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Autore: ValeA    27/01/2013    1 recensioni
MOMENTANEAMENTE SOSPESA
Julie Carter ritorna dopo un'assenza di circa 17 anni, a Blackside portando con sé i suoi due figli gemelli Lucas ed Ashleigh di 16 anni.
I ragazzi si troveranno ad affrontare un mondo nuovo e di cui non ne conoscevano l'esistenza, in loro aiuto ci sarà la loro nonna, Tina Carter.
Julie rincontrerà la sua amica di vecchia data Anne Miller, anche lei con una figlia dell' età dei gemelli.
Perché avvengono delle misteriose morti? Perché Matthew Evans é tornato in città? Cosa nasconde Allison Cooper? Chi è veramente Michael Halo? Come è veramente nato tutto?
Chi saranno i buoni della situazione?
Problemi adolescenziali e soprannaturali verranno affrontati in ogni capitolo, verità nascoste e amori.
Come finirà tutto?
Genere: Fantasy, Generale, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Triangolo
Capitoli:
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Questa storia cambierà le scene come in una serie televisiva :)

01. Pilot

Erano le 8:00 di mattina ed Ashleigh e Lucas continuavano a tormentare la madre chiedendole perché stavano andando a Blackside, erano appena entrati nel paese ed avevano appena passato l'enorme cartellone nero e verde con su scritto "Welcome to Blackside (Michigan) 10.357 people".
La musica alla radio era l'unico rumore udibile in quella macchina.
«Wow... Questo posto ha molti abitanti!» disse Lucas,il suo tono era ironico, la madre lo guardò truce.
Sentendo la voce del fratello, Ashleigh, dopo ore di viaggio in silenzio, si svegliò.
«Siamo arrivati?» lei parlò ancora assonnata e con i lunghi capelli biondi scompigliati, la madre annuì.
Attraversarono la piazza del paese e esclamarono all'unisono i fratelli «Che è sta cosa? Non potevamo rimanere a Chicago?» entrambi disgustati.
«State offendendo il paese dove sono nata e cresciuta.» la madre era stanca delle loro lamentele  
«Ci credo che poi te ne sei scappata!» Lucas era divertito e la sorella dopo la sua affermazione scoppiò a ridere e si diedero il cinque. «Bella fratello!» 
La madre parcheggiò nel vialetto e scese dal veicolo, lo stesso fecero i figli con poco entusiasmo.
Dalla porta uscì Tina che andò vicino ai nipoti e la figlia, li salutò «Finalmente siete arrivati! Avete fatto un buon viaggio?» 
«Fantastico! non trovo altre parole...» fu Lucas a parlare e dal suo tono si capì che intendeva il contrario.
Non parlarono più, scesero le valigie ed entrarono nella casa. Posarono i bagagli all'ingresso, poi Tina prese per le braccia i nipoti e salì le scale.
«Vi faccio vedere dove dormirete!» tolse così il dubbio dei nipoti sul dove li stava portando «La tua camera, Ashleigh, è quella a destra, lì in fondo, era di tua madre. Mentre la tua, Lucas, è questa.» i due si diressero ognuno nella propria.
Tina scese al piano terra e parlò con la figlia
«Non li vedo molto contenti di essere qui...» iniziò lei
«Lo so, non lo sono. Gli è costato molto lasciare tutto per venire qua, là avevano gli amici, qui non conoscono nessuno.»
«Si faranno dei nuovi amici.»
«Mamma, non è così facile.»
«Ma qui sono al sicuro, io li istruirò per non far del male, per usarli a fin di bene i loro poteri. Julie hai fatto bene a portarli qui da me.»
«Non mi pento della scelta che ho fatto, l'ho fatto per il loro bene...» i ragazzi scesero le scale.
«Ragazzi, c'è una bella giornata! Fatevi un giro... e non voglio no come risposta.» prese i nipoti e li buttò fuori casa. «E se si perdono? non conoscono il posto!»
«è difficile perdersi in un paesino così piccolo.»
 
Lucas ed Ashleigh erano fuori sbigottiti, la nonna li aveva appena buttati fuori di casa «Iniziamo bene!» disse Lucas scendendo le scale e lasciando la sorella vicino la porta «Dove vai?» 
«Da qualche parte...» e lui proseguì per la sua strada, Ashleigh non voleva seguirlo quindi prese la direzione opposta.

 
 
