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Autore: postergirl84    28/01/2013    7 recensioni
Se Bella avesse scelto Jacob che ne sarebbe stato di Edward?
Eterno dolore o qualcun’altra gli avrebbe rapito il cuore?
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Edward Cullen, Nuovo personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Successivo alla saga
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Ma quando mai!

Sappiamo entrambi che potrei distruggerti
 e nel frattempo farmi le unghie.
(The Vampire Diaries)

 

 

Calcio, pugno, un altro calcio. Salto e la testa è staccata, la lancio nel fuoco e osservo le fiamme divorare a poco a poco tutto il corpo. Che schifo d’odore…  e mi si è pure rotto un tacco. Dannazione, erano le mie scarpe preferite.
Sbuffo e sento un applauso da sopra la mia testa. Alzo gli occhi e… che palle, un altro? Ma questa giornata ha intenzione di non finire più?
Sospiro e mi rimetto in posizione d’attacco. Lui salta giù dall’albero, agile, e si para davanti a me con le mani in alto. Però non è niente male, è un vero peccato doverlo uccidere. Il ragaz…vampiro che ho di fronte sorride, un sorriso sghembo che… aspetta? Perché mi tremano le ginocchia?
Uff, non vale. Ho sempre avuto un debole per i ragazzi belli, che di solito oltre a essere belli erano pure stronzi, ma questa è un'altra storia: vediamo di restare concentrate. Certo che non è solo bello, è proprio uno schianto.
Sorride di nuovo e fa un passo avanti sempre con le mani in alto, come a voler dire che lui non è pericoloso. Un altro passo. Che diavolo mi prende? Perché resto ferma?
“Ti ho visto uccidere quel vampiro. Perché?” chiede.
Perfetto, vuole fare conversazione.
 
“Sono solo educato. Non ci siamo neanche presentati, mi sembra presto per volermi fare fuori.”
Cosa? Ho forse parlato senza accorgermene?
“Sono Edward. E tu sei…?”
Ho capito, rimandiamo il vampiricidio a dopo. Fra l’altro questo qui non sembra neanche così pericoloso. “Amber”,  rispondo
Allunga la mano e io faccio un passo indietro. Ok, sei uno schianto ma manteniamo le distanze.
Edward mi guarda inclinando la testa di lato, ha i capelli chiari e gli occhi… no, non posso sbagliarmi, sono proprio ambrati e questo, nel nostro mondo, vuol dire solo una cosa: non si nutre di sangue umano. Mi rilasso e lascio che si avvicini.
“Sei un vampiro”, dice sempre restando di fronte a me.
“Oh, da cosa l’hai capito? Dal cuore che non batte o dalla mia corsa veloce. ? Ho sempre voluto andare alle Olimpiadi ma dicono che sarebbe fuorilegge  e poi potrei farli fuori, i giudici, ora che ci penso…”  ma di che diavolo sto blaterando?
Lui scoppia a ridere e allunga una mano a spostarmi una ciocca di capelli dal viso.  Perché lo lascio fare? “Non ho mai conosciuto una come te”, dice sempre con quel sorriso sghembo stampato sul volto.
“Intendi una ragazza fantastica come me o un vampiro che uccide altri vampiri? Sì, perché, se non l’avessi ancora capito, ne ho appena fatto fuori uno e tu potresti essere il prossimo.”
“Ma io non sembro pericoloso, l’hai detto tu stessa.” 
Spalanco la bocca e lo guardo incredula. “No, io…”
“L’hai pensato… per me è la stessa cosa, leggo nel pensiero.”
Questa poi, vampiro leggi mente, ma cos’è uno scherzo? E se non lo è… oddio, ehi mi senti? Quando ho pensato che eri figo, non lo pensavo davvero.
“Cercherò di non tenerne conto, ok.” 
Questo dovrebbe farmi sentire sollevata? Perché cioè… ma mi stai ancora ascoltando?
Annuisce. “Non è che esiste un interruttore. Io non posso smettere di ascoltarti, come tu non puoi smettere di pensare.”
Questa sì che è una bella fregatura. “Ma non ti annoi a sentire sempre tutti?” Chiedo.
Sorride ma stavolta è un sorriso malinconico.  “Una volta c’era una ragazza che non riuscivo a sentire.”
“Cioè non pensava?”
“No. Cioè sì, ma il mio potere su di lei non funzionava.”
“Senti, Edward, è stato un piacere fare la tua conoscenza ma ora devo proprio andare.” 
Insomma, ha gli occhi ambrati, non si ciba di umani, credo di poterlo lasciarlo in pace. Non mi va per niente di stare qua ad ascoltare i suoi tormenti interiori, non sono mai stata brava come psicoanalista da viva, figurarsi da morta.
Sventolo la mano in aria in cenno di saluto e…

