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Autore: dorington    29/01/2013    1 recensioni
"Nel mezzo del cammin di nostra vita
mi ritrovai per una selva oscura,
ché la diritta via era smarrita...
NOOOOOO... Ma come si fa a scrivere così? Seriamente, c'è ancora gente che legge roba del genere? So che
l'ho scritto io, ma lo sanno tutti che prima di farlo avevo fumato un paio di canne! (Gran Rave party)"
Scritto in collaborazione con Tsunlover92, un mio amico
CREDITS: un profondo ringraziamento ai nostri professori di lettere per averci fatto odiare la Commedia a tal punto da scriverne una nostra versione
Genere: Commedia, Demenziale, Parodia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Cross-over, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Nel mezzo del cammin di nostra vita
mi ritrovai per una selva oscura,
ché la diritta via era smarrita...
 
NOOOOOO... Ma come si fa a scrivere così? Seriamente, c'è ancora gente che legge roba del genere? So che 
 
l'ho scritto io, ma lo sanno tutti che prima di farlo avevo fumato un paio di canne! (Gran Rave party)
 
Bene... Visto che finalmente mi sono ripreso dai postumi ho intenzione di riscrivere tutto, e questa volta la 
 
farò come si deve.
 
Mi chiamo Dante Alighieri, ho 32.5 anni, vivo in un monolocale insieme ad altri tre tizi che non avevo mai 
 
visto prima d'ora: una meretrice argentina, un ex-professore di economia, un nanetto vestito di nero.
 
Ieri notte abbiamo dato quella festa che pianificavamo da 2 settimane nel nostro (mio) monolocale, anche se 
 
non so come si possa fare una festa del genere in un monolocale: tanta droga, tanto alcool, tante ragazze, 
 
tanto sballo... Il solito, insomma.
Non capirò mai, però, come si possa intendere come “ballare” il semplice ancheggiare e/o muovere i piedi 
 
(parecchio difficile farlo insieme dentro un monolocale): un tempo c'erano i grandi film come “Step Up”, 
 
“Flashdance”, e capivi cosa volesse dire veramente ballare, ma adesso... Comunque sia, mi sono fatto un paio 
 
di strisce di coca e mi sono riempito d'alcool come una spugna dentro il bagnetto di un bambino e a quel 
 
punto mancavano solo le paperelle di gomma, che cominciai a vedere in aria per come ero ridotto. Ora, al 
 
mio risveglio, sento un grandissimo mal di testa che mi sta spaccando le tempie: mi serve un'aspirina...
Mi alzo dal pavimento dirigendomi verso la cassetta dei medicinali, ma durante il tragitto inciampo su uno 
 
strano essere peloso che schizza subito via dalla porta... 
Ok, cos'era quell'affare? Bene... Spero che sia qualche effetto della mia mente ancora drogata...
Dopo essermi rialzato raggiunsi in fretta la cassetta dei medicinali ma, ovviamente, non trovai il pacchetto di 
 
aspirine. Decisi allora di uscire dal monolocale, subito dopo aver indossato delle mutande e dei pantaloni 
 
non troppo usati, ma venni fermato dalla mia coinquilina argentina.
 
-Cosa vuoi?- Feci.
 
-Andiamo... Lo sai che ho bisogno di fare un po' di sesso...- Disse lei senza tanto nonchalance.
 
-Senti,- risposi -Non ne ho proprio voglia per adesso. E comunque sappiamo tutti che hai il brutto vizio di 
 
contagiare tutti con l'AIDS.-
 
-Dai... So che vuoi farlo anche tu...- disse strusciandosi sul mio braccio.
 
Tentai di tutto pur di allontanarla, anche minacciarla di fare sesso USANDO UN PRESERVATIVO. Subito dopo, 
 
lei si allontanò scandalizzata.
 
-Non puoi dire sul serio!
 
La fissai nei suoi occhi pieni di lussuria e desiderio, e allora comprese spaventata che le mie minacce erano 
 
fondate.
 
Feci per aprire la porta, ma all'improvviso un -HEY!!- mi fermò. Mi voltai, trovando l'ex-professore di 
 
economia che mi stava minacciando con un portafoglio. -Dove credi di andare?
 
-Senta prof,  devo andare a comprare delle aspirine, che sono finite, e ne vorrei approfittare anche per fare 
 
un po' di spesa, visto che sicuramente il nostro frigorifero è vuoto da almeno 2 settimane.
 
-NO! DOBBIAMO RISPARMIARE!
 
-RISPARMIARE?!? L'ultima volta che abbiamo fatto la spesa è stato 5 SETTIMANE FA! Ed abbiamo comprato 
 
soltanto 3 mele! TRE MELE DICO! E tu volevi anche che ne comprassimo soltanto una e mezza!!
 