 
Una ragazza da lunghi capelli ricci e rossi si era appena svegliata, il suo nome è Abigail Evans. Si alzò dal suo enorme letto e si andò a preparare. Mentre stava lavando i denti qualcuno suonò il campanello di casa sua. Scese le scale ancora in pigiama, per lei era strano che qualcuno suonasse a casa sua, non conosceva nessuno in quel posto.
Si era trasferita da poco, circa tre mesi. Aprì e si trovò di fronte un ragazzo di circa 20 anni.
«Matt?!» disse al ragazzo castano con due bellissimi occhi verdi. Lui le fece un sorrisone e si abbracciarono.
«Che ci fai qui?»
«Non posso venire a trovare la mia sorellina?» era felice di vederlo, non lo vedeva da un po' di anni, aveva perso le tracce del fratello. Lo fece entrare.
«Per quanto rimani?»
«Sono venuto per restare.» ed ora Abigail aveva l'opportunità di averlo in giro per casa ogni giorno e non passare le sue giornate sola.
Da quando era ritornata a Blackside non era uscita di casa, solo la sera sul tardi quando in paese tutti dormivano. In quel paese era ritornata per la tranquillità che le aveva sempre trasmesso e perchè le mancava, soprattutto il fratello che non vedeva e che quel giorno le aveva bussato alla porta.
«Questo posto è cambiato molto dall'ultima volta...»
«Matt, è passato più di un secolo dall'ultima volta... le cose cambiano...» il tono di Abigail fu triste, le mancava essere umana.
«Lo so, Mi dispiace.»
«Non è colpa tua...» non lo era davvero. Prima che il fratello parlasse, lei lo anticipò «Vado a prepararti la tua camera!» e scomparì dalle scale.
Matthew la guardò con un enorme sorriso stampato sul volto, le era mancata. Appena aveva ritrovato le sue tracce non aveva perso secondo per andarla a trovare.
«Mi devi far conoscere il posto e mi devi presentare un po' di persone!» disse lui a voce alta per farsi sentire dalla sorella che era al primo piano dell'enorme casa.
Abigail non gli diede risposta.
 

 
 
«Sceriffo, venga da questa parte!» non ebbe neanche il tempo di fermare la macchina che un ragazzo sulla trentina che lavorava per lui gli corse in contro. Scese dalla macchina e seguì il ragazzo. Si trovavano nel bosco, un cadavere si trovava tra due alberi. Era una ragazza, era piena di sangue e indossava una minigonna ed una maglietta sopra l'ombellico.
«La sua identità?»
«Sconosciuta, non aveva dietro nessuna carta d'identità. Si pensa sia stata uccisa da qualche animale, forse un orso o un lupo.» disse il ragazzo, facendo mentre vedere i morsi al collo e alla schiena.
«Si sa perchè si trovava qui?» 
«Forse lavorava in strada... ci siamo capiti?»
«Sì, Brown ci siamo capiti... Altro?»
«Nulla Sceriffo.» Lo sceriffo Adams si allontanò, visionando il luogo.
Credeva debole l'ipotesi che fosse stato qualche lupo o orso. Lì non c'erano mai stati. Ma i morsi lasciavano intendere quello. Tutti sanno che i lupi sono animali che si spostano facilmente.
«Brown, devo tornare in ufficio. Se scopri qualcosa, avvisami!» 
«Va bene Sceriffo!» il ragazzo sembrava davvero intensionato a scoprire cosa era successo. Voleva sorprendere il suo capo e magari avere una promozione.
George Adams tornò alla sua macchina da Sceriffo e la mise a moto allontanadosi da quel posto, lasciando lì altre 5 o 6 persone che stavano facendo il proprio mestiere. George aveva dell'altro lavoro da sbrigare.
 

 
 
Ashleigh camminava incerta nelle strade di Blackside, a lei sconosciuta.
Non sapeva dove stesse andando ma non voleva ritornare indietro, voleva ormai proseguire e scoprire quel paesino. Le arrivò un messaggio di suo fratello quindi prese il cellulare
*Ti sei persa?* per orgoglio gli avrebbe detto di no, anche se la risposta era il contrario. Quindi inviò un *No, e tu?*.
La risposta non tardò ad arrivare.
*Forse =)* "peggio per lui" pensò Ashleigh, se l'aspettava si perdevano insieme ma non l'ha fatto e si sono persi da soli in due posti diversi.
Stava per posare il cellulare quandò le arrivò un altro messaggio, sempre da parte di Lucas. *E comunque lo so che ti sei persa :D* suo fratello la conosceva troppo bene e sapeva anche che lei quella soddisfazione di ammettere che era vero non gliela avrebbe data completamente. Guardando lo schermo del cellulare non si accorse che andò in contro a qualcuno, una ragazza dai capelli castano chiaro ed occhi azzurri.
«Scusami, ti sei fatta male?» chiese la ragazza.
«No tranquilla, scusami tu!» quella ragazza la stava squadrando dalla testa ai piedi e Ashleigh si stava sentendo a disagio, finchè la ragazza non esclamò tutta contenta «Sei nuova di qui? Vero?» Ashleigh annuì.
«Finalmente una faccia nuova! Piacere sono Caitlin Miller...» le porse la mano «Ashleigh Carter!»
«Bel nome! Aspetta... hai detto Carter?» Ashleigh annuì una seconda volta.
«Sei nipote di Tina Carter?»
«Sì, la conosci?»
«Certo! Chi non la conosce? L'unica ad avere un erboristeria qui.» tutti gli abitanti di quel posto conoscevano sua nonna, più di quanto sapesse lei. Questa cosa non le piaceva tanto. «Quando sei arrivata?»
«Stamattina...»
«Tu, sola?» Caitlin era contenta di un nuovo arrivo in paese, ma voleva sapere se era da sola.
«No, io con mia madre e mio fratello...» le rispose, Caitlin voleva fare mille domande ma non voleva passare per una persona invadente, quindi evitò. «A dirti la verità, oltre mia nonna sei la prima persona con cui parlo!» 
«Oh che onore!» Caitlin era elettrizzata.
«Ti posso chiedere un favore?» la ragazza castana annuì.
«Mi riporti a casa di mia nonna? Non conosco il posto e mi sono persa...» 
«Certo... Andiamo!» ad Ashleigh quella ragazza stava simpatica.
 
