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Autore: Tempie90    27/01/2013    7 recensioni
Una Kate molto nervosa dopo il ferimento al funerale di Montgomery e un Castle sempre al suo fianco nonostante i suoi sbalzi d'umore improvvisi. Ma cosa succede se uno di questi lo colpiscono dritto al cuore?
P.S. Josh non è contemplato, non esiste proprio XD
Genere: Introspettivo, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kate Beckett, Martha Rodgers, Richard Castle
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Quarta stagione
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  Salve gente! =D Allora questa storia è nata tra ieri e oggi e l'ho appena finita. Rileggendola mi sono appena resa conto che è un po', come dire...strana? XD Diciamo che la story line non mi convince molto, d'altronde per una mia storia non lo sono mai, quindi mi butto e la pubblico, sta a voi farmmi sapere se vale la pena continuarla o meno!
Ammetto comunque che potrebbe essere inverosimile! XD
Voglio precisare che la storia non comprende il personaggio di Josh!(anche se nel primo episodio della quarta stagione è ancora presente)
La storia segue delle vicende completamente differenti rispetto quelle della fiction.
Ho messo "triste" e "introspettivo" perchè troverete molto dei pensieri di Kate tristi XD Ma dovete sapere che io amo il lieto fine quindi eccola lì  la dicitura "romantico". =P
Uh c'è anche Martha *_* Io adoro questa donna e scrivere anche di lei in questa storia mi è piaciuto molto.
BTW non perdiamoci in ulteriori discorsi devianti! XD
Spero che sia di vostro gradimento e che  mi farete sapere cosa ne pensate della storia!
Anche le critiche sono ben'accette! =)
Un abbraccio,
Tempie. =)       

                                          Capitolo 1

“ Ehi ciao!” Castle salutò la detective entrando nella stanza.
“ Ciao…” Rispose lei fredda
“ Come ti senti?” Chiese lui con un sorriso.
“ Come una a cui hanno sparato?” Rispose sarcastica e tagliente.
L’uomo per un attimo si rabbuiò: anche quel giorno Kate non era di buon umore.
“ Si, scusami, domanda stupida…”
“Già!” Disse freddamente la donna.
Questa “scena” si ripeteva da ormai due settimane; da quando Beckett era stata colpita al funerale di Montgomery e si era miracolosamente salvata.
Castle le aveva confessato i suoi sentimenti prima che lei  perdesse conoscenza, ma non ne avevano più parlato.
Kate ricordava e Rick lo sapeva, solo che tacitamente avevano deciso di parlarne non appena la donna si fosse completamente ripresa e si sarebbe sentita pronta.
A Rick la situazione non pesava ma a volte la sua scontrosità e la freddezza con cui lo trattava lo facevano vacillare; si chiedeva se Kate avesse capito la sincerità dei suoi sentimenti e se lei ricambiasse.
Nonostante tutto non mollava, continuava a recarsi in ospedale e farle compagnia; spesso la donna gli diceva di tornarsene a casa, che non aveva bisogno di lui lì ogni giorno.
Ma Rick non ne voleva sapere, lui rimaneva  immobile sulla sua sedia con quel sorriso dolce solo per lei.
Era evidente che la situazione non era tranquilla e né delle più facile soprattutto se la terapia medicinale che stava seguendo Kate aveva come principale conseguenza stanchezza e sbalzi d’umore terribili che Rick subiva tutti senza batter ciglio, semplicemente consapevole del motivo.
La mattina seguente però, l’effetto di quella terapia si sarebbe fatto sentire più del solito. Infatti la detective si sentiva nervosa, frustrata e soprattutto stanca di essere relegata su quel letto d’ospedale dove tutti la trattavano come se fosse una bambola di porcellana. Non avrebbe retto a lungo: lei era una donna indipendente e forte, maledizione!
Così quando lo scrittore arrivò puntuale come ogni mattina, il suo buon senso decise di andarsi a fare un giro e lasciare campo libero alla rabbia e all’indelicatezza.
Lo salutò gelida, non era una novità, ma Rick notò qualcosa di strano nel suo tono e decise di indagare.
“ Tutto bene, detective? Ti vedo strana…la ferita ti da problemi?” Chiese apprensivo.
“Tutto bene…”
“ Sei sicura? Dalla tua faccia non si direbbe…” Disse con un sorriso, con l’intento di alleggerire la tensione. Poi continuò: “ Guarda che se hai bisogno di aiuto basta dirlo, non devi vergognartene..Sono qui per te…” Sorrise dolcemente come a trasmetterle tutto l’amore che provava per lei.
“ Castle la vuoi smettere di fare il melenso? STO BENE, ok? Ma come te lo devo dire? Voglio solo che non mi trattiate come un oggetto di cristallo. So badare a me stessa e non ho bisogno delle vostre continue attenzioni.” Scoppiò arrabbiata.
Castle stupito, cercò di chiudere la questione lì, consapevole che si stava verificando uno dei suoi soliti sbalzi d’umore dovuti alla terapia.
“Ok..Come vuoi.”
“ Non essere accondiscendente come se fossi un’idiota!! Non hai una vita Castle? Perché diavolo sei qui ogni santo giorno? Tu mi stai addosso, mi sento soffocare e sono stanca di averti sempre intorno: prima al distretto, ora qui, insomma non hai altro da fare? Scrivere per esempio?”
Castle era pietrificato sul posto, dei suoi innumerevoli attacchi d’ira questo era senza dubbio il più pesante.
Lei continuò: “ Vattene! Non ho bisogno di te. Mi stanchi solamente. Mi privi di riposarmi con la tua presenza e mi irriti.”
“ O-Ok. Forse è meglio se torno più tardi…”
“No, tu non torni affatto. Non ti voglio qui. Smettila di venire e cambia musa.”
“ Non voglio cambiare musa. Sei tu la mia unica musa, Kate” Era un tono disperato il suo..Insomma si sentiva accusato di cose irreali…Non si aspettava neanche che lei lo considerasse soffocante, lui voleva solo tenerle compagnia, non voleva che si sentisse sola.
E poi voleva dimostrarle che lui ci sarebbe stato per lei e che non sarebbe andato via.
“Con me non attacca Castle. Sappiamo entrambi quale sia il tuo scopo, vuoi qualcosa che non succederà mai. Io non ti voglio e non ti vorrò mai.” Concluse con furia sotto lo sguardo attonito e ferito dello scrittore.
L’uomo cercò di riprendersi velocemente da quelle parole così dure e cattive, cercò di mantenere un certo contegno. Si limitò ad annuire con lo sguardo puntato sul pavimento e uscì non riuscendo a dire una sola parola.
Se ne andò da quella stanza, da quell’ospedale e da lei completamente distrutto nell’animo. Si, perché sentire quelle parole uscire dalla sua bocca, gli aveva fatto tremendamente male.
Uscì da quell’ospedale consapevole che non ci sarebbe più tornato, né lì né al distretto.
Era stanco di tutto quel dolore, di tutto quell’amore che, a quanto pare, provava solo lui..Era stanco di essere comprensivo nei suoi confronti, di capirla.
Doveva andarsene, doveva allontanarsi da lei. Perché lei non aveva capito nulla di lui. Quanto fosse cambiato per e grazie a lei. Lo riteneva ancora un approfittatore, uno dai doppi fini, e lui non voleva essere considerato per qualcosa che non era, non da lei.
Prese un taxi e tornò a casa.

  
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