Anorexia

 

 

Sorridi.

 

Menti.

 

Mangi.

 

Ingoi.

 

Sorridi.

 

Facile, no?

 

Scendi lentamente le scale, stufo della solita, ma essenziale, messinscena.

Svogliatamente apri il portone che cela alla vista il tuo abituale palcoscenico.

 

Saresti stato un attore provetto, in un'altra vita.

 

Ti avvicini alla lunga tavola, posta al centro dell'immensa e maestosa sala.

Guardando le pietanze messe in bella mostra su di esso il disgusto ti assale,

ma nulla traspare sul tuo viso di marmo, bianco porcellana.

 

«Buon giorno, Tomas» saluta una donna.

 

La sua voce ti riscuote da quei pensieri, riportandoti, con dolce violenza, alla realtà.

Ti volti verso di lei, osservandola.

L'affettuosa e benevola Sue ti rivolge uno sguardo premuroso,

ricambiato da uno compassionevole.

Quasi ti dispiace prenderla in giro.

Ma lo fai ugualmente.

 

Uccidendo il senso di colpa,

Uccidendo, pigramente, te stesso.

 

Sorridi.

 

«Ti trovo in gran forma stamane. Sono felice per te» ti dice, sincera, rispondendo al tuo sorriso falso.

 

Menti.

 

«In effetti sto molto meglio, grazie. Ho una gran fame» la rassicuri, sedendoti al ripiano.

 

Ma, naturalmente, questo non le basta, no.

Devi darle una prova che confermi le tue parole.

 

Perciò, senza neanche accertarti cosa,

Mangi.

 

Senti un conato di vomito non appena il cibo entra nella tua bocca.

Ma non puoi espellerlo.

Non sotto i suoi occhi vigili e indagatori.

 

Così,

 sforzandoti segretamente, 

ignori il sapore amaro e

Ingoi.

 

Ignori il contorcersi dello stomaco e

Ingoi.

 

Ignori le calorie, i grammi, i chili, e

Ingoi.

 

Ancora e ancora, finché nulla più resta nel tuo piatto.

Lei l'ha notato, lo sai.

Ti ha osservato, l'hai sentita indugiare sulla tua pelle d'alabastro che da niente può essere scalfita.

 

Eccetto dalla paura che ti attanaglia le viscere.

 

Ma,

per esserne certo,

la guardi e,

nuovamente, 

Sorridi.

 

La dottoressa è soddisfatta del tuo ennesimo miglioramento.

La dottoressa non nasconde il suo orgoglioso egoismo che la porta a festeggiare un'altra, fasulla, vittoria personale.

La dottoressa crede davvero di essere brava, eccezionale, nel suo lavoro.

La dottoressa non si accorge di mentire a se stessa.

Non si accorge di avere tra le labbra un boccone troppo acido

che, continuamente, ingoia, 

auto lesionandosi.

Anch'essa ignora.

La dottoressa ignora una verità troppo dolorosa per essere accettata.

Quindi, ingannevole, simula un sorriso e se ne va, 

lasciandosi sfuggire il tuo ghigno compiaciuto.

 

La segui dopo un po',

pronto a ritornare in camera.

 

Pronto a svuotarti.

Pronto a ficcarti, riservatamente, due dita in gola.

 

E, mentre provvedi ai tuoi bisogni, 

pensi che, in fondo, 

la dottoressa sana non è tanto diversa da voi malati.

 

Dunque, 

Sorridi, Menti, Mangi, Ingoi, Sorridi,

mentre senti, dentro il tuo cuore, 

quegli ordini deturparti l'anima.

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Storia scritta un po' di tempo fa e ritrovata in un file del pc solamente adesso.
Spero di essere riuscita a trattare tale argomento adeguatamente, ma qualsiasi sia la vostra opinione al riguardo, vi prego di lasciarla scritta comunque.
Mi farebbe davvero piacere sapere cosa ne pensate ^^

Ringrazio chi metterà la storia tra le seguite/preferite/ricordate, chi recensirà e chi leggerà solamente :)
Vostra,
      _M e l_