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Autore: iloveyou_98    27/01/2013    0 recensioni
La tua vita improvvisamente, cambia da così a così e sai che d'ora in poi niente sarà più come prima e tutto il mondo avrà gli occhi puntati su di te. Francesca è una studentessa italiana frequentante il 4 anno di liceo e in viaggio a Londra per passare le vacanze con la sua migliore amica. Un piccolo incidente cambierà per sempre la sua vita, sbalzandola improvvisamente sotto i riflettori, insultata e presa di mira per strada e sui social network dalle fan dei cinque ragazzi a cui ha rubato il cuore.
In questa magica estate, che segnerà la fine di una vita normale, riscoprirà la passione per l'arte, il suo talento, che riuscirà a distrarla dal dolore e dalle sofferenze, trasformandola in una Crimilde moderna: ribelle e passionale, spregiudicata e con un unico credo "La cultura rende davvero liberi".
Ma varie vicende la colpiscono, rischiando di farle perdere l'amore e la credibilità. Un Alessandro Magno al femminile, con una sorprendente voglia di conoscere e di apprendere.... ma come si suol dire "solo un pazzo può fermare una pazza"; e un'altra persona, davvero inaspettata, prenderà il posto di Niall, lasciandosi conquistare dal fascino di questa ragazza ribelle.
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: OOC | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: Contesto generale/vago, Scolastico
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Questo 'concetto di intelligenza' mi inquieta” dissi a Giorgia, scrutando con apprensione il titoletto del paragrafo di psicologia. “Sono sicura che il suo scopo è quello di farti sentire stupido”.

Giorgia sollevò gli occhi dal libro di filosofia e sorrise divertita.

Se tu sei stupida” disse “mi ci gioco quelle palle che non ho”.

La fissai per un istante e scoppiai a ridere.

Come va con Marx?” le domandai maliziosamente, strizzandole l'occhio.

E' impossibile da capire” esclamò lei, le mani tra i capelli “è un cervello troppo intelligente”. Mi fissò sconsolata.

Intelligente, appunto” risi io “chissà se Karl Marx sapeva che un giorno avrebbe fatto scoppiare in lacrime generazioni di studenti”. Mi alzai dal divano e mi diressi in cucina.

Una Cocacola Gio?” le urlai.

Si grazie!” Mi rispose lei dal salotto.

Presi due lattine dal frigorifero e le stappai.

Tornata in salotto gliene porsi una e lei ne bevve subito un sorso.

Grazie davvero” disse “mi hai tirato in salvo”.

Le sorrisi e tornai a sdraiarmi sul divano.

Ti va di uscire?” domandai fissandola “andiamo a studiare al parco, almeno prendiamo un po' d'aria”.

Giorgia mi guardò e scosse la testa: “Se vuoi andare vai, ma io resto qui, Marx mi sta già facendo esaurire abbastanza, non vorrei che ci si mettessero anche gli uccelli”.

Scoppiammo a ridere di nuovo.

E va bene” dissi io poi, prendendo la mia giacchetta di pelle dall'attaccapanni vicino all'entrata.

Sarò di ritorno tra un po'. A dopo Gio!” Presi tutti i miei libri e prima di uscire, corsi a darle un bacio sulla guancia.

 

Se non mi sono ancora presentata, ne approfitto per farlo ora e per riassumere in breve la situazione in cui mi trovo. Il mio nome è Francesca e ho 16 anni, 17 il 25 dicembre.

Sono nata e cresciuta in Italia, in un piccolo paese delle Marche, da due genitori uno migliore dell'altro. La mia vita è assolutamente perfetta, ho una migliore amica (che conosco da quattro anni, vale a dire da quando ho cominciato ha frequentare il liceo), il cui nome è Giorgia e ora mi trovo a Londra insieme a lei, nella casa dei suoi genitori. I suoi genitori hanno dei parenti qui in Inghilterra e una casa in un tipico villaggio britannico a pochi chilometri di distanza da Londra e quasi tutte le estati viene qui in questo fantastico posto, per conoscere nuova gente e migliorare il suo inglese già perfetto di suo.

Da quasi tre anni, ha cominciato a portare anche me qui in Inghilterra, ma questo è solo il primo anno che passiamo sole, davvero sole, senza la presenza dei suoi genitori.

Quando mio padre e mia madre hanno saputo che stavolta saremmo partite senza i genitori di Giorgia, si sono categoricamente rifiutati di lasciarmi andare; ma io, dopo una lunga discussione in cui ho fatto ai miei genitori un bel discorso preparato a pennello e curato anche nei minimi particolari, sono riuscita a convincerli e hanno lasciato che partissi da sola insieme alla mia migliore amica.

Convincere le persone è una vera e propria arte e, modestamente, ne sono molto capace.

 

Mi avvicino alla fermata dell'autobus e aspetto con pazienza che questo arrivi. Non devo attendere molto, la maggior parte dei pullman qui sono piuttosto puntuali.

E infatti, dopo appena qualche minuto, lo sento arrivare strombazzando e frenare proprio davanti a me. Mi apre le portiere ed io salgo a bordo.

Da lì a Londra ci vogliono solo dieci minuti o poco più.

