Anime & Manga > Full Moon Wo Sagashite
Ricorda la storia  |      
Autore: hapworth    16/08/2007    3 recensioni
Era un ragazzo dai capelli neri, con una coda piccola alla base della nuca, legati con un fiocchetto azzurro... non so il motivo ma appena lo vidi il mio cuore iniziò a battere forte forte... nel momento stesso in cui si voltò nella mia direzione mi specchiai in due occhi color blu come la notte
Genere: Romantico, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Kouyama Mitsuki
Note: Alternate Universe (AU), What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Questa one shot mi era venuta in mente qualche tempo fa ma non sapevo a che anime/ manga adattarla, poi mi è venuta voglia di scrivere una one shot su Full Moon e questo è il risultato! È una AU ma anche un po’ What if? e non penso sia venuta molto bene...

I personaggi e alcune parti della storia di Full Moon Wo Sagashite non sono miei ma della Sensei Arina Tanemura, detto questo vi lascio alla lettura e con una richiesta:

Non morite se vi fa schifo per favore!

 

               Un Angelo...

                                          (one shot)

Ero scappata... io ero scappata...! Ero fuggita perché non sopportavo più di essere trattata come una povera orfana... morte... erano morte tutte le persone che mi volevano bene, senza di loro nessuno poteva sopportarmi... io per loro adesso ero solo la ‘Povera Mitsuki’ quella che aveva perso i genitori e che era rimasta senza nessuno a soli 16 anni.

Correvo finalmente via dalla sofferenza e dal dolore, non esisteva più la morte nella mia vita... finalmente avevo lasciato indietro la sofferenza! Sapevo di mentire a me stessa credendo di aver abbandonato la sofferenza, ma era più forte di me... non potevo pensare che tutti quelli a cui volevo bene fossero morti.

Cominciai a correre più veloce, non volevo che la sofferenza tornasse nel mio cuore... ma quella mi raggiunse e mi ritrovai di nuovo di fronte alla sofferenza... poi d’un tratto lo vidi...

Era un ragazzo dai capelli neri, con una coda piccola alla base della nuca, legati con un fiocchetto azzurro... non so il motivo ma appena lo vidi il mio cuore iniziò a battere forte forte... nel momento stesso in cui si voltò nella mia direzione mi specchiai in due occhi color blu come la notte.

La fattura del suo viso era dolce, ma allo stesso tempo si capiva che era una persona testarda, desiderai parlargli in quel momento, ma l’imbarazzo mi fermò. Quello mi guardò fisso e cominciò ad avvicinarsi... si stava per scontrare contro un uomo che veniva dalla direzione opposta... però... però l’impatto non vi fu... come non poteva essersi verificato l’impatto? Quel ragazzo... quel ragazzo si era dissolto per un millesimo di secondo, il tempo di far passare quell’uomo attraverso il suo corpo...

*Ma come avrà fatto?* Pensai in quel momento... non potevo certo immaginare quello che tra poco avrei scoperto.

Continuò a venire verso di me, mentre io cominciavo di nuovo a camminare per raggiungere un posto lontano... non sapevo nemmeno io dove andare in effetti, ero partita così, volevo solo fuggire via da quel luogo pieno di sofferenza. Notai che quel ragazzo mi veniva dietro, non mi seppi spiegare il motivo ma il mio cuore continuava a battere fortissimo.

Cercai di ignorare il mio inseguitore, almeno così mi sembrava, ma non avevo notato che proprio dietro di me vi era un altro uomo, di mezza età, che mi seguiva da quando quel ragazzo aveva incominciato il mio pedinamento, senza rendermene conto svoltai in un vicolo buio e mi ritrovai davanti al cancello di una casa *Accidenti! Mi sono persa! Uffa...* mi voltai per uscire dal vicolo, ma ad impedirmelo c’era l’uomo di mezza età che mi guardava con occhi lascivi.

*Che sfiga! Perché non sono stata più attenta? E ora come faccio... sto qua non mi sembra avere buone intenzioni!* Poi mentre quello si avvicinava comparve un pugno chiuso che colpì in pieno l’uomo, che si voltò e si guardò intorno stupito... come? Stupito? Ma se proprio davanti al suo naso c’era quel ragazzo che sorrideva trionfante...

