Prefazione
Tutto cominciò da un sogno.Lo sognai.
Eravamo lì sull’altalena, uno di fianco all’altro e ci guardavamo.
Ci guardavamo come se non ci fossimo mai conosciuti e allo stesso tempo sapessimo tutto l’uno dell’altro.
I suoi occhi erano pozzi senza fondo. Avrei voluto buttarmici dentro e non uscirne mai più, ma c’era qualcosa che mi fermava. Come la consapevolezza che non sarebbe stata la decisione giusta.
Era così vicino a me, eppure sembrava così distante. Come se quel piccolo spazio che ci divideva avrebbe potuto contenere milioni di cose: parole, numeri, sentimenti, luoghi, emozioni.
Allungò la mano verso di me e mi disse qualcosa. Qualcosa che non riuscii a capire. Sembrava che le mie orecchie non volessero ascoltare quello che aveva da dirmi.
Poi sparì. E quella sensazione di vuoto tornò. Vuoto intorno e vuoto dentro.
Quella notte lo sognai. Sognai quel bambino scomparso dodici anni prima e mai più tornato. Per la prima volta in vita mia sognai mio fratello.