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Autore: Arwen_Undomiel    30/07/2004    2 recensioni
Ho fatto quello che potevo, è la prima fan fiction che scrivo, spero vi piaccia, fatemi sapere...^__^
Genere: Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry Potter
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 7

Dolore e Coraggio

Ron ormai era tornato a Hogwarts da più di un mese, Harry ed Hermione fecero di tutto per tirar su di morale l'amico, ma in vano. Un giorno però qualcosa in Ron si accesse come una piccola fiamma di speranza. Harry lo vide corrergli in contro sventolando una busta marroncina, con tanta energia che gli scappò di mano, Harry ed Hermione lo raggiunsero curiosi:
<< Cos'è sucesso Ron ? >> gli chiese la ragazza
<< Fred e George ! >>
<< Cosa ?! >>
<< Si sono rimessi, cioè stanno meglio! Sono fuori pericolo ! >>
Hermione urlò dalla gioia abbraciando Ron che divenne di colpo rosso paonazzo, mentre sul viso di Harry si stagliava un sorriso pieno di felicità, e a sua volta appena Hermione lasciò Ron abbaraciò l'amico, quel giorno aveva la prospettiva di essere radioso e senza angoscie, dopo tanto tempo.
La prima lezione di Difesa vs Arti Oscure, era ambita da tutti, poichè nessuno sapeva com'era il nuovo professore. Alle 16:30 Harry, Ron ed Hermione erano già davanti all'Aula insieme ad altre persone anch'elle impazienti. Poco dopo le porte si aprirorono. L'aula era la stessa degli scorsi anni, l'unica cosa differente era il banco dell'insegnate che aveva assunto un colorito grigiastro al posto del solito banco di legno, ora si trattava di unn'immensa cattedra con all'esterno degli stipetti di vetro i quali racchiudevano delle sottili e fragile bottigliette di cristallo con dei liquidi azzurri al loro interno. Dietro la strana cattedra vi era un uomo dai linementi rudi, alto, mingherlino, aveva capelli lunghi e scuri, privo di barba, davanti a se, sulla cattedra vi era un grosso libro color argento sul quale l'uomo posava la mano. Gli studenti presero posto nei banchi: Harry, Ron ed Hermione erano in prima fila.
L'Insegnante ,con una voce roca e innaturale, disse : << Buon Giorno. Il mio nome è James Athemma, per quest'anno vi insegnerò Difesa Contro le Arti Oscure. Mi sono informato sui vostri precedenti Insegnanti, ho notato che molti di loro sono stati al quanto scadenti... >> in quel momento ci fu un bisbiglio generale << Ma bando alle ciance, è ora di rimmettervi in riga, d'ora in poi basta libri e basta Mollicci, vi insegnerò a difendervi dallla Magia vera, dalle Maledizioni senza Perdono >> tutti ora fissavano alibiti l'insegnante << Non guardatemi con quei volti ! Ora vi mostrerò tutte le Maledizioni però prima soltanto teoricamente>> si alzò e si mise a spiegare la Maledizione Crucitus << Ecco a voi la Maledizione Cruciatus, quella più terribile e dolorosa... >> mentre spiegava agitava la bacchetta come un bastone da Magiorette, i suoi capelli si muovevano a tempo, mossi dalla scia di vento provocata dal movimento della bacchetta, poi appena vide Hermione prendere appunti si bloccò e disse in tono di rimprovero << Signorina Grenger !Le ho per caso detto di prendre appunti? 10 punti in meno ai Grifondoro a causa della sua maleducazione. Stavo dicendo... >> e riniziò. Hermione divenne rossa, con gli occhi puntati sul Professore, mentre si riempivano di lacrime, Harry la fissò e pensò che quel Professore forse non era così speciale come si pensava e comunque nascondeva qualcosa...

Natale ormai era passato da una settimana, la neve scendeva fitta sul Castello, i Prati sembravano sotto un'Incantesimo, da quanto brillavano ai riflessi del Sole ancora pigro e spento. Harry, Ron ed Hermione si trovavano vicino al Lago ghiacciato e osservavano gli Studenti del Primo anno che scivolavano sul ghiaccio.
<< Fate attenzione ! >> gridò la ragazza
<< Lasciali stare Hermione se affogano, Tinky sarà contenta >> disse Ron sarcasico << Thinky ? >> chiese Harry in modo interrogativo
<< Sì, Hagrid mi ha detto che la Piovra si chiama così... >>
Tutti e tre si misero a ridere, era normale che Hagrid chiamasse un essere mostruso con un nome da cagnolino affetuosso, come Fuffi.