 
 
Lucas camminava tranquillo, aveva appena finito di messaggiare con la sorella. Anche se non gliel'aveva ammesso sapeva che si era persa. Si era perso anche lui. L'idea di camminare in paese solo per la prima volta non era stata una buona idea.
Vide dall'altro lato della strada una ragazza vestita elegante a fare compere con un'altra ragazza. Erano una con i capelli neri e l'altra con i capelli castani più chiari. Erano carine, si avvicinò.
«Scusate ragazze...» il suo tono fu gentile, la castana si girò per vedere a chi apparteneva quella voce, l'altra continuò a fare altro, scocciata.
«Si?» chiese la castana. 
«Sono nuovo in paese... e non so ritornare a casa mia... Pot..?» fu interrotto dalla ragazza scocciata.
«Se sapevi che ti perdevi perchè non te ne stavi chiuso dentro casa?» si girò poi guardandolo in faccia e se ne pentì, il ragazzo era davvero bello.
«Calma ragazza.. Hai mangiato veleno a colazione?» disse divertito da quella ragazza, era carina. l'altra non sentendosi calcolata si presentò.
«Sono Karen Hill» porse la mano che fu ricambiata.
«Lucas Carter... e tu?» disse alla ragazza che lo aveva trattato in malo modo.
«Allison, Allison Cooper... ed è un vero dispiacere conoscerti!» disse offesa per quello che il ragazzo le aveva detto sulla colazione.Nessuno mai aveva osato tenerle testa.
«Confermi la mia idea del veleno così...» Lucas fece un sorrisone.
«Sei parente dell'erborista?» chiese Karen, lui era confuso. «di Tina Carter.» cercò di essere più specifica.
«Ah si... è mia nonna!» Allison sbuffò.
«Si può sapere che ha la tua amica?» 
«Non lo so... Vuoi che ti accompagnamo?»
«Accompagnamo?... Scherzi vero?» Allison non aveva proprio voglia di portarlo a casa sua.
«No... se non vuoi vado sola...» la lasciò fare, Lucas disse un grazie a Karen e se ne stavano per andare.
Appena furono due metri più lontani di lei, gli andò dietro.
«Te ne sei pentita?» a Lucas piaceva prenderla in giro.
«Sì... qualche problema?» gli tenne il gioco.
«Nessuno...» la strada la proseguirono in silenzio.
 
 

 
«I ragazzi sono fuori da due ore e non sono ancora tornati... é stata una pessima idea la tua» Julie era preoccupata per i figli che ancora non erano tornati. La madre tranquilla cucinava per il pranzo.
«Oh smettila... non si possono perdere qui... Questione di minuti e torneranno» e riprese a cucinare.
«Julie aiutami per favore.» guardava la madre allibita, sembrava che non gli importava nulla dei suoi nipoti.
Ma si ricordò che era proprio così che aveva cresciuto lei, cavandosela da sola. 
«Ok, ma se entro mezz'ora non tornano, vado a cercarli!» 
«Va bene»
«Come glielo spiegherai?»
«Come l'ho spiegato a te... Sperando che loro non svengono!» ricordava ancora quando la figlia non l'aveva presa bene, era svenuta, quando si era svegliata pensava di aver sognato ma la madre gli confermò che non era così. Svenne per una seconda volta.
«Speriamo...» e a quel ricordo sorrise, se lo ricordava anche lei troppo bene. Il periodo iniziale fu il più difficile, poi dopo iniziò a piacerle quella situazione.
Si sentiva forte.
 

 
 
Caitlin ed Ashleigh camminavano finchè una voce non li fermò.
«Caitliiin!» la voce proveniva dall'altro lato della strada. Era di un ragazzo della loro stessa età, capelli scuri e gli occhi castani. Si avvicinò a loro.
«Hey David!» lo salutò con un bacio a stampo la ragazza, Ashleigh guardava la scena in silenzio.
«Lei chi è?» disse poi lui notandola.
«Si è trasferita oggi qui. Lei con suo fratello e sua madre.» Caitlin non riusciva a non mostrare la sua contentezza.
«Comunque lei è Ashleigh Carter, la nipote di Tina Carter l'erborista... Lui è David Adams, il mio fidanzato ed anche figlio dello sceriffo della zona.» continuò presentandoli. I due ragazzi si strinsero la mano. 
«La stavo riportando a casa, si è persa!» parlò sempre lei.
«Vengo con voi, se non disturbo... casa mia è lì vicino» 
«Oh no... certo che non disturbi» prese per la prima volta parola Ashleigh sorridendo ai due fidanzati.
Era felice di poter conoscere nuove persone, voleva ambientarsi presto, si erano trasferiti a tempo indeterminato e non voleva essere un asociale.
A Caitlin suonò il cellulare, prese la chiamata. Era sua madre.
«Tesoro, ci sei a pranzo a casa?»
«Si, mamma... puoi venirmi a prendere a casa della signora Carter?»
«Che ci fai lì?»
«Poi ti spiego»
«Va bene, arrivo...» e chiuse la chiamata. Ripresero a camminare.
 

