Serie TV > Teen Wolf
Ricorda la storia  |       
Autore: strawberryfield_A    27/01/2013    4 recensioni
Eccomi con una nuova FF: il seguito di "Fighter", che a sua volta è il seguito di "Girl on fire". Spero vi piaccia! :D
Dal testo:
I suoi occhi sono spenti; l’azzurro di quelle iridi che mi ha sempre incanta, non c’è più. O meglio, c’è, ma è sbiadito, è vuoto. È morto.
Corro verso il suo corpo inerme, tanto ricoperto di sangue da essere disgustoso. Ma è il suo corpo: non potrebbe mai darmi il voltastomaco.
Le gambe si muovono a rallentatore, ma continuo a sperare di avere tempo, mentre il suo cuore fa un battito al secondo, mentre il sangue sgorga dalle ferite.
Finalmente l’ho raggiunto. –Isaac!- urlo. Grido ancora, gesticolo come una forsennata, sbatto le palpebre incapace di credere a ciò che sta succedendo. –No.
Gli accarezzo il viso e mi sembra di averlo conosciuto appena ieri.
-Ti prego! Farò tutto quello che vuoi!- mormoro, singhiozzando tanto da capire a malapena quello che sto dicendo.
-Tutto quello che voglio?- chiede incuriosita una voce glaciale alle mie spalle.
Annuisco, senza voltarmi, senza riuscire ad abbandonarlo in quel posto desolato, in quello stato. Stringo la sua maglietta, come se non volessi farlo andare via. Ma è già andato.
O forse no.
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Derek Hale, Erica Reyes, Isaac Lahey, Nuovo personaggio, Peter Hale
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Siamo seduti sul letto con le gambe incrociate, uno di fronte all’altra. Continuo a fissarlo, ma lui evita i miei sguardi. Provo una certa soddisfazione a vedere che, almeno, si sente in colpa.

-Mi dispiace.

-Non mi importa.- dico. Avrà ripetuto quella frase per chissà quante volte, che ormai non mi fa più alcun effetto. –Dimmi solo il perché.- continuo. –Non sono abbastanza per te?

Non mi sorprenderebbe se mi dicesse di sì, ma lui scuote la testa, quasi sconvolto.

-No!- esclama. –Non hai idea di quello che provo per te.

Vorrei urlargli addosso e arrabbiarmi con lui, ma non ce la faccio. Aspetto semplicemente che mi spieghi come ha potuto affermare di non avere nessuno, mentre c’ero io che lo amavo più di me stessa.

-Se non fosse per te, io non saprei cosa fare.- dice poi. –Ho detto quelle cose perché…- esita. –Stavo pensando a mio padre.- Il suo tono si è calmato e si fissa le mani, piuttosto che guardarmi negli occhi. –Lui era l’unica cosa più vicina a una famiglia che avevo…

-Ma avevi un branco. Avevi me.

Storce la bocca, come sapendo che sta per dire qualcosa di sbagliato ma è quasi costretto a dirlo lo stesso. –Non è proprio la stessa cosa.

Sì, ha decisamente detto qualcosa di sbagliato. Ma in fondo, cosa ne posso sapere io di famiglia?

-Ti manca.- osservo contrariata. Era un mostro, come può mancargli suo padre dopo quello che ha fatto? Ok, in parte sono stata io a convincerlo di perdonarlo, ma addirittura sentirne la mancanza mi sembra un esagerato.

Si vergogna, ma sa che ho ragione.

-So che non potrò mai prendere il suo posto, ma…

-Io voglio che tu prenda il suo posto.- mi interrompe. –Voglio dimenticarmelo, voglio... voglio solo te.

Alza lo sguardo e lo punta dritto nei miei occhi, lasciandomi senza fiato.

Una parte di me, quella che aveva voluto abbracciarlo alla partita e che non ha chiesto troppe spiegazioni, sembra implorare quella più stronza: ora posso perdonarlo?

Credo che abbia risposto di sì, perché mi avvicino e mi lascio cadere tra le sue braccia.

-Mi dispiace.- ripete, per la millesima volta.

-Lo so…

-No, no non lo sai.- riprende.

Vederlo così mi spezza il cuore, quindi cerco di farlo stare zitto, occupandogli la bocca per qualcos’altro. Lo bacio come se non lo vedessi da anni, come se avessi aspettato questo momento da chissà quanto tempo.

