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Autore: Gulminar    28/01/2013    6 recensioni
“Sei una guerriera?”
Rivolse uno sguardo privo di emozioni in direzione della voce, una ragazzina sui dodici anni la osservava incuriosita dalla sedia accanto. Aveva lunghi capelli neri e occhi verde scuro, con una sfumatura di giallo. Una bellezza strana, selvatica.
“Sono un medico ninja.” Rispose.
“Non ho mai visto un medico ninja con la spada.” Osservò divertita la ragazzina.
“Era di una persona a cui volevo molto bene.”
“Il tuo ragazzo? È morto in battaglia?”
Alla sua età, Sakura non si sarebbe mai sognata di porre una domanda del genere con tanta leggerezza. Fu tentata di tirare un ceffone a quella ragazzina impertinente.
“Sì.” Rispose, riportando l’attenzione al proprio bicchiere.

Sono passati anni dalla fine della quarta grande guerra ninja, la pace regna ma non per Sakura. Nonostante le promesse fatte agli amici e gli impegni presi con se stessa, c'è qualcuno che non può dimenticare. Quando la speranza si riaccende, seppur flebile e quasi assurda, non può fare a meno di partire per una misteriosa destinazione.
Personalissima interpretazione del mondo di Naruto.
Genere: Avventura, Azione, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo Personaggio, Sakura Haruno, Sasuke Uchiha, Un po' tutti | Coppie: Sasuke/Sakura
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Dopo la serie
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L’ultima risorsa

 

Che cosa abbiamo fatto?

Se lo era chiesto tante volte, così tante che ormai lo faceva per riflesso incondizionato. Liberando Orochimaru dal limbo in cui Itachi Uchiha lo aveva confinato, sollevando un’armata per marciare su Oinomori, rendendosi conto di chi comandasse realmente l’armata. Vedendo la strage durante la notte delle carte bomba, assistendo al massacro delle ultime ore.

Che cosa abbiamo fatto?

Se lo chiese osservando Orochimaru spazzare via i lupi ninja, Naruto e Sai insieme con loro. I lupi avevano avuto vita facile a stroncare l’esercito invasore, ora Orochimaru avrebbe fatto lo stesso a loro. Sapeva fin dall’inizio che era un errore, ma non si era opposto, si era lasciato coinvolgere nella follia di Neji, era da biasimare più del suo socio.

“Rock Lee!”

L’ultima voce che avrebbe voluto sentire, alle sue spalle.

“Voltati! Devi guardarmi in faccia mentre ti ammazzo!”

Ebbe il tempo per fare solo quello, voltarsi con la dovuta lentezza. Una fiamma rosa sotto di lui, una lama gli entrò nel ventre passandolo da parte a parte. Non tentò nemmeno di opporsi, consapevole di essere condannato comunque. Provò una lieve, macabra soddisfazione nel sapere che sarebbe stata proprio lei a ucciderlo.

Sakura aveva affondato il colpo fino al bloccare l’impugnatura contro il corpo del nemico, era tanto vicina da percepirne il respiro affannato sul viso. Rock Lee pensò che avrebbe fatto girare la lama all’interno, ma la ragazza sollevò la mano destra aperta fino all’altezza del suo volto.

“Lampo distruttore.”

La mano di Sakura divenne luce, tutto divenne luce, la testa e il torace di Rock Lee, semplicemente, cessarono di esistere.

 

Naruto si assicurò che Sai stesse solo riprendendo fiato, puntò un ginocchio sul terreno e aiutò il compagno ad assumere una posizione più comoda. Sai aveva il fiato grosso, perdeva sangue dal naso e da un taglio sulla fronte, ma non mostrava ferite gravi. Naruto fece un giro con lo sguardo. I lupi ninja erano tutti a terra, in condizioni più o meno gravi, non aveva tempo di occuparsene. I tre ragazzini erano spariti, meglio così, tanto meno aveva modo di fare da balia agli allievi di Sasuke, per quanto affidabili si fossero dimostrati. Anche Sakura non si vedeva, l’aveva intravista allontanarsi di soppiatto nel caos generale. Non pensò che fosse scappata, ma altre priorità gli impedivano di capire dove si fosse diretta.

Orochimaru era tornato, molto più potente di come lo ricordasse. Loro erano senza fiato, lui aveva portato attacchi da posizione statica con movimenti elementari. La mente di Naruto stava facendo lo sforzo di elaborare una strategia, ma tutte le idee convergevano sul punto che avrebbe preferito evitare. L’ultima volta che aveva usato il chakra della Volpe aveva ucciso Sasuke, o meglio, si era convinto di averlo fatto. Aveva giurato e spergiurato che non l’avrebbe più utilizzato. Facendo il giuramento, non aveva messo in conto di incontrare di nuovo certa gente sgradevole.

