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Autore: LesFleurDuMal    19/08/2007    1 recensioni
Pagine mai scritte, di vite mai vissute, di persone mai esistite...

Nonostante ci sia un breve accenno ad Harry Potter, l'ho postata in Originali, perchè sarà probabilmente l'unico.

il Chap è anche la storia di un mio pg in un G.d.r. Online "MondoRowling" ma mi ha soddisfatta così tanto che ho deciso di pubblicarla come ficcy..
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Quella che sto per raccontarvi è la storia di uno splendido fiore di nero cristallo elevatosi da terra nella saccente seccante armonia delle sue forme e nella fragilità dello squilibrio del suo essere.
E' ciò che tutti voi, uno ad uno senza alcuna distinzione avete bramato di essere. Perchè io sono
Il Fiore del Male

Quando sono nata il cielo piangeva.
Piangeva amare lacrime che non so attribuire se alla perdita di uno dei suoi più piacenti angeli, irrimediabilmente caduto nell'oblio di un corpo mortale, o se allo scempio che se ne scatenò in conseguenza.
Mi piace pensare così al primo giorno in cui questi miei occhi si aprirono su questo palcoscenico.. al momento in cui ho, per la prima, volta osservato il mio pubblico all'aprirsi del sipario.
Mi piace pensare che per un breve istante, quando mio padre mi strinse a se, abbia suscitato un' emozione in me, che non ricordo di aver provato e che non so descrivere...
Unica, mai più sentita, forse mai esistita..

La mia famiglia è sempre stata una delle più importanti d'Inghilterra, e il nome "Shadowk" è conosciuto fin anche le bianche scogliere di Dover dove si è trascorsa la mia infanzia perfetta...
Una prigione di cristallo, ma pur sempre una prigione.. Splendida fino a che non l'ho osservata con gli occhi di quella bambina non più così bambina, ormai adulta e in grado di comprendere più di quanto chi mi circondava credesse.

Da mio padre Frederik Shadowk ho avuto tutto e non ho avuto niente
Tanti balocchi, ma mai un sorriso...
Nomignoli vuoti di significato..
Regali per ricorrenze che non ha mai ricordato..
Saluti mandati da tate che spesso li inventavano, per farmi felice..

Di mia madre, Lucrezia Bircaut,ho raccolto il futile:
Un bel viso dal candore di neve
L'armonia delle forme del suo corpo
La voce soave che è il canto d'un usignolo dell'alba

«Ci sono tante cose che non sai Emily
Sono troppe perchè possa rivelartele io...
...che pur le conosco»

«Perchè non me le riveli?»

«Perchè sei solo una bambina
mio piccolo tesoro...
...solo una bambina»


«Ma io sono abbastanza grande»

«Non ancora abbastanza...
...non abbastanza per capire
cosa significhi essere un errore,
essere figlia di un marodnale errore...»


{Quando sono nata il cielo piangeva.
Piangeva lacrime amare perchè il sipario s'era aperto su di un attrice indesiderata
La cui orgine è stata un errore, un peccato: Il tradimento..
..e da cui non potrà venir nulla di buono.}

Ma io infondo sono solo un labile spiro di brezza notturna, un paio di labbra rosse lievi, un sospiro fievole di Selene al suo cielo, amante. Sono un segreto sussurrato, un segreto che neppure a me è stato rivelato.


C'è un momento nella vita di tutti noi quando sentiamo che, finalmente, non siamo più bambini...
C'è un momento nella vita di tutti noi, che di tanto in tanto torna e costituisce una svolta nelle nostre vite regalandoci, che lo desideriamo o meno, all'ignoto... Nella mia vita posso contarne alcuni.
Il primo è sicuramente all'età dei miei cari e ingenui undici anni.
Ho sempre saputo dell'esistenza della magia, vivendo in una famiglia di maghi, non ho mai mostrato particolare stupore o interessi morbosi nei confronti di questa, era la normalità... Era divertente osservare i miei balocchi prender vita quando mi divertivo.

«Dondola il cavallino di legno,
e più sei lieta di cavalcarlo
più aumenta di velocità»

Scoprire tuttavia dell'esistenza di una vera e propria scuola dove mi avrebbero insegnato a governare i miei poteri, non mi lasciò indifferente. Il castello di Hogwarts era il mio castello delle fiabe, ed io la sua principessina. Un castello pieno di persone, a cui pochissime volte ho rivolto la parola, io sileziosa, io nascosta nel nido delle Serpi io l'aspide ancora troppo ingenua, l'aspide ignorante del suo veleno. Non ho mai stretto amicizia molto facilmente, io unica figlia di una coppia dove le parole erano un dono raro, cresciuta da estranei a cui ho donato più affetto che ai miei genitori. E la prima persona a cui mi sono legata ... mi ha tradita.

