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Autore: leedskiss    30/01/2013    3 recensioni
«Piacere sono Blaine. » mi disse qualcuno con una voce calda, era lui.
Il ragazzo a cui avrei confidato tutti i miei segreti, che avrebbe scritto il mio diario per un tempo indefinito.
Probabilmente adesso mi stava tendendo la mano, ma io non potevo vederlo, che idiota.
«Kurt, Kurt Hummel. » e stavolta io gli tesi la mano, stanco.
...
«Quel che scriverai sul mio diario è segreto, e questo vale anche per te Blaine, solo perché sono cieco non vuol dire che sono un idiota, non voglio che la mia vita sia sulla bocca di tutti, anche se già lo è, non ne ho più il controllo. »
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Kurt Hummel | Coppie: Blaine/Kurt
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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(1)
It's Kurt here.

Il suono della campanella mi stordì completamente, soprattutto perché stavo pensando ad altro, quando mio padre Burt stava parlando con il preside. 

«Kurt, ci sei?Allora adesso vado a casa, ci vediamo nel pomeriggio figliolo.»
Presuppongo che mi stesse sorridendo, ma chissà.

«Max, potresti aiutarmi? »
Max era il mio unico amico, qui alla Dalton, diciamo che è stata il ragazzo che mi ha mostrato la scuola, prima dell’incidente: forse ha avuto compassione di me, e adesso è gentilissimo con me, ricordo poco di lui.
Max mi portò in quella che doveva essere l’aula più remota della scuola, quella all’ultimo piano, l’aula n°24.
Avevo accettato difficilmente l’idea di non vederci, per un bel po’, i medici mi dissero «C’è poco da fare Kurt Hummel, ci dispiace, ma ci saranno i controlli e forse…» Da lì in poi non ascoltai più nulla, tutte false speranze, inutile illudermi.
Arrivai nell’aula e Max mi tenne compagnia fin quando non arrivò un ragazzo che doveva aiutarmi, visto che era stato messo temporaneamente in punizione.
Ecco spiegato tutto, lo scarto umano.
«Piacere sono Blaine. » mi disse qualcuno con una voce calda, era lui.
Il ragazzo a cui avrei confidato tutti i miei segreti, che avrebbe scritto il mio diario per un tempo indefinito.
Probabilmente adesso mi stava tendendo la mano, ma io non potevo vederlo, che idiota.
«Kurt, Kurt Hummel. » e stavolta io gli tesi la mano, stanco.
«Allora, cosa dovrei fare? » mi chiese con fare innocente.
«Il preside non te lo ha spiegato?  - sbuffai e continuai –dovresti scrivere il mio diario, scrivere tutto ciò che ti dico su questo diario.»
Ci furono dei secondi di pausa, probabilmente era sorpreso e stupito.
Per interrompere quel silenzio allungai la mano e tesi al vuoto il mio nuovo diario.
«Iniziamo? » mi chiese incoraggiandomi.
Spostai la sedia a rotelle vicino al tavolo, toccando qua e là il vuoto e finalmente trovai il tavolo.
Tirai un sospiro di sollievo, e poi pronunciai quelle parole:
«Quel che scriverai sul mio diario è segreto, e questo vale anche per te Blaine, solo perché sono cieco non vuol dire che sono un idiota, non voglio  che la mia vita sia sulla bocca di tutti, anche se già lo è, non ne ho più il controllo. »
Sentii Blaine prendere la penna, probabilmente trovava tutto questo assurdo, ma chi dice che non lo è?
Affidare i miei segreti, le mie confidenze, i miei sfoghi al primo sconosciuto che mi viene presentato? Bhe’ dovevo farlo, avevo sempre scritto, e attraverso Blaine l’avrei continuato a fare, sperando che lui non si sarebbe preso gioco di me.
«Afferrato il concetto, Kurt. Iniziamo? » mi chiese una seconda volta.
Per me era indifferenza per quello che avevo appena detto, ma proprio del tipo ‘finiscila, fammi scrivere queste quattro frasi e fammi andare via.’ E l’avrei accontentato.
Ma quello che non sapevo è che non era assolutamente così, lui era curioso di sapere cosa avessi da dire, era curioso e ansioso di sentire le mie grida liberatorie, i miei sfoghi, anche per aiutarmi, e anche questa volta l’avrei accontentato.
L’unico che nessuno avrebbe mai accontentato ero io, nessuno poteva ridarmi la vista, il potere di sentirmi forte, nonostante avessi fatto da poco coming out.
Annuii, i miei occhi iniziarono a pizzicare un po’, feci finta di nulla.
«Okay, scrivi - dissi serio – caro diario, sono ancora io, Kurt Hummel, dov’eravamo rimasti? Ah, sì, non ti scrivo dall’incidente, ti avevo scritto che ero entrato alla Dalton, qui non mi giudicano perché ho fatto coming out. Ah, giusto l’incidente, sarò breve e conciso, perché non voglio dilungarmi più di tanto su questo ‘errore’. Ero con Boel, già sai chi è, ed eravamo in macchina, stavamo andando lì, il nostro posto speciale, e poi ricordo tutto a tratti: io stavo guidando, mi girai verso di lui per sorridergli l’ennesima volta, e poi non sentii più nulla, un forte impatto. La macchina si è completamente capovolta, non sentivo più le gambe, non avevo forza, e poi Boel chiamò l’ambulanza, ma era troppo tardi per me, e per i miei occhi, tutto nero, l’ultima cosa che vidi fu l’espressione preoccupata di Boel che però mi sorrideva incoraggiandomi e dicendomi ‘Kurt resta con me’. »
Deglutii e iniziai a respirare affannosamente.
«Ehi, per oggi basta, non reggo. » sussurrai, vergognandomi un po’.
Penso che adesso avesse stretto le spalle, e posato la penna.
Chissà com’era questo Blaine, boh.
«Avremo tantissimo tempo Kurt, non aver fretta. » mi disse con voce sicura.
Automaticamente sorrisi, forse da due settimane era la prima volta.
«Sei il mio psicologo o cosa? » chiesi divertito.
«Se vuoi - e rise – ti posso fare una domanda? » sussurrò.
«Spara.» dissi sicuro.
«Che fine ha fatto Boel?»
Socchiusi gli occhi, feci un respiro profondo e risposi il più sinceramente possibile:
«Se ne è andato, come tutti.»

UAAAAAAAAAAAAAAAU °ç°
questo dovrebbe essere lo spazio 'autrice' boh.
bhe' nessuno leggere questa storia, questa serie mi ha dato troppo, mi ha fatto capire tantissime cose, mi ha cambiato, e dovevo ringraziarla in qualche modo.
Spero che tutte voi siano pro #klaine. #cmooon girls.
E, nulla, alla prossima.
-claire.

  
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