Sliding doors

“Everything else in the world seems so completely random.
 What if one little thing I said or did could have made it all fall apart?
 What if I’d chosen another life for myself or another person?”
(If/Then, 8X13)
 

Cosa sarebbe accaduto se la sera prima dell’inizio della mia specializzazione avessi deciso di andare al cinema o di restare a casa a parlare al telefono con Sadie, invece di varcare la soglia del bar di Joe?
Me lo chiedo spesso, mi domando se le cose sarebbero andate allo stesso modo.
Ci saremmo scelti, incontrati e innamorati, avremmo deciso di trascorrere ogni giorno della nostra vita insieme?
Una tequila, bé forse qualcuna in più, hanno segnato la nostra vita, in un modo indelebile e inaspettato.
Hanno fatto la differenza tra l’avventura di una notte e l’amore di una vita.
Una piccola e insignificante scelta come quella di uscire per un drink, ha cambiato tutto, ha rimescolato le carte in tavola.
Saresti dovuto essere uno dei tanti, uno senza nome, un ricordo confuso e senza importanza e invece sei stato colui che mi salvata da me stessa, che ha guarito il mio essere ‘cupa e torbida’, torbida come l’acqua che mi stava inghiottendo e dalla quale mi hai strappato, da quell’abbraccio freddo e mortale che si stava portando via la mia esile e fragile voglia di vivere.
Se non ti avessi incontrato sarei morta, inghiottita dal mio carattere e dal mio male di vivere prima e da quelle acque gelide e inospitali poi.
Saresti ritornato a New York, se non ci fossimo amati quella notte e le notti a venire, te ne saresti andato per salvare un matrimonio fallito e agonizzante, che di salvabile non aveva proprio nulla.
Ti saresti annullato in quel rapporto, in quel legame sbagliato e marcio, che ti avrebbe avvelenato sin dentro il cuore, che avrebbe soffocato il tuo essere sino a sgretolarti in migliaia di granelli di polvere.
Ci saremmo persi se non ci fossimo trovati quella sera, saremmo stati come navi in balia della tempesta, sole e senza speranza, con l’unica dolorosa prospettiva di accasciarci su noi stessi.
Avresti rinunciato ad avere figli per non doverli crescere con una donna che sentivi di non amare più, avresti venduto la roulotte e il terreno a Seattle, su quella collina dalla quale ammiravi con orgoglio la vista mozzafiato, pur di non avere davanti agli occhi la prospettiva di qualcosa che non avresti realizzato mai e poi mai nella vita.
Tutto questo per un drink mancato, per una serata trascorsa altrove.
Ci saremmo sfiorati e avremmo parlato, senza ascoltarci veramente, senza sapere quello che ci stavamo perdendo, quello a cui avevamo inconsapevolmente rinunciato.
E anche se ci fossimo accorti dello sbaglio, sarebbe stato tardi, qualcosa o qualcuno avrebbe potuto impedirci di vivere quello a cui eravamo destinati.
O forse no, perché il destino ha vie diverse e misteriose e arriva sempre, esattamente, a portarci dove saremmo dovuti arrivare.
 

“Some things are going to work out as if they were destined to happen”.
 

NdA:
Dopo numerose Calzona, una LexieXMark e una HenryXTeddy, ecco che mi decido a scrivere qualcosa sulla Mc Family.
Spero vi sia piaciuta e a presto (anche con le storie che non ho potuto recensire nelle scorse settimane, visto che ora ho di nuovo un computer!).
lulubellula