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Autore: blazethecat31    28/01/2013    0 recensioni
Una cosa che adorava fare era mettersi in cima al Punto d’Osservazione a contemplare la bellezza del mare e dei petali danzanti spostati dal vento, come la treccia lunga e scintillante che gli scendeva giù per la schiena.
Il giovane Therius sta per diventare cavaliere, ma il suo maestro lo porterà anche al raggiungimento di altri obbiettivi, che lo renderanno un vero uomo.
Genere: Introspettivo, Sentimentale, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Protezione, forza, saggezza, lealtà e coraggio; queste le virtù che il cavaliere per eccellenza non deve mai mettere da parte, sia in conflitto che nella vita di tutti i giorni.

Therius avanzò con passo deciso, fermandosi davanti all’entrata della torre che si ergeva maestosa davanti a lui; oltre ad essere alta era completamente asimmetrica e quasi ridotta in rovina, ma proprio grazie a questi difetti si poteva lontanamente comprendere da quanto tempo esisteva, quante battaglie epiche vi ebbero luogo, e purtroppo, quanti morti vi rimasero.
Ma questo non lo intimorì, spinse con forza la grande porta ed entrò, con il Generale dietro di lui, subito davanti a loro una rampa di scale, che salirono con calma; la mano di Therius pronta a tirare fuori il fioretto, gli occhi verdi che scintillavano davanti alle torce accese.
-Ogni volta che vengo qui ho il timore che i miei allievi perdano la vita durante la scalata, ma sono fiero di quei pochi che completarono l’addestramento. E confido che anche voi ce la farete.- Annunciò Asthar, solenne.
-Volete dire che altri sono riusciti a diventare cavalieri a pieno titolo?-
-Certamente, diciamo sempre che arrivare in cima sia un’impresa impossibile per allontanare i codardi e spronare gli impavidi a provarci. Ma ora sono tutti a servire l’Imperatore, nonostante ci sia più bisogno di loro qui.-
In quel momento promise a se stesso che non avrebbe lasciato Lazulis fino a quando non si sarebbe presentato un degno erede che avrebbe difeso i civili e avrebbe rispettato tutti i codici di condotta.

Notò poco dopo che gli interni dell’edificio erano molto più curati e quasi intatti, a differenza della facciata, sicuramente perché le battaglie si erano svolte oltre la rampa, e lo stesso avrebbe fatto lui.
Appena finì la salita si trovò davanti a un’altra porta, e accanto ad essa un piccolo scrigno.
-Prendete tutto quel che c’è dentro.- La voce di Asthar rimbombò per tutto il piano; Therius eseguì l’ordine e non trovò altro che una piccola gemma blu.
-Vi servirà per risvegliare nemici e alleati, non la perdete. La prima virtù è la protezione: dovrete scortare un bambino da una parte all’altra del ponte e sconfiggere i nemici con l’aiuto di un mago. Vi aspetto dall’altra parte.- Raccomandò poi, prendendo un ingresso secondario.

L’aspirante cavaliere varcò la porta, venendo subito investito dal caldo torrido del sole e dal vento, anch’esso insopportabile; il corpo che iniziava a sudare sotto l’armatura. Davanti a lui un ponte di pietra pieno di colonne ormai quasi distrutte, ma comunque buone come copertura, e un bambino pietrificato, mentre a destra un altro ponte pieno di balestrieri pronti a far fuoco. Non poteva più tornare indietro.
Avvicinò la pietra, e il fanciullo si svegliò.
-Salve signore…potreste portarmi dalla mia mamma? E’ dall’altra parte di questo ponte.- Disse con voce tremolante.
Therius si asciugò la fronte e lo prese in braccio, dando la schiena ai nemici in modo da poterla usare per proteggerlo; potevano colpirlo tutte le volte che volevano anche arrivando e penetrare l’armatura leggera, la sua determinazione avrebbe sofferto al posto suo, dandogli modo di continuare.
Fece in tempo a nascondersi dietro a una colonna, i balestrieri avevano preso vita e iniziato a bersagliarli, sempre con gli stessi intervalli di ricarica, come se fossero delle macchine, quindi non fu difficile passare da una colonna diroccata all’altra senza essere colpiti.
Appena posò il bambino a terra questo scomparì in una grande nube azzurra; Therius vide poi la sagoma del mago immobile, che grazie alla gemma si risvegliò e attaccò subito i balestrieri; la prima prova era stata superata. Non aveva subito danni, era solo sudato a causa del caldo, ma non era un problema abituato com’era a stare a petto nudo in mezzo alla neve e a coprirsi d’estate; quand’era più giovane Asthar lo allenava così, per affinare la sua resistenza, spesso arrivava a farlo collassare per la stanchezza unita a un’insolazione o alla perdita di sensibilità delle mani.
Ma fortunatamente era sopravvissuto, e anche per questo Asthar era fiero di lui.

