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Autore: FallingStar    30/01/2013    4 recensioni
A quel punto Kidou, che ancora non aveva capito niente, cominciò a preoccuparsi. Stava per chiedergli qualcosa ma, prima ancora che potesse aprire bocca, Fudou alzò lo sguardo verso di lui e gli sputò addosso, letteralmente, un:- Mi piaci!-
Genere: Comico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Caleb/Akio, Jude/Yuuto
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Mi piaci
 
Kidou era un ragazzo orgoglioso, ma quando sbagliava ammetteva di essere nel torto anche se, in questo caso, era certo di essere nel torto solo a metà. Si lasciò scappare un sospiro, per poi guardare Sakuma e Genda. Si trovavano nella camera da letto di Kidou, lui era seduto ai margini del suo letto, Sakuma era seduto per terra con le braccia incrociate sul petto, le guance gonfie e un’espressione imbronciata che gli dava un’aria infantile, e Genda si trovava seduto su un cuscino a metà dello spazio che divideva gli altri due e, ufficialmente, era lì in veste di paciere. Ebbene si, Sakuma era arrabbiato con Kidou. Il motivo? L’aver scoperto in modo traumatico che, a sua insaputa, Fudou era diventato il neo-ragazzo di Kidou. I due stavano insieme da quasi due settimane, ma Sakuma l’aveva scoperto solo ieri quando, entrando in uno dei bagni della scuola, aveva sorpreso i due intenti a baciarsi, per di più avvinghiati l’uno a l’altro. L’urlo di puro terrore che aveva lanciato era rimbombato per tutta la scuola facendo accorrere tutti, e Kidou era sicuro che quello era, e sarebbe rimasto, il momento più imbarazzante di tutta la sua vita.
K:- Sakuma senti, so che non ti piace l’idea che io e Akio stiamo insieme ma-
S:- Guarda che non hai capito! Io non sono arrabbiato perché ti sei messo con Fudou……… okay, ammetto che la cosa mi da un po’ fastidio, ma non è questo il punto! Io sono arrabbiato soprattutto perché l’hai detto a tutti, tranne che a me! Io sono il tuo migliore amico, sarei dovuto essere il primo a saperlo, e invece ho dovuto scoprirlo quando tutti quanti ne erano già a conoscenza!-
K:- Hai ragione, avrei dovuto dirtelo, ma sapevo che non l’avresti presa bene e volevo trovare il modo giusto per dirtelo! E comunque non è vero che lo sapevano tutti! Le uniche persone a cui l’ho detto erano Haruna, Endou e Gouenji.-
S:- Posso capire che tu l’abbia detto prima ad Haruna, ma poi avresti dovuto dirlo a me!-
K:- L’ho detto a loro invece che a te perché ero confuso e avevo bisogno di qualcuno che mi aiutasse a vedere i pro e i contro della situazione in maniera neutra!-
A quelle parole Sakuma si morse il labbro inferiore e abbassò gli occhi. Era consapevole che Kidou avesse ragione perché, se lo avesse chiesto a lui, sarebbe partito in quarta con una lista di contro lunga dieci metri, frenando la relazione sul nascere. Genda, che fino ad allora era rimasto zitto, decise di intervenire.
G:- Sakuma devi ammettere che le ragioni di Kidou sono valide. In più è da ieri che continua a chiederti scusa, quindi penso che ormai potresti anche perdonarlo.-
Ci furono alcuni secondi di silenzio, poi Sakuma sorprese i due dicendo:- Come te l’ha chiesto?-
K/G:-Eh?-
S:- Come te l’ha chiesto? Ti ha puntato contro un’arma impropria minacciandoti di ficcartela giù per la gola se non dicevi di si?-
G:- Sakuma!-
K:- No…… e comunque si è dichiarato prima.-
G/S:- Sul serio?!-
K:- Si, anche se devo ammettere che è stata una dichiarazione piuttosto…… insolita.-
S:- In che senso?-
K:- Vuoi davvero che te lo racconti?-
S:- Credo che sia il minimo dopo quanto è successo!-
Kidou guardò Genda che gli fece cenno di assecondarlo. Allora Kidou fece un bel respiro e cominciò a raccontare.
K:- E’ successo tutto più o meno due settimane fa. Dopo la scuola Akio mi ha chiesto di seguirlo al campetto perché doveva togliersi un peso che lo stava opprimendo, ma che sarebbe riuscito a farlo solo se lo avessi battuto a calcio. Così abbiamo cominciato a giocare, ma lui sembrava molto teso e, probabilmente, lo era realmente. Infatti, a un certo punto è scivolato e io ho vinto. E’ stato allora che abbiamo cominciato a parlare…-
 
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Kidou guardò l’amico rialzarsi per poi dargli le spalle. Fudou prese in mano il pallone, fissandolo intensamente.
