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Autore: Ed1505    30/07/2004    10 recensioni
Cosa accade quando la più profonda e fantastica delle amicizie si rivela essere qualcosa di più?
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Takato Matsuda | Coppie: Hirokazu Shiota/Kazu, Juri Katou/Jeri, Ruki Makino/Rika
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Note: in questa fanfic sono usati i nomi originali dei personaggi. Quindi ecco un breve schema per capirsi meglio.

Takato Matsuki/Takato  -  Ruki Makino/Rika  -  Jenrya/Henry  -  Juri/Jeri  -  Hirokazu/Kazu . Gli altri sono uguali.

La canzone usata è WALK  AWAY dei Westlife…Secondo me racchiude l’essenza della fanfic…

Buona lettura!!   - Ryuen -

 

WALK AWAY

 

Mi chiamo Takato Matsuki e ho 20 anni. Non sono più lo stesso ragazzino di 10 anni che, pieno d’entusiasmo, combatteva con i digimon. Ormai sono cresciuto. Ma una cosa non è cambiata, rispetto a quei giorni. Sono ancora lo stesso perfetto idiota.

Vi è mai successo, nella vostra vita, di cercare spasmodicamente qualcosa, senza sosta, anche per degli anni interi, senza mai trovarla? Per poi, magari, rendervi improvvisamente conto che ce l’avete sempre avuto sotto gli occhi, lì, vicino a voi? A me sì. Ed è successo proprio con la cosa…anzi, con la persona più importante della mia vita.

Ruki Makino. La glaciale, scostante, irascibile, fredda, stupenda Digimon Queen. Beh, certo, non si può dire che in questi dieci anni lei non sia cambiata…Sicuramente ora è molto meno fredda di un tempo. Si può dire che, in certe circostanze, può diventare persino dolce…Ma non fatene parola con lei, altrimenti sono morto!!

Forse, però, non ci state capendo un granché, vero? In fondo, tutti voi siete rimasti al Takato di 10 anni, con una cotta tremenda per la sua compagna di classe Juri…Beh, le cose sono cambiate, senza ombra di dubbio. Vediamo, da dove cominciare…Forse è meglio partire dal principio. Ossia, dalla fine della nostra avventura come Digimon Tamers.

Per un primo periodo…Un primo periodo abbastanza lungo, devo dire, durato qualche mese…Le cose sono rimaste invariate. Tutti noi che eravamo stati a contatto con un digimon sentivamo terribilmente la mancanza dei nostri amici virtuali. Non era facile proseguire con la vita di tutti i giorni senza di loro. Ma, in un modo o nell’altro, ci riuscimmo tutti. Sicuramente, per Ruki fu più difficile che per tutti noi. Renamon era stata la prima creatura a scalfire il suo cuore (falsamente) di ghiaccio. La sua prima vera amica. E, prima che lei riuscisse davvero a fidarsi anche di tutti noi, la sua UNICA amica. Si può dire che fosse un tutt’uno con lei. Una parte di Ruki. E vorrei vedere voi, a perdere una parte di voi stessi. Potete immaginare come potesse sentirsi? Ne dubito. Riesco a fatica ad immaginarlo io, che pure consideravo Guilmon una parte di me…Comunque, sto divagando. Dicevo, per un po’ di mesi, nonostante la profonda tristezza per la scomparsa dei nostri Digimon, andammo avanti come sempre. Io continuavo ad essere invaghito di Juri, mentre lei continuava a trattarmi come un semplice amico. Le lezioni si susseguivano, noiose come sempre, e tra un rimprovero e l’altro si arrivava a fine orario scolastico. Jenrya, ogni giorno, aspettava me, Juri, Hirokazu e Kenta al cancello della scuola, ed insieme ci avviavamo verso il parco, dove, quasi sempre, trovavamo ad attenderci Ruki. Il rapporto che legava noi sei non era cambiato, la nostra amicizia rimaneva quella di prima. E questo mi faceva sentire sereno, perché pensavo che le cose non sarebbero mai cambiate. Che avremmo continuato per sempre così, ad essere tutti amici. E a vivere in armonia gli uni con gli altri. Purtroppo, queste mie rosee aspettative si rivelarono errate. Piano piano, qualcosa, nel nostro gruppo, cominciò a sgretolarsi. Quando cominciarono i primi attriti, non capii subito di cosa si trattasse. Ma dopo un po’ ci arrivai. Era la nostra amicizia. Un’amicizia che non era nata per caso, ma dal nostro legame con i Digimon. E, una volta scomparsi loro, scomparve anche ciò che univa noi sei ragazzi. Beh, non proprio tutti…