-Ben fatto, strenuo difensore; avete dato prova di essere in grado di aiutare gli innocenti e di saper sfruttare al meglio il loro supporto. Come ricompensa riceverete degli schinieri più resistenti e, a mio parere, anche più belli di quelli che possedete.- Dichiarò quest’ultimo appena il suo allievo lo raggiunse. Sembrava più serio del solito, ma probabilmente stava seguendo il comportamento secondo le regole stabilite.
Therius trovò il suo premio appoggiato sul muro, e si trovò costretto a concordare con quanto detto prima: erano di un bianco più candido rispetto ai suoi, ormai vecchi e graffiati dagli allenamenti e dalle guerre di espansione.
…No, non doveva pensarci in quel momento.
Si cambiò velocemente, assaporando temporaneamente una sensazione di sollievo mentre si levava i suoi ormai ex schinieri e infilava quelli nuovi, che gli sembrarono molto più comodi.
Subito dopo si riavvicinò al Generale, in attesa della prossima sfida.
-La seconda virtù è la forza, come si può diventare cavalieri senza? Dovrete attraversare un labirinto pieno di nemici di vario genere, dalle vipere che hanno il potere di avvelenarvi agli orchi, dotati di grande forza fisica ma di poco cervello.- Si fermò un attimo per riprendere fiato.
-Al centro del labirinto c’è una pozza di acqua magica che potrete usare come antidoto, dite che così è troppo facile? Provate ad arrivarci senza essere trapassati da parte a parte dagli spadaccini o senza essere schiacciati dai martelli degli orchi, o a non morire avvelenati prima di arrivarci.-
Therius irrigidì i muscoli e annuì. Di nuovo i due varcarono porte diverse.

Appena arrivato la gemma iniziò di nuovo a brillare, questa volta si erano risvegliati tutti insieme. Salì su uno dei muretti del labirinto per farsi un’idea dei nemici che c’erano, che poi un labirinto non sembrava, erano solo tante pietre messe alla rinfusa.
Proprio come detto da Asthar, al centro c’era la pozza, e ai lati due mastodontici orchi; subito davanti a lui una serie di spadaccini, che messi di spalle com’erano non potevano vederlo; infine le vipere all’estremità del percorso, che non erano serpenti come aveva immaginato prima, ma vere e proprie streghe esperte nell’atre del veleno.
Inspirò profondamente, e tirò fuori il fioretto il più silenziosamente possibile, voleva disfarsi dei guerrieri davanti a lui senza creare troppi trambusti.
Prese di mira quello che gli sembrava più forte e saltò dal muretto arrivandogli addosso in picchiata, con il fioretto che gli trapassava il cranio. Ogni volta che faceva quel salto la sua spada assumeva un colore che andava dal giallo all’arancione chiaro, come se fosse una meteora.
Gliela regalò suo padre, prima di partecipare a quel torneo.
Il nemico, ormai fuori combattimento, si accasciò a terra e si dileguò in una nube scura, e lo stesso accadde a tutti gli altri, che presi di sorpresa non ebbero il tempo di contrattaccare.
Therius rimase stupito dal fatto che tutto ciò che colpiva non sanguinava, ma non intendendosi molto di magia pensò che doveva essere una cosa assolutamente normale in quel luogo.
L’esecuzione sarebbe stata perfetta se gli orchi non si fossero accorti di lui sentendo le grida di dolore delle vittime.

Avrebbe potuto un fioretto sottile ferire la carne dura?

  
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