Kurama, ci sei?

Quando vuoi.

“Era ora.” Commentò Orochimaru.

Il chakra fluiva con facilità, Naruto sentì qualcuno posargli una mano sulla spalla.

Ma che caz…?

Kurama imprecò, colto di sorpresa, e svanì. Il chakra smise di fluire, il corpo di Naruto lo riassorbì di colpo, troppo rapidamente, il ninja rimase senza fiato e con i muscoli doloranti. Volse uno sguardo costernato alla mano sulla propria spalla, era grande e forte, coperta da folto pelo blu. Alzò lo sguardo, l’essere che era per metà uomo e per metà lupo scosse la testa in segno di diniego.

“Non ce n’è bisogno, me ne occupo io.”

Era la voce di Sasuke unita a quella ringhiante del Sommo Ookami, fuse in sintonia perfetta. Naruto si accasciò per terra accanto a Sai, ebbe l’impressione che il ghigno sul volto dell’uomo bestiale fosse un sorriso. Trattandosi di Sasuke, pensò a uno scherzo dell’immaginazione. Comunque era già passato oltre dandogli le spalle, andando a passi misurati verso Orochimaru.

“Come hai fatto a tornare?” Ringhiò.

“Qualcuno è riuscito a riportarmi indietro, non che la cosa ti riguardi.” Orochimaru riprese l’abituale sorriso di quando era sul punto di sodomizzare qualcuno. “Una trasformazione interessante ma dimmi, il Sommo Ookami ti fa fare anche altre cose oltre a renderti orribile?”

“Da che pulpito.”

“Sei sempre stato un allievo molto irrispettoso.”

Il Sommo Ookami stava per ringhiare una serie d’improperi, non capiva a cosa servissero tutte quelle parole, voleva combattere. Orochimaru proseguì.

“Forse era necessario tutto quello che è successo. Io dovevo rendermi conto di certi miei limiti e superarli, e ciò è accaduto grazie a te e a tuo fratello, mentre tu dovevi ancora crescere. Ora posso rinnovarti la mia offerta, possiamo ancora fare grandi cose insieme, se vieni con me.”

Protese una mano in avanti, un’improbabile offerta di amicizia.

“Tu ora vai a fare grandi cose all’inferno.”

Sasuke fece emergere gli artigli e si lanciò in avanti, Orochimaru si limitò a cambiare la posizione della mano che aveva proteso in avanti. Il Sommo Ookami fu respinto da una forza invisibile e volò a cozzare di schiena contro un tronco. Emise un urlo che era più simile a un ruggito di frustrazione che a un ringhio, puntò le mani per darsi nuovo slancio.

“Avanti cagnaccio, hai fatto la tua scelta e hai sbagliato. Ora vediamo che sai fare.”

Per un lupo non esiste offesa peggiore del sentirsi definire cane. Sasuke caricò a testa bassa, Orochimaru gli rifilò un manrovescio con aria annoiata. Il Sommo Ookami volò con la testa contro un altro albero, abbattendolo.

“Forza bruta? È tutto quello che sai fare? Non hai imparato niente? Kakashi, io, Itachi, Obito, il Sommo Danjyo, tutti abbiamo cercato di insegnarti, è stato inutile.”

Sasuke affondò gli artigli ma trovò solo aria. L’avversario si era piegato sulle ginocchia, colpì di destro al ventre. Il Sommo Ookami spalancò le fauci e crollò, tenendosi la zona colpita e tossendo nel tentativo di respirare. Orochimaru lo colpì con un calcio che lo fece ruzzolare lontano. Stava usando solo calci e pugni, nessuna tecnica, ciò era deprimente per entrambi.

“Speravo di trovare un avversario degno, invece sei solo un brutto cane pulcioso.”

Sasuke sradicò un albero plurisecolare e tentò di usarlo come mazza. Orochimaru lo bloccò con una mano sola, lo spezzò e lo ridusse in una miriade di schegge. Montante mancino al mento, il Sommo Ookami volò all’indietro e stramazzò indecorosamente nella polvere.

“Considerando che la trappola verde ti ha succhiato quasi tutta l’energia, cosa pensavi di fare? Il Sommo Ookami è una fonte immensa di potere, ma va usato con criterio.” Commentò Orochimaru. “Che figura di merda.”

