RESCUE
AND RECOVER IN SUNA
CAPITOLO 1
Shikamaru
Nara era in piedi, appoggiato con una spalla, allo stipite della porta.
Osservava, seccato, una ragazza dai lunghi capelli biondi, accucciata ai piedi
del letto, per cercare qualcosa.
“Ino...guarda
che facciamo tardi. L’Hokage non è paziente.”
Era
la quarta volta che le diceva quella frase. Ed era la quarta volta che lei
rispondeva con un cenno scocciato della mano.
Il
ragazzo sbuffò. L’hokage li aveva convocati per una nuova missione. Di nuovo.
In quel periodo lui e Ino erano stati spediti da un sacco di parti. Sembrava
che gli altri ninja del villaggio fossero in vacanza!
“Trovato!”
Ino
si alzò di scatto. Teneva in mano un coprifronte. Il suo coprifronte.
“Adesso
possiamo andare?” lei annuì, con un sorriso. Il giovane sbuffò di nuovo.
Raggiunsero
velocemente il palazzo dell’Hokage. Non era molto lontano da casa Yamanaka.
“Godaime?”
Ino entrò leggermente titubante. Erano rare le volte in cui lei andava li. Di
solito erano Shikamaru o Asuma che si occupavano di informarsi sulla missione
da compiere.
“Buongiorno
ragazzi.” Esclamò, una voce pimpante. Ino sorrise. Una bella donna, bionda,
sorrideva nella loro direzione.
“Vi
prego accomodatevi.”
I
due non se lo fecero ripetere. Si sedettero davanti a Tsunade. Lei li osservava
sempre con un sorriso.
“La
missione che vi sto per proporre è abbastanza importante e delicata. Dovrete
recarvi a Suna. Al palazzo del Kazekage. A quanto pare, è stato minacciato; e
visto che molte delle guardie di Suna sono in missione, hanno chiesto il nostro
aiuto.”
Shikamaru
la osservò un secondo, con un sopracciglio inarcato.
“Ma
cosa possiamo fare noi due?”
In
effetti, pensò Ino, loro erano si, due Chuunin, però...pur sempre ragazzi.
“Oh,
non sarete solo voi due. Un primo gruppo è già partito. È composto da Sakura,
Rock Lee e Naruto. E con voi...”
La
bionda si domandò perché ci fosse Lee con loro, e non Sai. Di solito era lui il
terzo componente da quando Sasuke...da quando...
“Posso
entrare?”
I
due ragazzi si voltarono verso la porta. Una ragazza dai lunghi capelli neri li
osservava leggermente imbarazzata.
“Hinata!”
Ino scattò in piedi per salutare l’amica.
“Che...non
sarà mica lei che ci accompagnerà!?” esclamò Shikamaru, scioccato, guardando
l’Hokage.
“E
invece si. Hinata Hyuga con il Byakugan vi sarà molto utile.”
“Ma...ma
non poteva venirci Neji?”
Non
voleva due donne. No. Sarebbero state un peso! Avrebbero parlato per tutto il
tempo, di pettegolezzi e di...ragazzi. Shikamaru rabbrividì al solo pensiero.
“Neji
Hyuga è già in missione.”
“Chouji!
Perché non Chouji! Lui è il componente della nostra squadra!”
“Sono
sicura che tu e Ino ve la caverete benissimo senza di lui, senza contare che
non potrebbe comunque venire...” sbuffò scocciata, la donna.
“Perché?”
domandò, candidamente, Ino.
“Ha
fatto indigestione.”
Shikamaru
sbuffò. Suna era lontana. Almeno tre giorni di cammino. Tre giorni con due
ragazze. Sarebbe morto...
Una
ragazza dai capelli rosa, saltava da ramo in ramo, mettendo una sostanziosa
distanza fra lei e i due compagni di squadra. Sembrava immersa nei propri
pensieri. Totalmente estranea alle chiacchiere dei suoi compagni. Indifferente
e disinteressata.
“Sakura-chan!
