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Autore: SweetHarmony    29/01/2013    2 recensioni
"Non vi ho mai detto quanto lo amo, anche se sono sicuro che ciò non sia sfuggito ai vostri occhi attenti. Lo amo così tanto che non ho potuto più restare qui senza di lui. Lo amo così tanto che quando se n’è andato mi sono sentito come se al mio cuore fosse stata tolta la perfetta metà e dovevo ritrovarla, dovevo riunire le due parti. Per questo ho deciso di raggiungerlo. Non mi sono pentito della mia decisione, l’ho fatto per essere felice e sono sicuro che adesso lo sono ,ovunque io sia, perché sono sicuro che sono con Louis.”
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sei settimane. Erano passate sei settimane da quando Louis li aveva lasciati per sempre. Senza dubbio quelle erano state le settimane più dure e confuse della loro vita, soprattutto per Harry.
Non c’era giorno, attimo, in cui lui non ripensasse a quel momento. Doveva essere solo una vacanza, dovevano solo rilassarsi e trascorrere alcuni giorni tutti insieme lontani dalla loro vita frenetica. Ma quella vacanza si era trasformata in un incubo, uno di quelli che non riesci a toglierti dalla testa anche quando ti sei svegliato del tutto.
Harry era seduto sul letto con le gambe incrociate e guardava scorrere sul suo computer le foto dei loro ultimi tour, delle interviste, delle giornate libere passate a giocare come dei ragazzi normali. Perché in fondo erano dei ragazzi normali come tutti gli altri. Sorrise quando vide la foto che lo ritraeva in ginocchio  mentre porgeva una rosa a Louis. Risaliva a qualche anno prima, quando la loro carriera era appena cominciata e una lacrima rigò le sue guance al ricordo di quanto fosse forte ciò che provava per lui già da allora.
“ti ricordi di questo, Lou?” chiese sospirando profondamente.
Louis aveva abbandonato tutti gli altri, ma non lui. Da quando era successo quell’ incidente, la sua mente aveva creato un immagine del ragazzo ,che compariva davanti ai suoi occhi in ogni momento della giornata come se fosse reale e ancora lì, con lui. Col passare dei giorni la figura immaginaria di Louis aveva cominciato anche a rispondere alle sue domande, a ridere e muoversi. Certo, era un po’ sfuocata, non riusciva bene a vedere i suoi occhi e neanche la voce era cristallina come lo era stata nella realtà. Questo bastava,Harry combatteva tutti i giorni per riportare nel suo mondo quella copia del ragazzo che aveva amato perché era forse l’unico modo per mantenere vivo il ricordo di lui. Sapeva bene che era solo frutto dell’immaginazione: quando aveva provato a toccarlo, lui si era dissolto in un attimo per comparire di nuovo qualche minuto dopo.
Non aveva detto agli altri di ciò che vedeva, era il suo segreto e non voleva condividerlo con nessun’altro anche perché sapeva che se glielo avesse detto, loro avrebbero provato pena per lui e gli avrebbero consigliato di parlare con uno psicologo. Quella era l’ultima cosa che voleva, non era pazzo, aveva solo bisogno che Louis gli stesse ancora accanto.
Le immagini continuavano a scorrere dandogli il tempo di osservare ogni minimo dettaglio dei volti di quei cinque ragazzi felici. Il suo cuore si fermò quando improvvisamente la riproduzione casuale mostrò una foto di lui e Louis stretti in un abbraccio: in primo piano c’erano loro due davanti ad uno sfondo paradisiaco; sorridevano felici mostrando i denti bianchi che contrastavano con la pelle già abbronzata. I ragazzi gli avevano scattato qualche attimo prima che accadesse la tragedia. Il ricordo di quel momento si impossessò di lui, puntualmente, per l’ennesima volta…
 