-E continuo a pensare che tre mele siano troppe.
 
-Tre mele sono... Ma tutto il denaro che hai risparmiato lo usi come cibo? Perché penso sia l'unica cosa che 
 
hai ancora con te!
 
Con uno scatto fulmineo strappai via dalle sue mani il portafoglio del professore e lo usai per dargli un 
 
ceffone talmente potente da farlo volare dalla finestra.
 
-Anche i portafogli uccidono.
 
Mi infilai il portafogli in tasca ed uscii di casa.
 
◊ ◊ ◊
 
Cominciai a dirigermi verso la farmacia più vicina. Lì comprai un pacchetto di aspirine e, con un rapido 
 
gesto, ingoiai almeno 5 pillole. Sulla confezione c'era scritto dosaggio massimo una pillola ogni 12 ore ma...
Con un mal di testa leggermente diminuito, mi diressi verso il Carrefour più vicino per fare la prima spesa 
 
dopo 5 settimane di astinenze.
 
Lungo la strada vidi una bancarella piena di libri. Non so cosa mi attrasse, ma ebbi lo strano impulso di 
 
avvicinarmi ad essa. Quando vidi il venditore restai impressionato: un uomo vestito con stracci infimi e con 
 
un naso schiacciato tanto da sembrare che avesse appena ricevuto una scarica di colpi da Mike Tyson.
Presi uno dei libri e lessi il titolo: “Inno alle Castagne”
 
-Quello è il libro più famoso del grande Virgilio Marron Glace.
 
Lentamente, posai il libro e alzai lo sguardo: -Chi, mi scusi?
 
-Virgilio Marron Glace, il nuovo profeta del 21° secolo.- rispose quello. -Molti paragonano il livello della sua 
 
dialettica ad una combinazione fra quelle di Socrate e Cicerone.
 
Okay... Non avevo mai sentito parlare di questo Creme Caramel e di sicuro non aveva tutto questo spessore 
 
come invece il venditore additava, ma visto che sono una persona di buone maniere decisi di usare una 
 
tecnica globalmente conosciuta: il terribile sorridi ed annuisci.
 
Quando mi voltai per andarmene vidi degli uomini enormi vestiti di nero che mi passarono di fianco e, 
 
quando raggiunsero il venditore, lo sollevarono da terra prendendolo dalle braccia, come quei gorilla che si 
 
vedono nei film. Un altro uomo vestito di nero, più basso e con i capelli bianchi, si avvicinò affiancato da 
 
altri due gorilla: aveva la faccia raggrinzita ed un sorrisetto stampato in faccia che sembrava volesse dire “si, 
 
sono sarcastico. Problemi?”.
 
-Lei, mio caro, ha commesso il peccaminoso reato di venerare le castagne al cospetto del suo unico, vero 
 
Signore.
 
-E di cosa si nutre il tuo grande Boss se non della Grande Castagna?
 
Il vecchio avvampò per la collera.
 
-Come osi bestemmiare dinnanzi ad un prete?!
 
-No, sei tu ad insultare la Grande Castagna. Ma non temere, Lei non si offende tanto facilmente.
 
Il vecchio ormai era diventato paonazzo ed era chiaro ormai che presto avrebbe dato segnale ad i suoi 
 
gorilla di fare fuoco, armati con... Super Liquidator?
 
In quel momento mi sentii caritatevole ed eruppe una forza esplosiva dentro di me.Con un balzo diedi un 
 
calcio al vecchio, mollai due ceffoni ai gorilla che tenevano sospeso il venditore, per poi prenderlo per 
 
mano.
 
-Presto, ti porto via da qui!
 
Iniziammo a scappare.
 
Continuammo a correre a lungo, senza sosta e senza una vera e propria meta. Di tanto in tanto mi voltai, 
 
solo per vedere che quei gorilla, molto più rapidi di quanto non volessero far sembrare, continuavano ad 
 
inseguirci.
Dopo aver svoltato rapidamente attraverso vari vicoli riuscimmo finalmente a seminarli. Mi accorsi presto 
 
che, inconsciamente, ero tornato di fronte al mio appartamento.
 
-Bene, anche se non so il perché ti ho salvato la pellaccia. Cosa volevano quei tizi da te?
 
-Oh, niente.- rispose lui.
 
-Se fosse veramente niente, come mai avevi anche dei Super Liquidator puntati in faccia?
 
-È questa la dura vita di un profeta.
 
Lo guardai dall'alto in basso: effettivamente, i suoi vestiti fatiscenti gli donavano un'aria da profeta.
 