 
 
«Sceriffo, è venuto suo figlio prima... Non ha detto cosa voleva» non ebbe neanche il tempo di entrare nel suo ufficio.
Quel giorno nessuno gli dava il tempo per niente. Sembrava che tutti avevano fretta.
«Grazie, lo chiamo subito...» non l'avrebbe chiamato... sapeva che voleva la macchina. Ma non gliel'avrebbe data.
Gliel'aveva tolta e non avrebbe cambiato idea. Appena si sedette, ascoltò i messaggi in segreteria.
«Papà quando decidi di ritornarmi la macchina?» il primo.
«Papà, hai cambiato idea?» il secondo.
«Ti chiedo scusa, Papà!» il terzo.
«Perchè non rispondi?» il quarto.
«Sono venuto in ufficio, tu non c'eri» il quinto, li cancellò senza continuare a sentire, erano tutti di suo figlio. Digitò dei numeri. Lasciò un messaggio in segreteria.
Non capiva perchè aveva il cellulare spento. 
«Se continui così la macchina non la vedrai ma più, avevo 40 messaggi sulla segreteria telefonica tutti tuoi... A casa ne parliamo!» il suo tono non era contento.
Poi prese dei fogli, qualcunò entrò senza bussare.
«Il corpo è stato consegnato alla dottoressa Miller per l'autopsia.» disse un ragazzo.
«Grazie Sanders, me ne occupo io ora...» il ragazzo uscì.
 
 
 
Una donna scese dalla macchina, suonò al campanello di casa Carter. Aprì una donna bionda. Era Julie Carter.
«Julie?!» 
«Anne?!» dissero insieme le due donne incredule. Si abbracciarono.
«Quanto tempo!» a Julie era mancata Anne, era la sua migliore amica, erano cresciute insieme.
«Circa 17 anni, ma che ci fai qui?» Anne non credeva ai suoi occhi, le era mancata.
«Sono tornata per restare...» si ri-abbracciarono. Furono interotti da tre ragazzi.
«Mamma!» dissero due ragazze in coro. Il ragazzo era imbarazzato.
«Hai una figlia?» Julie si era persa questo particolare della vita di Anne, ma anche quest'ultima si era persa dei particolari della sua vita.
«Sì, lei è Caitlin... Ma a quanto vedo anche tu hai una figlia.» Caitlin si presentò educatamente a Julie.
«In realtà due, Ashleigh e Lucas. Sono gemelli!» Ashleigh fece la stessa cosa che aveva fatto prima Caitlin con la madre.
«Lui è David, il suo fidanzato» la bionda sedicenne presentò il ragazzo alla madre, indicando poi la figlia dell'amica.
Nel frattempo arrivarono altri tre ragazzi.
«Lui è l'altro mio figlio.» disse poi Julie vedendo spuntare il figlio.
Tutti si girarono. Caitlin appena vide Allison Cooper sbuffò, non sopportava quella ragazza. Non l'aveva mai sopportata. Le dispiaceva per Karen, la trova simpatica.
«Loro chi sono?» la madre era curiosa di sapere le "nuove conoscenze" del figlio.
«Piacere sono Karen» si presentò gentilmente la ragazza. L'altra diversamente disse  «Io sono una che vuole ritornarsene a casa...» 
«Perchè non ci vai? Togli a tutti il dispiacere di sopportarti» Anne fece segno alla figlia di smetterla. Ashleigh rise e anche David e Lucas risero, Karen si trattenne.
«La mia amica si chiama Allison e si scusa per la sua risposta di prima... Vero Allison?» Karen era molto paziente con lei.
«Sì.» la sua risposta uscì come un grugnito.
Il cellulare di Anne squillò, rispose.
«Pronto?»
«Sono lo sceriffo Adams...»
«Oh Sceriffo, mi dica...» David che era distratto rimase attento.
«Dopo che fa l'autopsia, può inviare i risultati a me... Non le faccia capitare nelle mani dei miei colleghi.»
«Certo, nessun problema!»
«Grazie, arrivederci!» 
«Arrivederci!» David voleva sapere che cosa si erano detti.
«Scusate lavoro... Era tuo padre David. Comunque Caitlin andiamo?» la ragazza andò dietro la madre e salutarono con un ciao a tutti,e David fu salutato con un bacio veloce. Anche Karen ed Allison se ne andarono, la prima salutando educatamente e la seconda addirittura senza salutare. Se ne andò anche David, che abitava nella casa accanto.
«Mi avete fatto preoccupare! Entriamo che è pronto il pranzo.» Julie li invitò ad entrare.
I due fratelli si guardarono in faccia e poi dissero all'unisono «Ma lo sai che la nonna è un erborista?» scoppiarono a ridere.
«Lo sapevano tutti tranne noi!» 
«Già.» concluse il discorso Lucas ed entrarono.
 

