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Autore: Inuchan    30/07/2004    3 recensioni
Irritato, Sousuke, uscì dalla cuccetta e si diresse lungo il corridoio. “ ’Ndo cacchio vai?!” era Kurz ancora in stato di ebrezza e barcollante.”Sai che ore sono?!” “Mi fate ribrezzo…vado a fare un giro…” fece Sousuke.
Genere: Commedia, Comico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: Incompiuta
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Come al solito erano lì, sdraiati sul letto mezzi nudi dopo essersi ubriacati e dopodichè addormentati. Certamente non erano un bello spettacolo. Per non parlare della stanza! Vi erano lattine di birra sparse su tutto il pavimento e i vestiti giacevano in disordine sui loro letti. Irritato, Sousuke, uscì dalla cuccetta e si diresse lungo il corridoio. “ ’Ndo cacchio vai?!” era Kurz ancora in stato di ebrezza e barcollante.”Sai che ore sono?!” “Mi fate ribrezzo…vado a fare un giro…” fece Sousuke. E si avviò. Il sergente biondo guardandolo allontanarsi gli disse:” Tu non me la racconti giusta..hic!…ho capito, sai..vai da Kaname per fare…” Prima ancora che finisse, Sousuke gli mollò un pugno sul naso facendolo cadere a terra. “Fatti i cavoli tuoi, stronzo!” L’ arroganza dell’amico cominciava a infastidirlo. Kurz rialzandosi fece per asciugare il sangue che gli sgorgava dal naso e, non contento, rispose allo stesso modo. Come ovvio finirono corpo a corpo e alla fine attirarono l’attenzione di Melissa, che accortasi li fece smettere. Sousuke aveva un occhio nero e il labbro spaccato mentre Kurz sfoggiava il naso sanguinante e una gamba gonfia, forse rotta, dopo essere caduto dalle scale durante lo scontro. “Che cazzo state facendo voi due?!” domandò Melissa. Sousuke sbuffò:” Rompeva…” il biondo tirò un urlo mentre cercava di alzarsi:” Merda…! Sousuke, mi hai rotto una gamba, demente!” continuava a imprecare e il compagno un po’ preoccupato cercò di aiutarlo ad alzarsi, ma l’altro lo scansò. Melissa rivolgendosi a Sousuke:”Qui ci penso io…” così lo aiutò ad alzarsi e insieme si diressero in infermeria.

La mattina seguente Sousuke si alzò tardi. La nottata lo aveva stancato. In quel momento si stava chiedendo dove fosse Kurz e come stesse la sua gamba, ma era ancora un po’ arrabbiato con lui. Quella, però, era una grande mattinata: lui, Kurz e Melissa avevano due settimane di vacanze. Il maggiore Kalinin era stato clemente, dopotutto era una lauta ricompensa per il servizio prestato. Pochi festeggiavano il Natale a casa e aveva in programma di chiedere a Kaname di passarle insieme a lui.

Quand’ebbe finito di prepararsi si recò agli alloggi del capitano per cercare Kaname. La trovò fuori dalla porta della sua cuccetta intenta a rispecchiare il suo bel viso nello specchietto del Beauty-case. “Buongiorno Sousuke!” disse lei raggiante.”Dormito bene? Dove sono i tuoi amici? E poi…che hai fatto alla faccia?” Per un attimo lui rimase in silenzio. Osservava il viso di lei , sempre sorridente che lo riempiva di gioia. Sentiva di provare qualcosa per la ragazza che aveva davanti a sé. Avrebbe voluto passare le vacanze di Natale insieme a Kaname. “Beh…ho dormito poco…sai, quando sei in stanza con due come quelli…” Si guardarono e poi risero. Per Kaname era strano il viso di Sousuke sorridente. Era solito avere espressioni serie e composte e quella volta la sorprese.

Si avviarono verso l’uscita e nel tragitto si scontrarono con Kurz e Melissa. Kaname rimase a bocca aperta nel vedere Weber in quelle condizioni: trascinava la gamba sinistra ingessata aiutandosi con un paio di stampelle e aveva il naso medicato. I loro sguardi s’incrociarono: Kurz cerco di non fissarla a lungo e lei si accorse che era di umore pessimo. La domanda venne spontanea:” Che cos’è successo? Sai qualcosa?” Kaname volle una spiegazione da Sousuke.” Penso che sia stato ieri sera…abbiamo litigato…anche per questo ho l’occhio nero e..” Chidori cambiò espressione e senza aggiungere altro s’incamminò in silenzio seguendo i tre fino all’uscita.

Fuori nevicava intensamente e i fiocchi cadevano così fitti che si riusciva a stento a vedere un palmo dal naso. Fecero fatica a raggiungere l’ elicottero, che con le lunge pale sollevava la neve in un turbine bianco. Il primo a salire fu Kurz, aiutato da Melissa e a sua volta seguita da Sousuke e Kaname. Nessuno disse una parola. Erano tutti in evidente imbarazzo. In particolare Kaname che sperava di trascorrere le vacanze con loro, ma dopo l’episodio tra Sousuke e il compagno si domandava se sarebbe stato davvero così. Trascinata dai suoi pensieri, quest’ultima pose lo sguardo sul paesaggio invernale al di fuori del finestrino e con aria nostalgica ripensò al tempo fino a quel momento trascorso insieme a Sousuke. Dal loro primo incontro le era sempre piaciuto. Forse non proprio dal loro primo incontro. Lo considerava un ragazzo imprevedibile e allo stesso tempo interessante. Le sarebbe piaciuto poter intensificare la loro amicizia ed anche per questo non aveva intenzione di litigare. Sapeva che una volta scesa dall’elicottero non l’avrebbe più rivisto per molto tempo. Dopotutto la stavano solo accompagnando a casa e abitavano nell’ hotel poco distante. Doveva trovare un modo per riappacificare lui e il suo compagno, ma soprattutto di fargli capire che ormai per lei, era più di un amico.

“Stiamo per atterrare.” la frase riportò Kaname alla realtà. Le sembrava che fosse trascorso pochissimo tempo nonostante fosse passata quasi un’ora. Scesero e s’incamminarono verso il centro della città, ma Kaname non parlò. Non sapeva da dove iniziare e evitò gli sguardi degli altri. “Ehi, piccola kana” cominciò Kurz “dove passerai le vacanze e con chi?” “ancora non so…forse con le mie compagne di classe…e voi?” rispose Kaname tentando di allungare il discorso. “Boh…però penso proprio che Melissa saprà rallegrarmi le vacanze!” La sedicenne sorrise mentre l’amica diede un botta in testa al malcapitato.

Senza nemmeno accorgersene arrivarono a destinazione. Sousuke non aprì bocca se non per salutare l’amica. Promise che si sarebbero sentiti e questo la rincuorò. Kaname li osservò allontanarsi e quando fu sulla soglia della porta, il suo viso venne rigato da una lacrima.

  
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