Bora Bora.                                                                                                                                                        
“Harry vieni qui, facciamoci una foto”
Erano tutti seduti nelle poltrone di vimini del piccolo terrazzino del bungalow, ma Louis era seduto sull’asta di legno della ringhiera che si sollevava di un paio di metri dal livello dell’acqua cristallina. Aveva scelto lui la meta di quella vacanza, anche se era stata dura convincere gli altri ad andare in un posto così lontano, però alla fine ci era riuscito e quando avevano accettato, aveva saltellato come un bambino a cui viene promessa un intera giornata al parco giochi.
“Lou ti prego scendi da lì, mi metti ansia” lo aveva pregato Harry trovando pericolosa quella posizione.
“vieni qua, fifone. Ma ti pare che non sto attento? E poi se cado finisco in acqua, non potrei mai farmi male visto che si e no siamo a 2 metri sopra il livello del mare” lo tranquillizzò lui allargando le braccia per incitarlo a raggiungerlo e farsi scattare la foto.
“ok..ma poi scendi da li per favore” sbuffò Harry posizionandosi davanti a lui di spalle in modo che Louis poggiasse il mento sulla sua spalla e gli circondasse la vita con le braccia abbronzate.
“sorridete ragazzi” li incitò Liam prima di scattare la foto
Harry fece per allontanarsi dal ragazzo per prendere la macchina fotografica e mostrargli la foto, ma si bloccò a metà strada quando sentì Louis cominciare a parlare
“ragazzi mi gira la tes…”
Louis non riuscì a finire la frase che cadde all’indietro. In una frazione di secondo Harry si lanciò col busto oltre la ringhiera per cercare di prenderlo ma quello che vide fu Louis sbattere la testa nell’ultimo gradino della scaletta a chiocciola creando un tonfo sordo, prima di affondare nell’acqua trasparente e risalire qualche attimo dopo.
“Louis! Louis!” gridò con tutto il fiato che aveva in gola “Liam chiama qualcuno! Ci serve aiuto!” implorò il ragazzo che fece subito quello che gli aveva chiesto. Si precipitò giù per la scaletta spaventato, mentre Zayn e Niall si erano già tuffati in acqua dalla terrazza. Louis non si muoveva, non nuotava, era immobile con la faccia in giù e piano piano una macchia rossa si espanse dalla sua testa colorando l’acqua.
“Lou svegliati ti prego!” Zayn lo aveva afferrato e girato, gli dava leggeri schiaffetti sul viso immobile per farlo riprendere, sotto lo sguardo terrorizzato degli altri. Non servirono a nulla i tentativi di ognuno di loro. Louis era morto. Era morto tra le loro braccia, in un attimo.
 
Pianse silenziosamente ancora, il ricordo era talmente vivido da fargli venire la pelle d’oca. Si asciugò le lacrime con il palmo della mano che tremava leggermente e tirò su col naso.
“perché non mi hai ascoltato? Perché non sei sceso da quella maledetta ringhiera?” chiese in un sussurro al ragazzo che se ne stava seduto ai piedi del letto dandogli le spalle
“continui a farmi questa domanda Harry, non ho una risposta…è stato un incidente” gli rispose quello atono. In realtà era la sua stessa mente a formulare quelle risposte e visto che lui non conosceva il motivo, come poteva saperlo quel ragazzo?
“ho bisogno di te Lou” si sforzò di dire prima di cominciare a piangere di nuovo, stavolta rumorosamente
“sono qui, sono qui con te. Sarò qui fino a quando lo vorrai, fino a quando avrai bisogno di parlare con me. Io dipendo da te, lo sai” aveva ragione, era Harry a far si che lui comparisse ai suoi occhi, non il contrario.
“avrò bisogno di te per sempre, ma non in questo modo…voglio poterti abbracciare. Voglio sentire la tua vera voce, non il ricordo che ho. Voglio guardarti negli occhi e perdermi in quel blu. Voglio sentirti ridere, solo per me” la sua voce era spezzata dal dolore che provava, dalla frustrazione, dal desiderio di poter realizzare tutto ciò che aveva espresso ad alta voce.
“se è questo ciò che realmente vuoi, allora sai cosa devi fare per ottenerlo” gli disse dolcemente quello, ruotando il viso alla sua destra per permettergli di mostrare ad Harry il suo sorriso sincero. Anche lui gli sorrise, consapevole che ciò che gli aveva indirettamente suggerito di fare era un idea che si era fatta spazio nella sua mente già da qualche giorno.
Si sentiva un po’ in colpa per ciò che aveva pensato, pensava a Niall, Zayn e Liam e a come avrebbero reagito, ma lui non ce la faceva più. Non poteva vivere in quel modo, non poteva continuare a starsene chiuso in casa e parlare con un Louis immaginario.
Spense il computer e si alzò dal letto per fare una lunga doccia, voleva essere prefetto per il momento in cui lo avrebbe rivisto.
Lo scorrere continuo dell’acqua calda lungo il suo corpo lo calmò quasi del tutto, facendogli dimenticare il senso di colpa che prima si era impossessato di lui. Ripensò a quello che avevano passato in quelle settimane, a come gli altri avevano fatto di tutto per restare uniti e allo stesso tempo lontani dagli ‘avvoltoi’, che non aspettavano altro che uno scoop da sbattergli in faccia. Ripensò al giorno del funerale. Erano rimasti abbracciati per tutta la funzione, piangendo insieme e dandosi conforto. La madre di Louis ara andata da loro a li aveva stretti tra le sue braccia come se fossero i suoi figli, erano i fratelli che Louis non aveva mai avuto e gli voleva bene. Gli aveva detto delle parole di conforto come se chi ne avesse più bisogno fossero proprio loro, dimenticandosi per un attimo del dolore che provava lei per la perdita del figlio.
Quando la funzione finì, Harry volle restare ancora un po’ davanti alla sua tomba. Restò da solo dopo che i ragazzi lo avevano lasciato, chiedendogli di non fare stupidaggini e tornare a casa presto. Guardò per chissà quanto tempo la foto di Louis sulla lastra di marmo color crema con venature più scure e pianse silenziosamente. Era difficile lasciarlo lì da solo, avrebbe voluto tenergli compagnia tutta la notte, ma la stanchezza, dopo quella lunga giornata, si fece sentire presto e decise di tornare a casa, dando ascolto a ciò che gli avevano chiesto gli altri.
Era ritornato alla sua tomba tutti i giorni lasciando una rosa rossa e restava lì delle ore a raccontargli come si sentiva quel giorno e cosa aveva fatto con Zayn, Liam e Niall. Quando la sua mente aveva ricreato l’immagine di Louis si era sentito meno solo e aveva sentito di meno la necessità di andare da lui, visto che poteva godere della sua compagnia in ogni momento, senza dover uscire di casa.
 
