Anime & Manga > Inazuma Eleven
Ricorda la storia  |      
Autore: S h i n d a    30/01/2013    5 recensioni
TakuRan
Takuto Shindou.
Chi non conosceva il suo nome?
O per un motivo o per un altro, finiva sempre al centro dell’attenzione.
Era conosciuto come uno tra i più brillanti studenti del Giappone, come un fantastico centrocampista, come un genio del pianoforte.
Genere: Fluff, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Kirino Ranmaru, Shindou Takuto
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Concerto~

 












 
 
Takuto Shindou.
Chi non conosceva il suo nome?
O per un motivo o per un altro, finiva sempre al centro dell’attenzione.
Era conosciuto come uno tra i più brillanti studenti del Giappone, come un fantastico centrocampista, come un genio del pianoforte.
 
Proprio per questo motivo, però, certe volte entrava in crisi.
Probabilmente per il troppo stress, scoppiava a piangere e niente e nessuno poteva calmarlo; o almeno, non fino a quel giorno.
 
Aveva finito i suoi allenamenti da già un’ora circa, si era fatto una doccia veloce e si era seduto davanti al suo strumento.
A breve avrebbe tenuto un concerto, ma non uno qualunque, lì lo avrebbero ripreso e il filmino sarebbe stato inviato ad un liceo musicale tra i più importanti del Giappone, se lo avrebbero preso il suo sogno di diventare il più grande musicista al mondo sarebbe stato meno distante.
Naturalmente per essere scelto doveva dimostrare grande bravura, non avrebbe dovuto sbagliare niente, e non poteva fermare un esecuzione del genere per chiedere di rifarla.
Aveva una sola opportunità.
 
 
Poggiò le mani sul piano; come mai erano talmente leggere?
Provò a fare alcune scale come riscaldamento.
Niente.
Le sue dita scivolavano sui tasti neri e sbagliava, in continuazione.
«Takuto, rilassati. Non è niente…» si ripeté a bassa voce.
Lasciò perdere le scale, in fondo, non aveva mai sopportato la tecnica del pianoforte.
Prese il programma che gli aveva presentato la sua insegnante di Pianoforte, questo era ciò che avrebbe dovuto suonare.
Con delicatezza, quasi spaventato, adagiò le mani ai tasti ed iniziò a suonare mentre in mente cercava di ricordare la melodia, canticchiandola.
«Mi… Re, Do… La--» si bloccò di colpo.
No, non era così la melodia!
Prese lo spartito e lesse velocemente le note, sino ad arrivare al punto interessato.
«… No, era un Fa# quello…
Ricominciò ad eseguire il brano ma c’era sempre l’errore che scappava: un diesis mancato, un bemolle in più, una nota sbagliata.
Il tutto continuò per un’ora, poi sbatté i pugni contro il suo amato strumento.
Un sussulto.
 
Solo in quel momento si accorse di due occhi blu che lo scrutavano.
«Kirino…!
«Ah! Umh, non volevo!» si scusò il rosa leggermente sorpreso da quel gesto.
Takuto gli si avvicinò fissando prima lui, poi le cose che teneva in mano.
«Q-Questi sono i compiti di oggi! Mi sono assentato agli allenamenti per aiutare mia madre in negozio* e non te li ho potuti portare.
«… Grazie…» mormorò il moro in tono vacuo, afferrando i fogli.
Aveva un’aria stralunata e confusa.
«Allora io vado…» mormorò Ranmaru, notando il distacco dell’amico.
«Ah… dì ai professori che mi assenterò anche domani, probabilmente.
«Non è un problema! Ci penso io a portarti i compiti, così posso anche sentirti suonar---
«NO!» urlò il pianista.
«… Shindou, che ti prende?» il migliore amico gli si avvicinò d’istinto, per abbracciarlo.
«Sono un fallito, non riesco più a suonar qualcosa di decente, nemmeno le scale mi vengono, non mi prenderanno mai, non troverò mai un lavoro, finirò per le strade come un barbone e…» fu in quel momento che Ranmaru decise di stopparlo, stava delirando.
«Calmati, qual è il problema?
Shindou fu costretto a spiegargli tutta la vicenda e fece scappare una lacrima quando gli raccontò i suoi tentativi di suonare.
«Quando sono entrato io, stavi suonando benissimo!
«Non è vero!» lo rimproverò Takuto «Non ti sei accorto che ho sbagliato le semicrome nella 54° battuta?! Per non parlare di quando ho sbagliato la Sensibile che c’è stato il cambio della alterazioni, da Fa Maggiore dovevo passare a Re Minore!
Il rosa si sentì molto scemo, anche se non sapeva per cosa di preciso.
Per il fatto che non aveva avvertito nulla, o perché non sapeva cosa diamine fosse una Sensibile o il cambio delle alterazioni?!
Scrollò le spalle e chiese «Quando è il concerto?
«Tra una settimana… perché?
«Niente, così. Oh, guarda che ora si è fatta! Perdonami, devo scappare, ci vediamo!
 
 
Parlare con il suo migliore amico lo aveva fatto sfogare ed era più tranquillo ma da quel pomeriggio non aveva più rivisto Ranmaru.
Takuto non poteva permettersi di andare a scuola o agli allenamenti; di quel tempo, il suo unico pensiero fisso era fare bene il concerto.
Il fatto che forse lo turbava era che non fosse più Kirino a portargli i compiti, ma Tenma.
Certo, non che gli facesse antipatia Tenma, ma avrebbe preferito il suo amico d’infanzia.
 