Kenta fu il primo. Si stavano avvicinando gli esami di ammissione per la scuola media, e presto si rese conto di non avere più tempo da perdere con noi. Doveva studiare. Iniziò a frequentare un altro gruppo di amici, secchioni (scusate il termine) come lui. E con lui non avemmo più alcun contatto. Qualche mese più tardi, toccò a Juri. Avevo finalmente trovato il coraggio di dichiararmi, sotto consiglio di Kazu e Jen, ma non andò come avevo previsto. Juri ne rimase sconvolta, tanto che decise di non avere più nulla a che fare con me e con gli altri. La più ferita da questo atteggiamento, più ferita anche di me che ero stato respinto, fu Ruki. In Juri aveva trovato una nuova migliore amica, ma anche questa volta le era andata male. Ne aveva persa un’altra. Ricordo che, proprio il giorno in cui Juri ci disse che non voleva più avere a che fare con noi, io e Ruki ci ritrovammo soli a parlare, forse per la prima volta…

 

FLASHBACK

Era il tramonto, ed il sole era ormai scomparso dietro le sagome degli alti palazzi di Shinjuku. Nel piccolo parco, Takato e Ruki, seduti sulle altalene, fissavano a terra, sconsolati.

“Certo che è pazzesco…Non avrei mai creduto Juri capace di fare una cosa simile…E solo perché le ho rivelato che la considero più di un’amica. Poi, non ne capisco proprio il motivo. Se anche non vuole più vedermi, perché separarsi anche da voi?”

Le parole di Takato erano rivolte più a se stesso che a colei che stava al suo fianco. Non si aspettava una risposta, sapeva bene che la sua amica era di poche parole e difficilmente esternava i suoi sentimenti, soprattutto la tristezza. Per questo sobbalzò, quando sentì la sua voce parlare.

“Non so davvero che dirti, Takato. Credevo di conoscere bene Juri. Dopo la scomparsa di Renamon e gli altri mi è stata molto vicina. D’altronde, lei sapeva bene cosa significa perdere il proprio Digimon. Ero convinta fosse una ragazzina dolce, sensibile…Non riesco nemmeno io a capacitarmi di questo suo comportamento. Credevo mi considerasse sua amica e mi aspettavo che venisse a parlare con me, prima di prendere una qualsiasi decisione in merito. Invece, ha deciso tutto da sola. Non mi ha nemmeno detto addio personalmente…Forse, semplicemente, è colpa mia. Sono io che, per un motivo o per l’altro, faccio fuggire tutti gli amici più cari che ho…”

Takato fissò l’amica per qualche istante, stupito. Poi, alzandosi di scatto in piedi e facendola voltare verso di lui, scosse con forza la testa.

“Non dirlo nemmeno per scherzo, Ruki! Se c’è un colpevole, sono solo io! Juri ha deciso di andarsene perché io le ho dichiarato i miei sentimenti! E se Guilmon, Renamon, e tutti gli altri sono stati costretti a tornarsene per sempre a Digiworld, è solo perché io non sono stato in grado di trovare una soluzione! Spettava a me il compito di farli rimanere. Eppure,anche in quel caso, ho fallito. Anzi, Ruki, io ti chiedo scusa. Perdonami se, per colpa mia, hai perso le tue due migliori amiche…”

