Fanfic su artisti musicali > Black Veil Brides
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Autore: KowaretaTamashii    28/01/2013    4 recensioni
Fine del concerto. Il tour bus si allontana, lasciando la nostra protagonista da sola, in una città che non conosce molto bene.
Dubbi e timori s'insinueranno nella sua mente, fin quando un cambiamento improvviso non precipiterà nella sua vita, sconvolgendola.
Una richiesta inaspettata, fin troppo insolita. Di quelle che, anche a distanza di giorni, ci ripensi e ti domandi se non si fosse trattato soltanto di un sogno.
Genere: Fluff, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Andy Biersack, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ogni riferimento a persone, cose e luoghi è puramente casuale. Non tutti i personaggi mi appartengono e non scrivo a scopo di lucro.
Nessuna delle situazioni descritte ha mai avuto luogo realmente, eccezione fatta per alcuni miei piccoli ed innocui fatti personali.
Non intendo diffamare né violare in alcun modo i diritti dei personaggi presenti durante la storia.
La trama è esclusivamente di mia proprietà e non può essere soggetta a trasposizioni e cambiamenti di alcun tipo, senza il permesso dell'autrice.

A/N: finalmente, dopo svariate storie che ho scritto e che sono sempre rimaste nascoste nel mio pc, ho deciso di pubblicarne una, giusto per vedere come andrà e conoscere i vostri pareri :)
Nata inizialmente come OS, ho deciso, per alcuni motivi, di pubblicarla in capitoli. La trama prende spunto da un sogno che feci qualche giorno fa e che mi rimase piacevolmente impresso nella memoria.
Ci tengo a precisare che, il concerto a cui farò riferimento, non ha mai avuto luogo realmente, così come i fatti che vedranno Andrew Biersack, cantante dei Black Veil Brides, come protagonista. Semplicemente, provate a vedere il tutto, come un piccolo desiderio irrealizzabile dell’autrice e di chissà quante altre fans della band.