 
 
Finalmente, era arrivato il fatidico giorno, quello che avrebbe dato una svolta alla sua vita, o in negativo o in positivo.
Takuto era sistemato in quello che veniva chiamato il “Dietro le Quinte”, nonostante fosse solo una piccola stanza che dava sul palco.
I suoi genitori parlavano con amici e parenti, raccontando di come il loro adorato figlioletto non fosse mai uscito di casa, aveva solo studiato in vista del concerto.
Il ragazzo invece era seduto su una sedia con gli occhi chiusi, per calmarsi; poi però, qualcosa attirò la sua attenzione, un rumore.
Aprì di scatto gli occhi e sul tavolo di fronte a sé, trovo una lettera.
 
“Il tuo concerto andrà benissimo, non ti preoccupare.
Quando avrai finito l’esecuzione, esci fuori nel giardino, ho una sorpresa per te.”
 
Il foglio non era firmato, ed era stato scritto al computer, quindi Shindou non aveva la minima idea di chi fosse il mittente.
«Takuto, tesoro, stanno iniziando.
«Arrivo mamma!» il pianista posò sul tavolo la lettera e si diresse verso il palco.
Fece un lieve inchino e si sedette sullo sgabello.
Lo regolò.
Respirò.
 
 
«Sei stato fantastico, figliolo!» si complimentavano delle signore.
«Oh, i tuoi genitori saranno fieri di te.» diceva qualcun altro.
Ma il ragazzo ignorava tutto ciò, guardava al di fuori della villa nella quale aveva suonato, voleva andare in giardino, per capire chi fosse la persona misteriosa.
«Signorino Shindou, una foto!
«Mi scusi, con permesso, devo andare a sbrigare un cosa!» e così si dileguò, correndo a perdifiato verso l’uscita.
 
«C’è nessuno?» chiese il moro «Ehi…!
Qualcosa lo afferrò alle spalle, lo fece voltare e lo baciò, il tutto nel giro di qualche secondo.
«Ma cos… Kirino!» si tappò la bocca per evitare di urlare e fisso l’amico confuso.
«Sei stato fantastico!
«Ah… umh… Grazie…
«Come va?
Questa fu la goccia che fece traboccare il vaso «Fammi capire! Ti presenti a casa mia, poi non ti fai più vedere per una settimana, poi ti metti a scrivere bigliettini, mi baci e mi chiedi “Come va?”!?
«Yep!
«… Perché?» mormorò il moro.
«Perché ti amo!» quella risposta spiazzò il moro.
Forse… Forse non aveva capito proprio nulla della propria vita.
Pensava che il suo più grande sogno, così distante da raggiungere, era quello di diventare il più bravo musicista del mondo.
Invece, non si era accorto di cosa voleva veramente.
Ora lo sapeva.
Il suo più grande sogno era Kirino.
Purtroppo, era troppo tardi, ormai.
 
 
«Takuto! È arrivata questa lettera, e… hai passato! Anzi, a dirla tutta, dicono che ti vogliono mandare a studiare in Germania, non è fantastico?» irruppe sua madre nella sua stanza, sventolandogli un foglio di carta.
«È… stupendo…» mormorò il castano.
«Partiremo il prima possibile per vedere come sarà il tuo college!
«Ma la scuola…!
«Non ti preoccupare, ho già sistemato tutto.
«I miei amici… Kirino!
«Non ti preoccupare, te ne farai di nuovi lì.
«Mamma, io non voglio! Mamma…? MAMMA!
 
 
«Signor Shindou?» una cameriere si rivolse al proprio padrone.
«... Si?» l’adulto posò sul tavolo lo spartito che stava leggendo e fissò la signora.
«Un tizio, ha detto che le vuole parlare…
«Se è il padre di qualche ragazzino, deve sapere che io non faccio lezioni privat…
«Ehi! Così si trattano i vecchi amici?» una voce inconfondibile si introdusse nella conversazione.
«KIRINO!» il musicista si alzò di botto e corse ad abbracciare l’amico.
«Io… vi lascio soli…» mormorò la domestica.
«Mi sei mancato e… cosa hai fatto ai tuoi capelli?
«Non mi piacevano più i codini.» borbottò il rosa, facendo notare i capelli ora corti «Oh, ma non pensare a questo, non mi vedi da 10 anni e pensi ai miei capelli?!
Takuto ancora non riusciva a crederci di averlo qui, davanti a sé.
Probabilmente per la commozione, o per quei troppi sentimenti che stava provando in quel momento, scoppiò a piangere.
«Waah! Che mi combini Shindou?! Non piangere!» corse ad abbracciarlo, proprio come 10 anni prima.
«Mi sei mancato! Come mi hai trovato?!
«Non importa come, l’importante è che ora siamo insieme, no?
«Ti amo…
«Non immagini quanto.
 
 
*In questa fanfiction la madre di Kirino, lavora in un negozio.

 
 
 
 
 
Angolo della Pazza :3
 
Dopo tanto tempo (?), sono tornata. C:
Questa è un’idea sclerotica che mi è venuta mentre suonavo, quindi non prendetevela con me, ma con il mio pianoforte. D: (??)
 
Okay, ora che ho addossato la colpa ha qualcuno, possiamo continuare.
 
Mh, non ho molto da dire.
Perdonate eventuali errori, l’ho scritta ieri notte tra le due e le tre.
 
Well… Io fuggo~
 

 
   
 
Leggi le 5 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Inazuma Eleven / Vai alla pagina dell'autore: S h i n d a