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Autore: SilverKiria    26/01/2013    0 recensioni
STORIA PARTECIPANTE AL CONTEST "AFORISMI E CITAZIONI TRIBUTE TO OSCAR WILDE" di Kyra Nott, in attesa di valutazione.
" Neanche tu sei abbastanza ricco da ricomprare il tuo passato. " Oscar Wilde.
Tu lo sai bene, ma puoi farcela, puoi andare avanti.
Puoi redimerti, perché li ami e lo sai.
Tu puoi, Lucius.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Lucius Malfoy
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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- TU PUOI –

 



TESTO PARTECIPANTE AL CONTEST “AFORISMI E CITAZIONI…TRIBUTE TO OSCAR WILDE” DI KYRA NOTT, IN ATTESA DI VALUTAZIONE.

 


Stai camminando nella casa che la soffiata reputa essere rifugio di SangueSporco.
E’ un’abitazione vecchia, in disuso e quasi cade a pezzi; non sembra più la villa signorile che doveva essere stata un tempo.
Segui Dolohov e altri due compagni all’interno, ti dicono che vi separerete per cercare gli obbiettivi, tu accetti.
Cammini per un po’, aprendo porte, mettendo stanze in soqquadro ma nulla.
Poi vedi un’antica porta di quercia socchiusa, sfoderi la bacchetta ed entri.
La sala è molto grande, le pareti piene di libri impolverati e rovinati dal tempo, al centro del salone una poltrona e due divanetti davanti a quello che un tempo doveva essere stato un imponente camino di marmo bianco, ora rovinato e distrutto in più punti.
Ti guardi attorno e qualcosa attrae la tua attenzione.
Ti avvicini allo scaffale nero come la pece, la superficie nascosta sotto uno spesso strato di polvere.
I libri che vi sono disposti sembrano antichi e costosi; ne prendi uno.
Ami leggere, l’hai sempre fatto; fa parte di te.
Scorri con l’indice i consunti dorsi sentendone la ruvidezza al tatto, i tagli qua e là.
Poi il tuo dito tocca un tomo che sembra nuovo e ti fermi.
Lo prendi e vedi brillare la copertina verde muschio alla fioca luce della bacchetta; leggi le parole vergate sulla superficie con lettere dorate: “Aforismi di Grandi Scrittori”.
Lo squadri dubbioso e lo apri, scorrendo le pagine, cogliendo qua e là qualche frase.
Ti accorgi subito che è un libro babbano, un impulso primitivo ti spinge a buttarlo, a non sporcarti ulteriormente le mani con materiale inferiore; ma poi vedi quel nome che ti ha accompagnato tanto a lungo.
“O. Wilde”
Accarezzi quelle parole nere, assapori l’odore che emana la carta con forza.
L’hai letto, oh sì che l’hai letto. Ti ricordi improvvisamente delle notti passate nella Biblioteca Proibita di casa Malfoy, delle umiliazioni a cui sei stato sottoposto per aver osato interessarti a quelle schifezze, insulse parole di una persona inferiore a te, come diceva tuo padre, mentre ti picchiava, urlando che un Malfoy non doveva osare avvicinarcisi.
E tu continuavi, imperterrito, a leggere quelle storie, quelle frasi, che sembravano entrarti nell’anima e succhiarne tutti i segreti più grandi; sembravano leggerti dentro.
Paradossalmente pensavi fosse magia per poi darti dello stupido per averci anche solo pensato.
Accarezzi il foglio del libro e leggi attentamente alcune delle frasi che ti hanno aiutato a sopravvivere in quell’inferno di chiusura mentale, regole, punizioni e divieti.
Ma tu eri diverso, lo sapevi sin d’allora.
E quando i tuoi occhi si poggiano su quelle parole che tante volte hai letto senti una dolorosa fitta al petto, come se ti stessero premendo un ferro caldo sul cuore.
“Neanche tu sei abbastanza ricco da ricomprare il tuo passato.”
All’improvviso senti mancare l’aria, il libro vacilla nelle tue mani mentre ti lasci cadere sulla poltrona, in preda alle paure che tanto avevi soffocato.
Incredibile come quelle parole riescano a leggerti l’anima, a scovarne le debolezze, i segreti, a farti vedere quanto sciocco sei stato.
Già, perché era vero, dannatamente vero.
Lo sai, l’hai sempre saputo. Hai comprato la libertà per la tua famiglia, il favore di alcune persone e il silenzio di altre. Hai permesso tutto ciò di cui aveva bisogno e anche di più a chi amavi, hai cercato di corrompere anche la tua stessa anima pur di sopravvivere ai sensi di colpa e sei riuscito anche a convincerti di avercela fatta, di essere riuscito a fuggire!