***

 
Le transenne, che creavano un passaggio sicuro ai membri della band verso il loro tour bus, vennero spostate da un paio di forti uomini della sicurezza, nello stesso istante, in cui il grosso mezzo di trasporto venne messo in moto, allontanandosi poi senza fretta. Sebbene la serata e il concerto fossero stati incredibili, l’idea che tutto fosse giunto al termine, mi rattristava. D’altronde, non sapevo quanto tempo avrei dovuto aspettare per poterli rivedere di nuovo dal vivo.
Sospirai impercettibilmente, tenendo lo sguardo fisso sulla strada e lasciando che le mie labbra s’incurvassero verso il basso, non appena l’ultima luce dei fari posteriori dell’enorme pullman scomparve all’orizzonte, ponendo la parola fine a quella notte da sogno. I Black Veil Brides se n’erano andati, facendomi capire che, in momenti come quello, la vita di un fan fosse estremamente dura. Si trascorrevano mesi interi, o addirittura anni, con la speranza di poter incontrare i propri idoli e, quando ciò finalmente accadeva, ogni cosa era destinata a concludersi fin troppo presto.
Mi strinsi nelle spalle, lanciando un’occhiata fugace allo schermo del mio cellulare, per vedere che ore si fossero fatte, e riprendendo poi a sfregarmi vigorosamente le braccia con le mani. Essendo solo metà gennaio, il clima non era di certo dalla mia parte. Per non parlare del fatto che, il giorno precedente, aveva nevicato abbondantemente sull’intero nord Italia e ciò aveva causato un lampante calo delle temperature stagionali.
L’unico pensiero che riuscì a consolarmi, fu la certezza di avere una pesante e comoda giacca invernale nella mia macchina, a pochi metri da lì. Ovviamente, ero stata costretta ad abbandonarla a malincuore su uno dei sedili, così da non dovermela trascinare dietro per tutto il live. In fondo, una volta dentro quelle quattro mura, ammassati uno contro l’altro, il caldo si era formato pressoché subito, soprattutto in un edificio piccolo come quell’ex discoteca.
In quell’istante, due ragazze che avevo conosciuto durante la lunga fila d’attesa fuori dalle porte, s’accostarono a me, promettendomi che si sarebbero fatte sentire molto presto e salutandomi con ampi sorrisi soddisfatti, prima di avviarsi verso una vettura blu scuro, dove li attendeva una donna sulla quarantina. Solitamente, ai concerti passati, ero sempre andata con la mia migliore amica ma, quella volta, per lei non era stato possibile venire, così decisi di andarci comunque per conto mio.
Alla fine, avevo già superato la maggiore età di qualche anno. Quindi, potevo benissimo permettermi di rincasare tardi e d’inseguire le mie passioni da sola, senza che i miei genitori protestassero più di tanto.
Mi guardai intorno, notando che ormai non vi fosse più nessuno e decidendo di seguire tale esempio, se non volevo diventare una statuina di ghiaccio. Così, senza perdere altro tempo, attraversai velocemente la strada, raggiungendo il parcheggio e rifugiandomi prontamente all’interno della mia vettura. Mi sarebbe piaciuto poter restare fuori dal locale ancora un po’, nella speranza di dissipare alcuni dubbi che avevo, però non era consigliabile, visto il freddo che faceva.
Artigliai velocemente il giubbotto, indossandolo con un gesto fulmineo e beandomi di quel piacevole tepore che emanava, mentre la mia mente continuava a crucciarsi su paranoie infondate. Quando il concerto era finito e la band era salita sul tour bus, ero sicura di non aver visto il cantante fare lo stesso. Eppure, il grosso mezzo di trasporto se n’era andato, quindi, dubitavo che avessero lasciato il giovane a piedi, senza uno straccio di passaggio. Evidentemente, lui doveva essere montato a bordo, prima che i suoi fans si riversassero all’esterno dello stabile, senza che qualcuno se ne accorgesse.
Mi strinsi nelle spalle, scacciando via quei pensieri del mio cervello e recuperando la chiave, inserendola nel quadro d’accensione e maledicendo il fato, quando la macchina non s’avviò. Per non scoraggiarmi, feci svariati tentativi che, purtroppo, si rivelarono tutti vani. Dovevo trovare una soluzione alla svelta, se non volevo rimanere da sola al freddo, in quel posto deserto, per altre ore.
«Cazzo! Dannazione!». Imprecai con rabbia, battendo un debole pugno contro il volante e prendendomi successivamente la testa tra le mani. Quella situazione iniziava a non piacermi affatto e, non essendo esattamente di quella zona, la mia tranquillità cominciò a svanire velocemente.
Mi lasciai ricadere malamente contro lo schienale, facendo appello a quel poco di pazienza che mi restava ed abbandonando controvoglia l’abitacolo, con aria rassegnata. Siccome, non capivo nulla di motori e roba analoga, sarebbe stato meglio chiedere aiuto. Magari, con un briciolo di fortuna, avrei potuto trovare ancora qualcuno all’interno della vecchia discoteca, intento a sistemare le ultime cose.
Percorsi le strisce pedonali a passo svelto ma, non appena la suola delle mie scarpe toccò il marciapiede opposto, la porta dell’edificio venne spalancata lentamente, costringendomi ad arrestarmi improvvisamente e spalancando involontariamente la bocca, a ciò che vidi. Ad un paio di metri da me, Andy stava sgattaiolando fuori di nascosto, per chissà quale assurda ragione.
Si guardò intorno fugacemente, puntando successivamente gli occhi chiari sul mio viso ed avvicinandosi poi alla mia figura, piazzandosi davanti a me con naturalezza. Era la prima volta, che mi trovavo così vicina a lui e mi sembrava impossibile, credere che ciò stesse accadendo davvero.
Lo scrutai incredula, come se fossi di fronte ad una sorta di chimera, avvertendo un intenso calore concentrarsi sulle mie guance e rendendomi conto che la mia salivazione si fosse azzerata totalmente. Per quanto avessi sognato spesso un momento simile, adesso che stava realmente succedendo, ero completamente impreparata e soggiogata dalla sua bellezza, per riuscire anche solo a muovermi.
Grazie al cielo, fu la sua voce a spezzare l’imbarazzante silenzio che era calato tra noi, riportandomi subito sul pianeta Terra e lasciandomi ancor più sbigottita, quando formulò una richiesta talmente strana, che mi spinse a domandarmi se, per caso, non soffrissi d’allucinazioni.
«Hey, scusa, non è che potresti nascondermi da qualche parte?».




A/N: Che dire? Ecco qui il primo paragrafo, che spero vi piacerà.
Sono graditissime le recensioni e anche le critiche, purchè costruttive. E se riceverà almeno qualche piccolo apprezzamento, andrò avanti a postare il seguito :)
Grazie mille a tutti, in anticipo <3
  
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