Qualcuno mi spieghi, se stavo andando via, come ci sono finita nel bel mezzo del bosco a bere da una lepre, mentre Edward vicino a me è chino su di un puma. Un puma piuttosto invitante, dannazione, ho ancora fame!  Ma non mi è mai piaciuto mangiare troppo ad un primo appuntamento, una regola idiota di mia nonna che mi è rimasta appiccicata addosso. Edward solleva la bocca dal puma e mi guarda. Non ha neanche un capello fuori posto. Sorride e salta sopra un albero. “Così questo è un appuntamento?”
Porca miseria, questa lettura del pensiero è una vera rottura di scatole. “Mi hai portato a cena fuori, quindi sì, è un appuntamento.”
“Non ti ho portato a cena fuori”, dice lui scuotendo la testa.
Faccio un balzo e lo raggiungo su un albero. “La caccia non è il nostro equivalente della cena?”
Sembra pensarci qualche istante e poi annuisce. “È una cosa che fai spesso?”
“Cosa, cacciare? Beh, non è che morire di fame mi piaccia.”
“Avere appuntamenti.”
Ehi, amico, ma per chi mi hai presa? “No, io… scusa, Amber.”
Mi piace come pronuncia il mio nome, sembra accarezzarlo e… ahhhh no, no, non ascoltare.
Scoppia a ridere e mi scompiglia i capelli.
Cerco di ritrovare un minimo di decoro e sbuffo. “Sei il primo vampiro con cui esco.”
“Certo, perché di solito li uccidi.”
Prendo lo slancio e salto su un altro albero.
Mi segue.
La foresta. Il cuore degli animali. Li sento tutti. Li vedo scappare ed Edward è ancora lì, dietro di me. Lo guardo e non capisco perché mi ritrovo a parlare e a raccontare un storia che a nessuno ho mai narrato.
“Sono stata trasformata nel 1968, studiavo a Berkeley, era fantastico ma anche piuttosto caotico. Eravamo al centro della rivolta, ed erano giorni che vivevamo accampati nell’università, protestavamo contro la destinazione di un campo da gioco all'addestramento di militari da inviare in Vietnam. Era il posto perfetto per un vampiro. Ragazzi che sparivano e nessuno se ne accorgeva. Non so perché mi morse invece di uccidermi, non so perché proprio io, si chiamava Serafin. Cercava una compagna e ha scelto me. Pensavo fosse… non lo so, normale, giusto, vivere come lui mi aveva insegnato. Cibarsi degli umani, uccidere. Ma un giorno non ce l’ho più fatta. Aveva preso una ragazzina, non poteva avere più di dieci anni, e mentre bevevo il suo sangue piangeva. Quella notte lo uccisi, si fidava di me, forse mi amava, è stato facile coglierlo di sorpresa.
Ho smesso di bere sangue umano ma lo sento ancora, il cuore che batte, le vene che pulsano così… hai presente i punchingball che si appendono al soffitto? Direi che i vampiri sono i miei punchigball.
Forse spero di poter espiare le mie colpe, ma credi che esista qualcosa, dopo,  per quelli come noi?” Chiudo la bocca di colpo, non ti conosco e ora sai la mia storia. Perché? Ma hai gli occhi come i miei. Forse puoi capire.
Salto giù dall’albero ed inizio a correre, mi raggiunge e mi afferra per i fianchi facendomi sbattere contro il suo petto. “Sai, me lo chiedo sempre anche io?”
“Cosa? Sei tu quello che legge nel pensiero, dovresti essere più chiaro se vuoi farti capire da me.” Provo a sorridere.
“Se esiste qualcosa per quelli come noi.”
“Noi anime dannate?”
“Già.”
Si avvicina e decisamente non mi serve leggere nel pensiero per capire le sue intenzioni. Mi bacia… a lungo. Grazie a Dio non ho bisogno di respirare.
Si stacca all’improvviso e sogghigna. “È proprio uno spasso ascoltare i tuoi pensieri, Amber.”
Vuoi sapere cos'altro sarà uno spasso, Edward? Prenderti a calci.


