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Autore: Ria-chan    27/01/2013    1 recensioni
“Non cercare di bloccare il sole che splende su di me”
E’ un’illusione.
Una mera illusione.
Anche YunHo credeva di aver trovato la pace dopo aver pianto tutta l’anima.
Ma quel posto di cui JaeJoong parla non esiste, non è altro che un castello in rovina che minaccia di frantumarsi e cadere come polvere al suolo.
Non c’è sole lì.
E non ce ne sarà mai.
Non esiste pace dopo aver perso se stessi.
E questo YunHo lo sa bene.
--YunJae-
Genere: Dark, Introspettivo, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: Nonsense, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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 Vengo a rompere anche qui XD Perdonatemi.
Oh, più che altro perdonatemi per questo schifo senza capo nè coda che vi sto proponendo ma, davvero, non potevo tenerlo relegato nel pc dopo aver l'assoluta certezza che anche volendo, se lo scrivessi altre 1000 volte, non riuscirei a vedere null'altro che le "immagini" di cui ho scritto.
Prima di tutto dovrei dirvi che la fic si basa su MINE, la nuova canzone di Jae.
Non so voi ma vedendola, a primo impatto, ho pensato: cosa è successo? Perchè questo cambio di stile così improvviso e... particolare?
Come ho detto nella storia ho sempre pensato che Jae fosse perfetto per il ruolo di "tenebroso" ma, conoscendo la sua personalità, non sono mai riuscita a vederlo davvero come tale. Ora invece ci riesco. In qualche modo ho come la sensazione che qualcosa in lui sia completamente cambianto, e non parlo di crescita ma, piuttosto, di luce.
Ho visto piano piano il suo sorriso diventare sempre più spento e, allo stesso modo, anche l'energia che amavo vedere in lui, in qualche modo non riesco più a scorgerla.
Ecco allora perchè ho scritto questo... delirio. Semplicemente per immaginare cosa possa aver pensato YunHo alla vista di questo MV.
Vi ho annoiate abbastanza, scusatemi, ma era giusto spiegare.
Ovviamente ogni critica è ben accetta :D
Anche "mandate a quel paese" vanno bene u.u
Grazie dell'attenzione.



MINE
 

Sei terribile
Come se fossi infetto, tu..
Veleno sputato tra le grida nella fuga selvaggia
Veleno a cui ormai sono immune
 

Terribile…
Infetto…
Veleno…
In qualche modo, mentre ascolta quelle parole taglienti ad occhi chiusi, abbandonato nella notte insonne, YunHo non può fare a meno di pensare che siano rivolte a lui.
Che siano la punizione per essere rimasto, o per non essere andato via.
Punti di vista, insomma.
Perché è chiaro che sia colpa sua se quelle parole dall’orrido sapere vengono sputate fuori dalle splendide labbra di JaeJoong; vomitate da un cuore rosso che ora, in qualche modo, sembra essere diventato nero pece e grigio fumo.
YunHo sospira.
Vorrebbe riavvolgere il nastro di una vita intera, riascoltare voci conosciute che hanno però ora perso la loro familiarità.
Vorrebbe cancellare ciò che è stato, ciò che è e ciò che sarà da quel momento in poi.
Vorrebbe solo non aver ascoltato quella nuova canzone.
Vorrebbe solo non essersi lasciato convincere dalla malinconia, dalla solitudine e dal suo cuore; perché sì, se ha deciso di ascoltare, di vedere, di conoscere una volta ancora ciò che l’uomo della sua vita è diventato è solo per illudersi di poterlo sentire ancora, di averlo ancora nei suoi giorni e di poter, magari, coltivare la speranza che un giorno qualcosa potrà cambiare.
Ma ha sbagliato.
Come sempre.
Ormai nulla è più rimediabile.
Le lancette dell’orologio non possono percorrere un tempo passato, non possono scorrere a ritroso restituendo ciò che hanno preso e lui deve rassegnarsi.
Così si solleva dal divano, non accende la luce né ferma la musica dell’Ipod, abbandona l’apparecchio sulla morbida fodera bianca e si dirige in cucina: la sua gola è graffiata, in fiamme, come se avesse urlato fino a farla sanguinare, deve bere, magari uscire sul balcone e riprendere aria, respirare, farsi sferzare il viso dal vento ed accarezzare, ancora una volta, l’idea che magari JaeJoong stia guardando quello stesso cielo senza stelle che ora sovrasta l’intera città:
-E’ solo una canzone. Giusto?-
 
No, è molto, troppo di più.
 

Dolce...
Dolce piacere,
E' così dolce che mi divora completamente

 
Immune…
Già, a quanto pare ormai le speranze sono perse…
 
E’ passata una settimana e YunHo non ha mai smesso -neanche durante gli impegni, la notte, il pranzo, la doccia, mai- di pensare alle parole di quella canzone.
Lo hanno ferito.
Morso al polso come un serpente che, iniettando il suo veleno letale direttamente nella vena, lo sta lentamente uccidendo.
Una morte dolce, stranamente dolce perché priva di speranze di salvezza, perché visitatrice di uno spirito rassegnato, perché desiderata e non rinnegata.
Se la merita, infondo.
Ha perso l’unica persona che contava davvero e se n’è accorto tardi, troppo tardi.
Ed è questo il giusto prezzo che deve pagare.
 