Che sciocco sei stato.
Perché se c’era una cosa che non avresti mai, mai potuto ricomprare era il tuo passato, i tuoi sbagli, le tue mancanze.
Ed ecco che in un secondo vedi davanti a te l’incubo che da un anno ti perseguita, il tuo terrore e fardello: lo sguardo di Narcissa, lo sguardo della donna che ami, quella sera in cui avevi acconsentito al più terribile degli atti, al peggiore dei crimini.
Il giorno in cui eri arrivato persino a vendere tuo figlio a Lui pur di salvarti.
Il giorno in cui avevi anteposto il tuo benessere, la tua vita, a quella di Draco.
Il giorno in cui avevi perso la stima di tua moglie, l’amore di tuo figlio, il rispetto verso te stesso.
Il giorno, insomma, in cui aveva offerto il frutto del tuo seme come strumento di tortura a chi d’amore e di compassione non ne ha mai saputo nulla; quando l’avevi destinato a una mera vita di crimini, uccisioni e sofferenza.
Quella volta, tu te lo ricordi bene, Narcissa ti aveva guardato con il più grande dolore che potevano gli occhi esprimere e giuri di aver visto il suo rispetto e la sua stima scomparire da essi.
Era da allora che, ogni volta che la guardavi, in lei non vedevi più quel forte ma decoroso amore, quel braccio pronto a sorreggerti se ne avessi avuto bisogno, quel lago di tranquillità in cui affogare nei momenti più bui.
Da allora vedevi solo il più muto e tacito disprezzo e la più grande delusione.
Ti sembrava di morire, ogni singola volta che incrociavi quegli occhi.
Senti delle voci lontane: Dolohov e gli altri si stanno avvicinando.
Ti alzi come dopo aver preso una scossa e chiudi il libro.
Stai per rimetterlo via quando senti dei rumori.
Ne cerchi la provenienza, controlli accuratamente intorno e quasi pensi di esserteli immaginati, quand’eccoli, ancora loro.
Punti lo sguardo indagatore e capisci che provengono dal camino o almeno da quello che avevi pensato essere il camino.
Ti avvicini piano, senza far rumore, e sfiori con la bacchetta il muro dietro il focolare.
Scompare.
Li vedi, spaventati, terrorizzati anzi, che ti guardano, senza respirare.
Saranno cinque, forse sei.
Noti un bambino dai capelli biondi e la pelle pallida e quasi pensi di aver davanti Draco se non per gli occhi di un dolce nocciola.
Sono cinque, li hai contati: il bambino, marito, moglie, un anziano e un neonato in braccio alla donna, che ti guarda piangendo silenziosamente.
Senti ancora dei passi: sono vicini.
Li guardi un’ultima volta e accarezzi il libro sovrappensiero.
Poi, con un rapido gesto, asciughi le lacrime della donna che quasi urla al contatto col tuo guanto di pelle. Le sorridi.
Un movimento della bacchetta e del cibo e dell’acqua appaiono dal nulla; porgi il tutto all’uomo che ti guarda stupefatto.
Li osservi ancora un secondo e con un altro tocco fai riapparire il muro finto.
Poco prima che qualcuno entri nascondi il libro magicamente rimpicciolito dentro la tasca del cappotto e ti passi la mano nei capelli biondi e lucenti, cercando di tranquillizzarti.
Dolohov appare nella Sala.
“ Trovato niente? “ ti chiede con la sua voce roca.
“ No, niente “ rispondi tu cercando di essere naturale ma per te non è difficile, sei stato abituato sin da piccolo a fingere, a recitare; come diceva tua madre. Sei un Malfoy, dopotutto.
Lui si gratta infastidito la testa, osservando disgustato la stanza come se fosse colpa sua se avete fallito.
“ Merda. Stupidi SangueSporco! Andiamo dai, Greyback vuole vederci. “
Annuisci e lo segui in silenzio.
E’ vero, pensi dentro di te: non potrai mai ricomprarti il passato.
Ma puoi guadagnarti il futuro.
Ed è quello che farai perché ami tua moglie, ami tuo figlio e sei pronto a farti valere per loro.
Sono tutto per te, questa è la verità.
Hai sbagliato, lo sai anche tu, ma non è forse questo il senso dell’errare? Redimersi?
Volgi di sfuggita lo sguardo indietro e speri che sopravvivano.
Manderai Lixy, il tuo nuovo elfo domestico, a prenderli e nasconderli via da quel chaos, dalla morte.
Sì, perché tu puoi riuscirci, tu puoi farti perdonare.
Tu puoi, Lucius.

  
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