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Autore: micia95    29/01/2013    4 recensioni
Dalla storia:
“Alzarsi così tardi era ormai diventata un’abitudine da quando la notte, non riuscendo ad addormentarsi, stava sveglia per ore a cercare una posizione comoda accanto al marito che la osservava. Lui, però, la mattina si svegliava sempre prima di lei e anche quella volta non fece eccezione. Strisciò fino al bordo del letto ed appoggiò i piedi nudi sul fresco pavimento prima di infilarsi le sue morbide ciabatte blu. Si alzò e si diresse fuori dall’enorme stanza in cui lei ed il marito dormivano ormai da tre anni. Le finestre disseminate lungo il corridoio prima delle scale le permisero di constare che quella era una calda giornata, cosa alquanto rara a Londra.”
Molti anni dopo la storia narrata nell’anime come si sono trasformati i protagonisti?
Genere: Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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QUANDO GLI ANNI PASSANO MA NOI SIAMO SEMPRE GLI STESSI
Alzarsi così tardi era ormai diventata un’abitudine da quando la notte, non riuscendo ad addormentarsi, stava sveglia per ore a cercare una posizione comoda accanto al marito che la osservava. Lui, però, la mattina si svegliava sempre prima di lei e anche quella volta non fece eccezione. Strisciò fino al bordo del letto ed appoggiò i piedi nudi sul fresco pavimento prima di infilarsi le sue morbide ciabatte blu. Si alzò e si diresse fuori dall’enorme stanza in cui lei ed il marito dormivano ormai da tre anni. Le finestre disseminate lungo il corridoio prima delle scale le permisero di constare che quella era una calda giornata, cosa alquanto rara a Londra.
“Buongiorno Hikari!” la salutarono un paio di domestiche mentre la prendevano per mano e l’aiutavano a scendere le scale. Solo fino a pochi mesi prima la giovane donna avrebbe protestato, ma date le sue condizioni aveva bisogno di una mano se non voleva rischiare di cadere e fare danni di cui si sarebbe pentita.
“Ciao! Kei è uscito per prendere la torta, l’hanno chiamato stamattina per dirgli che era pronta” la salutò il cognato Sui.
“Buongiorno!” rispose solare ed allegra come sempre. “E’ oggi? Accidenti, non me lo ricordavo!”
“Hai avuto tante cose per la testa, è normale” le rispose Sui senza smettere di leggere il manga che aveva in mano. Lei sorrise e gli scompigliò i capelli prima di chinarsi e baciarlo sulla fronte. Mentre si allontanava, poté chiaramente notare che il ragazzino aveva alzato gli occhi al cielo senza dirle niente. In fondo tutti sapevano dei suoi sbalzi d’umore e un minimo gesto poteva trasformarla in una iena o in una fontana e tutti erano disposti a prestare più attenzione per poter condividere la gioia che Hikari e il marito sperimentavano e che avrebbero sperimentato.
Finalmente giunse in cucina dove poté gustarsi la colazione in santa pace fino al rientro del marito.
“Buongiorno, amore” le disse mentre dolcemente le baciava i capelli e le passava una mano in vita per accarezzarla. “Tutto bene?”
“Certo!” rispose con enfasi Hikari, a volte proprio non sopportava le troppe attenzioni del marito che spesso la imbarazzavano, ma a lui sembrava non importare.
“Fra un paio d’ore dovrebbero arrivare tutti quanti, meglio se ti prepari” poi continuò verso una cameriera “Per favore aiutala, non voglio che combini guai”
Hikari per tutta risposta sbuffò ma si fece accompagnare dalla cameriera e si fece aiutare ad indossare un vestito adatto per la rimpatriata che sarebbe avvenuta di lì a un paio d’ore.