Il mio istinto ha la meglio: gli tolgo la maglietta e lui sembra stupito. Ma poi si riprende e mi bacia più appassionatamente, passando le mani sotto la mia camicia e accarezzandomi dolcemente. Inizia a slacciarmi i bottoni e, una volta mezza nuda, mi lascio cadere sul letto, aspettando che mi raggiunga. Non ci mette molto, si sdraia sopra di me e continua a baciarmi. Ancora e ancora…

Derek e Peter non torneranno prima di due ore; abbiamo tutto il tempo che vogliamo.

 

Merda! Ho perso di nuovo l’anello di Laura! Com’è possibile che mi scivoli dal dito ogni santo giorno? Ma a differenza delle altre volte non è nel mio letto, o sotto, o sulla scrivania, nell’armadio, per terra… Cerco anche in bagno, ma proprio non riesco a trovarlo.

-È tardi!- urla Isaac dal piano di sotto.

-Inizia ad andare.- urlo di rimando.

Intanto però è salito e mi vede tutta trafelata che scompiglio la mia stanza.

-Cerchi qualcosa?- ride sotto i baffi.

-Già. E non c’è niente da ridere!- Poi aggiungo: –L’anello di Laura… è sparito!

Se non avessi fatto l’amore con Isaac ieri sera, probabilmente non l’avrei perso! Ma poi ci ripenso: non cambierei niente di quello che è successo. Niente.

-L’anello?- sembra sorpreso. –Ieri non avevi nessun anello.

Quindi l’ho perso prima di tornare a casa.

-Senti, tu vai a scuola.- gli dico. –Vado a cercarlo nella riserva.

Afferro veloce il giubbino e scendo le scale. Non ho neanche fatto colazione! Vabbè, vorrà dire che starò a digiuno.

-Non puoi aspettare oggi pomeriggio?- mi fa. Non capisce proprio quanto quell’oggettino sia importante per me!

-No.- ribatto. Detto ciò esco di casa e raggiungo a piedi la vecchia casa Hale.

Il sole sta splendendo e questo è un punto a mio favore. L’impresa mi sembra comunque impossibile: non sarà facile trovare un diamantino in mezzo a tutte quelle foglie. Ma mi faccio coraggio

Non riesco neanche a cominciare, che già Isaac mi chiama.

-Che c’è?- rispondo sbuffando.

-Trovato?

-Dammi il tempo.- Inizio a camminare, seguendo la stessa strada che ho fatto il giorno prima.

-Non dovresti essere in classe?- gli chiedo a un certo punto.

-Sì. Ma ti voglio aspettare. Adesso sono in mensa.

Rido. –Dovresti andare a lezione, invece.

-Non rompere.- risponde sogghignando.

Arrivo fino al portico, ma ancora niente.

-Isaac non c’è!- mi lamento, come se la colpa fosse sua.

Lui infatti trova la cosa divertente. –Dai torna qui, lo cerchiamo più tardi. Derek ha anche detto di non tornare più nel bosco.

-Non mi importa di quello che ha detto Derek!- sbotto. –Io devo trovare quell’anello!

Ricomincio la ricerca, dopo una serie di sbuffi da parte del mio ragazzo.

Torno al punto di partenza, senza aver trovato niente. Isaac è sempre al telefono, ma sento solo il crunch crunch delle patatine che sta rumorosamente masticando. Non mi è affatto d’aiuto.

-Lascio perdere?- gli chiedo afflitta. Continuo comunque a guardare per terra e a scalciare qualche foglia, con la speranza di vederlo brillare da un momento all’altro.

-Sì.- mi risponde con la bocca piena.

Sospiro. Come ho fatto a perderlo?!

-Sto arriv…- Non riesco neanche a finire la frase, che qualcuno mi prende da dietro e mi tiene la bocca chiusa. Provo a gridare comunque, perché il telefono è vicino e Isaac potrebbe sentirmi lo stesso.

-Martha!- lo sento esclamare. –Martha, che succede?

Mi libero dalla presa, ma anche se il mio primo pensiero è urlare chiedendo aiuto, mi giro e mollo una gomitata al tizio che mi aveva bloccato. È un ragazzo, giovane e bello, forse di qualche anno più grande di me. Ma questo non mi ferma: cerco di colpirlo una seconda volta, ma è arrivato aiuto. Qualcun altro mi afferra per le braccia e mi spinge per terra; faccio per rialzarmi, ma il ragazzo di prima è già sopra di me che mi tiene ferma. No, aspetta… Il ragazzo di prima si sta avvicinando adesso, si tampona il sangue che gli esce dal naso con la manica della felpa; quello davanti a me è il suo gemello!