“Takato, ti ha dato di volta il cervello?! Sei impazzito, per caso? Come puoi pensare che sia colpa tua, se Renamon e gli altri sono dovuti tornare a Digiworld? Tu non avresti potuto fare nulla, esattamente come non abbiamo potuto farlo io, Jenrya e tutti gli altri! E Juri ha preso da sola la decisione di andarsene! Avrebbe potuto rimanere benissimo nostra amica, nonostante la tua dichiarazione. Forse dovremmo pensare all’ipotesi che lei desiderava già da un pezzo lasciare il nostro gruppo, e abbia solo visto nella tua dichiarazione l’occasione che aspettava. Forse dovremmo pensare che se tutte queste cose sono accadute, la colpa non è di nessuno. E che si è trattato solo del destino…”

Entrambi stettero zitti per un po’, fissandosi i piedi. Poi, lentamente, Takato tornò a sedersi sull’altalena.

“Sì. Credo che tu abbia ragione, Ruki. E ti prometto che non accuserò mai più me stesso di tutte queste cose. Però, anche tu devi promettermi la stessa cosa!”

Ruki guardò l’amico, con sguardo incuriosito. Al che Takato si voltò verso di lei, sorridendole tra le lacrime.

“Devi promettermi che nemmeno tu ti sentirai mai più responsabile. Non è certo vero che tutti i tuoi migliori amici scappano da te. Guarda me. Io ti considero la mia migliore amica, eppure sono ancora qui, al tuo fianco. E ci rimarrò anche per sempre, se tu lo vorrai!”

Ruki ricambiò il sorriso, mentre anche i suoi occhi si riempivano lentamente di lacrime e le sue guance si tingevano lievemente di una sfumatura rossa.

“Te lo prometto, Takato. E ti prometto anche che nemmeno io ti abbandonerò mai. Tu resterai sempre il mio migliore amico.”

E rimasero per lunghi attimi a fissarsi, sorridendo e piangendo allo stesso tempo.

 

Eh sì. Posso tranquillamente dire che quello è stato il giorno in cui Ruki è ufficialmente diventata la mia migliore amica. Un’amica talmente speciale che la sola idea di separarmi da lei mi ha sempre terrorizzato. E, comunque, in un modo o nell’altro, entrambi abbiamo rispettato le nostre promesse, fino ad oggi. Per dieci anni siamo rimasti amici, senza mai abbandonarci. Sempre fianco a fianco, qualsiasi cosa accadesse. Siamo stati, reciprocamente, la spalla su cui piangere l’uno dell’altra. Io sono l’unico privilegiato ad aver visto le lacrime di Ruki. Lei non piange mai davanti a nessuno, nemmeno a sua madre o sua nonna. Si sfoga solo con me. E sono anche l’unico privilegiato ad aver visto i suoi sorrisi più veri. Certo, ora sorride molto di più, a tutti. Ma c’è un sorriso…Un sorriso speciale, che ti scioglie il cuore al solo guardarlo…Un sorriso tanto radioso che sarebbe in grado di sciogliere anche Polo Nord e Polo Sud messi insieme…Un sorriso tanto dolce che commuoverebbe persino una roccia…Quel sorriso, quel sorriso fantastico…Solo io l’ho visto. In dieci anni, sono stato l’unica persona al mondo ad aver visto il più bello dei sorrisi. Ed ora io…io vivo solo per uno di quei sorrisi. Sento che se ora, che ho finalmente realizzato la verità, mi trovassi davanti ad uno di quei suoi sorrisi, potrei morire. Mi commuoverei fino alle lacrime e non so cosa sarei capace di fare. Perché ora, rispetto ad un tempo, le cose sono cambiate. Ora, io non sono più lo stesso. O meglio, forse io sono sempre lo stesso. E’ Ruki a non essere più la stessa ai miei occhi. Ora io, Takato Matsuki, 20 anni, ho scoperto la più grande verità della mia vita. Ho scoperto di essermi ingannato per oltre dieci anni. Ho scoperto che amo Ruki Makino con tutto il mio cuore.