Uscito dalla doccia, si avvolse nell’accappatoio bianco, guardò la sua immagine riflessa nello specchio rendendosi conto di quanto il suo viso fosse diventato stanco e smagrito nelle ultime settimane. I suoi occhi erano rossi per il pianto, ma allo stesso tempo erano spenti e vuoti, come privi di quel colore smeraldino che li aveva sempre resi bellissimi. Sospirò triste e andò in camera a vestirsi.
Qualche minuto dopo era pronto e andò in cucina, seguito da Louis che se ne stava silenzioso.
“ci siamo eh? È arrivato il momento…” gli disse con un dobole sorriso che venne ricambiato allo stesso identico modo.
Si assicurò che la porta e la finestra della cucina fossero chiuse e andò girare una delle valvole che permettevano la fuoriuscita del gas dal fornello. Ne girò un altro e andò a sedersi sul pavimento di fronte al tavolo. Prese il foglio e la penna dal cassetto in basso nel mobile contro cui aveva appoggiato la schiena e cominciò a scrivere.
“sai Lou, sono felice adesso” gli confessò sorridendo, mentre continuava a far scorrere la penna sul foglio bianco.
“lo so Harry” gli rispose sedendosi accanto a lui e spostando lo sguardo sul quel foglio
“pensi che stia facendo uno sbaglio?” gli chiese guardandolo,senza un minimo preoccupazione. Sapeva già la risposta ma voleva sentirla pronunciare da un’altra persona.
“no, è ciò che vuoi fare. Se hai paura di come potranno reagire i ragazzi, posso solo dirti di stare tranquillo perché capiranno” Harry annuì sicuro e continuò a scrivere sotto lo sguardo di Louis.
Il gas si diffondeva lentamente in tutta la stanza cominciando a stordirlo poco a poco. Riuscì a finire di scrivere sul foglio, piegandolo per bene e poggiandolo sul ripiano sopra la sua testa in modo che fosse ben visibile. La testa si era fatta più pesante e il naso si era abituato ormai all’odore del gas; chiuse gli occhi rilassandosi quando capì che gli restavano pochi minuti. Si sforzò di parlare ancora una volta a fatica visto che il gas gli stava togliendo tutte le facoltà un po’ per volta
“Lou com’è il paradiso?” gli chiese con un sorrisetto
“esattamente come lo hai sempre immaginato” gli rispose il ragazzo in un sussurro
Harry rise leggermente e per un secondo giurò di aver sentito il tocco del ragazzo sulla sua mano poggiata sullo stomaco. Per la prima volta dopo tante settimane aveva sentito il suo tocco, forse lo stava immaginando ancora, ma non gli importava perché presto quel tocco sarebbe diventato reale.
Respirò profondamente un paio di volte inalando il gas e si accasciò del tutto sul pavimento gelido, poi non sentì più nulla.
 