 
 
«Come fai a conoscere la madre di Ashleigh?» chiese Caitlin curiosa.
«Andavamo al liceo insieme, era la mia migliore amica... Poi sedici anni fa si trasferì senza dire niente a nessuno.»
«Neanche alla signora Carter?»
«No, lei sapeva... ma per privacy nei confronti della figlia non disse nulla.» Anne stava spiegando alla figlia cose di cui non avevano parlato. Quel periodo in cui Julie era partita, erano successe altre cose... tra cui la gravidanza della sua 
Caitlin, il padre però era scomparso. Non aveva avuto più sue notizie da 17 anni. 
«Ah capisco..» Caitlin voleva sapere tante cose, ma non chiese nulla. Gliel'avrebbe chiesto in futuro. Per ora voleva solo conoscere Ashleigh e diventare sua amica e magari conoscere anche Lucas. Era un ragazzo carino.
La strada proseguì in silenzio.
 

 
 
«Abby!» Matthew era seduto nel divano del salotto ed ancora aspettava sua sorella. Non era scesa ancora.
Finalmente qualcuno comparve dalla tromba delle scale. 
«Ti serve qualcosa?» chiese al fratello che l'aveva appena chiamata
«Beh sai com'è, non ti vedo da tanti anni... Vorrei passare un pò di tempo con la mia sorellina!» disse facendo la faccia da cucciolo.
«Ti stavo preparando la tua stanza! Ed è pronta...» disse soddisfatta di aver finito di aver preparato la stanza del fratello.
«Usciamo un po'... facciamo un giro del paese! Presentami qualcuno.»
«é una bella idea ma c'è un problema...» non sapeva come deve spiegare a suo fratello che non conosce nessuno.
«Quale?»
«Io... io non conosco nessuno qui, da quando sono qui non sono mai uscita...»
«Cooosa? Mai-mai?»
«La sera sul tardi... mai di giorno.» il fratello la guardò sconvolto, non poteva credere che sua sorella si era rinchiusa dentro casa. Aveva deciso.
«Ora ti dai una sistemata ed usciamo, e cerchi di conoscere qualcuno! E non voglio obiezioni.» la prese per le spalle e la fece andare su per le scale. Le disse anche di muoversi.
 

 
 
«Sei stata veramente sgarbarta!» Karen rimproverò Allison per il suo comportamento con i nuovi arrivati in città. Capiva che aveva i suoi problemi personali a cui pensare ma non trovava giusto quel modo di comportarsi con le persone.
«Non è un mio problema» e superò l'amica cammninando sola, lei però non si diede per vinta e la raggiunse.
«Allison smettila! Te la prendi con la gente che non c'entra niente...»
«E con chi me la devo prendere? Con i miei? Non posso... non ci sono mai a casa... Non ricordo neanche il colore di capelli di mia madre o gli occhi di mio padre... Sono sempre in giro per il mondo!» disse urlando, lei se la prendeva con il mondo perchè non se la poteva prendere con i suoi. Non sapeva quasi niente su di loro, andavano sempre fuori città. Lei aveva sempre vissuto e cresciuta con delle tate. Da piccola invidiava tutti i bambini perchè avevano una famiglia normale, un padre e una madre presente o uno dei due. Lei invece non aveva nessuna figura genitoriale, solo delle educatrici che non le avevano mai fatto neanche una carezza.
Karen finalmente la vide sfogarsi o almeno ci stava provando. Aveva tolto per un attimo togliersi quella maschera da strega-cattiva. L'abbracciò e lei ricambiò. 
«Tranquilla... ci sono io!» le sussurrò all'orecchio.
«Ce la posso fare anche da sola, come sempre...» Non voleva fare pena a nessuno e così si staccò dall'abbraccio e poi disse «Andiamo che ho fame!» ripresero la strada come se nulla fosse successo.
 
 
 