-Ed esattamente... Quale religione sostieni?
 
-In verità nessuna religione. Stavo solo vendendo libri.
 
Cominciai a strofinarmi le tempie, temendo che mi sarebbe tornato il mal di testa.
 
-Se non predichi alcuna religione, perché quei tizi ce l'avevano tanto con te?
 
-Ah, non ne ho idea. Magari hanno interpretato come eresia i versi dell'Inno alla Castagna.
 
Sospirai gravemente. -Oh, beh... Se è così... Senti, sono appena tornato a casa, quindi ora me ne vado. Cerca 
 
di non cacciarti nuovamente in una situazione del genere.
 
Salii le scale per raggiungere il mio appartamento, quando mi trovai di fronte il terzo ed ultimo dei miei 
 
coinquilini: il nanetto vestito di nero.
 
-DANTE!- urlò -Cosa facevi in compagnia di quell'eretico blasfemo?!
 
-Per piacere, fra' Silvio, ho ancora un mal di testa incredibile. Voglio solo rientrare a casa ed andare a 
 
dormire.
 
-NO! Poiché eri in compagnia di un tale peccatore, anche tu devi essere stato contagiato dalle sue eresie! 
 
Dante! Per i poteri conferitemi da me stesso ti dichiaro ufficialmente scomunicato da questo monolocale!
 
-…-
 
-Ho già contattato i miei gorilla: hanno portato via tutta la tua roba e fra poco torneranno per prendere 
 
anche te.-
 
Ma perché, di tanti momenti in cui mi sarebbe potuta servire tutta quella forza super-omistica, è dovuta 
 
venire fuori proprio per salvare quel venditore?
 
Iniziai ad indietreggiare molto lentamente, ma fra' Silvio capì subito le mie intenzioni.
 
-Fermo lì! Non ti muovere!
 
Ovviamente io fuggì.
 
-Blasfemo eretico! Dove stai scappando?!
 
-Lontano da te e dai tuoi gorilla, ecco dove!
 
◊ ◊ ◊
 
Continuai a correre, di nuovo, e mi infilai, di nuovo, in un paio di vicoli. Ero, di nuovo, inseguito dai gorilla. 
 
Nonostante fosse il loro secondo inseguimento, sembravano del tutto instancabili.
 
-Dannazione!- urlai.
 
Dopo che svoltai per l'ennesima volta mi accorsi del mio grave errore: ero finito in un vicolo cieco.
 
-Ok, questa volta sono spacciato.- mi dissi.
 
Iniziai a saltellare nel panico ed a guardarmi disperatamente intorno, nel tentativo di trovare una via di 
 
fuga; non trovandone nessuna, iniziai a sudare freddo.
 
-Non ti preoccupare, adesso ci penso io.
 
Sentii una voce provenire da un cassonetto. Mi girai, notando con sorpresa e disgusto che la voce era quella 
 
il venditore di libri, venuto fuori dal cassonetto.
 
-Tu? Che ci fai qua?
 
-Che ci faccio qua? Semplice: tolgo le castagne dal fuoco. Letteralmente.
 
Spostandosi un po', vidi che dietro al cassonetto c'era un piccolo fuoco da campo con delle castagne che si 
 
stavano cuocendo. Mi chiedo ancora come feci a non notarlo prima.
 
-Ok... Quindi... Mi dai una mano o continui a preparare castagne?
 
-Non saprei... Ma si, dai: ti aiuterò. Il grande Virgilio Marron Glace è magnanimo dopo tutto.
 
-Quindi TU sei Marron Glace? E come mai vendi i tuoi stessi libri in una bancarella?
 
-C'è qualcuno sopra di me che mi ha detto di farlo. E poi sai come funziona: niente soldi, niente editor.
 
Rimasi inorridito da una risposta del genere, ma in quel momento non mi interessavano affatto le sue 
 
allucinazioni.
 
-Comunque... Hai un piano?
 
-Certo.- disse Virgilio Marron Glace. Spostò due sacchetti dell'immondizia che si trovavano dietro il 
 
cassonetto, rivelando un buco nell'asfalto abbastanza grande da farci entrare una persona.
 
-...Un buco? ...Nell'asfalto? Ma cosa sei tu, il Bianconiglio?
 
Detto questo Virgilio Marron Glace mi gettò dentro il buco con un calcio ben assestato. Sentii la sua voce in 
 
lontananza mentre cadevo: -No, sono molto peggio.
 
Continuai a cadere. Sembrava che quel buco non finisse mai. All'improvviso, lungo la discesa, vidi un cartello 
 
autostradale: “Uscita Inferno, proseguire dritto per 500m”.
 
◊ ◊ ◊
  
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