Era vero. Il paradiso era proprio come se l’era sempre immaginato. Aveva paura di trovarsi di fronte ad un’immensità bianca senza profondità, senza limiti e invece si ritrovò a camminare in una distesa di un verde così acceso che contrastava con l’azzurro del cielo. Rimase immobile quando vide una figura camminare verso di lui. Lo avrebbe riconosciuto anche in mezzo alla folla. Louis camminava armonioso con un sorriso che lo avrebbe lasciato senza fiato, se lo avesse ancora avuto. Quando gli fu di fronte gli tese la mano e lui la afferrò saldamente.
“ciao Harry…speravo mi raggiungessi tra qualche anno” gli disse un po’ dispiaciuto
“Lou…non potevo più aspettare. Avevo bisogno di te” gli rispose tirandolo poi verso di se per abbracciarlo forte. Finalmente poteva sentire il corpo di Louis di nuovo a contatto con il suo ed era una sensazione così appagante.
“mi sei mancato…” gli sussurrò senza lasciarlo andare
“anche tu Harry, tanto”
Si staccarono dall’abbraccio sorridendosi e in quel momento Harry fu così felice di poter guardare con esattezza ogni minimo particolare del volto di Louis.
“vieni con me, devo mostrarti tante cose” Louis gli tese di nuovo la mano, che venne stretta in quella di Harry.
Cominciarono a camminare sulla distesa verde, ma Harry si fermò un attimo dubbioso
“Lou, siamo in paradiso?”
“certo Harry” rise piano.
“ma è esattamente come l’ho sempre immaginato…perché?” chiese ingenuamente
“beh ognuno ha una propria visione del paradiso e questa è la tua…diciamo che qui ci tengono a far si che ognuno lo veda come lo ha sempre immaginato” gli spiegò gentilmente
“e quindi anche tu lo vedi in un altro modo?” chiese ancora
“non più…”
“in che senso?” era confuso da quella strana situazione
“quando ho saputo che stavi per arrivare ho chiesto di poterlo vedere allo stesso tuo modo. Volevo vederlo con i tuoi occhi, volevo condividere un posto solo con te” gli confessò felice
Harry restò senza parole in un attimo gli prese il volto tra le mani delicatamente e lo baciò. Un unico bacio, un bacio che lui aveva sempre desiderato dare.
“ti amo Harry, ti ho sempre amato e mi dispiace aver represso questo sentimento” sussurrò sulle sue labbra
“ti amo anch’io Louis…non ha più importanza il passato, adesso ci siamo solo io e te” lo baciò di nuovo prolungando quel contatto con le labbra morbide e vellutate del ragazzo.
Si sorrisero ancora, dolcemente, e tenendosi ancora per mano si incamminarono lungo quel mare verde.
 
 
 
