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Autore: GirlOnFire    28/01/2013    0 recensioni
Dal testo:
"Dannazione, sai? Io sono sempre stata una brava con le parole. Risposta pronta, sarcasmo e acidità al punto giusto, quello che ti spiazza e ti fa rimanere a bocca asciutta. Ho una dialettica invidiabile e so che è questo che mi aiuterà a Yale, ma quando si tratta di te le parole non sono mai coerenti, mi sfuggono dai pensieri e non arrivano per bene alle labbra e quindi... quindi niente. Solo questo."
Genere: Angst, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Quinn Fabray, Rachel Berry | Coppie: Quinn/Rachel
Note: AU, Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
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La notte prima degli esami è quella che non si scorda mai, vero? Quella che passi a studiare come un matto perché non hai fatto nulla nelle ultime settimane, o forse nell'ultimo mese, intero anno; quella che passi a dormire perché devi essere ben riposato per rispondere alle domande che ti vengono chieste, quelle che 'andiamo a farci una birra e manda tutto a quel paese, ti stai per sedere con 60 già in pugno'; quelle inaspettate dove ti dichiari alla ragazza che hai imparato ad amare silenziosamente per tutto il liceo.
Io, Quinn Fabray, ex capo-cheerleader, in lizza come reginetta del prom per due anni di fila, madre di una bambina, la mia notte prima degli esami, prima che vedessi la ragazza dei miei sogni fuggire a New York, mi sono ubriacata per raccogliere tutto il coraggio che mi è sempre mancato ogni volta che mi specchiavo in quegli occhi da cerbiatta che brillavano per merito di qualcun altro.
Bottiglia di tequila alla mano e chiavi nell'altra, dopo un pomeriggio passato tra libri e tinta rosa - di nuovo stanca di essere designata come una brava ragazza sempre diligente - mi ero vestita come nel mio periodo Skank, come nel periodo in cui avevo capito che forse l'attrazione verso le ragazze - o dovrei dire verso Rachel Berry - non era più solo una fase e così avevo indossato i collant bucati ad arte, gli shorts in denim, un top con le borchie e la giacca di pelle e la sciarpa, dopodiché ero sgattaiolata fuori dalla finestra, prendendo il pacchetto di sigarette.
Avevo guidato come se non ci fosse stato un domani, avevo guidato tra un tiro alla sigaretta e un sorso della tequila che posavo sul posto del passeggero appena dovevo tornare con le mani sul volante. Avevo guidato come se volessi farmi ammazzare ma con uno scopo per non farlo. Avevo guidato fino a casa sua, con la musica a palla.
La luce di camera sua si era appena spenta mentre io abbassavo il volume per non svegliare i suoi, per non disturbare il suo equilibrio. Presi il telefono e le inviai un messaggio, un semplice 'scendi' e me l'ero ritrovata stralunata, leggermente assonnata, con il suo pigiama panna davanti la porta di casa sua.
"Quinn, che ci f-"
"No. Adesso tu starai zitta e mi lascerai parlare, non mi importa delle domande che hai in testa, di quello che stai per dirmi. Non mi importa che hai sonno e che sei preoccupata perché domani dovrò affrontare i miei orali, non mi importa perché adesso ti ho davanti.
Sei la definizione di tutto ciò che ho incasinato in tre anni, lo sai? E tu non te sei neanche resa conto immagino. Ti ho incasinato con le mie parole dure, con le minacce, con i giochetti contorti per farti male, per vederti anche solo ferita, umiliata e sola. Ti ho incasinato con i sorrisi e la falsa amicizia i primi mesi, quando ero incinta. Ti ho incasinata di nuovo con questi capelli rosa, ricordi? E poi ti ho incasinata con gli abbracci degli ultimi mesi e sono arrivata ad esserti amica. Sono diventata tua amica da prima che tu ne volessi la conferma, sai? Ma no, non ti potevo dare questa soddisfazione perché avevo una fottuta reputazione, perché sono tutta orgoglio e 'cosa pensa la gente di me' per preoccuparmi di mostrare davvero i miei sentimenti ma sai che c'è? Ho capito che così facendo stavo per perdere tutto, ma tu, oh sì, tu, ci sei sempre stata, sei stata l'unica a raccogliere tutti i pezzi quando stavo per crollare. Lo ricordo ancora quando hai cercato di darmi una mano con Beth, o a rientrare al Glee e persino con l'ammissione a Yale.
Ricordo tutto ciò che ti riguarda Berry perché anche io ho raccolto i tuoi pezzi. Get it right? Dimmi, non lo devi forse a me? Il matrimonio saltato? Sempre io. I tuoi sogni avverati? Ammettiamolo se avessi sposato Gigantor a quest'ora avresti un portaborse da portare a New York.
Il fatto è che non ho mai capito perché lo volessi sposare, perché hai sempre amato lui snobbando tutti gli altri. Non ho mai capito perché volevi me alle tue nozze seppure mi stessi opponendo con tutte le mie forze.
Perché mi hai cercata così insistentemente? Perché mi volevi a quello stupido matrimonio, Rachel? Ti serviva il numero pari o c'è sempre stato di più?
No, silenzio, non ho finito. Mi risponderai dopo.
Mi sono quasi fatta ammazzare quella volta per vederti in abito bianco e alla fine sarei arrivata solo per impedirti ancora una volta di sposarlo. Mi sono quasi fatta ammazzare anche adesso perché sì, l'odore che senti è tabacco e alcool, ma sono lucida, sono qui, per te.
Dannazione.
Dannazione, sai? Io sono sempre stata una brava con le parole. Risposta pronta, sarcasmo e acidità al punto giusto, quello che ti spiazza e ti fa rimanere a bocca asciutta. Ho una dialettica invidiabile e so che è questo che mi aiuterà a Yale, ma quando si tratta di te le parole non sono mai coerenti, mi sfuggono dai pensieri e non arrivano per bene alle labbra e quindi... quindi niente. Solo questo."
Avrebbe potuto dire mille parole, avrebbe potuto allontanarmi mentre le divoravo quelle labbra che avevo sognato per mesi, ma era rimasta immobile, le braccia lungo il suo corpo, le labbra che si muovevano appena contro le mie. Avrebbe potuto prendermi a schiaffi, quello sarebbe stato qualcosa, invece no.
Era ferma, un ghiacciolo, e quello era anche peggio.
"..ti hanno preceduta Quinn. Mi.. mi dispiace."
Non seppi mai chi era stato, non ebbi mai le risposte che volevo. Semplicemente lei tornò in casa e io scappai in macchina guidando senza più un motivo, guidando e cercando un modo per essere fermata in qualsiasi modo: polizia, semaforo, altre macchine.
Sapete, si dice che non si può morire perché avete il cuore spezzato, ma nessuno vi dice che in medicina esiste, che è spiegabile. Se il pericardio è intaccato, il cuore viene lacerato esternamente: ecco, questo è quello che si può definire un cuore spezzato in medicina. Quindi, quando vi dicono che il cuore non può spezzarsi, che non è vero che non potete sopravvivere perché avete il cuore spezzato, beh, mandate tutti a fanculo e ditegli che la vostra condizione esiste, che è una patologia medica, che è colpa di quel qualcuno che avete tanto amato e che ha scelto un altro.
Dite questo ai medici quando mi ritroveranno gelata e con i polmoni pieni d'acqua perché non sono riuscita a fermarmi quando ho sbandato sull'asfalto e ho preso in pieno la banchina dell'autostrada finendo nell'oceano. Ditegli che Quinn Fabray è morta di cuore spezzato.

   
 
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