 
Ashleigh e Lucas stavano sparecchiando, Julie lavava i piatti e la nonna era scomparsa dalla stanza.
«Ragazzi, la nonna avrà bisogno di aiuto in negozio... io le darò una mano, lavorerò con lei nel negozio. Voi frequenterete il liceo che ho frequentato io.» 
«Devo andare a piedi a scuola?» chiese Lucas.
«No, prenderai il furgoncino che apparteneva a tuo nonno.» Ashleigh guardava la scena continuando a sparecchiare.
«Speriamo che almeno è in buone condizioni!» 
«Certo che lo è... L'aveva comprato sei anni fa, due mesi prima della sua morte.» disse la nonna entrando nella sala.
«Potete lasciare tutto un secondo? Ci pensa vostra madre a continuare... seguitemi in salotto, vi devo dire una cosa.» i nipoti annuirono e la seguirono. Li fece accomodare nel salotto e si sedette anche lei. Dopo circa un minuto di silenzio, dove i due ragazzi aspettavano che la nonna parlasse, si decise e iniziò il suo discorso.
«Se siete venuti qui c'è un motivo.»si bloccò.
«Quale?» domandò Lucas, prese la parola perchè la nonna non accennava a continuare.
«Sta succedendo una cosa, per quelli della nostra famiglia alla vostra età è normale. Vostra madre non sapeva come prepararvi ed ha deciso di rivolgersi a me. Per questo siete qui.» Ashleigh si stava preoccupando.
«Che ci sta succedendo? Cosa è normale per la nostra famiglia a quest'età?» Ashleigh voleva sapere.
«Tu ed anche tuo fratello siete delle streghe, avete dei poteri dentro voi.» sputò il rospo, aspettando una reazione meravigliata dei nipoti che non arrivò. Ashleigh la guardava come se fosse pazza, mentre Lucas si alzò dal suo posto. «Assurdo! Non fa ridere nonna.» disse poi scoppiando a ridere. I due nipoti la stavano prendendo per pazza.
In stanza entrò anche Julie.
«Ragazzi è vero! Non sta scherzando...» si girarono verso di lei.
«Mamma la magia non esiste... è ovvio che scherza.» Ashleigh ne era convinta.
«Se stessi mentendo, potrei fare questo?» Tina si concentrò sulla libreria e fece uscire un libro. Lo portò accanto a loro.
Loro la guardarono stupefatti. 
«Perchè non ce ne hai mai parlato?» chiese Ashleigh, la madre scrollò le spalle.
«Non hai mai fatto mai nulla del genere in passato a Chicago!» Lucas si riprese dopo aver cercato di capire quello che stava succedendo. La madre gi rispose.
«Lucas, io non ho più i poteri.»
«Per quale motivo?» Ashleigh stava venendo divorata dalla curiosità. La madre non ne voleva parlare, prese la parola Tina.
«Ha commesso uno sbaglio e ne ha pagato le conseguenze... Ma basta con le domande adesso. La cucina vi aspetta!» 
«Nonna non puoi sganciare una bomba così e poi mandarci a pulire la cucina!» Lucas voleva sapere altro.
«Invece sì! Forza, al lavoro. La cucina non si pulisce da sola.» li fece alzare e li mandò in cucina.
I due fratelli si guardarono in faccia. «Ho perso il conto di quante volte ci ha spinti per farci fare qualcosa!» poi disse Ashleigh. «E sono sicuro che lo farà ancora. Poi non ho capito perchè dobbiamo pulire se può farlo con i suoi poteri.» ritornarono a quello che stavano facendo prima.
 
 
 
«Papà!» disse David sentendo la porta aprirsi.
«David, vieni un secondo in soggiorno!» disse un po' arrabbiato col figlio. David obbedì.
«40 messaggi sulla segreteria telefonica solo tuoi! Sulla segreteria telefonica del lavoro... Ti rendi conto?»
«Ehm...» non sapeva cosa dire, non se ne era reso neanche conto. «Scusami papà! non ci ho fatto caso.» abbassò la testa mentre lo disse. «Senza la macchina mi sento perso...»
A George arrivò una chiamata. 
«Pronto? Si arrivo subito!» chiuse la chiamata, durata pochi secondi. 
«é successo qualcosa?» David glielo chiese per cambiare discorso, non voleva essere rimproverato.
«Devo scappare al lavoro!» si rimise la giacca. Stava per uscire dalla porta «E non mi intasare più la segreteria del lavoro.» e se ne andò.
 

 
 
Abigail e Matthew stavano passeggiando per le strade di Blackside. Cercavano ricollegare degli edifici attuali a qualcosa che prima si trovasse lì.
«Qui c'era la casa della tua amata Agnes» lo scimmiottò la sorella. 
«Era solo un'amica.» mise in chiaro.
«Sì, un amica di cui ti eri innamorato.» non gliel'aveva mai ammesso ma sapeva che era così. Lo si notava da come la guardava, da come era geloso quando qualcuno ci provava con lei, le ubbidiva quasi come un cagnolino. Ma lei l'aveva sempre visto come un amico, il suo migliore amico.
«Se lo ammetto tanto non cambia niente! E Non ne ero innamorato, era una semplice cotta adolescenziale.»
«Va bene... come vuoi...» Inutile fargli ammettere qualcosa, non avrebbe ceduto.
«Ti ricordi cosa c'era qui?» chiese lui, indicava un negozio. Era l'erboristeria. Scosse la testa.
«C'era la casa della tua amica Liz, Liz Carter!» strano che non se lo ricordasse, erano molto legate.
«Già vero...» non poteva credere di aver dimenticato quel posto.
«E il negozio appartiene a una Carter.» Matthew aveva appena letto l'insegna. «Ancora esistono in questo paese a quanto vedo.» la sorella gli diede una gomitata.
 
 
 
 
«Pronto?» rispose incerta al cellulare Ashleigh, non conosceva il numero.
«Sono Caitlin! Come va?» quella ragazza la stupiva.
«Come hai fatto ad avere il mio numero?» non ricordava di averglielo dato.
«Lunga storia, lascia stare! Volevo chiederti una cosa..»
«Dimmi.» era curiosa di sapere
«Ci vieni ad una festa?» 
«Quando? Dove?»
«Fra due giorni, a casa di Allison. Quella ragazza sgarbata...»
«Non mi siete sembrate "amiche".» sottolineò l'ultima parola.
«Non lo siamo, ma la festa è per tutti i ragazzi. E se tutti quelli che non la sopportano non si presentano, la festa sarebbe solo con due o tre persone... Quindi verrai?» le spiegò e la invitò a venire.
«Sì, va bene!»
«Fantastico! Porta anche tuo fratello ovviamente... Anche lui è invitato... ora devo andare... Ciao!» non le diede neanche il tempo di rispondere che chiuse.
Sì, quella ragazza la stupiva.
 

