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Autore: telesette    28/01/2013    3 recensioni
Satomi vuole scoprire cosa si nasconde dietro al silenzio di Marika, desideroso di proteggerla da colui che ha osato minacciarla.
Diviso tra l'amore e la collera, tra la rabbia e la passione, Satomi difenderà il bene della sua vita vendicandosi di chi l'ha fatta soffrire...
Genere: Azione, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Meiko/Marika, Nuovo personaggio, Satomi, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Marika x Satomi'
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PREMESSA

Poiché la fanfiction precedente a questa
dal titolo: Il Silenzio di Marika
ha lasciato parecchio amaro in bocca
ho inteso scrivere questa "long" a parte
per la gioia di coloro che amano il Lieto Fine...



La Vendetta di Satomi

Satomi non aveva la più pallida idea di come tranquillizzare Marika la quale, stringendosi il più possibile a lui, sembrava più spaventata che altro.
La ragazza tremava tra le sue braccia, per l'ansia e per il vento gelido della sera, cosicche l'altro si sfilò subito la giacca e gliela avvolse attorno alle spalle. Marika lo guardò riconoscente, sorridendogli appena, prima di assaporare di nuovo il dolce tepore del suo petto contro la propria guancia.
Il giovane non disse nulla.
Era chiaro che Marika fosse stravolta, anche se non intendeva spiegargli il motivo, e che avesse anzitutto bisogno di riposare.
Dopo averla tranquillizzata, Satomi la fece salire in macchina e si offrì di riaccompagnarla a casa.
Marika accettò l'invito in silenzio ma, una volta salita a bordo della vettura di Satomi, si rese conto immediatamente che non voleva stare lontana da lui... non quella notte.

- Non ti preoccupare - disse Satomi, girando la chiave nel cruscotto. - Adesso è meglio che torni a casa, cerchi di riposare, e domani riprenderemo questo discorso con calma...
- Satomi - fece Marika, poggiando la mano su quella del ragazzo. - Posso restare a dormire da te, solo per questa notte?
- Marika...
- Ti prego!

Satomi sbarrò gli occhi.
Dall'ultima volta che aveva visto quella luce negli occhi di Marika, quando questa gli chiese di perdonarla per gli errori che aveva fatto, Satomi non ricordava di averla mai vista così disperata.
Gli occhi della fanciulla lo stavano supplicando, chiedendogli tacitamente "aiuto", e lui non sapeva cosa rispondere.
Non gli sembrava corretto che Marika trascorresse la notte da sola con lui, a rischio di maldicenze e pettegolezzi di vario genere, ma non poteva nemmeno ignorare il modo in cui lei lo stava praticamente implorando.
Entrambi si guardarono l'un l'altra seriamente e, non vedendo altra possibile soluzione, Satomi si vide costretto ad annuire.
Marika lo ringraziò in silenzio, stringendosi nella calda giacca di lui, e voltò lo sguardo verso il finestrino con aria assente.
Le luci e i lampioni lungo la strada erano come tante piccole macchie colorate, indistinguibili, tuttavia la guida di Satomi era tranquilla e sicura.
Il giovane aveva gli occhi fissi sulla strada, anche se la sua mente era da tutt'altra parte.
Se solo Marika si fosse decisa a dirgli chi era stato a colpirla.
Chi le aveva procurato quel livido e perché?
Purtroppo lei non sembrava avere alcuna intenzione di dirglielo.
Forse non poteva, o non voleva dirglielo, magari perché qualcuno l'aveva minacciata.
Satomi strinse i denti e, ingranando la marcia con rabbia, spinse l'auto a velocità sostenuta.
Se solo fosse stato con lei prima, se fosse stato lì nel momento del bisogno, chiunque avesse osato anche solo sfiorarla se ne sarebbe certamente pentito.
Purtroppo Marika si sentiva costretta a nascondergli la verità, non poteva fare altrimenti.
Dire a Satomi della minaccia e del ricatto di Kanizawa, significava praticamente "gettare" Satomi in pasto a delle belve senza scrupoli. Marika non poteva neanche pensare di mettere il suo ragazzo in pericolo, prevedendo che genere di reazione questi avrebbe avuto, tuttavia sapeva anche che Satomi non si sarebbe rassegnato senza apprendere come stavano realmente le cose.
Una volta giunti a destinazione, Satomi fece accomodare Marika in casa sua e le offrì qualcosa di caldo da bere.
Tenendo la tazza fumante tra le dita, Marika non aveva neppure il coraggio di guardare il giovane negli occhi.
Satomi si sedette accanto a lei sul divano, cercando di mostrarsi il più paziente e comprensivo possibile, ma non poteva sopportare oltre di sentirsi così inutile ed impotente.

- Marika - mormorò lui ad un tratto. - Credimi, io voglio solo aiutarti ma non posso... Non posso farlo, se non mi dici cosa è successo!

