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Autore: Simo84    09/07/2003    5 recensioni
Renamon se n'è andata, e Rika si trova nuovamente da sola. La ragazza torna a chiudersi in se stessa e a isolarsi dagli altri; riusciranno i suoi amici a farle togliere la sua maschera di ragazza forte e determinata?
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Jeri Katou, Rika Nonaka, Ryo Akiyama
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Disclaimer: Digimon non è mio, e mai lo sarà (purtroppo…). Tutti i personaggi appartengono ai rispettivi autori.

I’M A BELIEVER

PROLOGO

You never see it coming
You just let it fly
on silent wings, silent wings
You can't hide what you you feel inside
and the fire has left your eyes
silent wings

(Tina Turner, "Silent wings")

"Sono a casa."

"Bentornata Rika! Com’è andata a scuola?"

"Come al solito. Io vado nella mia camera, nonna."

"Ma come? Oggi non ti vedi con i tuoi amici?"

"No, ho delle cose da fare."

La nonna sentì i passi della nipote farsi sempre più distanti, e sospirò. Era preoccupata per Rika. Ultimamente non usciva mai, se ne stava sempre chiusa in camera sua a fare solo Dio sa che cosa. Erano ben lontani i tempi in cui, subito dopo essere tornata a casa, Rika si cambiava e usciva nuovamente a vagabondare per la città in compagnia (ora lo sapeva) del suo Digimon, sempre alla ricerca di nuovi avversari da sconfiggere, sempre alla ricerca di una prova che fosse ancora lei la migliore. L’anziana donna ricordava bene quel periodo, le serate passate alzata fino a notte fonda, in attesa di sentire una porta scorrere, un passo familiare entrare, una figura snella e scattante passare di fianco alla sua stanza, prima di entrare nella propria. Ricordava l’ansia e la paura provata quando Rika era andata in quel mondo dove vivono i Digimon, a recuperare un loro amico. Ma soprattutto, ricordava la nipote che, fusa insieme al suo Digimon (una cosa di cui ancora non riusciva a capacitarsi), combatteva contro quella informe massa rossastra che rispondeva al nome di D-Reaper, e che minacciava di cancellare tutta l’umanità.

Ma la paura che aveva provato in quel periodo non era niente in confronto a quella che provava adesso.

Perché prima sapeva che Rika, in qualunque situazione si trovasse, anche nella più pericolosa, poteva sempre contare sulla presenza dei suoi amici. I suoi primi, veri amici. Nonostante la situazione fosse così disperata, quanta gioia aveva provato nel vedere la nipote aprirsi finalmente agli altri, mostrare un po’ di più le sue emozioni, anche solo sorridere! I suoi occhi erano accesi di una luce che prima non aveva mai visto, una luce che era segno di un profondo cambiamento che stava avvenendo nell’animo di Rika grazie a quei ragazzi. Era segno che finalmente stava cominciando a fidarsi delle persone. E in quei giorni la nonna aveva pensato che non sarebbe mai riuscita a ringraziare abbastanza Takato e gli altri per quel piccolo miracolo.

Ma adesso, quella luce era tornata a spegnersi.

Poco dopo la fine della battaglia contro il D-Reaper, Rika aveva nuovamente alzato le barriere del suo cuore. Il suo sguardo era tornato quello di sempre, freddo e distante, che non lasciava trapelare alcuna emozione. Era sempre più taciturna, e rispondeva a monosillabi. Restava chiusa in camera sua per delle ore. E con i suoi amici, non si vedeva più.

E la nonna sapeva qual era il motivo di questo suo nuovo cambiamento.

Il motivo si chiamava Renamon.

Era da quando se n’era andata che Rika aveva cominciato a manifestare i primi segni di indifferenza.

E un po’ c’era anche da aspettarselo, dal momento che Renamon era stata per lei non solo il suo Digimon, ma anche la sua prima, vera amica. Doveva sentirne terribilmente la mancanza.

Ma mai l’anziana donna avrebbe pensato che sua nipote si sarebbe lasciata andare in questo modo.

Sembrava un automa. Ogni giorno, puntualmente, ripeteva sempre le stesse azioni, si alzava, andava a scuola, tornava, si chiudeva in camera, si faceva vedere per cena e poi più niente. Sempre così, ieri, oggi e domani, il tempo per lei sembrava essersi fermato. Non si accorgeva del passare dei giorni, delle settimane, dei mesi. O forse se ne accorgeva, ma non le importava nulla. Il risultato era sempre lo stesso. Sembrava che Rika vivesse in un eterno presente, lontano da tutti, in una realtà tutta sua che era il suo rifugio e insieme la sua prigione. Una realtà a cui nessuno, nemmeno lei, aveva accesso.

La nonna sospirò. Rika era sempre stata una ragazza in apparenza fredda e insensibile, molto seria e matura per la sua età, cresciuta troppo in fretta per compensare i difetti di una madre ancora troppo infantile. Ma adesso la situazione si era fatta grave. Ogni giorno di più, sentiva che la nipote si stava allontanando da lei, dai suoi amici, dal resto del mondo. Sentiva che la stava perdendo. E aveva paura.

Ma cosa poteva fare? Rika non si lasciava avvicinare da nessuno. Era sempre stato così: se aveva un problema, non ne parlava e cercava di risolverlo da sola. Non contava mai sull’appoggio di nessuno, né di sua madre, che d’altra parte a casa non c’era quasi mai, né di sua nonna. Appoggiarsi agli altri per lei era un segno di debolezza. E la cosa che detestava di più era apparire debole agli occhi della gente.

E i suoi amici? Pensò improvvisamente la donna. Erano riusciti a cambiarla una volta. Chissà se con uno di loro Rika si sarebbe confidata? Ma con chi? Forse con l’altra ragazza del loro gruppo? Era una possibilità remota, però poteva sempre tentare di invitarla a casa loro. Ma, e se Rika poi non avesse voluto nemmeno vederla? Non avrebbe fatto altro che peggiorare le cose.

L’anziana donna sospirò, e guardò il soffitto. Si sentiva impotente. Incapace di aiutare sua nipote. Come farle capire che non era quello il modo giusto di reagire alla scomparsa di Renamon? Come farla uscire dal suo mondo di solitudine? Come fare a convincerla ad avere nuovamente fiducia negli altri?

Ma soprattutto…

‘Ci sarà mai qualcuno in grado di compensare l'assenza di Renamon nel cuore di Rika?’

Continua…

Note dell’Autrice: solo una piccola precisazione cronologica: questa storia si svolge alla fine della serie originale, ma prima che Takato scopra il nuovo digivarco per tornare a Digiworld (in pratica, scordatevi l’ultima scena dell’ultima puntata… almeno per il momento^^ ). Non c’è modo di contattare i Digimon, né tantomeno di andare da loro, ok?
Spero che la mia storia vi piaccia! E’ la prima fanfic a capitoli che scrivo, speriamo bene! (*****: spera piuttosto di arrivare alla fine…) (Simo: Zitto tu! Non t’immischiare!)

Simo84

  
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