17 Agosto 1960, Amburgo.
Donna si mise un paio di scarpe velocemente, dal tacco modesto, prendendo la propria borsa. Si fermò davanti lo specchio passandosi una mano sul vestito marrone, per cacciare via le pieghe attorno alla vita, e sistemandosi il cerchietto sopra i capelli.

- Dove accidenti è Russel?

Si chiese affacciandosi dalla finestra, ed avendo una visuale completa di Reeperbahn, ma del suo compagno di facoltà assolutamente niente. Dopo una decina di minuti sentì arrivare una macchina, e si affacciò di nuovo.

- Che fai, scendi bellezza?

Chiese l’amico dall’accento britannico affacciandosi dal finestrino dell’auto nuova. La ragazza si fiondò sotto, chiudendosi la porta di casa alle spalle, e raggiungendo l’auto che guardò incuriosita.

- Macchina nuova, figlio di papà?

Chiese accomodandosi stampando un bacio sulla guancia piena di barbetta incolta di Russel, intento a guardare l’orologio che portava al polso.

- Oh, smettila di giudicarmi. Dannazione, sono già le 22:00. L’Indra ci aspetta bellezza.

- Ma perché sei così fissato?

- Senti, fidati di me. Tu devi ascoltare quei quattro ragazzi.

Le disse, convinto, putando il dito verso di lei quasi cercando di essere più convincente. Arrivarono in pochissimo tempo al numero 64 di Große Freiheit e Russel cercò un posto per l’auto. Donna non sapeva cosa ci fosse di così tanto speciale in quel gruppo, e forse questo la incuriosiva tanto. Russel le aprì la porta del locale, facendo entrare lei per prima. I sei tavoli erano tutti occupati, e già si sentiva della musica. Sollevò lo sguardo verso il palchetto al centro del locale. Quattro ragazzi si stavano già esibendo, che fossero loro il gruppo che tanto Russel sosteneva?
Senza volerlo iniziò a muoversi sul posto, seguendo il ritmo della canzone di quel momento.


                                                                      Love, love me do.
                                                                   You know I love you,
                                                                    I'll always be true,
                                                                  So please, love me do.
Sentì Russel poggiare le mani nei suoi fianchi, e sobbalzò rendendosi conto che fino a quel momento era rimasta quasi incantata. L’amico si avvicinò al suo orecchio, indicando ogni ragazzo sul palco.

- Quello è Ringo, George, John e Paul.

Seguì il dito del compagno di facoltà, cercando di ignorare come lui si stesse avvicinando pericolosamente, e rimase qualche secondo in più con lo sguardo puntato verso il ragazzo indicato come John. Quando si accorse che anche lo sguardo di John incrociò il suo sorrise automaticamente, imbarazzandosi, per poi avvicinarsi al bancone seguita da Russell che non aveva intenzione di mollarla un secondo.

- Hai portato una nuova bambina Russ?

Chiese Bruno, il proprietario del locale, da dietro il bancone. Donna alzò un sopracciglio infastidita, facendo passare lo sguardo dal proprietario a Russell che sorrise timidamente.

- Lei è solo una compagna di facoltà. Ce l’ha troppo preziosa, per farsi toccare da me.

Scherzò col vecchio amico, quasi scordando che la ragazza in questione fosse lì presente. Quest’ultima lo colpì con uno schiaffo, e non appena lo fece se ne pentì perché vide lo sguardo dell’amico arrabbiarsi. Mai una donna doveva osare picchiare un uomo, non uno come Russell.
La ragazza tremò, abbassando lo sguardo, ma venne salvata dal ragazzo che prima l’aveva guardata dal  palco.

- Ehi, Russel, che combini?

Chiese, fingendo un sorriso amichevole, catturando l’attenzione del ragazzo che si era avventato sull’amica. Tutti i nervi di lui si sciolsero, facendo un passo indietro, e facendo poi finta di nulla.

- John, amico mio! Ehi, niente. Ho portato la mia amica ad ascoltarvi.

Rispose, portandosi una mano dietro la nuca grattandosela. Donna deglutì, girandosi sullo sgabello, ed incrociando lo sguardo di John, che inizialmente sembrava così duro ma che le infondeva tanta sicurezza. Le porse la mano e lei la prese ricambiando la stretta.

- Piacere, John Lennon.

- Donna Whitmore.

Sorrise, lasciandogli la mano, e poggiandosi sul bancone senza però distogliere lo sguardo dal misterioso ragazzo alla sua destra.

- Prendi qualcosa da bere, Donna?

Lei annuì, abbassando dopo poco lo sguardo sentendosi in imbarazzo, e ascoltando la voce di John parlare con Bruno, ordinando due drink uguali dei quali però non capì il nome. Quando prese il proprio bicchiere, però, le bruciò tutta la gola, ed iniziò a tossire. John scoppiò a ridere, divertito, voltandosi a guardare il resto dei ragazzi che lo raggiunsero in pochi secondi. Donna si presentò ad ognuno di loro, con un sorriso dolce in viso, anche se ad ogni sorso del suo drink la sua faccia si contraeva.

- Allora, che ne pensi?

Chiese un eccitato Paul McCartney, rubando un sorso dal drink di John e procurandosi una gomitata allo stomaco dal proprietario del bicchiere. La ragazza sorrise divertita, posando il bicchiere vuoto sul tavolo.

- Oh, si. Siete molto bravi. Mi sono persa la presentazione, come vi chiamate?

- The Beatles.

Risposero in coro, con un sorriso affabile sul volto.


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Spazio autrice.
Ok, questa OS non ha un senso logico, mi andava solo di scrivere qualcosa su di loro, ed eccola qui. Spero almeno in qualche recensione, o qualcuno che la metterà tra i preferiti, anche solo per farmi sapere come vi è sembrata, tutto qui. C:

- ALLS.