Rallenta!”
Un
ragazzo dai capelli neri, la raggiunse. Lei lo fissò per qualche secondo e
sospirare.
“Lee,
l’Hokage è stata chiara. Dobbiamo fare in fretta. Ci potrebbe essere un attacco
da un momento all’altro a Suna.” Disse, senza smettere di saltare.
Anche
il terzo ragazzo li raggiunse.
“Ma
Sakura...l’avvertimento è stato dato solo tre giorni fa!”
Lei
guardò il ragazzo biondo, irosa.
“Naruto...tre
giorni sono più che sufficienti per attaccare un villaggio, sprovvisto di
guardie. Per di più se il piano è stato preparato precedentemente.”
Il
ragazzo abbassò lo sguardo, imbarazzato. Come al solito, Sakura, aveva ragione.
A differenza sua, ragionava. Pensava alle cose. Lui, al contrario, prendeva
tutto con leggerezza ed era un tipo impulsivo. Sbuffò.
“Sbrighiamoci
allora. Non ho voglia di discutere con Kankuro, sul fatto che quelli di Konoha
sono degli imbecilli.”
Lee
spalancò la bocca sbigottito.
“È
questo che pensa di noi, quel gattaccio? Appena arriviamo mi sente!”
E
insieme al biondo, velocizzò la sua corsa. Non prima di aver sorriso dolce alla
ragazza dai capelli rosati.
“Che
idioti...” sussurrò lei, con le labbra increspate in un sorrisetto.
Tre
ore dopo, stanchi e affaticati, si concessero una pausa sulla riva di un
torrente. Naruto tolse veloce le scarpe da ninja e immerse i piedi nell’acqua
pura e trasparente.
“Ah!
Sollievo...” esclamò, lasciandosi cadere sull’erba e senza togliere i piedi
dall’acqua. Sakura sorrise.
“Oh!
Avanti! Non fa poi così caldo, baka!” disse, buttandogli un po’ di acqua in
faccia. Lui rise, divertito.
“Tu
credi, Sakura-chan?”
La
ragazza si girò verso Lee. Aveva le mani unite a coppa...
“No!
Lee, non ci provare!” urlò, alzandosi.
SCIAFF.
Il
moro le aveva schiaffato l’acqua in piena faccia. Sakura lo guardò infuriata.
“Idiota!!”
sibilò, guardandolo. Lui rideva senza ritegno, imitato da Naruto.
La
ragazza li osservò un attimo, e poi si lasciò andare ad una risata.
“Cosa
è stato?” Naruto era scattato in piedi. Si era voltato di scatto verso un
cespuglio.
“Eh?”
anche Lee lo aveva imitato.
Osservarono
tutti e tre il cespuglio, finché un batuffolo bianco non ne uscì fuori.
“Un
coniglio?” domandò Lee, quasi schifato all’idea che non fossero nemici.
“Pff!
Sapevo che non ci dovevamo distrarre. Cosa avremmo fatto se fosse stato un
nemico? Eh? Rimettiamoci in marcia, va!”
Si
alzò, arrabbiata, e saltò senza degnare di uno sguardo i due compagni.
“Ma...”
Naruto
poggiò una mano sulla spalla del moro.
“Da
quando Sasuke se ne è andato, è ancora più insopportabile...”
E
la seguì.
* *** *
Shikamaru
sbuffò, seccato.
“La
volete smettere di parlare?”
Il
suo rimprovero non era riferito tanto ad Hinata, ma ad Ino. Sembrava che non
vedesse la Hyuga da secoli! Le aveva raccontato tutto quello che le era
successo negli ultimi giorni, senza tralasciare il minimo particolare; nemmeno
quello più insignificante.
“Oh!
Insomma Shika! Non essere sempre così...così...”
Ino
pensò ad un aggettivo adatto al ragazzo.
“...noioso!”
esclamò, infine, sorridendo. Lui borbottò, scocciato.
“Io
noioso, Yamanaka? Sei tu che non fai che parlare!” disse, guardandola. Lei
sbuffò.
