Cassie's death

Il cesso sporco di quel motel sconosciuto e malfamato puzzava di vomito, tutto il vomito che Cassie aveva rigettato fino a quel momento e che continuava a rigettare per la milionesima volta, da quando era iniziata quell’assurda sfida tra lei e Lia, parecchio tempo prima, per stabilire chi tra le due fosse la più magra. Le sembrava di essere sul punto di vomitare anche l’anima, accucciata da ore davanti a quel cesso puzzolente. Nella mano destra stringeva il cellulare con cui più volte aveva cercato di chiamare Lia perché la aiutasse, senza mai ricevere nessuna risposta.
«Lia… Lia… ti prego, rispondi… ho… bisogno di… te…» balbettava, in preda al panico. Non capiva più niente; piangeva Cassie, vomitava e piangeva, nell’ennesimo tentativo di chiamare la sua migliore amica. Perché era così, in fondo, che ancora la considerava: l’unica, la sola, nonostante tutto, era sempre stata lei. E continuava a vomitare, mentre tentava nuovamente di chiamare Lia, che ancora non rispondeva. Era comprensibile, dopotutto. Ma Cassie aveva bisogno di lei, si sentiva strana, stava più male del solito e cominciava ad avere paura.
Ormai Cassie aveva perso il conto delle volte in cui Lia aveva lasciato squillare il telefono a vuoto e iniziò ad essere consapevole del fatto che non sarebbe venuta. Improvvisamente, all’ennesimo conato di vomito, sentì un dolore lancinante all’altezza dell’addome, come qualcosa che si dilania dall’interno. Un dolore che le tolse il fiato, un dolore che non le diede nemmeno il tempo e la forza di urlare ma che le permise solo di scivolare di lato e cadere di peso sulle piastrelle fredde del pavimento. Le rimase solo qualche minuto di agonia: morì così, completamente sola nel cesso di un motel, con il cellulare ancora in mano mentre tentava di contattare per l’ultima volta – questa volta per davvero – la sua migliore amica. Nella sua mente, intanto, la sua vita scorreva come la vecchia pellicola di un film: rivedeva ogni errore, ogni gioia, ogni ansia che aveva vissuto… rivedeva Lia. Rivedeva l'inizio di quella stupida e assurda sfida che tanto avrebbe voluto cancellare.
 
 
 
 
 
 
 
NOTE AUTRICE
 
Buongiorno a tutti! Che bello ripubblicare una fan fiction, mi piace troppo, ogni volta che lo faccio - molto raramente, devo dire, ma dettagli - ne sono soddisfatta. Questa flash fiction è rimasta nel mio computer per un po' di tempo, l'avevo praticamente terminata ma mi mancava il finale e sono riuscita solamente poco tempo fa a trovarne uno decente (grazie ovviamente anche a Lorena, la mia super beta).
Questo libro, "Wintergirls", a cui si riferisce la storia, mi ha colpito davvero molto: la storia è davvero toccante e cruda, ma fa riflettere molto. Parla appunto di anoressia, bulimia e anche autolesionismo. Lo consiglio vivamente a tutti, davvero!
Comunque, ringrazio tutti voi se siete arrivati a leggere fin qui, e grazie a chiunque avrà voglia di lasciarmi una recensione!
Un bacione,
happiness_