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Autore: Chutch    28/01/2013    3 recensioni
Finnick è sopravvissuto.
Racconta così un giorno molto speciale per lui ed Annie e per Katniss e Peeta.
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Ho sempre notato una somiglianza tra Annie e Peeta. Entrambi ingenui. Spogli. Senza segreti. Con i loro terribili incubi. Sicuramente peggiori dei miei e di Katniss. Pronti a dare ai nostri figli il nome di una persona che abbiamo amato. Credo che siano loro quelli forti. Proprio loro che lo dimostrano di meno. Hanno un anima più forte della nostra. Che invece facciamo la parte dei duri, ma infondo siamo solo in balia delle onde.
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Annie Cresta, Finnick Odair, Katniss Everdeen, Peeta Mellark
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!
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Spero che vi piaccia!! ^.^

Un nuovo mondo
 
«Finnick ma perché ti piacciono tanto le zollette di zucchero?» mi chiede Annie.
Sinceramente mi aspettavo questa domanda… io ho la fissa per lo zucchero. A casa ne devo sempre avere un po’. Mi aiuta quando mi sento giù. Ma ora non so come raccontargli tutto.. quindi li do una risposta vaga «Non lo so… perché sono dolci come te?» le dico con un sorriso malizioso.
Lei ride, una risata magnifica.. innocente.
Poi si alza dal letto e in punta di piedi raggiunge la finestra.
Fuori piove e lei segue una gocciolina con il dito.
Indossa solo la camicia da notte, così mi alzo anche io e le poggio una coperta sulle spalle.
Lei chiude gli occhi e io le poso un bacio sulla guancia.
Restiamo un po’ così, a fissare le goccioline che scivolano sulla finestra. Io la abbraccio da dietro e lei mi stringe le braccia. Certi giorni potremmo rimanere così per ore. A contemplare il nulla.
Ma a un certo punto dalla cameretta Mags si mette a piangere e quindi arriva trotterellando John.
Quando è nato il maschietto non avevamo idea di come chiamarlo e poi Annie ha proposto questo nome. «Mi ricorda Johanna» aveva detto. E così John fu.
E ora la sua vocina mi riporta alla realtà «Papà, papà!! Mags sta piangendo, io non riesco a dormire!» mi dice. Così lo prendo e lo metto sulle mie spalle e insieme ci avviamo verso la cameretta dei bimbi. «Attento alla testa» gli dico quando passiamo sotto le porte «Si, papà lo so. Me lo dici sempre» risponde lui ridendo.
Ha degli occhi blu bellissimi, come i miei dicono tutti. I capelli invece sono dello stesso colore di Annie. Mi avvicino al lettino di Mags che al contrario del maschietto ha gli occhi della madre e i miei capelli. Metto giù John prendendoli la mano e prendo in braccio Mags. Andiamo in cucina dove Annie sta preparando la colazione.
Verso le undici andiamo a fare una passeggiata in riva al mare. I due bimbi si rincorrono e si schizzano con l’acqua. Annie invece si diverte a scappare dalle onde. In punta di piedi si avvicina e poi veloce si allontana dall’acqua.
Per l’ora di pranzo siamo di nuovo tutti a casa.. e questa volta tocca a me a cucinare.
Poi andiamo tutti in sala e iniziamo a fare uno dei nostri soliti giochi. Ci divertiamo a farci il solletico a vicenda e mentre i bimbi dormono Annie mi chiede di leggerle qualcosa. Io vado in cucina e prendo un libro che è rimasto su una mensola. È arrivato oggi con la corriera e così gli leggo il titolo: “Il libro della memoria. Per non dimenticare chi siamo. Scritto e curato dalla famiglia Mellark”. Lo apriamo e insieme guardiamo i disegni fatti di Peeta. Andiamo a pagina dieci, dove so già troveremo il ritratto di Mags e inizio a leggere tutto quello che già so su di lei. Quando finisco noto che Annie mi sta guardando. Sembra preoccupata. In effetti devo avere una faccia un po’ sconvolta. Non mi sono ancora abituato all’idea che lei non ci sia più. «Ora sei vuoi ti posso raccontare perché adoro le zollette di zucchero..!» gli dico sorridendo. «Quando sono tornato dall’arena non volevo nessuno, non guardavo nessuno, non mangiavo niente, ho rischiato di morire di fame… in realtà era quella la mia intenzione.» mi guarda perplessa. Lei sa che ho le mie debolezze, ma non credo si aspettasse una cosa del genere. Non da me. Comunque continuo il mio racconto «L’unica che accettavo di vedere era Mags. Era l’unica di cui mi fidavo. L’unica che mi diceva le cose come stavano. Non le diceva per farmi contento. Per sollevarmi. Era l’unica che mi capisse. E ogni volta che veniva mi portava tre zollette. Me ne dava una quando entrava in camera mia. La seconda me la dava dopo che aveva finito di parlare e infine mi dava la terza. Me la dava solo quando gli avevo detto tutto quello che pensavo. Credo che sapesse leggermi nella mente. Perché sapeva esattamente quando avevo finito. Così diventò un rito. Quelle tre zollette al giorno erano l’unica cosa che accettavo di mangiare. Perché lei mi dava forza. Mi permetteva di andare avanti.»
«Oh Finnick. Io, io non lo sapevo. Perché non me lo hai mai detto?»
«Perché da quando ti ho incontrata ho rimosso quella parte della mia vita. Mi hai reso una persona migliore e mi hai guarito. Perché con te non ci sono incubi. Se sono vicino a te, mi dimentico di tutto il resto.»
«Ti amo Finnick» e una lacrima gli scivola dolce sulla guancia.
«Anche io ti amo Annie.» le rispondo e lei coglie una lacrima fugace questa volta che scivola sul mio volto.
Mi da un bacio che ricambio. Ci abbracciamo e come sempre rimaniamo un po’ così.
Poi mi riscuoto dai pensieri. Dai bellissimi momenti che mi affollano la mente.
 