 

Here we are

Just a little older

Time goes by

But did I ever tell you why

I want you so much

 

E’ pazzesco, non è vero? Non me n’ero mai reso conto. Per 10 anni, l’idea di provare per Ruki qualcosa che andasse oltre la semplice amicizia, non mi aveva mai nemmeno lontanamente sfiorato. Proprio per niente. In fondo, lei era…beh, è la mia migliore amica. La cosa pazzesca, poi, è che, a partire dalle medie, sono uscito con un sacco di ragazze diverse. Dopo la delusione avuta con Juri ho continuato a cercare disperatamente l’amore. L’amore vero, intendo. Ma anche se uscivo con ragazze che mi piacevano o che consideravo carine, non riuscivo mai a lasciarmi andare del tutto. Non mi sentivo mai veramente a mio agio. E, soprattutto, non mi è mai passato per la testa il pensiero “ecco la ragazza fatta apposta per me.”.

Ora so il perché. Ma c’è voluto davvero troppo tempo per arrivarci. Troppo. Infatti, ci sono riuscito solo ora. Solo ora che lei, Ruki, la mia migliore amica, il mio angelo, la luce della mia esistenza, la donna della mia vita…se n’è andata. Sì. Se n’è andata. Semplicemente, ha accettato un lavoro lontano da qui. Lontano da me. Non senza fatica, eh! Questo no. Le è costato molto prendere questa decisione. Molte lacrime, soprattutto. Non voleva separarsi da me. Eppure, Re degli stupidi, sono stato io a convincerla ad andare. Le ho detto: “Vai, Ruki. Anche se sarai lontana, la nostra amicizia non morirà mai.”. E lei, come sempre, ha seguito il mio consiglio. Stupido! Stupidostupidostupido! Ecco cosa sono! Ora che lei non è più al mio fianco, non è più vicino a me, come è sempre stata, mi rendo conto per la prima volta che è lei che voglio. Che è il suo lieve tocco a mancarmi! Quando a volte, per scherzare, mi afferrava per un braccio…Oppure quando mi teneva la mano, in certi momenti particolarmente difficili per lei. O quando mi abbracciava stretto, per piangere sulla mia spalla…O per permettermi di piangere sulla sua. Quando, a volte, si addormentava su di me…Oddio…Credo proprio che presto impazzirò…Ruki…

 

It came to me

When you were not around

You'll always be

The one to understand that's why

I can't miss your touch

All my life

I waited for someone

And all this time

You were the one, so

 

I've been a fool

I didn't see the behind

The friend in you

And baby don't you ask me why

It just couldn't be love

'Cause from the start

You would be the one

To cure my heart

But I just didn't look this way

And now I can't get enough

All my life

I waited for someone

And all this time

You were the one, so

 

Cristo, Ruki! E’ mai possibile che io sia stato tanto stupido, con te?! Che non mi sia accorto che dietro la facciata di profonda amicizia si nascondeva un amore tanto immenso? Però, non poteva essere davvero altrimenti. No, non poteva essere amore, il sentimento che mi legava te. Semplicemente, non poteva esserlo. Perché tu sei sempre stata troppo importante per me. Troppo per rischiare di perderti come è accaduto con Juri! Insomma, so che la cosa è completamente diversa. Juri era una semplice amica, come tante altre, non speciale ed importante come te…E la mia era una semplicissima cottarella infantile. Oggi mi chiedo come ho potuto provare qualcosa per una come lei…Però la paura era troppa. Eppure avrei dovuto sapere che tu eri l’unica. L’unica in grado di farmi stare davvero bene. Perché è sempre stato così. Anche se solo con la tua amicizia, mi hai sempre fatto sentire in paradiso. Hai curato tutte le ferite del mio cuore…Sempre, in ogni momento. Ma ora…come sarebbe diverso ed infinitamente più bello se tutte queste attenzioni me le rivolgessi come donna, e non semplicemente come amica…Perché la tua amicizia è una cosa stupenda, davvero. La migliore che mi sia mai capitata. E per nulla al mondo vi rinuncerei. Però…potrò sembrarti egoista…ma sento che tutto questo non mi basta più. Non mi basta, capisci Ruki? Ho bisogno di sentire qualcos’altro, di sentirmi…amato…da te….