Di Lestat Avery in me non c'è che una ferita.
L'unico di cui mi fossi fidata
L'unico a cui avevo aperto quel mio cuore ancora così puro
L'unico che aveva saputo trovare qualcosa di spaciale in questi miei occhi viola di appena tredici anni
Il solo che ha saputo farli piangere silenziosamente...
...Il primo amore che non si scorda

«Perchè i maschi ci fanno sempre male?»

«Perchè sono maschi, piccola mia...»

«Ma cosa c'è di sbagliato in noi?»

«Non c'è niente di sbagliato in noi,
piccola Emily. Sono loro che
non sanno cogliere quanta
delicatezza c'è in un fiore...»

{E' per il riflesso di un padre mai presente...
E' per il dolore di un amore distrutto, per l'incapacità di comprendere la delicatezza di un fiore
, che la corolla si è richiusa. E nessuno è più riuscito ad aprirla.. per lungo tempo. }

Perchè io ho donato il mio corpo, l'ho offerto su di un piatto d'argento a quanti l'hanno chiesto. Perchè io sono entrata nei sogni e nei desideri più reconditi di ognuno di voi, ma a nessuno di voi mi sono mai donata realmente

Di Lestat, almeno in apparenza mi scordai presto. Se non altro, incassare quel colpo mi ha fatta crescere, mi ha insegnato che essere una principessa non è facile, mi ha insegnato che essere il desiderio e la brama di qualcuno è un diritto che bisogna guadagnarsi... e che gli uomini quasi tutti uguali. Non sanno amare..
Di noi ammirano la bellezza, la invidiano, vogliono possederla, prevaricarla, fare che sia solo una loro proprietà...
...e non importa quanto di più bello ci sia oltre due labbra rosse.

«Labbra rosse dolci,troppo giovani
per non essere innocenti.
Il tratto sfuggente di
una figura sinuosa
disegnata pronunciando una promessa
di eterna perdizione...
...ma voi in me, vedete solo questo?»

Adattandomi alla nuova scoperta, ho sepolto per sempre l'infanzia sotto una maschera di donna. Infondo non è difficile ingannare quando madre natura è stata tanto benevola da donarti due occhi viola
E dire che li odiavo, nell'infanzia.. così diversi, facile appiglio per chiunque volesse darmi fastidio, per chiunque volesse divertirsi alle mie spalle. La stranezza...
...che ho reso unicità.

«Ti piacciono i miei occhi?»

«Certo piccola mia»

«Si? E perchè ti piacciono?
Sono strani, non è vero?»

«Si, Sono strani...
...e mi piacciono per questo»


«No! Non sono strani...
sono unici»

«Sono il tuo vanto
mia cara»


{Viene il momento in cui si capisce di non esser più bambini
Il momento in cui le bambole vengono chiuse a chiave nel cassetto, ma ciò non significa
che non si possa ancor giocare. Sono giochi un po' più pericolosi... sono i giochi dei grandi}


Sui tasti di questo pianoforte corre la tua mano con la stessa delicatezza con cui sfiora la mia pelle sotto le lenzuola. E' un attimo sfuggente quello che ti dono... l'estremo istante in cui cerco nell'estasi l'amore che tu non potrai mai darmi.

Ben presto anche quel castello, che per me si era rivelata una seconda prigione... non più di cristallo, ma fatta di sete nere, rosse, bianche, di tendaggi, di materassi e di corpi invasi dalla più straziante lussuria... ben presto anche lui divenne solo un ricordo. Mi diplomai con buoni voti, uscii da quel piccolo mondo in cui avevo forgiato il mio carattere, celando quella parte di me, che, eternamente bambina non mi aveva mai abbandonata.
Sorse un nuovo sole su Emily Shadowk, il sole della maturità. Indipendente, libera, abbandonai casa appena mi fu possibile. Liverpool cullò i miei primi anni di discreta indipendenza. E poi fu di nuovo Londra...
Nella capitale ci fu un vento così forte e impeutoso che riuscì a render labili tutte le certezze su cui ero cresciuta ed ero diventata la donna che sono...
...un vento dagli occhi azzurri e il volto maturo.

La tempesta Angelus Demlith, colpì l'esile giunco che sono:
Lui che è stato capace di riaprir quel fiore
Lui che per me è stato un caldo abbraccio, nell'intemperia
Lui che prima del mio corpo ha avuto il mio cuore
.

«Cosa vuoi tu da me?»

«Voglio che tu sia mia»

{Perchè infondo non ho mai chiesto molto, ho sempre cercato attenzioni,
Ma nessuno ha mai trovato quelle giuste da rivolgermi... Tranne lui. L'unico il solo..}

...Ed io che non posso dirmi ne buona ne cattiva, ma nell'eterno limbo, aspiro ai cieli, radicata a terra... Io, sono infine sbocciata in tutto lo splendore del nero cristallo.. e che ricordino questo istante, quanti hanno potuto scorgerlo

  
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