*Possibile che non lo veda?* Mi domandai in quel momento, poi quando l’uomo fu fuggito mi avvicinai al ragazzo e mi inchinai rispettosa dicendogli  – Ti ringrazio – quello mi guardò con sguardo stupito... – Tu riesci a vedermi? – mi domandò – Certo perché? – risposi stupita a mia volta – Ma... ma... tu non sei morta vero? – sta volta lo guardai un po’ alterata- Scusa ma sono ancora viva purtroppo – risposi acida – Eh???? Ma come è possibile?! Nessuno mi può vedere... a meno che non stia per morire oppure... dimmi ti è morto qualcuno in famiglia? – lo guardai triste – Qualcuno? Tutti... sono completamente sola adesso... – mi guardò dolcemente e mi accarezzò una guancia – Guarda che il solo fatto che riesci a vedermi vuol dire che non sei sola... solo attraverso uno spirito gli umani possono vedere uno Shinigami° - il mio viso si illuminò – Davvero? Allora forse c’è la mamma! E anche il mio papà... – sussurrai – Probabile -, poi il suo sguardo cadde su un livido che avevo al braccio – E quello... come ti è venuto? – arrossii... – Ecco... questo... è stata... la mia madre adottiva... lei... beh... non mi tratta esattamente come sua figlia... -

Il nostro discorso fu interrotto da una voce che conoscevo fin troppo bene – MITSUKI, QUANDO TI TROVO DANNATA DISGRAZIATA! TI FARO’ RIMPIANGERE DI ESSERE SCAPPATA DI CASA! -  guardai terrorizzata quel ragazzo, cioè quel messaggero... quello ricambiò lo sguardo con uno abbastanza confuso – è... è la mia madre adottiva... è cattiva... molto cattiva – gli sussurrai all’orecchio.

- Senti meglio se te ne vai... se quella megera ti dovesse mai vedere... non so cosa farebbe – gli dissi spingendolo più in là – Assolutamente No. Non mi muovo da qui... se quella donna ti maltratta bisogna fargliela pagare! – lo afferrai per un braccio, non si dissolse come mi ero immaginata, anzi rimase immobile tra la mia presa – NO! Tu devi andartene! Sarebbe capace di picchiarti! – lui mi sorrise di sbieco – Ti sei dimenticata forse che sono uno Shinigami? Quella vecchiaccia non potrà torcermi un capello! Tu invece sei tutta piena di lividi per colpa sua quindi bisogna che le faccia prendere un bello spavento! – la mia madre adottiva apparve all’entrata del vicolo e si avvicinò con fare minaccioso, strinsi di più il braccio del ragazzo, quello si voltò verso di me sussurrando – Tranquilla Mitsuki... quella donna non ti torcerà mai più un capello finché ci sarò io parola di Takuto –.

Takuto... questo allora era il suo nome... mi nascosi dietro di lui che mi accarezzò la testa – MITSUKI NON NASCONDERTI DIETRO QUEL MOCCIOSO! ESCI SUBITO FUORI! SEI PROPRIO FIGLIA DI TUA MADRE! UNA DANNATA PUTT... – non riuscì a terminare la frase che Takuto le aveva chiuso la bocca con un calcio – Qui signora l’unica puttana che vedo è lei. Ha adottato questa ragazza e poi la tratta come una pezza da piedi! I genitori di Mitsuki sono morti e lei si azzarda ancora a insultarli? Ma non si vergogna?! – gli occhi di Takuto erano diventati di fuoco in quel momento, i suoi occhi azzurri avevano al loro interno un fuoco bruciante.

La donna mi guardò un’ultima volta e, finalmente, se ne andò dalla mia vita dicendo un – Mitsuki sei sempre stata una ragazza inutile – scoppiai in lacrime, nonostante tutto... quella donna rimaneva sempre colei che mi aveva cresciuta, certo era stata sempre cattiva con me ma... io sotto un certo punto di vista le volevo bene.