Bene. Riepilogo della serata. Vampiri uccisi: due. Vampiri baciati: uno.
Edward. Perché diavolo mi ha baciato? Non che mi abbia fatto schifo, intendiamoci, non bacia neanche male, il ragazzo. È che mi sembra così… strano? Sì decisamente è strano, voleva persino accompagnarmi a casa, mi sono dovuta mettere a correre per seminarlo. Niente complicazioni sentimentali per me. Grazie. La mia non vita va benissimo così.
Mi sdraio sul letto e chiudo gli occhi. Ispiro, espiro. Lentamente. Non mi serve davvero ma è rilassante ed è la cosa più simile al dormire che noi vampiri possiamo fare.
Un rumore che un orecchio umano non avrebbe mai udito, scatto in piedi.
È seduto al davanzale della finestra, mi sorride e io digrigno i denti. “Edward?”
“Ciao.”
“Che diavolo ci fai qua?”
“Volevo controllare che stessi bene.”
Oddio, ma chi me l’ha mandato questo?  “Che vuol dire che volevi controllare che stessi bene? Cosa credevi, che venissi assalita da qualche maniaco mentre tornavo a casa? Hai presente? Vampiro. Sarebbero loro ad avere la peggio.”
È solo che… ci siamo baciati, dovevo, non so… rivederti.”
Eccesso di galanteria, perfetto!
“Pensi che sia galante?”
Sbuffo. “Se devi proprio leggere i miei pensieri almeno fallo per bene. Ok, ci siamo baciati ma questo non vuol dire niente.”
“Dall’epoca in cui vengo io, invece…”
“Se non te ne fossi accorto siamo nel 2012. Quindi sparisci, se non vuoi che ti prenda a calci.”
“Non avevo baciato nessuna dopo Bella.”
Ci risiamo. È di nuovo il momento della psicanalisi. “Ti servo per fare pratica?”
“No, scusa. Non volevo dire quello.”
“Per me va bene, basta che dopo sparisci.”
“Mi baceresti di nuovo?” Wow, non ho mai conosciuto nessuno così entusiasta per un misero bacio. “Ma no... cioè potremmo uscire, fare le cose per bene.”
Aspetta, io mi offro di baciarlo e questo qui invece vuole uscire? Non è solo strano: è inquietante.
Lui annuisce convinto e mi guardo. Dannazione! Ha lo sguardo di un bambino la mattina di Natale e, in fondo, anche se non batte più, un cuore ce l'ho pure io.
“Va bene, usciamo. Ma decido io dove andare.” E non provare a controbattere. 