Alle otto di sera, tornarono al Castello, ma mentre stavano attraversando i prati innevati, all'improvviso Harry si sentì la fontre anadare a fuoco, un dolore lancinante gli tarfisse la cicatrice.... Si ritrovò in uno dei corridoi del Castello, dun tratto era nella Sala Comune dei Serpeverde. Davanti a lui c'era Malfoy, con suo padre incappuciato e con un gruppo di Mangiamorte...tutti avevano la bacchetta puntata contro un uomo, dai capelli lunghi, mal ridotti. Lucios disse all'uomo: << Dove sono? Ora la Luna per noi non è un problema. >>
Harry, nel sogno, alzò lo sguardo verso la Finestra e vide uno spicchio di Luna.
<< No, mai ! >> rispose Athemma.
<< Bene >> disse una sagoma nera pervenuta dall'oscurità della Sala, con un sorriso maligno, Voldemort puntò la bacchettà sul'uomo e gridò << Crucio >> e il Professore si accasciò a terra gridando.
Harry si risvegliò, grazie agli scrolli da parte di Hermione. Si rese conto di trovarsi srdraiato a terra, nonostante la neve gelida, era sudato e aveva caldo. Ron lo aiutò a ralzarsi, e preoccupato gli chiese: << Cos'è successo ? >>
<< Il...il...Professore...Athemma....Voldemort >> balbettò Harry
<< Cosa? >>
<< Dobbiamo andare ! Subito ! >>
<< Dove ? >>
<< Venite con me ! >>
e gli amici seguirono Harry all'interno del Castello correndogli appresso. Dopo essere arrivati davanti alla sala Comune dei Grifondoro, Harry raccontò il Sogno a Ron ed a Hermione. Il primo fu spaventato dalle parole di Harry e disse, allarmato: << Ma, quindi...il Professore Athemma, è in pericolo....hai avuto una pemunizione come l'anno scorso ! >>
<< Sì, esatto ! >>
<< No ! >> intervenne Hermione, cauta.
<< Cosa ?! >> disse Harry
<< Non t ricordi cos'era successo, l'ultima volta che abbiamo creduto ai tuoi sogni, in cui Voldemort torturava qualcuno ? >>
<< Sì...e anche bene, fidati ! >> dise Harry irritato
<< Non potrebbe essere che sia un'altra trappola ? >>
<< Quella volta, anzi quelle volte, ero io Voldemort ! Ora io, invece osservavo la scena ! Come un film ! >>
<< Un film ? Cosè ? >> disse Ron curioso
<< Nulla ! >> dissero Hermione e Harry in coro
<< Hermione, questa volta è successo veramente ! Erano nella Sala Comune dei Serpeverde ! >>
<< La cosa migliore da fare è di andare dal Professore stesso...non credi Harry ? Abbiamo perso qualcuno la scorsa volta a causa di ciò... >> << Lo sò ! E non continuare a ricordarmelo ! >> le rispose Harry furioso, non era uno stupido se lo ricordava, pensava il ragazzo. Tutti e tre, dopo, di comune accordo andarono nell'Ufficio di Athemma. Aprirono la porta, << C'è qualcuno ? >> chiese Hermione. L'Aula era deserta, i sui banchi svolazzavano delle pergamene scarabbochiate, la Finestra era spalancata, e un vento freddo soffiava rabbioso. I tre salirono le scale che portavano all'ufficio dell'Insegnante. Appena aprirono la porta uno spettacolo raccapricciante, gli si parò davanti. La stanza era ricoperta spruzzi e chiazze rosse, Ron si avvicinò di più per esaminarle, e disse in tono tetro: << è...è...sa....sangue ! >> e si spostò si scatto dalle pareti, ma Hermione e Harry osservavano qualcos'altro. Ron si girò e guardò nella direzione in cui guardavano i due. Appeso al lapadario c'era un uomo impiccato...Hermione tirò un grido di spavento e si aggrappò a Ron, quasi facendolo cadere, Harry si avvicinò alla sagoma. La girò cauto verso di lui. L'uomo aveva capelli lungi, neri e unticci che gli coprivano il viso ovale, formato da un lungo naso. La porta alle spalle dei ragazzi si spalancò, la McGranitt gli venne incontro. << Professoressa ! >> disse Hermione in lacrime senza staccarsi da Ron. Ma l'Insegante non rispose, aveva lo sguardo spento, privo di emozoni, puntò la bacchetta contro gli alunni e disse rude: << Muovetevi ! Nei sotteranei subito e senza fiatare ! >> i tre si guardarono sorpresi poi Harry si avvicinò alla McGranitt : << Si sente bene Professoressa ? >>
<< Taci Potter ! E muoviti !