F:- Kidou-kun, ti sei mai chiesto come mai Hibiki-san ci ha messo nella stessa squadra quando c’è stata la selezione per scegliere chi sarebbe entrato nell’Inazuma Japan?-
K:- Beh, si. L’ho anche chiesto a lui, ma non ha voluto rispondermi.-
F:- Sono stato io a chiederglielo.-
Silenzio.
K:- Tu… tu cosa?-
Era sinceramente sorpreso. Di tutte le cose che poteva rivelargli, questa era senz’altro la più inaspettata.
F:- Quando giocavo per Kageyama, lui non faceva altro che parlare di te. “Kidou non avrebbe sbagliato una palla simile, Kidou avrebbe fatto così e avrebbe segnato, Kidou questo, Kidou quello.” Mi faceva sentire un essere inferiore. Volevo dimostrargli che si sbagliava, che ero superiore a tutti, te compreso. E’ per questo che, quando ci siamo incontrati, sono stato così cattivo con te. Poi, quando ci siamo scontrati sul campo e la palla è volata in aria, ho sentito una specie di affinità. In quel momento in me è scattato qualcosa, ma non sapevo cosa. Ci ho pensato spesso, ma non riuscivo proprio ha capire cosa fosse. Quando Hibiki-san ci ha convocato sono stato il primo ad arrivare e ho scoperto per caso quello che aveva in mente. Così ho pensato che, forse, se fossimo stati nella stessa squadra, avrei capito meglio cosa provavo. Per questo gli ho chiesto di metterci in squadra insieme, e lui ha accettato senza fare domande. Dopo la partita, ho cominciato a capire cosa mi stava succedendo, ma non volevo crederci. E’ anche per questo che trattavo male tutti in quel modo, perché sapevo che così ti saresti tenuto lontano da me. Pensavo che stando lontani l’uno dall’altro mi sarebbe passata. E invece non solo non mi è passata, ma è addirittura peggiorata. E, alla fine, ho ceduto.-
K:- Fudou, io non capisco. Cosa stai cercando di dirmi?-
Continuando a tenere lo sguardo fisso sul pallone, Fudou si girò verso di lui.
F:- Quello che sto cercando di dire e c-che io…… c-che tu……-
Fudou continuò a balbettare una serie infinita di intercalari, arrossendo sempre di più ad ogni parola che diceva. Quando ormai aveva raggiunto un colorito rosso così acceso da sembrare una luce al neon, Kidou decise di intervenire.
K:- Fudou, senti, se non riesci a dirmi questa cosa adesso puoi sempre dirmela domani, anche perché mio padre mi aspetta per la cena e-
F:- Guarda che non è una cosa facile da dire, sai?! In più non sono nemmeno sicuro se sto facendo bene o no… E’ la prima volta che mi capita una cosa simile…-
A quel punto Kidou, che ancora non aveva capito niente, cominciò a preoccuparsi. Stava per chiedergli qualcosa ma, prima ancora che potesse aprire bocca, Fudou alzò lo sguardo verso di lui e gli sputò addosso, letteralmente, un:- Mi piaci!-
Silenzio.
Kidou spalancò occhi e bocca, troppo scioccato anche solo per parlare. Aveva detto che il fatto che Fudou avesse chiesto al coach di metterli nella stessa squadra era la cosa più inaspettata che poteva rivelargli? Dimenticate tutto! Questa era la cosa più inaspettata che poteva rivelargli! Guardò Fudou, che aveva tutta l’aria di uno che ha appena corso una maratona. Quel “mi piaci” era un modo sottinteso per confermargli che lo aveva accettato come amico, oppure era una… confessione?
K:- Anche tu mi piaci.-
Silenzio.
Fudou alzò gli occhi verso di lui mentre Kidou li abbassò verso il terreno, entrambi scioccati. Kidou non aveva la più pallida idea del perché aveva detto quella frase. Quel “anche tu mi piaci” era uscito dalle sue labbra da solo, senza il suo consenso. Come un gesto automatico fatto dal suo corpo. E non sapeva spiegarsi ne il come, ne il perché.
F:- Baka!-
K:- Eh?-
F:- Sei uno scemo! Non hai capito niente!-
Kidou alzò un sopraciglio fissandolo a metà tra il perplesso e l’offeso. Aprì la bocca per controbattere ma, per la seconda volta, Fudou fu più veloce di lui. Afferrò Kidou per il colletto della divisa e lo trascinò verso di se, facendo incontrare le loro labbra. Dopo pochi secondi, lo allontanò e disse a voce alta:- Il mio “mi piaci” e il tuo “mi piaci” sono diversi!-
Detto questo, girò i tacchi e corse via, lasciando Kidou da solo e in totale stato di shock.