Osservo Edward e non riesco a trattenermi dal ridere. Voleva uscire? L’ho accontentato. Discoteca. Un po’ di sano divertimento non gli farebbe certo male ma devo dire che qua dentro stona come un giocatore di rugby in tutù. 
È appoggiato ad un pilastro e lo sguardo vaga sulla sala. Perso. Mi avvicino con due bicchieri e gliene porgo uno. “Non è sangue, rilassati. È solo whisky.”
“E come fai a berlo?” Chiede annusandolo.
“Hai presente? Apri la bocca e butti giù.”
“Ma …”
“Oddio quante storie.” Butto giù il contenuto del mio bicchiere e anche quello del  suo. “Ma che hai fatto per centrotrenta anni tu?”
“Come, che ho fatto?”
“Lascia perdere, Edward. Balliamo.”
Lo afferro per un polso e lo trascino in pista. Ha davvero bisogno di sciogliersi un po’. Appoggio le mani sulle sue spalle e sorrido. Ok, il senso del ritmo non gli manca, non è neanche male stare qua vicino a lui, mi è piaciuto parlargli e baciarlo, quello decisamente non è stato male e… dannazione, stai ascoltando tutto, vero?
Annuisce. Questo mi sembra un motivo più che valido per farlo fuori, ma poi vedo lui. Indossa una giacca di pelle nera e sussurra qualcosa all’orecchio di una ragazza. Sono certa di non sbagliarmi.
Edward si volta, lo osserva e poi torna a guardare me. Mi fa un cenno con la testa, ha capito cosa voglio fare.
Muovo un passo e mi segue. Sbuffo puntandogli  un dito contro. “Non ci provare. Non ho bisogno di un baby sitter.”
Esco veloce dal locale senza perdere d’occhio il vampiro. Si ferma in un angolo della strada, mi avvicino. “Bastardo”, urlo.
La finta scenata di gelosia funziona sempre per allontanare le ragazze. La vedo rientrare nel locale e prima che il vampiro abbia il tempo di capire che cosa sta succedendo corro via, tanto so che mi seguirà.
La strada diventa più buia, mi fermo facendomi raggiungere. Mi guarda, sembra divertito. Non ha idea di quanto mi divertirò io ora. Si avvicina, ed io lo colpisco talmente forte da farlo cadere, ma anche lui è forte e si rialza subito. Lottiamo e poi qualcosa, o meglio qualcuno, lo allontana da me.
Vedo un suo braccio volare e poi un altro ed Edward che lo tiene fermo per le spalle. “Amber, staccagli la testa.” Obbedisco al suo ordine e butto la testa in un cassonetto insieme agli altri resti mentre Edward gli da fuoco. 
Si sistema i vestiti e mi guarda. “Stai bene?” Chiede.
“Ti avevo detto di non seguirmi.”
“Avevi bisogno di aiuto.”
“Edward, chiariamo una cosa: io non sono una fanciulla da salvare. So badare a me stessa.” Gli volto le spalle. Che vada a fare il super eroe con qualcun'altra.
“Amber…”
“Fanculo, Edward. Lasciami in pace. Non sei tu quello che legge nei pensieri? Sparisci, non voglio averti intorno.”
“Ma non pensi che siamo una bella squadra?”
Ma allora è proprio idiota. Mi avvicino e lo afferro per un braccio buttandolo a terra.
“Non siamo una squadra”, dico puntandogli il tacco del mio stivale sul petto.
Lui sorride e scatta seduto facendomi cadere, mi afferra per i fianchi e mi porta sopra di sé.
“Mollami.”
“Hai detto che non ti dispiaceva baciarmi di nuovo.”
“L’ho detto prima di capire che eri uno di quei ragazzi che si appiccica e non ti lascia mai in pace. Io ho la mia vita, la mia autonomia, le mie abitudini…”
Sorride di nuovo. Ma non è possibile. Forse la lettura del pensiero lo ha reso davvero idiota. Faccio per alzarmi ma lui mi tiene ferma.
“Mi piace quello che fai.”
“Bene, allora cercati i tuoi vampiri da ammazzare. Insomma il mondo è bello grande, vattene… in Canada? Ecco, dividiamoci il mondo. Io a sud dell’Equatore, tu a nord.”
“La solitudine dopo un po’ diventa difficile”, risponde lui e di nuovo il suo sguardo si rabbuia. No, stavolta non mi faccio fregare.
“Lasciami il numero di telefono, se mai dovessi soffrirne ti faccio uno squillo.”
“O forse potrei restare nei paraggi ancora un po’.”
Va beh, ho capito: lo bacio così la smette di dire stronzate. 