“Bhe...che
c’è di male? Una volta tanto che Hinata è con noi! Insomma! Penserà che sei
noioso!”
Lui
la fissò, interdetto.
“Non
penserà che sei tu ad essere noiosa con tutte quelle chiacchiere?”
La
bionda spalancò gli occhi indignata. Si girò verso Hinata, in cerca di
supporto.
“I-io...non
penso che Ino-chan sia noiosa...” balbettò, guardando la schiena del ragazzo.
“Visto?!”
esclamò, Ino, trionfante. Il ragazzo con la coda sbuffò.
“Sei
insopportabile, Yamanaka.”
Lei
sorrise, ma non per molto. Afferrò un Kunai dal marsupio che teneva legato in
vita, e lo lanciò verso un albero.
Un
uomo cadde a terra, privo di vita.
“Che
noia...” sibilò Shikamaru, prima di dare un pugno ad un Ninja, sbucato dallo
stesso luogo del compagno.
Ino
diede un calcio ad un altro nemico. Constatando che non ci fosse nessuno, ne
davanti, ne dietro di lei, osservò la situazione. Shikamaru teneva abilmente
testa ad uno Shinobi...ma Hinata...
“Byakugan!”
Ino
scattò. Lanciò uno shuriken verso il nemico. Lo vide cadere a terra.
Un
tonfo le fece capire che anche Shikamaru aveva completato il suo...lavoro.
“Tsk...sono
del villaggio del suono.” Proclamò, lui, fissando il simbolo sul loro
copricapo. Ino sussultò.
“Sono...al
servizio di Orochimaru?”
Il
giovane la guardò.
“Si.
Sicuramente...”
Osservò,
curioso, la reazione dell’amica. La vide stringersi le braccia, la vide
tremare, abbassare lo sguardo. E vide una lacrima. Solitaria, abbandonata e...
“Bellissima...”
Hinata
guardò stupefatta il ragazzo. Ino sicuramente non l’aveva sentito, visto che
aveva ripreso a saltare, lasciandoli indietro. Forse per sfogare la sua rabbia.
Forse per piangere senza essere vista. Forse per soffrire silenziosa.
“Hai
ragione...” bisbigliò, superandolo, e correndo nella stessa direzione della
bionda. Shika spalancò gli occhi, ma poi sorrise. Raggiunse la corvina e le
diede una pacchetta sulla spalla. Sorrise. In fondo, era quello che lei avrebbe
voluto sentire da Naruto. La poteva capire, benissimo.
Era
notte. E lei era di turno.
Sakura
era seduta davanti ad un fuoco, e lo osservava incantata. Tentava di non
pensare a nulla. Di lasciare la mente libera, sgombra. Di concentrarsi solo
sulla missione. Solamente su Suna, Gaara, Naruto e Lee. Nessun altro. Nessun
Sasuke Uchiha o...ecco. Ci aveva pensato di nuovo.
Sospirò.
E come faceva a non pensarci? L’aveva amato per tanto tempo, tantissimo. E
sapere che il suo amore, era stato inutile la faceva demoralizzare e
intristire.
“Perché
non vai a dormire? Ci sto io qui...” l
La
ragazza dai capelli rosa si voltò. Rock Lee era in piedi di fronte a lei. Le
sorrideva.
“Non
riuscirei comunque a dormire. Tanto vale che me ne stia qui...” sussurrò. Il
moro le si sedette accanto.
“Allora
ti farò compagnia...”
L’Haruno
sorrise. Si abbracciò le ginocchia e poggiò la testa su di esse.
“Sai,
Lee...non pensavo che Sasuke potesse fare una cosa del genere...”
Il
giovane annuì.
“Ho
sempre saputo del suo desiderio di vendetta verso Itachi, ma non pensavo...che
sarebbe arrivato a tanto. Ci ha traditi, senza nessun dubbio o rimpianto,
forse. È passato dalla parte di Orochimaru, ed è diventato un assassino...”