 
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K:- …e questo è quanto.-
Ci furono alcuni secondi di silenzio poi, contro ogni aspettativa, Sakuma si gettò con la schiena sul pavimento e cominciò a ridere.
G:- Sakuma stai bene?-
S:- Stavo provando ad immaginarmi la scena in cui Fudou balbettava e arrossiva. Deve essere stata epica! Avrei voluto esserci per vederlo!-
Per lasciare un po’ di dignità al suo neo-ragazzo, Kidou pensò bene di non dirgli che anche lui, una volta ritornato a casa, ripensando a quella scena, era scoppiato a ridere.
S:- Comunque sia, come hai reagito alla cosa?-
K:- Beh, per tutta la sera e per tutta la notte non ho fatto altro che pensare a quello che era successo. Avevo il battito accelerato più una serie di sensazioni assurde che mi impedivano di pensare chiaramente. Il giorno dopo Akio non faceva altro che evitarmi, credo perché pensava di aver fatto una cavolata, e io non sapevo cosa fare. Così quel pomeriggio ne ho parlato con Haruna, Endou e Gouenji.-
S:- E come l’hanno presa?-
K:- Beh, Endou e Gouenji sono rimasti sorpresi, invece Haruna ha sbottato un:“Finalmente!”.-
G:- Lei sapeva…?-
K:- Per essere precisi l’aveva intuito.-
S:- Avrà visto come ti guardava.-
Silenzio.
Le teste di Kidou e Genda scattarono verso Sakuma, che aveva l’espressione di uno che ha parlato troppo.
K:- Tu-Tu lo sapevi?-
S:- Ti fissava in modo troppo intenso per uno che sta semplicemente osservando...-
A quelle parole Kidou saltò giù dal letto e disse:- Perché non me l’hai detto?!-
In risposta, Sakuma si alzò con un balzo e disse:- Vorresti farmi credere che se ti avessi detto che Fudou ti guardava come se al posto della retina avesse avuto uno scanner a raggi x, tu mi avresti creduto?!-
Kidou abbasso la testa imbarazzato, poi si risedette sul letto mormorando un:- Touché.-
Anche Sakuma si risedette, aggiungendo un:- E poi non credevo che fosse necessario.-
K:- Che vuoi dire?-
S:- Beh, non pensavo che lui ti piacesse, ne tantomeno che Fudou trovasse il coraggio per dichiararsi, quindi…-
K:- Ah…-
G:- Ma quindi com’è finita?-
K:- Eh? Ah… Beh, il giorno dopo volevo chiarire la questione con Akio, ma lui continuava ad evitarmi, così alla fine per poterci parlare ho dovuto praticamente placcarlo e poi trascinarlo in un luogo in cui potevamo stare soli. Lui però si ostinava a non ascoltarmi, così alla fine ho perso la pazienza e gli ho urlato contro un:“Il tuo mi piaci e il mio mi piaci sono uguali, stupido!”.-
G:- E poi vi siete messi insieme?-
K:- Beh, si. Dopo che lui mi ha baciato.-
S:- Aspetta, fammi capire una cosa. Ci ha messo ore per dirti:”mi piaci”; ma quando doveva baciarti si lanciava a razzo?!-
K:- Che vuoi che ti dica, Akio è più un tipo fisico che altro…-
Sakuma alzò un sopracciglio perplesso e fu tentato di chiedergli che cosa intendesse per “tipo fisico”, ma una vocina proveniente da un qualche angolo remoto della sua testa lo convinse che era meglio non sapere. Kidou si sporse leggermente verso di lui e chiese:- Allora, mi perdoni?-
Sakuma lo guardò per un attimo indeciso, poi si voltò verso Genda che faceva di “si” col capo, così alla fine l’argenteo disse:- E va bene, sei perdonato. Ma solo per questa volta! Se mi nasconderai ancora una cosa del genere, non sperare che ti perdonerò di nuovo!-
Kidou si rimise diritto, rincuorato.
G:- Tutto è bene, quel che finisce bene! Anche se devo ammettere che ho ancora qualche difficoltà a credere che Fudou si sia davvero dichiarato.-
S:- Idem per me.-
K:- Ah, guardate, nemmeno io ci credevo quando sono ritornato a casa. Se non fosse stato per le macchie di saliva del suo “mi piaci” che mi erano rimaste sulla divisa avrei pensato di essermi immaginato tutto.-
S:- Il top del romanticismo, proprio…-
 
  
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