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Autore: MrsBlack4    27/01/2013    1 recensioni
E’ una raccolta composta da tre one-shot, ognuna dedicata a una delle sorelle Black. Ogni storia è stata scritta dal punto di vista di una di loro, in ordine d’età. Sono collocate cronologicamente.
Il tema centrale è il dolore, la sofferenza. Ho provato ad evidenziare nelle sue mille sfaccettature lo stretto legame che univa Bellatrix, Andromeda e Narcissa.
Genere: Angst, Introspettivo, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Andromeda Tonks, Bellatrix Lestrange, Narcissa Malfoy
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
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Il dolore delle sorelle Black

 

Bellatrix

 

Bellatrix si torturava e si trincerava tutte le notti da quella che le sembrava un’eternità. I ricordi della sua vita perfetta, fatta di sicurezze, orgoglio e piacere erano ormai lontani. Una sola consapevolezza dilaniava la sua mente e faceva contorcere le sue viscere: sua sorella Andromeda l’aveva abbandonata, l’aveva tradita, l’aveva delusa, l’aveva annientata. A lei, alla sua famiglia, aveva preferito un sudicio Sanguesporco immeritevole di vivere, anche solo di respirare e che sicuramente non era neanche lontanamente degno di lei. Bellatrix non aveva mai considerato all’altezza di Andromeda nessun Purosangue, neanche Rabastan che stava per sposare e avrebbe dovuto sopportare il fatto che sua sorella non solo si era abbassata ad avere una relazione clandestina con quell’essere, ma aveva anche generato una sorta di abominio che si ostinava a voler crescere.
Ricordava perfettamente quando in preda alle lacrime, lei che non ne aveva mai versata una, l’aveva implorata di abortire e di nascondersi in casa sua. Anche Andromeda piangeva, ma continuava a negare e negare anche se era stremata. Si era dimostrata una vera Black in quell’occasione, persistendo nella sua decisione fino alla fine, senza mai tentennare. Caparbia e inflessibile perfino davanti alla più totale disperazione di sua sorella. Bellatrix non le avrebbe mai perdonato nulla, ma il fatto che restasse una Black sempre e comunque, le faceva salire il sangue al cervello.

Di quell’episodio non ne era a conoscenza nessuno, neanche Narcissa, poteva marcire solo nel suo cuore e in quello di Andromeda. Ma poco tempo prima di quell’umiliazione, la scena che aveva preceduto la sua fuga da casa, se la ricordavano in parecchi. Andromeda era piombata a casa sua nel cuore della notte, portandosi dietro anche Narcissa e si erano sedute tutte attorno a un tavolo con una bottiglia d’Idromele, come avevano l’abitudine di fare quando vivevano sotto lo stesso tetto. Andromeda era sconvolta, le mani le tremavano ed era chiaro che le uniche cose che voleva dalle sue adorate sorelle erano conforto e protezione, ma quando aveva rivelato loro di essere incinta e aveva sussurrato il nome del padre del bambino, su quella casa era sceso l’inferno e la dannazione.

Narcissa era rimasta paralizzata dall’orrore e non riusciva a muovere un singolo muscolo del suo corpo, ma Bella aveva reagito in modo diametralmente opposto. Come al solito, aveva ceduto all’ impulso. L’odio, l’ira e lo sdegno si erano impadroniti completamente di lei e aveva lanciato alla sorella insulti e minacce di ogni tipo con la bacchetta sfoderata. Era dovuto intervenire suo marito per evitare che commettesse qualche pazzia e mentre Rodolphus cercava strenuamente di trattenerla, lei aveva urlato con tutta la rabbia che era in grado di provare:

 “Ti giuro Andromeda che io mi vendicherò. Non solo ucciderò quel rifiuto babbano, ma anche quell’abominio che avete creato”

E adesso, ogni notte, l’eco di quel dolore viscerale e prorompente la attanagliava, soffocandola.

Quella di Andromeda era stata la più brutale delle cattiverie. Le sue sorelle erano le persone più importanti della sua vita e sebbene non l’avesse mai preferita a Narcissa, Andromeda era stata l’unica persona con cui si fosse mai confidata e che la conosceva meglio di chiunque altro.

 Sua sorella le aveva voltato le spalle, aveva sputato sulla fiducia che nutriva in lei e aveva reciso il loro legame.

Se prima Bellatrix era stata una decisa assertrice della superiorità del Sangue Puro, adesso, il fanatismo si era trasformato in ossessione. Aveva giurato di annientare la feccia che contaminava il mondo magico e che riusciva a insinuarsi anche nelle famiglia più antiche, sporcandole. Aveva già torturato e ucciso numerose vittime, solo per divertimento, ma adesso la sofferenza doveva essere massima perché si trattava di vendetta. Tutti quelli sporchi e ignobili individui dovevano soffrire quanto aveva sofferto lei quando la loro specie le aveva portato via sua sorella, distruggendo il rapporto che avevano loro tre, mettendo fine al periodo più felice della sua vita e sconvolgendo la sua esistenza in maniera definitiva.

La Bellatrix che tutti avevano conosciuto fino a quel momento era scomparsa insieme ad Andromeda. Adesso, aveva estremizzato tutto quel che era.

Adesso, Bellatrix bramava ed esigeva vendetta.

  
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