Il cellulare mi è caduto durante la lotta; solo ora mi accorgo che è proprio lì accanto a me. Ma la chiamata con Isaac è stata interrotta.

-Caspita.- commenta il gemello che ho colpito. Il sangue non gli scende già più. –Ci avevi avvertito che era una tosta, ma non mi aspettavo così tosta!

Non so a chi si sia riferito, di preciso; ma sono contenta di avere questa reputazione.

-Avrei giurato che si sarebbe messa a urlare.- ride il secondo, quello che mi tiene a terra.

-Ragazzi, dai!- esclama una terza voce, poco distante, ma comunque fuori dalla mia vista. –Dovevamo portarla dalla nostra parte, non mettercela contro.

È un uomo, avrà sì e no l’età di Peter. –Ethan alzati.

Subito il ragazzo sopra di me si alza, con un sorrisino cattivo. Mi prende per le braccia e mi tiene stretta.

Adesso che sono in piedi, lo vedo. È un bell’uomo, dai capelli castani e gli occhi di un azzurro profondo, più chiari di quelli di Isaac, e molto più maligni.

-Martha.- dice, come se non mi vedesse da tanto tempo e ora, finalmente, mi ha rincontrata. Ma io non ho la più pallida idea di chi sia. –L’ultima volta che ti ho vista sapevi a malapena camminare.

Le sue parole mi fanno rimanere di sasso; che vuol dire? Come fa a conoscermi?

Sono troppo sconvolta per proferire parola, e ho anche perso tutto il fiato con il tentativo di fuga di poco fa.

Lui nota la mia confusione. –Ah, non te l’hanno detto.- Sembra sorpreso, ma qualcosa mi dice che aveva già calcolato tutto.

-Detto cosa?- chiedo, adesso veramente fin troppo curiosa.

Sorride. In quel momento il mio cellulare squilla, vibrando sul terreno pieno di foglie. Il tizio lo prende e legge: -Isaac. È il tuo ragazzo?

Involontariamente mi dimeno, quasi volessi riprendermi il telefono e non fargli sapere niente di Isaac.

Riattacca e lo butta per terra. Poi si avvicina.

-Sai, mi dispiace davvero tanto.- dice. –Per la tua famiglia, intendo.

Come diavolo…?

-Ma d’altronde sono i rischi del mestiere.- aggiunge.

Ho smesso di muovermi, sono completamente pietrificata.

-Chi sei?- domando a questo punto, con ormai i nervi a mille.

Non risponde, semplicemente mi fissa afflitto; ma quel suo sguardo ha un che di spaventosamente falso.

Adesso si sono avvicinate anche due ragazze bellissime, una delle quali ha lineamenti orientali, probabilmente indiani.

Sono loro; gli Alpha.

-Se tu dovessi morire…- riprende l’uomo. -…ne sarei seriamente dispiaciuto.

Adesso mi è molto vicino.

Capisco un secondo più tardi cosa vuol fare, lo capisco quando ormai l’ha già fatto.

Il dolore parte dal morso sul fianco e si disperde in tutto il corpo come un veleno; le gambe non mi reggono più e cado a terra. Cerco di urlare per sfogarmi, ma non ho fiato, non ho neanche la forza di aprire la bocca.

I cinque Alpha sono già spariti.

Non pensavo che un morso potesse fare così male. Scott mi ha raccontato che sì, bruciava, ma era riuscito tranquillamente a tornare a casa e a curarsi.

E allora perché a me fa questo effetto? Forse perché sono solo metà licantropo…

Chissene importa! Fa male, cazzo! Neanche lontanamente quanto un proiettile, o l’aconito con cui mi aveva avvelenato Gerard. Mille volte peggio.

Cerco di strisciare verso il cellulare per chiamare qualcuno, ma non ce n’è bisogno: l’auto di Derek è appena arrivata.

Isaac deve aver capito che qualcosa non andava e deve aver chiamato aiuto.

Lui, Scott, Derek e Peter mi vengono incontro. Ed è in questo momento che vedo qualcosa brillare accanto al mio viso: afferro l’anello e lo stringo forte, per non perderlo mai più.

  
Leggi le 4 recensioni
Ricorda la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Teen Wolf / Vai alla pagina dell'autore: strawberryfield_A