Non
aveva mai detto a nessuno quello che pensava su Sasuke. A nessuno. Quindi si
chiese perché ne parlava proprio con Lee. Certo, lui era suo amico, e gli
voleva un gran bene. Ma non aveva mai parlato di cose...così serie.
“Sai
Sakura...penso che una parte dei tuoi pensieri sia errata. Sasuke non è
diventato un assassino. Lo era già. Ogni ninja è un assassino. Quindi lo sei
anche tu. Tutti noi abbiamo ucciso nemici in battaglia. Magari non ce ne siamo
preoccupati perché era in pericolo la nostra vita, però...questa è la realtà.”
La
rosa aveva gli occhi spalancati per lo stupore. Aveva ragione lui! Lee aveva
perfettamente ragione.
“Hai
ragione. Però...ormai, anche se l’ho amato per tanto tempo, non posso che
provare odio verso di lui. Un odio debole, forse. Ma comunque odio...”
Lee
sorrise.
“Non
dovresti dirlo. L’odio non può essere debole. L’odio è un sentimento che ti
acceca, quindi è forte. Ma mi pare che tu sia ancora lucida...e innamorata di
lui. Altrimenti non staresti così male...”
“E’
ovvio che sto male! Ci ha traditi!” aveva alzato la voce, arrabbiata e offesa.
“Bhe,
anche Tenten sta male, ma non è come te.”
Sakura
sbuffò.
“Tenten
non aveva il mio stesso rapporto con Sasuke...”
“E
nemmeno Ino, ha paura di ammettere di provare ancora qualcosa per lui.”
La
ragazza spalancò gli occhi.
“No!
Ino non può...aver detto una cosa simile!”
Il
ragazzo annuì.
“Non
avrai creduto che solo i tuoi sentimenti verso Sasuke fossero veri?!”
Naruto
era in piedi, dietro di loro. Aveva detto quella frase seccato e scocciato.
“Non
vedo perché Ino non possa dire di amare ancora Sasuke. In fondo l’ha sempre
detto. Non penso che fosse così superficiale...”
“Ma...ma...lei
sembra felice!”
“Tenta
di andare avanti, perché nonostante lo ami, ha capito che lui non tornerà.”
Disse Lee, fissando gli occhi verdi di Sakura, che arrossì.
Due
giorni di viaggio.
Shikamaru
osservava la bionda che correva accanto a se. Aveva lo sguardo dritto davanti a
lei, sembrava da tutt’altra con la mente.
Il
ragazzo si girò alla sua destra. Hinata, con mezzo sorriso, correva tranquilla.
Aveva dovuto ricredersi. Hinata era una compagna piacevole. Parlava con lei
volentieri, non sembrava una di quelle ragazze che pensano solo ai vestiti, ai
ragazzi o...a cose superficiali. La ragazza aveva tentato di fare partecipare
anche Ino, nei loro discorsi, ma sembrava che da quando avevano accennato ad Orochimaru, due giorni prima, non fosse
più interessata alle chiacchiere. Totalmente concentrata sulla missione.
Shikamaru
sbuffò. Non era molto piacevole avere una Ino in quello stato nel gruppo.
Nemmeno un po’. Maledì Sasuke mentalmente, per aver ridotto così la sua amica.
Maledetto vendicatore dei suoi stivali.
Per
lo meno, quella missione aveva un vantaggio. Avrebbe potuto rivedere Temari.
Era da un po’ che non si incontravano. Aveva voglia di fare una chiacchierata
con lei.
“A
che pensi?” Hinata lo osservava curiosa. Lui le sorrise.
“Al
fatto che potrò parlare con Temari...ci sono un po’ di cose che le voglio dire.
Poi mi piace molto conversare con lei. Mi capisce...”
“Tsk...”
La
ragazza dai capelli biondi l’aveva superata, dopo un verso di seccatura. Lui la
osservò, poi la raggiunse.
“Che
hai?!”
“Lasciami
in pace, Nara.” Ordinò, acida.