….Mi sento un perfetto imbecille. A dire cose tanto stupide, tipo che la tua amicizia non mi basta…Perché ho dovuto cambiare così? Perché mi sono reso conto di tutte queste cose? Avrei preferito continuare come un tempo…Quando la tua amicizia era tutto ciò che desideravo…Mi sento davvero male…E come se non bastasse, ecco mia madre che mi chiama a squarciagola, dal piano di sotto. Ma che diavolo ho combinato, stavolta? Ho 20 anni ma mi tratta ancora come un bambino! Vorrei vivere da solo…Anzi, anche meglio…Vorrei vivere con te, Ruki…Le urla non si fermano. Mi tocca proprio scendere. Beh, almeno per qualche istante, forse, la smetterò di torturarmi con questi pensieri dolorosi. Non credete anche voi?

 

%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%

 

Il giovane si alzò dal letto su cui era disteso. Teoricamente avrebbe dovuto studiare per l’esame che avrebbe dato di lì a poco, ma aveva passato tutto il pomeriggio a pensare a lei…la sua migliore amica. Sbuffando aprì la porta della sua camera e lentamente scese le scale. Grattandosi la testa entrò in cucina, borbottando.

“Che c’è, stavolta, ma’? Che ho fatto?”

“Mi auguro niente, Takato. C’è una sorpresa per te.”

Il ragazzo aprì gli occhi, che aveva tenuto socchiusi aspettando le urla della madre. E per poco non ci lasciò la pelle. Incapace di reggere il colpo barcollò, crollando infine seduto sulle scale.

“Ru- RUKI?!”

“Che faccia, Matsuki! Non sono mica un fantasma! Non avrai mica combinato qualcosa di losco, durante la mia assenza!”

La ragazza, un paio di jeans e una semplice maglietta corta, senza maniche, i lunghi capelli raccolti in una morbida coda, lo fissava divertita. Lui la guardava a bocca aperta.

“M- ma che ci fai qui?”

“Beh, ho finito quel lavoro. E ho deciso di tornare a Shinjuku. Non mi piace la Cina, non è il posto adatto a me. In compenso lo trovo estremamente adatto a Jenrya. Beh, d’altronde, lui è di origine cinese, no?”

“Vorresti dire che sei tornata definitivamente? Dopo soli tre mesi?!”

“Ehi, non credevo di farti un così grosso dispiacere, Matsuki! Cavolo, a saperlo prima sarei rimasta…”

Non finì la frase. Takato era balzato in piedi e con pochi rapidi passi l’aveva raggiunta, abbracciandola e sollevandola da terra. Poi aveva cominciato a roteare per la cucina, evitando per un pelo tavolo, mobili, sedie e sua madre.

“Ah, è fantastico! Ti posso assicurare, Ruki, che mai, in vita mia, mi sono pentito tanto di qualcosa come di averti detto di andare! Non ti permetterò mai più di lasciare Shinjuku, te lo giuro! Mai più!”

Ruki, seppur sorpresa, sorrideva imbarazzata. Ma decisamente felice. La lieve tinta scarlatta che le si era dipinta sulle guance era dovuta in parte all’imbarazzo, ma soprattutto all’immensa gioia che provava. Gioia per le parole di Takato, gioia per essere ancora tra le sue braccia, gioia per la consapevolezza che non l’avrebbe più lasciato…La signora Matsuki, intanto, li guardava sorridendo. In quegli anni aveva imparato a considerare Ruki come una seconda figlia.

“Ehi, Matsuki, smettila, finirai per combinare qualche danno! Mettimi giù!”

“Ah, sono troppo felice! Troppo, troppo felice!!”

Finalmente la mise giù e Ruki, ridendo, si ricompose un po’.