Takuto mi abbracciò forte – Senti Mitsuki... adesso cosa farai? – mi domandò – Non lo so... davvero non ne ho idea – lui mi sorrise imbarazzato – Se... se non sai dove andare... beh puoi sempre venire a vivere dove abitavo quando ero vivo – lo guardai con gli occhi brillanti – Davvero??? Takuto Grazieeee – dicendo questo gli saltai al collo mentre lui arrossiva come un semaforo – Mitsuki... smettila... – balbettò, poi però ci pensò su e mi disse – Anzi no... tieniti forte però - non capii immediatamente le sue parole... ma poi lo tenni stretto eccome!

Si alzò in volo e quasi lo strangolai per la paura- Takuto ho pauraaaa – lui sorrise maligno – Davvero? E allora vediamo così – e fece una capriola che mi fece urlare ancora di più – Takuto basta!!! Ho mal di testaaaaa – urlai tenendomi stretta mentre lui si alzava ancora un po’ prima di cominciare un volo tranquillo e piacevole.

- Senti Takuto... ma tu come sei morto? – lui distolse lo sguardo – Ehm... mi sono suicidato... – a questo punto lo stritolai – Come suicidato? Perché? Sei un ragazzo così buono come hai potuto suicidarti? – lui si voltò verso di per la prima volta sorridendo triste – In effetti... non sono ancora morto... sono in uno stato di coma... è per questo che non ho le ali... ed è per questo che ricordo ancora cosa  ho fatto durante la mia vita – lo guardai arrossendo e cercando di tirarlo un po’ su – Allora puoi ancora salvarti? – lui annuì – Però ci sono poche speranze. Sai perché ti ho seguita quando quell’uomo ha cominciato a seguirti? – io feci di no con la testa – Perché... ti avevo già vista... quel giorno ero in ritardo a lavoro e mi ero fermato al bar di quella donna che ti ha fatto da madre adottiva... all’epoca eri abbastanza piccola... avrai avuto 12 anni e già servivi i tavoli... mi eri rimasta impresso per quello – in quel momento ricordai anch’io di averlo già visto... si era quel ragazzo che mi aveva chiesto perché lavorassi già e perché avessi un occhio nero...

- Adesso mi ricordo di te! Si... eri quel ragazzo che aveva fatto arrabbiare la mia sorellastra di 20 anni... le avevi chiesto se mi maltrattavano e lei ti aveva risposto che non erano affari tuoi... – lui sorrise – Già... – e mi tirò un codino – EHI! Lascia stare i miei capelli! – lui scoppiò in una risata così contagiosa che mi misi a ridere anche io.

Quando mi mise a terra mi ritrovai davanti ad una casa bellissima, aveva un giardino immenso e al centro c’era un laghetto con dei pesci che saltavano allegri – Che bella! – esclamai – Davvero tu abitavi qui? – lui annuì – Si ma adesso è vuota, aspettano solo che io muoia per venderla o che io viva per lasciarmela – lo tirai per un braccio – Dai fammi vedere la casa è troppo bella...! – lui sorrise, sorrise come si sorride a un bambino curioso – D’accordo... ma non tirareeee – lo avevo trascinato all’interno in attesa della sua visita guidata.

Dopo un’oretta la visita era finita, mi portò in una stanza bellissima e disse che avrei dormito li – Era la mia stanza preferita... però era sempre piena delle cianfrusaglie della mia fidanzata – lo vidi assumere un’aria triste – Ah... così hai una fidanzata? Me la fai cono... – mi interruppe urlando – Quella bastarda non è più la mia fidanzata! Appena ha potuto s’è sposata! Per questo io... io.. io l’amavo sinceramente mentre lei... – mi avvicinai a lui... si vedeva che era scosso, forse era per questo che si era tolto la vita... gli accarezzai la testa mentre lui aveva lo sguardo basso.

