Era uno di quei sabati sera passati con il mio fidanzato. Avevamo passato la serata in una delle discoteche più conosciute di Manhattan,una volta usciti di li, era umbriaco. Mi aveva giurato che sarebbe cambiato ma non l'ha fatto. Mi invitò a salire sulla sua auto,lui lo sapeva che quando era ridotto in quel modo avevo paura di stargli accanto. Incominciò una discussione,una di quelle da umbriaco di cui non sapevo nemmeno quale fosse il filo logico che continuava a portare avanti. Cercai di farlo calmare,ma invano lui si alterava sempre di più e accellerò finchè quasi per picchiarmi mi costrinse a scendere dall'auto e a continuare la mia destinazione a piedi. Casa mia era molto distante ma l'unico modo era quello di andare a piedi,a quell'ora non c'era nemmeno un taxi. Mi misi a braccia conserte per sentire meno freddo, abbassai lo sguardo e camminai a passo veloce con i miei tacchi di 20 centimetri. Avevo gli occhi pieni di lacrime e una mi scese sulla guancia desta,rigandomela di nero per via del trucco. Quando si riduceva in quel modo non eri sicura di quello che poteva farti,cercai di distogliermi da quei pensieri in modo di dirigermi senza problemi verso casa mia,finchè qualcuno non mi tirò per un braccio e mi tappò la bocca. Mi ritrovai in un vicolo dove un uomo mi aveva sbottonato il vestito e lui si stava per sbottonare i pantaloni,mentre non mi ero accorta che c'era un altro che mi aveva preso la pochette. Mentre quell'uomo si stava per buttare sopra di me arrivò qualcuno che gli tirò un pugno, e lo minacciò di chiamare la polizia. Mi aiutò a chiudere la cerniera del mio vestito,mi prese la mano e corremmo insieme verso la sua auto,salimmo e partimmo. Tremavo,ero sicura che non sarei uscita viva da quel vicolo, prima che arrivasse il mio angelo. Con la luce accesa nell'auto riuscii a vedere chi fosse quell'angelo. Aveva il ciuffo nero con dei contrasti molto chiari di rosso,gli occhi marroni di una profondità in cui riuscivi a leggere tutti i suoi stati d'animo,le ciglia folte come se avesse del rimmel e le sopracciglia anch'esse folte, la carnagione olivastra era perfetto. Lui si accorse che lo stavo guardando da testa a piedi e con un sorrisetto malizioso iniziò dicendo:

x: che ci faceva una ragazza come te nella zona più pericolosa di Manhattan?

io:il mio ragazzo...ehm scusa,il mio ex ragazzo. Era umbriaco a iniziato una discussione senza senso e mi ha lasciata a piedi. Comunque grazie mille,mi hai salvata la vita non so come sdebitarmi, io sono ricky.

x:Zayn,avrei fatto questo e altro non preoccuparti,ma giurami che non verrai mai più qui da sola.

io: Giuro,ma dove stiamo andando?

Z:a casa mia.

io:che cosaaaa? Non ti conosco nemmeno e già devo venire a casa tua?

Z:si voglio essere sicuro che tu stia bene e al sicuro. Non preoccuparti non ti mangio.

Quel ragazzo oltre a essere perfetto fuori lo era anche dentro, era premuroso e questa cosa mi piaceva un sacco. Mentre pensavo a queste cose arrivammo in una villa grandissima, bei gusti il ragazzo. Zayn aprì la porta e mi fece segno di entrare.

Z:questa è la tua stanza,questo è il bagno, io sono di sopra di qualunque cosa tu abbia bisogno io ci sono,basta che mi chiami. Ah.. questo è il pigiama,è mio ti andrà un pò grande ma meglio di quel vestitino strettissimo che ti ritrovi.

io:Grazie mille,io davvero non so cosa dirti. Nonostante tutto quello che mi è accaduto stanotte sei riuscito a farmi sentire bene.

Z:figurati,buonanotte.

Io non pensavo che esistessero uomini ancora come Zayn. Ci conoscevamo da pochi minuti e in una circostanza molto pericolosa,ma nonostante tutto lo sentivo vicino più di quanto lo era stato Rayan in un anno. Indossai il pigiama che mi aveva prestato Zayn e si sentiva il suo profumo. Mi addormentai con il suo odore e capii che mi ero affezzionata già a quel ragazzo.

io:Zayn per caso quella è la mia pochette?

Z:si,quello stronzetto si era fatto sotto dalla paura e l'ha lasciata a terra,così per sicurezza sono andato a vedere se l'aveva lasciata ed era lì.

io:Zayn...Grazie grazie grazieeeee--e lo abbracciai così forte che per la prima volta lo avevo sentito ridere.-- Io davvero non so cosa dirti,nonostante tutto quello che ho passato,sei riuscito a farmi strappare un sorriso.

Z:di niente per te questo e altro. Senti che vogliamo fare oggi?
io:Io vorrei ritornare a casa,se non ti dispiace.
Z:io sono solo,tu sei sola perchè non passiamo almeno un pomeriggio senza pericolo?
io:va bene,dove vogliamo andare?
Z:Oggi inizia la mia nuova vita,come lo è iniziata per te oggi. Mi sono lasciato ieri sera con la mia ragazza e oggi danno una festa i miei migliori amici,vuoi venire?
io: si,spero sia una festa decente,non come quella con Rayan.
Z: tutte le feste che organizzano loro sono un vero sballo. Comunque ti vanno un pò di cereali.
io: vadano per i cereali, hai il latte.
Z:certooo.

Quella colazione fu l'inizio di un qualcosa che avrebbe cambiato radicalmente la mia vita.