“Accidenti, che entusiasmo! In tre mesi sei diventato ancora più fuori di testa, Takato?”

“Eh, finalmente il mio nome! Pensavo fossi regredita a chiamarmi per cognome. Dai, Ruki, vieni. Andiamo a fare una passeggiata. Voglio che mi racconti tutto quanto!”

“D’accordo, arrivo. Signora Matsuki, arrivederci.”

“Oh, Ruki, quante volte devo ripeterti di chiamarmi per nome? Ormai sei di famiglia, e da così tanti anni! E comunque, bentornata, cara.”

“Grazie!”

Non riuscì a dire altro perché Takato, tenendola per mano, la stava trascinando fuori.

I due camminarono lentamente verso il solito parco, mentre Ruki raccontava la sua avventura lavorativa in Cina. Quando arrivarono, si recarono al luogo che a lungo era stato il rifugio di Guilmon. Per molto tempo non vi si erano più avvicinati, per paura di essere assaliti da tristi ricordi, ma ormai era tutto passato ed anche i ricordi più dolorosi erano diventati dolci.

“E così hai deciso di tornare. Ma davvero, Ruki, non te ne andrai più? Rimarrai qui a Tokyo?”

“Sì. Ho scoperto che non mi interessa viaggiare. Né vivere in altri luoghi. Qui ho tutto ciò che desidero. Ho la mia famiglia. I miei amici. Ed uno scemo che senza di me si sentiva come un pesce fuor d’acqua!”

“Ehi, e questo chi l’ha detto!?”

“Io non ho fatto il tuo nome, carino…Eh eh! Comunque è stata Suzie. Mi ha scritto che da quando ero partita tu sembravi uno zombie, girovagavi per la città senza meta, senza vedere chi incrociavi. Si è addirittura spaventata, la prima volta che ti ha visto!”

“Accidenti a lei…Non è vero!”

“Lo so, tranquillo. Suzie ha sicuramente esagerato. Uno come te va avanti anche senza la sua migliore amica, no?”

“Beh, veramente…non proprio…Diciamo che mi mancava la solita carica, ecco.”

Ruki lo fissò dolcemente, sorridendo. Erano entrambi appoggiati alla parete del nascondiglio, uno di fianco all’altra. Takato teneva la testa bassa.

“Era così anche per me. Sentivo la mancanza di tutti, lì in Cina. Ma, più di tutti, sentivo la tua mancanza. E’ davvero incredibile come tu sia diventato indispensabile, per me, sai? Quando ci siamo conosciuti non me lo sarei mai immaginato. Però, effettivamente…Già prima di tutta la faccenda di Juri…Prima che io e te diventassimo DAVVERO migliori amici…Ti sentivo più vicino di chiunque altro. Beh, Renamon a parte, ovviamente.”

Questa volta fu Takato a fissarla. Poi, lei voltò il capo altrove. Per qualche istante, tra i due regnò un profondo silenzio. Ormai era il tramonto. Per un istante, nella mente di entrambi, balenò il ricordo di quel giorno lontano, di 10 anni prima. Sulle altalene. Loro due. A promettersi eterna amicizia. E, per un istante, nella mentre di entrambi, balenò anche un altro pensiero. Sarebbe durata ancora, quella loro eterna amicizia? O sarebbe finita? Proprio in quell’istante? Perché era quello, l’istante. L’istante per dirsi cose che prima d’allora non avevano avuto il coraggio di dire…

“Takato…C’è un motivo…preciso…se io sono tornata. Se ho deciso di lasciar perdere gli altri lavori all’estero e tornare qui a Shinjuku…”

“Un altro motivo? E posso sapere qual è?”

Ruki sorrise, un po’ tristemente, ma sempre tenendo la testa voltata.

“Se non volevo che lo sapessi, non avrei mai cominciato il discorso, non credi Matsuki?”

“Già…Che scemo…”

Il cuore di Takato batteva forte. Si sentiva pronto a dirle tutto, ma prima voleva ascoltare le sue parole.

