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Autore: fabi300108    27/01/2013    4 recensioni
Un mese dopo la tragica ma vittoriosa notte della battaglia finale a Hogwarts, il coronamento della storia d'amore tra Harry e Gin.
Genere: Erotico, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro personaggio | Coppie: Harry/Ginny
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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La tana era più bella di sempre quel 30 Luglio, appena una mese dopo dalla tragica ma vittoriosa notte nella quale il mondo magico vinse su Voldemort. Sul giardino, ben curato, e disinfestato dagli gnomi era stato creato un corridoio lasciando uno spazio tra le file delle sedie bianche a simulare una lunga navata, che porta a un altare, sovrastato da  un arco di rose bianche e rosse. Rosse come i capelli della sposa. Tutto era simile a ciò che aveva avuto Bill appena un anno prima. 

 Nella sua stanza rotonda, con la vista sul giardino della casa materna, Ginny Weasley dava gli ultimi ritocchi alla sua immagine . Il trucco leggero, i lunghi  e crespi capelli rossi, lisciati e acconciati dall’amica Hermione  con lo stesso incantesimo che aveva usato su se stessa in occasione del ballo del ceppo, anni prima, le illuminavano lo sguardo. La tiara della zia Muriel poggiata sui capelli e il lungo e vaporoso abito bianco sistemato dalla madre, che con un cappello alquanto bruttino, e gli occhi lucidi, guardava la sua figlia più giovane, l’unica figlia femmina, lasciare il nido, la rendevano bellissima ed eterea.

 In giardino,  Bill, Charlie,  George, e Percy  supervisionati dal signor Weasley sistemano le ultime sedie col cuore stretto a tratti al pensiero di quante sedie non occorrano:  Sirius, Dobby,  Lupin, Tonks, Silente, e Fred purtroppo non sono più tra loro.  Gli ospiti cominciano ad arrivare: Luna e il padre, con abiti color del sole, perché pensano che questo colore porti bene ai matrimoni, Neville e sua nonna col brutto cappello con l’avvoltoio impagliato e il vestito verde,  i professori di Hogwarts, tutti i parenti Weasley, i ragazzi dell’Esercito di Silente e dell’Ordine della Fenice.

 Nella stanza di Ron, appena sotto la soffitta, Harry sia annoda la cravatta, verde come i suoi occhi, e cerca di appiattire l’insieme caotico e disordinato dei suoi capelli neri.  Ron è elegantissimo nella sua veste di testimone, il vestito, un discreto regalo di Harry, probabilmente è costato più di tutti quelli che possiede. Lungo la scala i passi frettolosi della signora Weasley, dopo qualche secondo il sorriso cordiale della donna sbuca dalla porta:

<< Harry caro, è quasi ora, Ron andiamo dobbiamo scendere  >>

Ron saluta l’amico, il quasi cognato, con un sorriso, mentre Harry ferma la futura suocera:

<<  Signora Weasley, lei in questi anni è stata ciò di più simile a una madre per me, mi accompagnerebbe all’altare? >>

Il rossore di Harry non viene neanche visto dalla buona signora che gli butta le braccia al collo in lacrime, abbracciandolo forte:

<< Harry caro, per me non sei che uno dei mie figli, in questi anni hai salvato la vita di Ronnie, quella di Ginny, quella di Arthur, hai sconfitto Lord Voldemort, sono fiera di portarti all’altare, fiera che mi consideri come una madre,  fiera di lasciare nelle tue mani mia figlia, non c’è uomo tranne te a cui la lascerei.>> 

 Harry scende le scale al braccio della signora Weasley, e sempre al suo braccio, attraversa la navata , sorridendo a visi amici: ad Hagrid che dall’ultima fila su una sedia enorme, lo saluta, già in lacrime, sventolando un enorme fazzoletto a pois,  alla professoressa McGranitt che gli concede uno dei suoi rari sorrisi, al rubicondo professor Lumacorno, a Luna che fa male agli occhi al  solo vederla col suo abito sgargiante, a Hermione con indosso un abito color lavanda e in mano la borsetta che li aveva seguiti in tante avventure mano nella mano con Ron, entrambi raggianti, a quelli che sarebbero diventati i suoi nuovi fratelli, che sembravano prenderlo in giro dandosi di gomito e rimproverati dal serissimo Percy. Così Harry arriva all’ altare dove l’aspetta il funzionario del Ministero della Magia.

Ginny che vide Harry avanzare verso l’altare dalla finestra della sua camera, fa un respiro profondo:

<< E’ ora, finalmente dopo tanti anni, è ora >>.