“Che...Ino,
sei insopportabile in questo periodo, sai?”
“Oh,
mi dispiace. Sono sicura che la tua bionda ti consolerà.”
All’inizio
Shikamaru pensò che si riferisse a se stessa, ma poi fece due+due. Ovvio che
parlava di Temari...
“Maledizione...che
noia, le donne...” osservò seccato la schiena della ragazza.
“Non
ti preoccupare, Shikamaru. È solo un po’ triste...” mormorò Hinata, sorridendo
rassicurante. Lui sbuffò.
“Manderà
a monte la missione, se continua così...”
Ino
si maledì. Che diavolo era quella maledetta scenata? Era forse impazzita?
Sospirò. Da quando Sasuke se ne era andato soffriva di sbalzi d’umore. Anche
più del solito. Eppure, non aveva smesso un solo attimo di pensare al giovane
Uchiha. Nemmeno per un nano secondo. Era più forte di lei.
Osservò
la lunga distesa di deserto davanti a se. Voleva dire che mancava poco a Suna.
Al solo pensiero si arrabbiò. Voleva dire che mancava poco a Shikamaru, per
rivedere la sua adorata Temari.
Cacciò
fuori la lingua in segno di disgusto.
Naruto
stava parlando decisamente divertito con Lee. Parlavano degli allenamenti che
il moro seguiva con Gai. Naruto rideva
ad ogni imitazione, perfetta, del maestro da parte di Lee.
“Sai,
amico, potresti essere suo figlio!!”
Rock
Lee rise.
“Già,
certo. Avrei poster appesi in camera sulla bellezza della gioventù. Una dieta
equilibrata. E farei allenamenti ogni giorno...fantastico!” esclamò, lui,
sarcastico.
“La
volete smettere di fare gli idioti? Siamo in missione. Potrebbero attaccarci!”
Sakura
era stufa delle loro chiacchiere. Aveva fame e sonno. Erano quasi tre giorni che
non dormiva, e che non mangiava a sufficienza.
“Sakura...sicura
di stare bene? Sei abbastanza pallida...” Lee le si era avvicinato. La
osservava leggermente preoccupato. Lei arrossì. Non sapeva perché, ma le
facevano quell’effetto gli sguardi del ragazzo.
“Si...sono
solo un po’ stanca.” Sussurrò, accelerando.
“Vuoi
riposarti, Sakura? Non c’è problema per noi...”
Lei
gli sorrise rassicurante.
“No.
Dobbiamo fare in fretta...ma grazie per il pensiero.”
Naruto
li osservava malizioso. Aveva sempre saputo dei sentimenti di Lee, per la rosa.
Ma sembrava che nemmeno lei, in quei giorni, rimanesse indifferente alla
dolcezza del giovane. Sospirò felice. Almeno così si sarebbe tolta Sasuke dalla
testa.
“Sakura...chi
sono gli altri ninja di Konoha, che ci devono raggiungere?”
“Non
è ho la minima idea. Però so che Tsunade in questo periodo manda spesso
Shikamaru e Ino in missione.” Disse, riflettendo.
“Quindi
il team 10...”
“No.
Almeno non al completo. Chouji ha fatto indigestione, quindi non può muoversi
dall’ospedale. Devono averlo sostituito.”
Il
biondo pensò. Un sostituto? Non erano molti i ninja liberi in quel periodo.
C’erano Hinata, Kiba e Tenten. I restanti erano in missione.
Sarebbe
stato felice se fosse stata Hinata la sostituta. Era da un po’ che non la vedeva,
e non poteva nascondere che le era
mancata.
“Siamo
arrivati, Naruto.” Sakura l’aveva richiamato. Lui alzò lo sguardo. Le porte di
Suna si intravedevano, davanti a loro.
Questa è una fanfiction scritta a quattro
mani, da me e Gio93. Si svolge durante la seconda serie di Naruto. Abbiamo già
scelto l’intera trama della storia. Speriamo che sia di vostro gusto...
Bacioni
Gio93 e Mimi18