Takuto alzò lo sguardo, arrossii di botto i suoi occhi erano colmi di lacrime e il viso era arrossato – Mitsuki... – scoppiò a piangere e si rifugiò tra le mie braccia – Come ho potuto credere che... che lei mi amasse davvero? Come?! Io... io non sono stato altro che uno strumento... – sussurrava mentre piangeva lacrime che mi bagnavano – No Takuto... non potevi sapere... e poi l’amore rende ciechi... io credo che non ti saresti mai accorto che lei ti tradiva se tu fossi stato per sempre innamorato di lei... avresti continuato a credere che lei ti fosse fedele... e quando ti avrebbe lasciato avresti sofferto ancora di più... però... però hai sbagliato anche tu... hai gettato via la tua vita solo perché una donna ti aveva giocato... avresti dovuto continuare... soltanto per farle vedere che non ti importava e che potevi continuare anche senza di lei... invece... – lui alzò il viso – Invece sono stato stupido e l’ho data vinta a lei... non ho lottato e ho scelto la strada più facile – io annuii... si aveva sbagliato a gettare la spugna – Però sei ancora in tempo no? – lui sorrise – Purtroppo no... addio Mitsuki e Grazie – lo guardai stupita – Che cosa...? – poi le sue labbra si posarono sulle mie per un millesimo di secondo... e quando io riaprii gli occhi... lui non c’era più – Takuto? TAKUTOOOO –

Lo continuai a cercare nei posti dove eravamo stati, visitai il vicolo, andai nella sua casa... ma quella mi dissero che era stata demolita... continuai sempre a cercarlo... ma non lo avrei trovato mai più.

Takuto... era morto... lo scoprii vari anni dopo, quando andai nell’ospedale dove doveva essere sempre stato... – Takuto... lei intende forse Takuto Kira? Il ragazzo di più o meno 17 anni che aveva tentato il suicidio e che era finito in coma? - - Esatto proprio lui... dove posso trovarlo? - - Mi spiace ma ci ha lasciato ben 3 anni fa... - *Non è possibile... Takuto...*.

Takuto non era stato altro che un angelo che era apparso per salvarmi e che poi era scomparso nel nulla, non era stato altro che un miraggio che avevo cercato di sfiorare e che era sparito tra le mie dita. Takuto era venuto per salvarmi, ma era anche apparso per farsi salvare... per non rimanere uno Shinigami anche dopo la morte era venuto e io lo avevo salvato... era diventato un angelo... eppure...

[...]

Sto cantando mentre cucino al mio ristorante, quando nuove lacrime mi sorprendono e escono dai miei occhi... per quanto mi sforzi di mentire... Takuto mi manca sempre e comunque.

- Mitsuki! C’è una persona che chiede di te! – mi avverte la mia amica Meroko, allora chiamo Izumi – Izumi puoi sostituirmi per qualche minuto? – lui sorride – Certo Mikki! -.

*Chi può chiedere di me a quest’ora del mattino?* penso mentre varco la soglia della cucina, quello che vedo mi lascia di sasso – T...takuto?! – esclamo e lo vedo sorridere malizioso – Che c’è non mi riconosci più? – le lacrime mi salgono di nuovo dagli occhi – TAKUTO!!!!! – urlo e lo abbraccio forte – Mi sei mancato tanto... – dico mentre piango tra le sue braccia – Anche tu Mitsuki, anche tu – dice baciandomi i capelli – Senti Takuto... volevo dirti... – cerco di dirgli ma lui mi interrompe – Ti amo Mitsuki – mi sussurra all’orecchio, sorrido e annuisco – Anche io Takuto – rispondo con le lacrime agli occhi – Mi sono svegliato apposta per te... quando hai detto che ero ancora in tempo... ti ho detto di no... perché... perché non ero più in tempo... mi ero di nuovo perdutamente innamorato e non vedevo altro se non te –

Arrossisco e lui piano si avvicina al mio volto, mi bacia delicatamente e io rispondo, sono così felice... era iniziato tutto nella mia vita in modo sbagliato e adesso... adesso sono la donna più felice della terra... e sono sicura che anche i miei genitori sono felici per me ovunque siano... perché sono di sicuro stati loro ad inviarmi questo angelo che mi ha salvato dalla mia sofferenza...

Volevo solo qualcuno che mi amasse e che mi volesse bene... e grazie a Takuto ho trovato tutto questo... lui è stato l’angelo che mi ha amato.

#...Fine...#

 

E’ finita sta one shot, la mia prima ff su Full moon!

Spero che siate ancora vivi -___- non voglio delle vite sulla coscienza!!!

By athenachan

  

   

 

 

                                            

   
 
Leggi le 3 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Full Moon Wo Sagashite / Vai alla pagina dell'autore: hapworth