Scendo alla terza fermata e comincio a camminare per le strade di Londra. Trovare parchi qui non è difficile, la città ne è piena fino all'orlo.

Improvvisamente sento squillare il telefonino. Molto faticosamente, spostando il peso dei libri da un braccio all'altro, riesco a tirare il cellullare fuori dalla tasca dei jeans e a portarmelo alle orecchie.

Pronto?”

Tesoro!”

Mamma!”

Come va? Tutto bene spero”

Si, è tutto ok. Stiamo davvero benissimo.”

Sicura?”

Si mamma. Sicura”

Al cento per cento?”

Mamma...”

Ok scusa. Sono così rompiscatole?”

No mamma, non lo sei ma.... Ahi!”

Il telefono cade a terra, così come tutti i libri che ho in mano.

Oddio santissimo!” esclamo.

Mi inginocchio a terra e comincio a raccogliere tutta la roba che mi era caduta dalle mani.

No... Virgilio!” La copertina della mia nuovissima copia dell'Eneide si era completamente staccata dal libro e giaceva a terra a faccia in giù. Gli innumerevoli schemi di latino che avevo erano tutti volati fuori dalle pagine dei libri e svolazzavano nell'aria come sciami di farfalle. Diedi in un piccolo gemito e cominciai a dare una riordinata.

Scusami” fa una voce davanti a me “Lascia che ti aiuti”.

Vedo un paio di gambe inginocchiarsi a terra e delle mani aiutarmi a raccogliere tutto quello che mi era sfuggito dalla presa.

Freud?” mi fa la voce, tenendo in mano il libro di psicologia aperto.

Si...” borbotto distrattamente, strappandogli il libro dalle mani.

Dopo aver finito il lavoro, mi alzo in piedi e butto tutto all'interno della mia borsa a tracolla.

Comunque... piacere”. Mi fa il tizio che mi aveva urtata.

Alzo gli occhi verso di lui e...

Oh”. Gli stringo la mano e mi sorride.

Niall Horan” mi fa.

Sorrido di rimando e mi presento.

Spero di non averti ucciso il telefono. È un bell'aggeggio!”

Oh già. Il telefono. È ancora lì per terra, intatto. Almeno all'apparenza.

Mi chino a terra per raccoglierlo e premo il tasto di sblocco. È KO.

Andato” sorrido al biondino davanti a me e me lo infilo in tasca.

Mi dispiace” fa lui, mortificato “Spero che non sia arrabbiata”.

No no” lo rassicuro “me l'aspettavo. Cominciava a dare segni di stanchezza già da un po'. Mi chiedevo quando sarebbe arrivato il momento.”

Niall scoppia a ridere “Ok ok. Condoglianze”.

Gli sorrido ancora e lui mi guarda.

Sei sicura di stare bene? Hai fatto una bella botta”

La caviglia fa un po' male, ma in fondo non è niente. Sopporto”.

Mi dai il permesso di offrirti qualcosa da bere? Per farmi perdonare”.

Mi sorride in modo così dolce che non riesco a dire di no.

Dammi la borsa allora. Te la porto io. E! Non dire di no!”

Scoppio a ridere e gliela porgo.

Accidenti!” mi fa, non appena la afferra. “Come fai a portarti dietro tutta questa roba senza cadere per terra?”

La cultura fa male” rispondo io facendogli l'occhiolino “E poi sei stato tu a volerla portare”

Ride di gusto e mi guarda.

Sei italiana vero?”

Si” rispondo sorpresa “come hai fatto a indovinare?”

Sei mora, alta, gli occhi un po particolari, molto carina e poi, l'accento. Ti ha tradita l'accento.”

Rido ancora.

Sbaglio, o c'erano anche dei complimenti nella frase?”

Niall mi mostra la lingua.

No non sbagli! Le fan italiane si riconoscono subito.... tu sei una mia fan vero?” mi fa per scherzare.

Sicuro!” rispondo.

Andiamo avanti così per un po', a ridere e scherzare, e, senza rendercene conto, si fa subito sera.

Caspita. Il tempo è volato” dico, guardando l'orologio appeso sul muro dietro il bancone.

Sarà meglio che vada. O perderò il pullman. È stato un piacere Niall, chi l'avrebbe mai detto?”

Sorrido e faccio per alzarmi dal tavolo, ma lui mi ferma.

Aspetta! Credi che sia possibile scambiarci il numero di telefono?”

Oddio.

Certo!” rispondo. Niall mi sorride raggiante.

Prima di salire sul pullman mi giro ancora una volta a guardarlo. Dire che è bellissimo è poco.

Ci sorridiamo un'ultima volta e dopo aver preso posto a sedere il pullman parte.

'Qualcosa sta per cambiare', penso, mentre il pullman sfreccia per le vie di Londra.

Le stelle in cielo brillano come diamanti e la luna è più luminosa che mai.

'Sì. Qualcosa sta davvero per cambiare'.

 

CIAOOOOO, QUESTO E' IL PRIMO CAPITOLO. SPERO CHE VI PIACCIA. IL SEGUITO LO SCRIVERO' IL PRIMA POSSIBILE!!!!!!

 

 

 

  
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