 
 
«Dottoressa Miller, salve!» disse George Adams entrando nella stanza dove si trovava Anne Miller.
«Salve Sceriffo!» salutò.
«Stavo controllando il corpo, questi sono chiari segni di morsi. Escludo la possibilità che sia un orso. Un'idea ce l'avrei...»
«Mi dica Dottoressa...»
«Non mi prenda per pazza, lei sa delle leggende di questo posto?» lui annì. «Bene, e se fossero state le creature della notte?»
«Si spieghi...» disse George.
«Vampiri!» 
«Lei ci crede a queste creature?» 
«Sì, e sono sicura che ci crede anche lei...» Anne era brava a capire la gente. Ed era vero, lui credeva a questa ipotesi.
Gli antenati di George era cacciatori di vampiri, pensava che erano leggende. Ma poi trovò dei documenti che teastimoniarono il contrario.
«Dobbiamo avvisare il sindaco Harris.» decretò in fine George.
«E dirgli cosa?»
«Di questa ipotesi.»
«Potrebbe prenderci per pazzi!» ed Anne non poteva escludere invece questa ipotesi «Ma lo deve sapere comunque, per il bene della città ne deve essere a conoscenza!» Anne sapeva che lo sceriffo aveva ragione.
«Va bene, ma prima dobbiamo esserne certi...»
«Okay. Mi faccia sapere. Arrivederci.» e uscì dalla stanza, dopo che Anne lo salutò.
 
 
 
 
 
Karen era ritornata a casa, dopo essere stata tutta la mattina con Allison. 
«Ciao tesoro!» disse il padre.
«Papà!» ricambiò.
«Vado in ufficio, a più tardi!» le diede un bacio sulla fronte. Era abituata a vedere poco suo padre.
Salì in camera. Non aveva nulla da fare, quindi si mise nel letto e guardava il soffitto, il campanello suonò.
«Vado io, mamma!» aprì la porta e si ritrovò il suo fidanzato, Nicholas Harris. 
«Ciao amore!» lo salutò lei. Lui le diede un bacio sulla bocca.
«Ero venuto stamattina, ma tua madre mi ha detto che eri con Allison.»
«Sì, abbiamo fatto un po' di shopping!» disse sorridente. «Per cosa sei venuto?»
«Ci deve essere per forza un motivo, non posso semplicemente venire a trovare la mia ragazza?» 
«Certo che puoi! Ops entra...» lo invitò ad entrare. 
«Stasera andiamo da Allison? é sola, le facciamo compagnia! I suoi sono partiti ieri e non si sa per quanto mancano« » gli disse. 
«Non puoi andarci solo tu?» lei fece uno sguardo da cucciolo. «Ok, vengo!» si arrese lui.
«Bravo, la giusta scelta.»
 
 
 
Era già sera a Blackside. Lucas stava disfacendo le sue valigie e lo stesso faceva la sorella, Tina stava preparando la cena mentre Julie era in giardino che guardava le stelle e pensava se avesse fatto le scelte giuste per i suoi figli.
Abigail e Matthew passeggiavano ancora per il paese, parlavano e sorridevano.
Anne preparava il pranzo aiutata da sua figlia Caitlin.
David passava un'altra sera a cenare da solo, improvvisando qualcosa di commestibile.
Lo sceriffo George Adams era nel suo ufficio immerso di carte.
Karen e Nicholas stavano uscendo di casa per andare da Allison e quest'ultima era nel salotto di casa sua che guardava la tv.
 
 
 
Allison sentì il rumore del campanello di casa sua. Si alzò dal divano e andò ad aprire.
Vide spuntare dalla porta Karen e Nicholas, li fece entrare.
«Siamo venuti per farti compagnia!» disse Karen con un sorriso a trentadue denti. Entrò prima lei, poi lui con una maxi pizza in mano. Si accomodarono nel salotto. «Perchè non vediamo anche un film?» Propose Karen. Gli altri annuirono. 
Scomparve, in direnzione camera di Allison. Cercando qualche film.
«Sapevo che Karen sarebbe venuta, ma tu che neanchi mi sopporti?»
«Se fosse stato per me non sarei venuto, ma lei mi ha convinto!»
«Nicholas Harris che cede? Wow!» 
«Fa' finta che non ci sono.»
«Perchè dovrei? Sei a casa mia e io sono ospitale...» lui non disse nulla «Non sono maleducata con gli ospiti!» si avvicinò a lui.
«Puoi allontanarti?» 
«Perchè? Mica mordo.» disse innocentemente.
«Non ne sarei così sicuro!» si avvicinò ancora di più lei, erano faccia a faccia. Li dividevano 5 centimetri.
«Potresti essere più gentile... Io ci sto provando ad esserlo con te.» si allontanò un po' lui, non vedeva l'ora che arrivava Karen.
Allison non mollò si avvicinò di nuovo, ancora di più di prima. Ora li dividevano solo 3 centimetri.
 