“E’ un motivo…che forse tu potrai considerare sciocco. E comunque, in parte, l’ho già detto. C’era una persona, che mi mancava, più di tutte le altre. E stando lontana da questa persona, io ho rivalutato i sentimenti che provavo per lei. Per lui. Poi, rivalutato, non è proprio la parola giusta. Sono sentimenti che sono sempre rimasti nel mio cuore, per anni. E che ero consapevole di provare. Ma che non credevo così forti. E soprattutto, non avrei mai creduto che fosse così indispensabile, per me, esternarli. In Cina, mi sono resa conto che se io non avessi detto a questa persona ciò che veramente provo per lui, non sarei riuscita ad andare avanti. Mi sarei sentita troppo…ipocrita. Ed era una cosa che dovevo assolutamente dirgli di persona, non per telefono, o per lettera.”

“Ne posso dedurre…che questa persona abiti qui a Shinjuku?”

“Ottima deduzione, Matsuki. Ti stai facendo più sveglio, sai?”

“Dai, Ruki, non scherzare! Vai avanti!”

“Ma quanto sei precipitoso! Non è mica facile, sai?”

“Scusa…E’ che…non so…è strano, sentirti parlare in quel modo…Mi mette in ansia…”

“Davvero?”

“Già…Ma non saprei dirti perché…”

Rimasero ancora un po’ silenzio. Poi Ruki ricominciò.

“Takato, nel caso non l’avessi capito…E, sinceramente, dubito tu l’abbia capito…La persona di cui sto parlando sei tu…”

“Eh?”

“Sono i miei sentimenti per te, che ho capito di non poter più tenere nascosti. L’amore che provo per te. Perché è questo…semplicemente. Perché io ti amo…”

Per un istante, Takato pensò di aver perso i sensi. Non sentì più nulla. Non vide più nulla. Non pensò più a nulla. Semplicemente, il vuoto. Poi, pian piano, cominciò ad udire un rumore. Un battito. Forte, velocissimo. Era il suo cuore. Ed anche la vista cominciò a tornargli. Fu come aprire gli occhi. E tutto ciò che vide fu…il tramonto. Uno splendido tramonto. Che però, per lui, per loro, era come un’alba. L’alba della loro nuova vita. Si ritrovò a sorridere. Sorrideva, come uno scemo. Intanto Ruki non trovava il coraggio di guardarlo. Era troppa, la paura. La paura di averlo perso per sempre, con poche semplici ma pesantissime parole. Poi lo sentì. Un rumore strano, come una risata. E man mano che cresceva d’intensità si rese conto che era davvero una risata. Takato stava ridendo. E a crepapelle, anche! Ruki si sentì crollare il mondo addosso. Takato era convinto si trattasse di uno scherzo. O, peggio ancora, rideva in faccia al suo amore. Si sentì una stupida, una povera idiota. Senza che potesse fare nulla per impedirlo, i suoi occhi si riempirono di lacrime. E stava per mettersi a piangere sul serio, quando sentì un tocco sulla spalla.

“Ruki…Eh eh, perdonami, ti prego…Non…non volevo ridere così, però…Io…Mi sento così idiota! Perché…Perché ho pensato le stesse cose! Perché solo standoti lontano ho capito che ciò che avevo sempre cercato in tutte quelle ragazze con cui uscivo, l’avevo già trovato in te! Perché mi sono reso conto che, proprio come te, anch’io ti amo! Ma non me n’ero mai accorto! Capisci, Ruki? Capisci quanto idiota sono stato? Soprattutto a non rendermi conto che anche tu mi amavi! Che stupido! Non ci posso…”

Takato fu interrotto. Ruki, senza nessun preavviso, si era voltata, gettandosi tra le sue braccia e sbattendolo sul muro. Ed ora lo stava baciando. Mentre calde lacrime le scendevano sul volto, bagnando anche quello di lui.