Al braccio del  padre, più emozionato che mai, Ginny è bellissima, sembra risplendere di luce propria, un dolce riccio le ravviva il viso, l’abito calza alla perfezione sulla sua figura, il piccolo Teddy Lupin, di cui Harry è il padrino le tiene il lunghissimo velo, cambiando colore di capelli per tre volte lungo tutta la navata, ma lei non vede nulla, né gli occhiali appannati dalle lacrime del padre, né la madre gli amici o i fratelli, lei vede solo gli occhi verdi di Harry, occhi pieni di gioia, pieni del sorriso che ha stampato in faccia…

 Gli occhi lucidi del marito nel ripetere quelle promesse così usate eppure così vere e sentite per loro. Le voci rotte dall'emozione:

Col mio corpo io ti onoro”

Finchè morte non ci separi”

 Sembra che non sia successo altro da quando lei si perse nel verde di quegli occhi, ma la giornata sta per finire, Ginny stretta alle spalle di suo marito, balla, in mezzo alle altre coppie, nell’emozione generale. Il sole cala sull’orizzonte, infiammando le campagne inglesi, quando e Harry tra i saluti di tutti si smaterializza con Ginny attaccata al suo braccio.  Dopo qualche secondo dall’atterraggio, Ginny ricomincia a vedere:

<< Benvenuta a casa >>

Si ritrova nel mezzo di un salone con caminetto e morbidi  divani, su un mobiletto, le foto dei membri delle loro famiglie, ad una parete uno stendardo di Grifondoro :

<< Così pensavo ti saresti sentita più a casa, Vieni… >>

Harry gli mostra la grande e spaziosa cucina, le camera ancora vuote, da una finestra gli fa notare la bellezza del giardino, e poi apre un’ ultima porta. La camera da letto è calda e accogliente, al centro un enorme letto a baldacchino bianco, con le lenzuola blu notte , ricamate con piccole perline di vetro trasparenti, anche qui c’è un caminetto, e dalla finestra entra l’odore di lavanda, rose selvatiche e del mare.

Ormai è già sera, il rosso, il dorato e l’arancio del tramonto lasciano spazio al viola e al blu della notte, in lontananza dalla finestra limitrofa si sente il fruscio delle foglie al vento e i versi degli animali notturni. Harry dietro la moglie la abbraccia dai fianchi, le poggia le labbra sul collo:

<< Siamo soli >>.

Ginny si gira verso di lui ridendo:

<< Niente Ron ed Hermione, niente Basilisco, niente problemi >>

Harry la bacia, la bacia a lungo, carezzandole il viso, sciogliendole i capelli dall’intricata pettinatura, alla fine del bacio sono senza fiato. Lei lo guarda con malizia :

<< Mi dai solo un momento? >>

Harry ricambia lo sguardo e annuisce:

<< Ti aspetto a letto >>

 Ginny va in bagno e con un tocco di bacchetta si toglie il vaporoso abito e indossa una sottile e leggera camicia da notte bianca, in pizzo e seta, si ravviva i capelli e aspetta che i battiti del suo cuore rallentino appena da non essere uditi a un miglio di distanza. Quando rientra nella stanza vede il torso nudo del marito illuminato dalla luce della luna, il resto del corpo è coperto dalle lenzuola, un corpo bello e modellato, segnato da varie cicatrici, quella che si è causato contro il drago durante il torneo tre maghi, l’incisione a vivo “Non devo dire bugie” provocatagli da Dolores Umbridge, e non ultima la cicatrice sulla fronte.  Harry le porge una mano:

<< Vieni >>

Ginny si infila nel letto e sente le forti braccia del marito che la stringono a lui, le sue labbra che gli baciano i capelli e il collo,le sue mani che l’accarezzano i fianchi.

<< Sei sicura? Posso aspettare, sei ancora tanto giovane… >>

Ginny si alza su un gomito e guardando negli occhi il marito alza un sopracciglio, ironica, battagliera, bellissima:

<< Ho sempre saputo che saresti stato tu, anche quando ancora non mi vedevi>>

Lo bacia sulle labbra, portandolo sopra di se, gli accarezza i capelli indomabili, segue col dito il contorno a saetta della cicatrice, le linee dei suoi fianchi, mentre Harry con le mani e con la bocca la porta verso strade inesplorate di piacere. Completamente nudi, Harry punta la bacchetta verso il suo basso ventre, ma la piccola mano della moglie lo ferma :

<< Cosa vuoi fare? Non vuoi dei bambini? >>

<< Si, ma non sapevo se tu… >>

Ginny non lo lascia finire e indirizza il corpo di Harry dentro di lei, piano piano, a farsi strada, mentre Harry stordito e un po’ scioccato segue le istruzioni della moglie, la vede girare la testa e mordersi le labbra nell'istante in cui sente resistenza dentro di lei, ma è troppo forte, è troppo coraggiosa per lasciarsi andare a una lacrima o a un grido , ed Harry le bacia la fronte e le carezza i capelli, mentre continua a entrare. Ma il dolore passa in breve tempo, Ginny comincia a sospirare sempre di più, in un crescendo di piacere cinge i fianchi del ragazzo con le sue gambe, arriva al culmine insieme Harry, aiutata dalle carezze del marito. I sussulti dell’uno sono quelli dell’altra, e ancora a corto di fiato si abbracciano stanchi e sudati subito dopo. Ormai la mezzanotte è passata, Ginny si stringe al marito, lo abbraccia e gli bacia le labbra:

<< Buon Compleanno Harry! >>

   
 
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