Doveva essere più o meno il pensiero di tutti i presenti, Sasuke compreso.

“Sei una delusione, ma almeno mi divertirò un po’ con te, prima di ucciderti.”

Il braccio con cui aveva sferrato l’ultimo colpo divenne un serpente che si snodò verso il Sommo Ookami, che ancora non era riuscito a rimettersi in piedi. Gli avvolse saldamente il collo, Sasuke non ebbe modo di opporsi, sbarrò gli occhi quando capì e tentò di aprire le spire. Avrebbe troncato il corpo del serpente con gli artigli ma Orochimaru non lo permise, sollevandolo, facendogli descrivere un arco e mandandolo a schiantarsi al suolo dalla parte opposta.

“Ho sempre amato questo gioco!”

Il Sommo Ookami era come un palloncino legato da un filo al braccio di Orochimaru, che lo fece volare, schiantare dove c’erano rocce o il terreno sembrava più coriaceo. Quando si stancò, gli fece descrivere cerchi sempre più larghi ruotando su se stesso, Sasuke abbatté alberi con la schiena. Orochimaru cambiò gioco di nuovo, lo tirò a sé e lo colpì con il braccio libero sbalzandolo via.

“Non sei male come punch ball!”

 

Naruto aveva fatto sedere Sai con la schiena contro un tronco, non si era reso conto di quanti e quali colpi avesse subito il compagno.

“Lo ammazza se non facciamo qualcosa.”

“Non credo di poter essere d’aiuto.” Rispose Sai con praticità. “Kurama?”

“Deve averlo addormentato profondamente.”

“Allora dubito che lo si possa aiutare. Non pensavo sarebbe stato così forte.”

“Nemmeno io.” Ammise Naruto. “Non ti viene proprio in mente niente?”

“Senza la Volpe ci vorrebbe un miracolo.”

Un grido di battaglia che Naruto riconobbe, interruppe la conversazione. Vide Sakura comparire dalla boscaglia e troncare il serpente, Sasuke si abbatté al suolo, la ragazza lo sollevò con il braccio con cui non reggeva la spada e corse verso di loro. Orochimaru fece riassumere all’arto aspetto umano, apparentemente divertito dall’improvviso cambio di programma, e rimase a osservare, in attesa degli sviluppi.

Sakura liberò il collo di Sasuke da quanto restava del serpente, il Sommo Ookami respirava a stento. La ragazza afferrò la grande testa di lupo e cercò il suo sguardo, occhi verdi carichi di preoccupazione si rifletterono in quelli gialli della bestia, vedendovi cose che mai avrebbe voluto vedervi. Dolore, angoscia, paura di non aver speranza, a Sakura venne voglia di schiaffeggiare il grande lupo, non voleva vedere quelle cose. Sasuke sollevò una mano coperta di pelo insanguinato e le accarezzò una guancia. Il potere svanì in lui come una candela spenta da un soffio, il corpo si ridusse fino ad assumere una devastata e tremante forma umana. Bastavano quattro cazzotti per mandare al tappeto il Sommo Ookami di Oinomori? Nessuno voleva e poteva crederlo.

“Non puoi arrenderti.” Lo implorò Sakura, gli occhi pieni di lacrime.

“Ha ragione, non puoi.” Naruto, alle sue spalle.

Sasuke non guardò né l’una né l’altro, aveva occhi solo per Orochimaru, che stava con calma venendo verso di loro.

“Mi sono stancato di giocare.” Disse il ninja leggendario.

Un gesto della mano e tutti volarono a cozzare contro il retrostante sipario di alberi.

Sasuke sputò polvere impastata a saliva e sangue, gli venne anche da vomitare ma fece il possibile per trattenersi. Era stato uno stupido a usare il Sommo Ookami in quel modo, la trappola verde lo aveva debilitato troppo, avrebbe dovuto pensarci.

Gli restava solo una carta da tentare. Sakura cercava di raggiungerlo alla sua sinistra, Naruto era in ginocchio dalla parte opposta.

“Sakura.”

Protese la sinistra, che lei afferrò.

“Naruto.”

Il ninja della Foglia ebbe solo una breve esitazione, prima di afferrare la destra di Sasuke. Era veramente l’ultima possibilità, se avesse fallito, allora sì, si sarebbe arreso.

“Ferma questo se sei capace, stronzo.”

Orochimaru era davanti a loro, in attesa di vedere quale fosse l’ultima risorsa. Sasuke protese le mani in avanti insieme a quelle dei compagni.

“OOKAMI LAMPO DISTRUTTORE!”

   
 
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