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Autore: Francy1993    30/01/2013    1 recensioni
Giulia è una sedicenne come tante altre ma un giorno particolare una scoperta cambierà totalmente la sua vita.
Genere: Azione, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Prologo - La gita al fiume
 
  1. La nostra storia parte da una ragazza di nome Giulia. Giulia è una ragazza come tante altre, ha 16 anni, tante idee e tanti progetti per la testa, non si fa notare particolarmente a scuola, preferisce rimanere in dispare e osservare ciò che le accade intorno. Ma forse è meglio che vi descriva Giulia anche fisicamente perchè possiate capire bene: ha i capelli castani acconciati con un semplice caschetto di media lunghezza, occhi anch'essi castani coperti sempre dagli occhiali, per la sua età è normale sia di altezza (1.68m) che di peso (60kg), nemmeno per quanto riguarda i vestiti si fa vedere, sempre con dei jeans e una polo. Come tutte le ragazze della sua età va a scuola, non è un genio ma nemmeno una fannullona, per quanto le piaccia la scuola non le piace studiare quindi si impegna quel poco per raggiungere la sufficienza e un pochino di più nelle materie che le piacciono. Non ha molti amici, non vuole molti amici, preferisce quei pochi che sa che le vogliono bene anche se purtroppo lei vuole bene a tutti, quello è il suo più grande difetto a suo dire: si affeziona troppo alle persone e poi quando queste la deludono ci rimane male, le era già successo con i suoi compagni di classe e spera non le succeda più così cerca di affezionarsi meno possibile alle persone.
    Il migliore amico di Giulia si chiama Davide, è di un anno più grande di lei, sono molto amici. Davide è bassino, mingherlino, con capelli corti, neri e gli occhi altrettanto neri, contrariamente a Giulia, Davide è leggermente pazzello e gli piace farsi notare così ne inventa ogni volta una diversa. Nonostante le loro differenze si vogliono un gran bene e Giulia sarebbe pronta a dare la sua vita per difenderlo, ma non avrebbe mai pensato di doverlo fare realmente.
    Quel giorno Giulia e Davide avevano deciso di fare una passeggiata al fiume e dopo aver inforcato le loro bici si avviarono e andarono al fiume, la giornata trascorse tranuilla, mangiarono e passeggiarono tutto il pomeriggio assistiti dal tempo che decise di essere loro amico e di non scaricare su di loro la pioggia.
    Al crepuscolo decisero che era ormai ora di tornare a casa e si avviarono per il seniero che li avrebbe portati in città, mentre tornavano indietro si imbatterono in un uomo strano: nonostante fosse caldo portava un pesante cappotto color verde militare, un cappello da pescatore e un passamontagna che copriva il volto. Visto l'uomo sospetto i due amici non ebbero bisogno di parlare, velocizzarono il ritmo per potersi allontanare prima possibile, ma qualcosa non andò nel verso giusto.
    Giulia sentì un tonfo, si girò e vide la bicicletta di Davide a terra, alzò lo sguardo in cerca dell'amico e vide che l'uomo l'aveva afferrato per la gola poi con orrore si accorse di un'altra cosa: l'uomo non aveva mani, dal cappotto spuntavano due orrende chele color bronzo. Il terrore assalì Giulia, non sapeva cosa fare, l'istinto le diceva di scappare, mettersi in salvo e chiamare aiuto, ma qualcosa dentro di lei la fermava, non era la paura, no, era la consapevolezza che nel caso se ne fosse andata per Davide non ci sarebbero state speranze. Mentre cercava di capire cosa fare un urlo la destò dai suoi pensieri, era Davide, quell'essere stava stringendo la presa. Basta, non c'era più tempo da perdere, doveva fare qualcosa. In preda alla disperazione si scagliò contro il mostro, iniziò a sferrare pugni e calci che però non sortivano alcun effetto contro di lui, servivano solo a stancarla. Il suo "nemico" si sbarazzò di lei con un solo gesto della mano, la colpì e lei fu scaraventata a terra. Giulia si alzò dolorante, non sapeva come ma avrebbe fermato quel mostro, non gli avrebbe permesso di far del male al suo migliore amico, anche a costo della sua stessa vita. Un altro urlo squarciò l'aria, quell'essere stava stringendo ancora di più, doveva fermarlo, doveva assolutamente, non poteva lasciarlo così ma come non avrebbe lasciato lui non avrebbe lasciato nessuno, nemmeno la persona che odiava di più al mondo, nessuno meritava quello. Mentre pensava questo una nuova energia si impossessava di lei, sentiva caldo, molto caldo ma non le importava, forte di questa nuova energia partì all'attacco sferrando un pugno con tutta la forza che aveva e con sua enorme sorpresa fece qualcosa, il mostro si girò verso di lei e lasciò andare Davide che nel frattempo era svenuto. Giulia lo guardò fisso, con sguardo rabbioso, poi guardò il punto nel cappotto dove aveva colpito: era bruciato. Si guardò la mano e con suo enorme stupore vide che andava a fuoco ma non le faceva male, anzi, era piacevole, non le bruciava, la confortava e le dava energia. Iniziò a sferrare più pugni possibili con la mano infuocata, il mostro rispondeva ai suoi attacchi tagliandola con le chele ma non le importava, il suo unico scopo era proteggere Davide, lottò con tutta la forza che aveva in corpo sferrando pugni a destra e a manca, alcuni andavano a segno, altri andavano tristemente a vuoto. Il tempo passò, ormai lei era stanca e anche il suo avversario iniziava a dare segni di cedimento, le erano rimaste poche energie e sferrò un ultimo pugno disperato al voltò del mostro. Andò a segno, quell'essere cadde a terra e Giulia con lui, sfinita dal combattimento.
    Non ricorda cosa accadde dopo, probabilmente svenne perchè si ritrovò con Davide che la guardava tutto preoccupato, si mise a sedere e si girò per vedere dove prima era caduto il mostro, non era rimasto niente, rivolse a Davide uno sguardo interrogativo e lui le rispose semplicemente: "mi sa che ci siamo scontrati perchè siamo entrambi caduti e svenuti".
    Giulia non capiva, la battaglia che l'aveva coinvolta sembrava così reale ma come faceva Davide a non ricordarsi niente? Penso che per il momento era meglio non dire niente consapevole che l'avrebbe presa per pazza così inforcò di nuovo la bici e si avviò col suo migliore amico verso casa.
    Il viaggio fu pieno di dubbi e pensieri "era successo realmente o se l'era immaginata?", decise di fare una prova una volta tornata a casa. Arrivata al cancello salutò Davide come al solito, mise la bicicletta a posto e andò di sopra, in camera sua, dove nessuno poteva vederla: ripensò a quel pomeriggio, a quello che era successo, a tutto ciò che aveva provato, chiuse la mano in un pugno, si concentrò e successe: la mano prese fuoco proprio come quel pomeriggio. In quel momento si rese conto che aveva un potere, un potere grande, un potere che poteva usare per il bene di tutti ma che forse proprio per il bene di tutti era meglio che rimanesse nascosto, almeno per adesso.
  
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