Dialogo tra un Adolescente, il Cuore Rock e la Mente Jazz
A Vincenzo, che mi ha ricordato quanto sia importante pensare, leggere e sognare.
Tump-Tump-Tump-Tump;
Dom-Dom-Dom-Dom;
Tump-Tump-Dom-Dom;
Tump-Dom-Dom-Tump;
Dom-Dom-Dom-Tump.
Adolescente: Hei! Voi due, qui! La vogliamo smetter di far casino, che io vorrei dormire, che mica come voi che continuate a funzionare e se volete la smettete?!
C.R.: Ce n'è di tempo per dormire, credi forse che sia immutabile ed immortale? Prima o poi mi stancherò anche io e contro la mia volontà smetterò di funzionare. Ma se di tempo ora, ne abbiamo a vagonate, perché dovremmo sprecarlo a non far nulla? L'amico tuo, lì, ti saprà parlare, come hai studiato sui libri (altro tempo perso a far praticamente nulla), di quel tipaccio punk che parlava di prender l'attimo fuggente! Non sarebbe ora di metter a frutto, di quel tempo perso ad impararlo, il messaggio di quel vecchiaccio latino? A coglier gli attimi, come le margherite, puoi impararlo sì, ma standoci su quel prato!
Adolescente: Che forse è vero, che hai proprio ragione!
M.J.: Ma ragione cosa? Ti dimentichi, forse, che se non seguissi i miei arguti consigli, perderesti il tempo e il battito di ogni cosa? Non sta mica bene, stonare in un pezzo così perfetto. Torna a tenere il tempo tu, che al colore ci penso io.
C.R.: E tu non ti impicciare, che parlavamo io ed il ragazzo!
Adolescente: Ancora sto casino? Ve l'ho detto che voglio dormire!
M.J.: Visto? Che poi dormire fa anche bene. Mica si può passare tutto il tempo sospirando per un'Adelaide a caso? R-a-z-i-o-n-a-l-i-t-à ci vuole! Se non ci fossi io, che non mi immischio delle tue turbe adolescenziali, e mando avanti la baracca, avremmo sicuramente fatto da un pezzo la fine dei locali Jazz di Hollywood.
Adolescente: Eh no, ora mi sento offeso. Vorresti forse dire, che quando io sto male a te non importa nulla? Pensi solo ad accordarmi le corde, e a lasciarle in balia delle mie plettrate? Non mi pare ultimamente mi stia aiutando molto con la tua "razionalità"!
C.R.: Dacci sotto ragazzo! Mettilo a tacere con un assolo di strato, a questo vecchio jukebox! Una volta, quando non sapevi neanche mettere insieme due accordi, e balbettavi note a caso, eri più divertente. Almeno seguivi l'istinto e non eri noioso. Ormai sei diventato un vecchio pianista cieco sulle navi da crociera, porti avanti il tuo evergreen e non ti sbilanci più di tanto.
M.J.: Ma cosa ne sai tu, di armonia delle funzioni e dei procedimenti logici? Io son fatto, per non perdere il ritmo. Mica come te, che ti diverti a stonare, perché tanto fa "rock" e quindi piace alle ragazze.
C.R.: Se io stono, e lo faccio sembrar distratto, non è di certo perché mi interessa avere al seguito le groupie. È così che sono fatto, son roccioso e per questo complicato. Ma diversamente da te ci metto la passione in ciò che faccio.
M.J.: Passione! Non diciamo sciocchezze. Te lo nascondi da solo che tutto ciò che tu riesci a fare, lo devi a me ed alla mia influenza. O crederesti forse come chi professa tecnica, di non provenire sempre da un semplice e preciso blues?
- I due andaron avanti per ore, a sfidarsi e ad insultarsi. E continuaron fino al rischiarare del giorno, senza accorgersi che intanto, il ragazzo, si era addormentato. Al suo risveglio, così disse ad entrambi. -
Adolescente: A me dispiace, non potervi dar soddisfazione. Ma come ascolto l'uno, io ascolto anche l'altro. E non perché sono obbligato a farlo. Ma semplicemente perché, di musica parliamo, e non posso fare a meno di desiderare la distorsione, tanto quanto potrei mai rinunciare a restare estasiato da un clavicembalo ben temperato. Sarà che la musica, è fatta per piacere, e per piacere ve lo chiedo, non litigate, suvvia, che con il tempo saprò insegnarvi, che è molto meglio, imparare ad ascoltarsi.