«Annie, questa sera vengono Peeta e Katniss. Sono stati frettolosi al telefono. Hanno detto che ci dovevano dire qualcosa..!»
Il resto del pomeriggio passa in fretta e presto arriva l’ora di cena.
Quando sento il campanello suonare mi catapulto verso la porta per aprire.
Passiamo una buona serata e ad un certo punto Annie chiede «Allora, cosa ci dovevate dire?»
«Ah, si giusto.. Peeta glielo vuoi dire tu?» dice Kat a Peeta.
«Certo. Dunque… ah… beh… io e Katniss… ecco…. aspettiamo un bambino!»
«Cosa? Ma è magnifico!» dico io. Sono davvero contento per loro. Se lo meritano. So che sarà difficile all’inizio. Anche per me e Annie lo è stato. Ma poi diventa tutta la tua vita. Ogni giorno, con i bambini, è una sorpresa.
«Sapete già se è maschio o femmina?» chiede Annie, con le lacrime agli occhi per l’emozione. So che anche lei è contenta per loro.
«Si, sarà una femmina. La vorremmo chiamare Prue… vi piace?»
«È assolutamente perfetto!» rispondiamo io e Annie.
E lo diciamo sinceramente. Ognuno di noi cerca di riportare nella propria famiglia chi ha perso e chi ama. E trovo Prue sia un nome azzeccato per Katniss. Così come John e Mags lo sono per me. Ho sempre notato una somiglianza tra Annie e Peeta. Entrambi ingenui. Spogli. Senza segreti. Con i loro terribili incubi. Sicuramente peggiori dei miei e di Katniss. Pronti a dare ai nostri figli il nome di una persona che abbiamo amato. Credo che siano loro quelli forti. Proprio loro che lo dimostrano di meno. Hanno un anima più forte della nostra. Che invece facciamo la parte dei duri, ma infondo siamo solo in balia delle onde.
 
Saremo felici qui.
Forse finalmente lo saremo.
Tutti insieme.
Ci aiuteremo.
Ci saranno giorni terribile e altri splendenti più che mai.
Li supereremo tutti.
Con un sorriso sulle labbra per il futuro e una lacrima agli occhi per il passato.
E sarà così.
Sarà così per sempre.
Finché staremo insieme.
Potremo vivere.
Finalmente potremo vivere liberi.
E crescere i nostri figli nel mondo che avremmo voluto per noi.
Un nuovo mondo.
Una nuova vita.
Per dimenticare.
Per dimenticare gli Hunger Games.
Per essere felici.
Per vivere. 
  
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