Ricapitoliamo di nuovo. Vampiri uccisi: tre. Vampiri baciati: sempre uno, Edward.
Esco dalla doccia e Edward distoglie lo sguardo dalla mia pila di cd. Niente, non riesco proprio a liberarmi di lui.
“Mi puoi spiegare questo?” Mi sventola sotto il naso un cd di Justin Bieber e io glielo strappo di mano.
“Mi sono sbagliata a comprarlo.”
“Chiamalo sbaglio.”
Sbuffo, figurati, questa sarà pure uno di quelli che ascolta solo musica classica.
“Suono. Oltre ad ascoltarla, suono il pianoforte.”
“Oh, che bello.”
“Perché sei sempre così acida, Amber?”
“Io non sono …” ma prima che riesca a finire la frase il suo telefonino suona. Lo vedo rispondere e parlare con qualcuno. Una certa Alice. E ti pareva, cosa ho sempre detto? Quelli belli sono stronzi ed i vampiri non fanno eccezione, per cui questo è pure fidanzato. E se anche fosse,  che me ne frega? Ecco, bravo, Edward, torna dalla tua Alice e lasciami finalmente in pace.
Riaggancia il telefono e mi fissa. “Alice è mia sorella.” Ahhhh… la lettura del pensiero, non ne posso più.
“Sorella?”
“Sì, la mia famiglia… è una storia lunga, non preoccuparti, avrai tempo per ascoltarla.”
Tempo per ascoltarla? “Edward, ma che tempo e tempo, ora tu ti fai una doccia e sparisci. Torni da dove sei venuto, vai ad ammazzare i tuoi vampiri o che ne so continui a girare il mondo, basta che lo fai da solo. Senza di me, chiaro? Ognuno per la sua strada.”
Perché diamine mi sta tenendo la mano? E perché continua a sorridere? Non ha capito quello che ho detto?
“Amber, mia sorella Alice vede il futuro.”
Ma sono tutta una famiglia di strambi questi… come ha detto che si chiama di cognome, Cullen?
“Vedrai, ti piaceranno, invece.”
“Perché dovrei conoscerli?”
Sorride di nuovo e mi sfiora le labbra... quasi quasi mi ci abituo ai suoi baci.
“Perché Alice ci vede insieme per tanto tempo.”
“Ha bisogno di un paio di occhiali, allora.”
“Non ha mai sbagliato.”
“C’è sempre una prima volta”, replico convinta, avvicinandomi alla porta d'ingresso  ed aprendola.
Ciao, ciao, Edward, su sparisci, sciò, evapora. Leggi questi pensieri e lasciami in pace. Accasarmi io? Ma quando mai!
Lui si avvicina e mi circonda il viso con le mani. Sorride di nuovo. In effetti mi piace molto di più questa espressione allegra che quella da emo depresso.
E… oh, al diavolo… ora ti do un altro bacio, giusto per dimostrare ad Alice che si sbaglia.
E poi… ancora un altro. Ecco, ora ti mando via … sì, giusto un ultimo bacio ma solo per avere ben chiaro che non mi sta piacendo.
Ridacchia. Smettila. Sono pensieri estremamente personali, questi.
Si stacca da me e io sbuffo contrariata afferrandolo per la camicia.
“Amber…”
“Oh, sta zitto, Edward, se devo passare qualcosa come l’eternità con te almeno divertiamoci .”
“Non possiamo divertirci in quel… modo.” Si allontana e mi guarda sconvolto.
 Cosa? Che ha detto?
“Amber…”
“Tu non vuoi fare sesso?”
“Ma certo che voglio… dopo il matrimonio, tesoro.”
Cosa? Sesso dopo il matrimonio e mi ha pure chiamata tesoro? Io a quell'Alice stacco la testa. Ma che razza di futuro è mai questo?
Certo che... nell'armadio ho un’intera collezione di completi intimi di Victoria’s Secret. Caro il mio vampiro all'antica, ora sì che voglio vederti.
“Amber, io... credo che andrò a caccia. Ci vediamo domani mattina”, mi dice all'improvviso avvicinandosi alla porta.
Lo guardo correre via veloce e sgrano gli occhi.
Mi ha appena mandata in bianco? Lui a me? Non può essere vero.
 