“Aaahhh! Ma la smetti? Così mi fai male!” urlò Tadashi ad Akira che gli aveva appena tirato un orecchio.
“No! Sei un maiale! Come accidenti fai a pensare al cibo quando rivedremo la mia dolce Hikari dopo quasi un anno che non la vediamo?!”
“Rivedremo anche Kei, se è per questo!” protestò il giovane mentre si massaggiava l’orecchio.
“Sempre i soliti voi, eh?” li richiamò una voce conosciuta.
“Yahiro! Megumi! Che piacere! Stavamo giusto per avviarci!” esclamò Akira girandosi verso i due coniugi che sorridevano.
“Ehi! Ci siamo anche noi!” un’altra voce conosciuta li fece voltare verso la piazza. Una ragazza dai capelli rosa coperti da un cappello di paglia stava correndo trascinandosi dietro un Jun imbarazzato. Appena i due si avvicinarono al quartetto Megumi abbracciò il fratello che in risposta strinse a sé la sorella con un affetto palese.
“Sakura! Ti trovo in forma!” li salutò Tadashi dopo aver ingurgitato una merendina sotto lo sguardo omicida di Akira.
“Tuo fratello, Yhairo?” chiese a quel punto Jun accorgendosi dell’assenza del cognato.
“Laggiù con Ryuu” rispose Megumi indicando una via in cui si scorgevano un ragazzino e un ragazzo abbronzato con un uccellino sul braccio. Nessuno si stupì del fatto che Megumi parlasse: dopo il matrimonio con Yahiro aveva deciso di riprendere a parlare non sprecando né sforzando troppo la sua voce.
“Alla buon’ora! Ma si può sapere perché siete sempre in ritardo?”
“Ehi, Megumi! Ma si può sapere perché me lo ritrovo sempre così acido? Non è che per caso è in astinenza?” chiese Chitose senza scomporsi mentre il fratello diventava rosso dalla rabbia e dall’imbarazzo e gli altri scoppiavano a ridere.
“Non penso che ti risponderò” disse Megumi mentre ancora ridacchiava e prendeva sotto braccio Yahiro che continuava a borbottare.
“Allora? Come è andato il viaggio? Com’è l’Africa?” chiese Tadashi ai due appena arrivati. Sapeva infatti che Chitose e Ryuu erano andati in Africa per uno studio sulla flora e la fauna del posto ed era per questo che non si vedevano da tempo.
“Ah! E’ stato magnifico! Dovete assolutamente venire! Abbiamo visto che…” iniziò Ryuu a raccontare la loro avventura mentre si dirigevano alla proprietà Takishima.