 

And with a kiss you turned my world around

The greatest rush of all was to be found, oh yeah

 

A Takato ci volle qualche istante per riprendersi dalla sorpresa. Ma quando ci riuscì, non pensò più nemmeno per un istante. Semplicemente, chiuse gli occhi, assaporando quel bacio, e circondando Ruki nel più tenero degli abbracci. Rimasero così, per alcuni istanti. Poi, si separarono lentamente, fissandosi negli occhi. Quindi Ruki, chiudendo gli occhi, posò il capo sul petto del ragazzo che amava più di chiunque altro.

“Takato…Mi starai sempre vicino, come hai fatto fino ad ora?”

“Puoi starne certa, Ruki. Non ti abbandonerò mai e poi mai. Tu rimarrai per sempre al mio fianco. Qualunque cosa accada…”

Al che Ruki alzò il capo e gli sorrise. E Takato si sentì in paradiso. Era quello che aveva sempre voluto. Uno dei suoi fantastici sorrisi…Ma rivoltogli non più dalla sua più cara amica…Bensì dalla donna che amava…

 

You changed my whole life

Coloured up the dark skies

And this I promise you

 

If you want a man that is here to stay

Swearing he's forever true

I'll never walk away

I'll never give up on you

And if you want a love that will save the day

No matter what you're going through

I'll never walk away

I'll never walk out on you

 

Stringendola ancora una volta a sé ed affondando il volto tra i suoi capelli, respirandone a fondo il profumo, ripeté:

“Non ti abbandonerò mai, Ruki. Starò sempre al tuo fianco…”

 

 

 

 

Note dell’autrice: Lo so, lo so. In Italia non c’è pressoché nessuno che dia credito a questa coppia. E non posso darvi torto. Nemmeno io, guardando la serie, avevo mai pensato a Takato e Rika come a una possibile coppia. Tanto più che la mia prima ff su Digimon Tamers era su Rika e Kazu. Però avevo sempre pensato che la persona che meglio era riuscita a far cambiare Rika fosse Takato. Li avevo sempre visti come ottimi amici…Come migliori amici. Così come ho sempre visto anche Takato ed Henry come migliori amici. Tuttavia, un giorno, mi è balenato un pensiero in testa. “Sono tanto amici? E allora perché non potrebbero essere qualcosa di più?”. Probabilmente, questi pensieri sono dovuti dal fatto che io non riesco a sopportare Ryo. Mi sta proprio antipatico. E piuttosto che vederlo con Rika, personaggio che adoro, preferisco vederlo morto. Senza offesa per i suoi fan, ovviamente. Ognuno è libero di pensarla come meglio crede. E così, seguendo questa idea, ho scritto la mia prima Takato/Rika. FOR MY LOVE. Dopo qualche tempo, mi è stato consigliato da un’amica un sito di fanfic in inglese. Così, per curiosità, sono andata a dare un’occhiata. Non che l’inglese sia la mia lingua, ma in un modo o nell’altro riesco a comprendere il significato di ciò che leggo…Tra le varie sezioni c’era quella su Digimon, in cui si poteva decidere la coppia preferita e visualizzare le ff riguardanti solo quella. Mi sono detta: “perché no, proviamo con Takato e Rika. Chissà se esiste qualche altra pazza come me, negli altri paesi.”. Ebbene, ho scoperto che negli altri paesi questa è una delle coppie che va per la maggiore. Ne ho trovate tantissime su loro due. Tantissime. A questo punto mi chiedo…Non sarà forse che l’adattamento italiano ha tolto ogni possibile accenno a qualcosa tra loro due? O forse è solo perché qui in Italia non è arrivato il film in cui so esserci qualche accenno? Mah. Comunque, questo mi ha convinto a continuare a sostenere questa coppia. Ed ho deciso di scrivere ancora su loro per incentivare le altre persone a pensarci su. Non sono forse carini, insieme? Io dico di sì…Spero, con questa mia fanfic e con l’altra, di essere riuscita a farci pensare qualcuno. E se non ci sono riuscita…Amen. I gusti sono gusti. Spero comunque che vi sia piaciuta. A presto!   - Ryuen -

 

 

  
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