 
 
 
« »Puoi raccontarmi qualcosa sulla tua amicizia con Julie? Non mi ha mai parlato del tuo passato, neanche di papà.» disse Caitlin tristemente.
La madre lo notò. Non la voleva vedere triste, ma non poteva raccontarle del padre. 
«Cosa vuoi sapere di Julie?» evitò la seconda parte della frase.
«Non lo so... Qualsiasi cosa!»
«Mmm ok...» stava pensando.
«Dove vi siete conosciute?» la figlia cercò di aiutarla.
«All'ospedale, siamo nate lo stesso giorno, le nostre madri erano nella stessa stanza!» con Julie senza neanche farlo apposta condividevano tante cose.
«Wooow!»
«Siamo cresciute insieme! Abbiamo combinato molti guai e cercato di sistemarli. Sai, anche lei è una strega. Abbaimo usato tanti trucchetti ai tempi del liceo per copiare!» disse ricordando quei momenti.
«Quindi lo sono anche i figli? Come me?» 
«Molto probabilmente sì!»
«Ti manca non avere più alcun potere?»
«Un po'!» 
«Posso sapere come mai non li hai più?» 
«Una lunga storia tesoro...» non aveva voglia di raccontarglielo. 
 
 
 
«Cosa vuoi?» chiese lui sottovoce.
«Mmm non lo so... Forse avere una conversazione civile con te?»
«Beh l'hai avuta, spostati!» lui deglutì.
«Ti metto in soggezione? Ti faccio questo effetto?» Allison sorrise.
«No!» urlò il ragazzo.
«Allora baciami!» la guardò confuso. «E dimmi che non hai sentito nulla?»
«Sono fidanzato.» voleva uscire da quella situazione che si stava creando. Pensava soltanto *ma quanto ci mette a scegliere un film?* sembrava scomparsa Karen.
«La tua è una scusa per sfuggire a questa situazione.» decretò lei.
Preso dalla rabbia perchè non la sopportava più e dall'orgoglio per mostrare il contrario, la baciò. Durò circa 10 secondi, finchè lui l'allontanò bruscamente. «Contenta?» lei si sentiva umiliata ma non gliel'avrebbe data vinta. Non gli interessava se era fidanzato con l'unica persona che con lei si comportava d'amica, che sembrava che ci tenesse a lei. Lei non si faceva umiliare così. Doveva essere lei a staccarsi. Stava per parlare, ma furono interrotti da Karen che scese le scale tutta contenta di aver trovato un film.
«Scusate l'attesa! Ma ho trovato il film.» disse tutta emozionata, inconsapevole di quello che era succeso qualche minuto fa.
 
 
 
«Buonanotte tesoro!» disse Julie dando un bacio sulla fronte del figlio.
«Mamma non ho più cinque anni!» protestò come un bambino.
«Lo so. Sei cresciuto!»
«Oh per favore non iniziare a piangere...» Julie si ricompose.
«Mi dispiace non aver chiesto il vostro parere per essere venuti qui. Non vi erano molte alternative.» non avrebbe detto niente a sua madre su quello che gli stava balenando per la testa.
«Ormai siamo qui... Buonanotte mamma!» spense la luce.
«Buonanotte!» uscì dalla stanza e chiuse la porta. Passò per la stanza della figlia, stava dormendo.
Era adorabile per lei. Aveva la bocca aperta, un libro poggiato malamente nel petto, sistemò il libro sul comodino.
Le fece una carezza, lei si mosse. Non voleva svegliarla. Le spense la luce e chiuse la porta. Se ne andò per la sua camera.
 
 
 
 
Nell'oscurità della notte, Blackside poteva sembrare un paesino tranquillo. Ma non era così.
Un ragazzo spaventato urlava e scappava da qualcuno. Questo qualcuno con la poca luce che proveniva dai lampioni era difficile da riconoscere.
Raggiunse il ragazzo, lo bloccò e gli morse il collo. Succhiò abbastanza sangue da farlo svenire.
Poi con un coltello lo prese per l'addome, più di una volta, riuscendo ad ucciderlo.
 
 

THE MYSTERIOUS BLACKSIDE

 

Note dell'autrice:
Questa è la mia prima originale che pubblico. Sarà scritta sempre così, con le scene che cambiano come se fosse una serie televisiva :)
I personaggi come li immagino io:
Ashleigh Carter: Brittany Robertson
Lucas Carter: Alex Pettyfer
Julie Carter: Gwyneth Paltrow
Tina Carter: Kathy Baker
David Adams: Gregg Sulkin
Caitlin Miller: Rachel Hurd-Wood
Anne Miller: Hilary Swank
George Adams: Sam Robards
Allison Cooper: Samantha Boscarino
Karen Hill: Georgie Henley
Matthew Evans: Grant Gustin
Abigail Evans: Holland Roden
Nicholas Harris: Taylor Lautner

Ps. Me lo fate sapere cosa ne pensate?
Anche una critica, purchè sia costruttiva :)

 

Gli abbigliamenti: http://www.polyvore.com/mysterious_blackside/set?id=70373162 (Ash e Caith)
 http://www.polyvore.com/mysterious_blackside/set?id=70374288(Karen e Ally)
http://www.polyvore.com/mysterious_blackside/set?id=70375612 (Tina)
http://www.polyvore.com/mysterious_blackside/set?id=70376521 (Julie e Anne)
http://www.polyvore.com/mysterious_blackside/set?id=70377061 (Abby)

 


Alla prossima!
ValeA

  
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