Era una tradizione quella, la loro tradizione. Tutti gli anni, lo stesso giorno si ritrovavano per commemorare i vecchi tempi, perché sì, erano cresciuti. Orami non avevano più diciassette anni , ma ventisette. Quella volta era toccato agli altri venire da loro a Londra e Hikari non vede l’ora di ritrovarli e riabbracciarli tutti: Jun, Megumi, Akira, Tadashi, Ryuu, Sakura, Yahiro e anche Chitose. E quell’anno sarebbe stato particolarmente speciale. Non stava più nella pelle: voleva vedere le facce sorprese dei suoi amici e quella sconvolta di Akira. Decisamente si sarebbero divertiti un sacco.
Su questo rifletteva Hikari sfogliando una delle tante riviste che da mesi ingombravano la loro casa. Poi lo sentì, o meglio li sentì. Li sentiva ridere e scherzare ancora dietro alla porta di casa: Akira stava rimproverando ancora una volta Tadashi, Ryuu stava raccontando qualcosa su avventure fantastiche con Chitose che lo spalleggiava, Sakura si preoccupava che tutto fosse in ordine, non voleva certo fare brutta figura, mentre Jun le assicurava che era perfetta e bellissime, Yahiro e Megumi ridevano.
“Sono arrivati” le sussurrò Kei all’orecchio porgendole una mano per alzarsi mentre il trillo del campanello si spandeva per l’aria.
Sui aprì la porta per far entrare gli ospiti d’eccezione di quella stranamente calda giornata estiva, ma non fece in tempo a dire “Ciao!” che Akira si era fiondata con le braccia aperte verso Hikari gridando “Hikari! Come sono con-“ ma le smorzò la voce mentre guardava davvero Hikari.
“TU!” tuonò rivolta a Kei e puntandogli un dito contro “Cosa le hai fatto, EH?” Per tutta risposta il giovane abbracciò da dietro la moglie e le accarezzò la mani che la giovane teneva sulla pancia. No, non pancia, pancione da donna incinta.
“IO TI UCCIDO!” urlò Akira scagliandosi contro Kei. Non arrivò mai perché Tadashi la bloccò e le sussurrò “Sposami”
“Cosaaa?! Ma ti sembra il momento!” era di un bel colorito bordeaux. Tadashi, noncurante della sfuriata della ragazza, alzò le spalle e le chiese “Allora?”
Mordendosi il labbro con forza alla fine Akira annuì e nascose la faccia imbarazza sul petto di Tadashi sibilando “Non farlo mai più”
“Oh! Ma è bellissimo!” trillò Sakura facendosi avanti, rompendo il silenzio, e ammirando estasiata la coppietta felice in dolce attesa.
“Quando nascerà?” chiese allora Megumi affiancando Sakura e avvicinandosi a Hikari.
“Tra due settimane” affermò orgogliosa Hikari sorridendo apertamente.
“Io non mi avvicinerei” le fermò la voce si Sui e tutti lo guardarono confusi.
“Kei ringhia e vi guarda male se ci provate. Si comporta come mamma uccello con le uova” spiegò tranquillamente Sui con un sorrisetto sul volto e beccandosi un’occhiataccia da parte del fratello.
“Oh, andiamo, non esagerare, è solo un po’ protettivo” affermò Hikari dando un buffetto sulla spalla del marito e sciogliendosi dall’abbraccio per avvicinarsi alle amiche. Questa volta guardarono Sui sbalorditi: da quando Hikari era così arrendevole? Lui rispose con due parole: “gravidanza” ed “ormoni”. Poi finalmente le ragazze si abbracciarono e si salutarono come desideravano fare da tempo.
La rimpatriata era iniziata.
Fu una giornata memorabile: mangiarono, scherzarono, fecero un riassunto dettagliato del periodo di tempo per cui si erano persi di vista, Sakura mostrò orgogliosa l’anello che solo un mese prima Jun le aveva regalato chiedendole di sposarla, Hikari mostrò il pancione e i suoi vestiti premaman. Ryuu raccontò del suo viaggio, Akira e Tadashi del loro desiderio di mettere in piedi un’azienda di alimentari, Megumi e Yahiro di avere dei bambini anche loro, ma specialmente tutti si divertirono come non succedeva da tempo.
La vera novità, la nuova scoperta fu che erano sempre loro, sempre la Special A dei diciassette anni, quei ragazzini con grandi sogni e una grande forza di volontà per realizzarli, quelli che litigavano, che si coalizzavano li uni contro gli altri, quelli delle sfide, quelli che avevano tanto amore da donare ma erano troppo timidi per ammetterlo, semplicemente loro, perfettamente loro.

 

 

Ok, adesso spiego. Non so perchè ho deciso di scriverla: era un po' che ce l'avevo in mente, ma oggi dopo aver riletto le recensioni che mi avete lasiato nelle scorse fanfiction di questa sezione, ho sentito che dovevo scriverla, quindi eccola qui. So che non è perfetta e probabilmente se non l'avessi pubblicata oggi l'avrei rivista, avrei cabiato ed aggiunto parti ma ho deciso di pubblicarla così perchè voglio che leggiate la prima, la genuina esattamente così come è venuta la prima volta che mi sono messa alla tastiera. Probabilmente la parte finale sembra affrettata, troppo veloce rispetto al resto dela storia, ma la lascio così perchè per me non c'è altro da dire. Nella prima idea Hikari partoriva proprio quel giorno in casa (a proposito, l'avevato capito che era incinta?) ma non mi sono sentita ponta per una sfida del genere e desideravo che questa ff fosse una cosa leggera, facile ma che vi lasciasse un sorriso e uno scorcio della loro vita futura, spero di esserci riuscita.

micia95

  
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