
 
  
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