Zayn,Liam e Niall arrivarono insieme a casa di Harry parecchie ore dopo, preoccupati. Lo avevano chiamato tutto il pomeriggio ma non avevano ricevuto risposta, così avevano deciso di andare insieme da lui per vedere che stava succedendo. Quando arrivarono lì, trovarono la porta socchiusa e la loro preoccupazione crebbe a dismisura. Si catapultarono dentro gridando il suo nome, ma subito si resero conto che in casa c’era odore di gas. Andarono ad aprire tutte le finestre e corsero verso la cucina. Quando aprirono la porta, quell’odore li colpì violentemente e dovettero uscire fuori a respirare aria pulita. Liam si fece coraggio e più veloce che potè rientrò dentro, trattenendo il respiro. Aprì la finestra della cucina e chiuse il gas, quando si girò vide i due amici prendere Harry per le caviglie e trascinarlo fuori dalla cucina. L’aria cambiò rapidamente per fortuna e il gas lasciò spazio all’aria pulita. Liam respirò a fatica e mentre usciva fuori dalla stanza notò il biglietto sul ripiano delle cucina. Lo prese e corse fuori verso gli altri pallido in volto.
“ragazzi” richiamò l’attenzione dei due che stavano cercando di rianimare Harry, mostrandogli il foglio.
Zayn e Niall si fermarono aspettando che Liam lo aprisse e cominciasse a leggere con voce strozzata
Ciao ragazzi. So che questa è l’ultima cosa che vi sareste aspettati entrando in casa e vi chiedo scusa per la sofferenza che vi sto provocando. Immagino che vi stiate chiedendo il perché del mio gesto. La verità è che mi mancava Louis, avevo bisogno di vederlo di nuovo e non potevo più vivere in questo modo. Non vi ho mai detto che da quanto lui è morto ho cominciato a vederlo con i miei occhi. Forse la mia mente ha creato una sua raffigurazione per farmi resistere ancora un po’, ma non mi bastava più. Non potevo parlarci sul serio poiché, frutto della mia mente, ne sapeva tanto quanto me su ogni cosa. Non potevo sentirlo ridere allegramente…non potevo stringerlo tra le mia braccia.
Non vi ho mai detto quanto lo amo, anche se sono sicuro che ciò non sia sfuggito ai vostri occhi attenti. Lo amo così tanto che non ho potuto più restare qui senza di lui. Lo amo così tanto che quando se n’è andato mi sono sentito come se al mio cuore fosse stata tolta la perfetta metà e dovevo ritrovarla, dovevo riunire le due parti. Per questo ho deciso di raggiungerlo. Non mi sono pentito della mia decisione, l’ho fatto per essere felice e sono sicuro che adesso lo sono ,ovunque io sia, perché sono sicuro che sono con Louis.”
Liam si interruppe un attimo per asciugare le lacrime ghe gli impedivano di continuare a leggere. Spostò lo sguardo su Niall e Zayn che piangevano anche loro in silenzio. Continuò a leggere dopo aver ripreso fiato.
“Non voglio che il senso di colpa si faccia largo nelle vostre menti, mi farebbe male saperlo. Voglio solo che continuate a restare uniti come avete fatto fino ad ora, ad essere come fratelli e a volervi bene.
Liam, tu sei sempre stato quello più maturo, quello che ci veniva dietro come un padre e che si preoccupava per noi ad ogni minima cosa che ci succedeva. Allo stesso tempo, però, mi mettevi allegria e mi piaceva vederti combinare guai quando nessuno sospettava di te.
Zayn, tu eri un mistero per me all’inizio. Non capivo perché ti chiudessi in te stesso, a volte pensavo che forse mi ponevo in modo troppo diretto con te. Poi ho scoperto che sei una brava persona, sei sensibile anche se non vuoi darlo a vedere e sei un grande amico.
Niall…oh Niall, tu sei sempre stato quello che contagiava tutti con la tua risata così aperta e disinibita. Mi piacevo molto il fatto che prendessi la vita con positività e che non ti lasciassi buttare giù da niente e nessuno. Mi piaceva davvero tanto parlare con te, mi ascoltavi in silenzio e mi davi buoni consigli. Ti ringrazio per questo.
Ringrazio tutti voi per essermi stati vicini in questi anni e soprattutto in queste ultime settimane. Siete stati dei fratelli per me e non vi dimenticherò mai.
Adesso è giunto il momento di salutarvi. Vorrei che faceste un ultima cosa per me…vorrei che diceste ai miei genitori quanto li amo e quanto li ammiro per come mi hanno cresciuto, vorrei che diceste a mia sorella che non potevo desiderare sorella migliore e che la porterò sempre nel mio cuore. Vorrei che gli faceste leggere questa lettera in modo che capiscano anche loro e vorrei anche che diceste i nostri fans la verità.
Adesso devo andare, qualcuno mi sta aspettando.
Ciao amici miei, vi voglio bene e ve ne vorrò sempre.
Harry.”
 
 
 Ciao a tutti! questa è la mia seconda OS Larry, anche se l'altra parecchio più allegra di questa :)
Qualche giorno fa ascoltavo Angels di Robbie Williams e mi è venuta in mente la trama di questa os, così mi sono messa subito al lavoro.
A me piace pensare che ci sia amore vero tra loro due...che poi mi stia sbagliando o meno non lo so, però mi piace pensarla in questo modo.
Detto questo vi lascio e vado a lavorare sui capitoli delle mie altre storie. Spero che vi sia piaciuta.
ditemi che ne pensate
Baci :)

 
 
 
  
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