Perché gridi così forte?
Il sogno verrà spezzato, cos'è questo senso di vuoto?
Non venire qui! Questo è il mio oceano!
Sono troppo impegnato a lottare contro un dolore
a cui non avevo mai pensato
E' il mio oceano, questo è il mio oceano
Non cercare di bloccare il sole che splende su di me

 
Ancora una volta YunHo combatte con se stesso: ha promesso che dopo quell’ultima canzone non permetterà più al passato di tornare.
Ma fallisce.
Una volta ancora.
Il suo cuore è debole, benché il suo spirito cerchi di resistere.
Ha bisogno di vederlo ancora, e non importa se solo attraverso lo schermo di uno squallido pc.
Deve, deve vederlo, perché anche se sa’ che non dovrebbe la sua punizione è anche questa: ricordare cosa ha perso e farsi del male per averlo permesso.
 
E’ notte quando YunHo decide di accomodarsi una volta ancora sul divano, a luci spente ed immerso nel silenzio totale, per vedere quel video che si era promesso non avrebbe mai visto.
Lo osserva inizialmente con occhi critici e mente concentrata: se vi è anche solo un piccolo indizio, un messaggio nascosto per lui, deve trovarlo e capirlo.
E ce ne saranno, sicuramente.
Perché?
No, non è così egocentrico da pensare di essere ancora il centro dei pensieri di JaeJoong ma, è certo, di avergli fatto male come nessuno forse era mai riuscito a fare.
E per questo il moro parlerà di lui, ancora, finché non si libererà anche dell’ultima spina nel cuore.
Se mai potrà riuscirci, ovviamente.
 
Il sogno verrà spezzato, cos'è questo senso di vuoto?”
-Il senso di vuoto è la mancanza, JaeJoong.-
Dice a se stesso YunHo: anche i suoi sogni si sono infranti quando lo ha visto andare via, quando, stupido come un bambino orgoglioso, non ha voluto ascoltare o capire ciò che l’altro aveva da dirgli; quando, più di tutto, ha capito che non avrebbe mai più potuto sognare dal momento che non c’era più nessuno con il quale avrebbe potuto condividerli.
“Sono troppo impegnato a lottare contro un dolore a cui non avevo mai pensato”
Neanche lui ci aveva mai pensato.
Non lo aveva sognato neanche negli incubi più terribili ma la realtà, si sa, a volte può essere anche più terribile dell’immaginario.
E fa male.
Mentre osserva JaeJoong liberarsi dalle catene che imprigionano contro la pietra, YunHo poggia una mano sul petto, in quel punto preciso in cui, anche attraverso pelle e stoffa, avverte il suo battito: stringe rabbioso la maglia nel pugno e serra la mascella: vorrebbe potersi liberare anche lui o, almeno, avere come il moro l’illusione di poterlo fare.
Ma lui è troppo realista per illudersi in questo modo.
E fa male.
Dannazione se fa male.
Ma lui non può cedere.
Non ne ha il diritto.
Jae forse l’ha avuto.
Ma lui no.
Non può abbandonarsi per vedere tutto ciò che ha costruito crollare al suolo come un castello di carte.
Non può far affondare ChangMin con lui.
Non può abbandonarsi al dolore di vedere uno JaeJoong tanto diverso, nero, buio, rabbioso, solo…
Perché quello non è solo un video, ma ciò che JaeJoong è diventato.
E’ sempre stato un principe delle tenebre, in apparenza, ma YunHo sa bene che dentro di lui splendeva un sole senza paragoni.
Ed ora dov’è, quella luce?
 

Perché fa così tanto rumore?
Lo dirò in modo da farlo risuonare
"Non venire qui, questo è il mio oceano"
Temo che anche questo posto venga rovinato
E' il mio oceano, questo è il mio oceano
Non cercare di bloccare il sole che splende su di me

 
“Non cercare di bloccare il sole che splende su di me”
E’ un’illusione.
Una mera illusione.
Anche YunHo credeva di aver trovato la pace dopo aver pianto tutta l’anima.
Ma quel posto di cui JaeJoong parla non esiste, non è altro che un castello in rovina che minaccia di frantumarsi e cadere come polvere al suolo.
Non c’è sole lì.
E non ce ne sarà mai.
Non esiste pace dopo aver perso se stessi.
E questo YunHo lo sa bene.
 

Driiiiin… driiiin… dri-

 
-Yeoboseyo?-
-Ritorna quello che eri, non mi piace vederti così.-
Una risata attraversa i fili del telefono, da un luogo all’altro.
-A me non piaci più tu, invece.-
-Lo so.-
-Non chiamare più, allora.-
-Mi dispiace.-
Un pausa ferma le voci.
Il tempo.
Riavvolge tutto.
Restituisce… tutto.
-Anche a me… dispiace anche a me.-
Ed il sole non torna ma, almeno, la speranza sì.



Non so altro che dire se non ringraziarvi di aver letto un'orrore simile.
Ci tenevo solo a dire ciò che rappresenta per me la parte finale...
Ho deciso di lasciare un finale relativamente aperto, potete interpretare quel "Anche a me... dispiace anche a me." come preferite ma, io, non riesco a non vedere quella risposta in riferimento al "A me non piaci più tu, invece.".
Per me il dispiace è riferito a quello ed è chiaro che, non è affatto vero ciò che Jae ha detto.
Ovviamente ripeto, potete vedere la cosa come meglio credete e farmi sapere anche nei commenti cosa ne pensate :D ma era giusto che vi dicessi cosa volevo intendere io.

   
 
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