Ennesimo riepilogo della mia non vita. Vampiri uccisi nell'ultimo mese: diciannove, un vero record. Vampiri baciati, sempre e solo uno: Edward.
Perchè continua a girarmi intorno? Vuoi vedere che la cosa delle visioni della sorella non era uno scherzo? Oh , basta, Edward Cullen, è giunto il momento che tu capisca con chi hai a che fare.
Mi passo il rossetto rosso sulle labbra, rosso passione, precisiamo. Edward entra in camera sedendosi sul davanzale della finestra. Perchè poi non si decida ad usare la porta resta un mistero.
Mi sistemo i capelli e mi volto a guardarlo.
Si avvicina. “Ciao, tesoro.”
Ancora con questo tesoro? Ma quando la finirà?
“Te l'ho già detto, mai. Secondo Alice...”
Sì, sì, eternità e bla bla bla. Sorride.
“Edward, nessuno ti ha mai detto che i ragazzi che restano in silenzio sono molto più affascinanti?”
“Ma io sono un vampiro.”
“È lo stesso”, dico attirandolo a me e baciandolo.
Ho poco  tempo, lo so, la lettura del pensiero... approfondisco il bacio e lui si lascia andare per qualche secondo avvicinandosi di più. Approfitto della sua esitazione e mi slaccio il vestito, facendolo ricadere ai miei piedi.
“Amber.”
“Edward.”
“Amber.”
Di nuovo? “Si, sono i nostri nomi. Non hai altro da dire?”
“Certo che ce l’ho”: rivestiti.”
“Edward, questo completino costa quattrocento dollari, non puoi semplicemente dire rivestiti.”
“È un completo molto bello, tesoro. Rivestiti. Ti ho portato una cosa.”
Infila una mano in tasca e mi allunga un pacchetto. Non sono dei preservativi, vero?
Ride e scuote la testa. “Ai vampiri non servono i preservativi.”
Ah, ma se anche servissero, con te non correrei nessun rischio. Sbuffo e lo apro. Perfetto, sono qui tutta ricoperta di pizzo nero e stringo fra le mani un cd di musica classica. “Sai, Edward, non l'ho mai fatto con Tchaikovsky come sottofondo.”
Rimane senza parole.
Vuoi vedere che ho beccato il suo punto debole? A saperlo prima.
“Amber, sei davvero incredibile. Non vedo l'ora di presentarti a mia madre.” 

Ricapitolo numero... non so, ho perso il conto. Vampiri con cui non ho fatto sesso: uno. Edward - solo dopo il matrimonio- Cullen.
Vampiri uccisi: ventitré. Lo so, lo so, quattro in una sola sera. Ma l'energia sessuale repressa devo pur sfogarla in qualche maniera.
“Tesoro?”
“Che vuoi, Edward, che vuoi?”
“È arrivato il momento di tornare a Forks. Vedrai, ti piacerà. Alice l'ha visto.”
Alice. Non vedo l'ora di farmi una bella e lunga chiacchierata con te. Tanto non faccio sesso, sai quanto tempo mi resta per parlare? Troppo, decisamente troppo.

 

Angolo autrice delirante.

 

Questa storia è stata scritta per il contest Una compagna per Edward Cullen  di jakefan
Se Bella avesse iniziato a ragionare (ops, scusate) che ne sarebbe stato di Edward? Ecco la mia idea.
Edward è ooc ma concedetemelo io e lui non andiamo poi così d’accordo e ho cercato di sorvolare su alcune cose ed evidenziarne altre, nella speranza di strapparvi un sorriso.
Grazie mille a Sandra per il bettaggio a J per l’idea del contest e le correzioni e a chi mi ha aiutato con questo Edward decisamente fuori dalle mie corde.
Alla prossima storia
Noemi.

   
 
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