Harry, Ron ed Hermione, ubbidirono e seguirono la Professoressa di Trasfigurazione, sino ai sotteranei. L'aria lì si faceva sepre più secca, attraversarono un'infinità di corridoi, fino a quando raggiunsero una porta di faggio, verde, con l'insegna di un Serpente. L'insegante l'aprì, e una schiera di Mangia morte si parò davantia loro. Delle corde spuntate dalla bacchetta di uno di loro legò i tre ad una colonna di marmo.
Accasciati a terra c'erano due persone una molto anziana, con la barba bianca e lunga, l'altra con i capelli neri lunghi, lo sguardo spento, ma pieno di odio e fervore.
Una sagoma nera si avvicinò ai due, e disse, con voce sottile e fredda: << Bene, bene, Silente e Athemma James, ai miei piedi, finalmente. Sai Albus, ti credevo più furbo....sì, davvero. Mi deludi, il più "Grande Mago del Mondo " dicevano, l'mico mago che l'Oscuro Signore teme. Sciocchezze ! Io non ti ho mai temuto ! Anzi, il motivo per cui non mi sono mai preoccupato di te fino all'atranno era percgè mi facevi pena, e sino a quel momento non eri mai stato un vero danno. Al contrario di quel Ragazzino viziato, Potter .>> poi guardando Harry e gli altri << bene vedo che Minerva ha portato altri ospiti, alla nostra festa. Benventi! >> ed aprì le baccia amichevolmente. << Ma di voi me ne occuperò più tardi, ora è il momento del nostro caro vecchio Preside... >> e riportò lo sguardo su Silente. << Sì, credo proprio che inizierò da te, anzi no...dal nostro Athemma....ora la Luna non è più un problema per noi, vero Harry ? >>
Harry non sapeva più cosa dire, davanti a lui si prensentava un incubo. Silente catturato da Voldemort, la McGranitt, ipnotizzata...no, non era possibile. Era un sogno ora si sarebbe svegliato, ma i sighiozzi di Hermione gli fecero capire che non era così.
<< Torniamo a noi, visto che il nostro begnamino Potter è privo di lingua. >> Alcuni Mangiamorte risero. << Athemma, Athemma...sai io non ho mai sentito parlare, di te...infatti mi ero insospettito subito della tua identità, appena Lucios mi lo comunicò il tuo arrivo a Hogwarts. Mio caro Albus, devi farti venire in mente altre idee, per i Custidi Segreti. >> e rise meglifubo.Silente non alzava lo sguardo, era immobile, sembrava perfino che non respirasse, guardava il pavimento, senza fiatare, aveva le mani legate e pure le caviglie, ma non opponeva alcune resistenza. Al contrario Athemma, guardava Voldemort fisso negli occhi, come una sfida.
Hermione continuava a piangere, e Ron cercava di consolarla, inutilmete. La stanza era nel più completo silenzio, solo la rgazza si sentiva.
Voldemort dopo lacuni attimi risprese: << Dimmi >> e puntò la bacchetta sull'insegnate di Difesa vs arti Oscure. << dove si nascondono i Weasley e il resto dell'Ordine ? >>. Ron alzò il capo sorpreso e spaventato. << Uno lo già trovato...e gli atri ? >>
<< Non sò di cosa parli ! >> gli rispose Athemma.
<< Davvero ? Forse non ricordi più la tua vera identità, Remus ? >>
Lupin guardò Voldemort sempre con più odio.
<< Allora ? >> risprese l'Oscuro Signore, << Molto bene, non vuoi parlare ? >>
Lupin non ripose.
<< Non posso certo farti del male, e nemmeno ad Albus...però posso farlo a qualcun altro, vediamo...a Potter no, ho un tattamento speciale per lui. Sì, ho deciso ! >> E con un cenno del capo, la corda di Hermione si slegò, e la ragazza come se trascianata da una forza si avvicinò a Voldemort. Ella gemiva di pianto, metre le sue mani si alontanavano da quelle di Ron. Harry cercò di afferarla ma appena si mosse una corda gli si attorcigliò al collo.
<< Ah! Dimenticavo Potter, a ogni movimento che farai quella corda si stringerà sempre di più fino a soffocandoti, oppure, se fai qualche movimento brusco la stessa corda si infiammerà momentaneamente. Ora veniamo, a te Grenger. >> Prendendo Hermione per un braccio, poi rivolgendosi a Lupin: << Non hai ancora intenzione di parlare Remus? >>
Lupin non parlò.
<< Bene...Grenger, preparati... >>
Hermione piangeva,e tremava.
<< Crucio! >>
Un baliore colpì Hermione atterandola, e fcendola dimenare a terra, in preda lle grida e la dolore.
<< NO! >> urlarono Ron ed Harry insime.
Ron si dimenò, mentre Harry veniva stargolato, e delle chiazze rosse si divampavano sulla sua pelle.
  
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