Silenzio.
La tazza sussultò tra le dita della ragazza, facendole versare un po' di liquido sul pavimento, ciononostante lei rimase ostinatamente in silenzio.
Satomi chiuse gli occhi e sospirò fortemente, tenendo il volto nascosto tra le mani, prima di sollevare lo sguardo verso il soffitto e proseguire.

- D'accordo, mettiamola così - esclamò. - Se non puoi dirmi chi è stato, posso supporre che l'annullamento del concerto non è stata una decisione dei produttori... è così, giusto?

Nessuna risposta.

- Per favore, Marika - insistette Satomi. - E' andata così, non è vero? Qualcuno ti ha minacciata, ti ha messo le mani addosso... E' così che ti sei procurata quel livido, ho ragione ?!?
- NO - gemette lei, rovesciando la tazza per terra e sbarrando gli occhi terrorizzata. - No, non è così, credimi... Il concerto è stato annullato perché... perché...
- Marika, che cosa sta succedendo? - sussurrò Satomi, cingendole le spalle, nel tentativo di rassicurarla. - Io posso aiutarti... Voglio ed è mio dovere aiutarti, non posso permettere a chi ha osato farti questo di passarla liscia!
- Ti ripeto che non è come pensi tu, io... io sono caduta e...
- Perché non vuoi dirmelo?
- Perché ti amo !!!

Marika non si rese neppure conto di avere urlato quella frase con tutto il fiato che aveva.
Satomi era interdetto.
Davanti a lui, non c'era più l'arrogante e prepotente ragazzina viziata che conosceva; bensì una donna innamorata che preferiva soffrire in silenzio, piuttosto che mettere in pericolo colui che amava più di sé stessa.
In passato aveva fatto molti errori: era stata cinica, egoista, e si era comportata molto male... ma non aveva mai mentito sui suoi sentimenti.
Satomi era tutto per lei.
La sola idea che lo ferissero, che per causa sua gli facessero del male, era l'unica cosa che le impediva di parlare.
Metterlo in pericolo era l'ultima cosa che lei voleva.

- Ti amo - ripeté Marika, con le lacrime che le scorrevano lungo le guance. - E' perché ti amo che non posso dirtelo, perché sei troppo importante per me!
- Marika...
- Lo so che tu vuoi aiutarmi, e che faresti qualunque cosa per me, ma io non posso fare altrimenti: se raccontassi in giro la verità, se la prenderebbero con te oppure con gli altri; è gente senza scrupoli, disposta a tutto per ottenere quello che vuole, e io non voglio che ti succeda nulla di male... Non voglio perderti Satomi, sei tutta la mia vita!


Foto

Satomi si alzò di scatto e corse ad abbracciarla, baciandola come non aveva mai fatto prima.
Nelle sue braccia vi era il nido in cui Marika cercava riparo e protezione da tutto quanto.
Non era solo il desiderio, né la semplice attrazione fisica, era molto di più per loro.
Mentre le labbra assaporavano l'uno quelle dell'altra e viceversa, i loro cuori erano consapevoli di battere allo stesso ritmo.
Mentre le mani accarezzavano l'uno i capelli dell'altra e viceversa, i loro pensieri erano di amore sincero e profondo.
Stringendola con tutto sé stesso, Satomi sapeva che non l'avrebbe mai lasciata per nessun motivo. Era troppo innamorato di lei, al pari dei sentimenti che la ragazza nutriva nei suoi confronti, e la sua mente era concentrata su di un unico dolcissimo pensiero... Lei.
Come il tesoro più sfavillante e prezioso del mondo, fossanche della musica stessa, Marika era tutto ciò che lui non avrebbe mai osato sperare.
La freschezza rugiadosa delle sue lacrime.
Il profumo della sua pelle.
Le dita che scivolavano sulla sua morbida chioma fluente.
Ad ogni bacio, il bisogno reciproco dei due amanti era sempre più forte.
Entrambi si trascinarono verso la camera da letto, guidati solo dall'istinto, lasciando cadere i vestiti strada facendo.
Coprendosi pudicamente il seno con le braccia, Marika adagiò lentamente la schiena sul letto, con Satomi chino e immobile sopra di lei.
Il giovane si fermò a guardarla per un istante, incapace di resistere alla sua bellezza, tuttavia si rendeva perfettamente conto di cosa ciò significasse per entrambi.

- Marika - mormorò. - Sei veramente sicura di volerlo?

La ragazza annuì.
Come a dimostrazione del suo assenso, prese infatti il volto di Satomi tra le mani e lo baciò ancora una volta.
E poi un'altra.
E un'altra.
Satomi indugiò dolcemente sulle sue labbra, per poi sussurrarle qualcosa all'orecchio.

- Sei tu la mia musica, amore mio!

Gli occhi di Marika brillarono di commozione, comprendendo perfettamente il significato delle parole di Satomi, e la fanciulla si abbandonò alle effusioni di quella notte colma di tenerezze.

 

( continua col prossimo capitolo )

   
 
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