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Autore: Sonia_0911    30/01/2013    1 recensioni
C’è un momento: nella vita, durante la settimana, nel corso di una giornata; in cui ci si rende conto che, dentro di noi, si è rotto qualcosa.
Non ci si arriva subito, il processo è lungo, spesso doloroso, ma una volta giunti al punto non si può più tornare indietro ...
Genere: Generale, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il Confine Sottile

 

 

C’è un momento: nella vita, durante la settimana, nel corso di una giornata; in cui ci si rende conto che, dentro di noi, si è rotto qualcosa.

Non ci si arriva subito, il processo è lungo, spesso doloroso, ma una volta giunti al punto non si può più tornare indietro.

 

Si deve riversare, su qualcuno, su qualcosa, l’ondata di frustrazione, panico, depressione, paura, angoscia che attanagliava l’anima da fin troppo tempo.

Certe volte accade per un motivo, certe altre è semplicemente arrivato il momento giusto.

 

*

 

-Non puoi veramente dire sul serio … -

-Sono serissima invece, tu mi hai delusa, mi deludi sempre, hai tutto e non ti accorgi di averlo … mi tratti come se fossi nulla … -

-Come puoi parlarmi così? Sei la mia migliore amica, ti conosco da tre anni e mezzo … perché me lo dici solo ora?-

-Perché è arrivato il momento di farlo, non cercarmi più, almeno sarai felice … -

-Non sai quello che dici, senza di te con chi dovrei parlare?-

-Non ne ho la minima idea, non mi interessa, accantonami, tanto ci hai già provato … -

-Non è vero … non ci ho mai pensato … -

-Oh, non solo ci hai pensato, ma l’hai anche messo in atto … vergognati !–

-Ti prego, ho bisogno di parlare con te! Non posso farcela altrimenti … -

 

La ragazza mora guardò la minuta ragazza dai capelli corvini con un’espressione carica di compassione.

Poi, per l’ennesima volta, la perdonò, come aveva sempre fatto d’altronde.

 

-Lo so, ti perdono … ma questa è davvero l’ultima volta … -

 

O almeno, l’ultima di altre mille identiche repliche, sempre uguali e mai dimenticate.

 

*

 

C’è un momento: nella vita, durante la settimana, nel corso di una giornata; in cui ci si rende conto che dentro di noi si è rotto qualcosa.

Non ci si arriva subito, il processo è lungo, spesso doloroso, ma una volta giunti al punto non si può più tornare indietro.

 

Nella stanza dalle pareti indaco, sul letto con le  lenzuola color del cielo, sedeva una ragazza.

Sul volto, aveva un espressione contrita, come se stesse soffrendo per qualcosa.

Parlava animatamente con qualcuno, ma da dove si trovava, il dottore, non poteva vedere chi fosse.

 

Non perché la vista gli fosse ostruita da qualcosa.

 

Semplicemente, la ragazza, stava parlando con l’aria, o meglio, con qualcuno che solo lei, nella sua allucinazione schizofrenica,  poteva vedere.

 

Ormai era in cura in quella clinica da circa due anni, tuttavia, purtroppo, era una dei tanti pazienti che non avevano avuto dei notevoli miglioramenti.

Questo perché, ogni qualvolta si provava ad escludere “lei” dalla sua mente, questa, in qualche modo, tornava più forte di prima, riappropriandosi del posto da cui era stata momentaneamente spodestata.

Il dottore, a volte, pensava che sarebbe stato meglio lasciare le cose come stavano.

La ragazza era felice, quasi normale, se si escludeva il fatto che parlasse e credesse fermamente di avere una migliore amica con cui parlare ad ogni ora del giorno e della notte, sempre vicino a lei.

Poi, però, tornava velocemente ad essere il medico di sempre, rimproverandosi il pensiero formulato e convincendosi che quello, era il suo lavoro e che prima o poi, la ragazza, sarebbe tornata sana come un tempo o che almeno avrebbe compreso che in realtà, quella con cui parlava, era soltanto un’allucinazione.

 

*

 

C’è un momento: nella vita, durante la settimana, nel corso di una giornata; in cui ci si rende conto che dentro do noi si è rotto qualcosa.

Non ci si arriva subito, il processo è lungo, spesso doloroso, ma una volta giunti al punto non si può più tornare indietro.

 

Per lei, il processo, era stato veloce e indolore.

Senza accorgersene aveva finalmente trovato un’amica con cui parlare, ridere e scherzare.

La sua mente l’aveva creata per lei, dopo tanta sofferta solitudine, ma di questo, lei, non se ne era resa conto.

 

La sua amica era lì con lei e ancora una volta l’aveva perdonata. Decisamente, questo, era più importante di qualsiasi altra cosa.

 

Persino di essere “normali”.

Qualunque cosa volesse dire.

 

 

 

 

 

 

 

Note:

I sentimenti sono quasi sempre dei consiglieri fantastici. Questa one-shot vagava nella mia mente già da un po’ ma non avevo trovato il modo in cui scriverla. Beh, è stato lui a trovare me XD

Il tema della schizofrenia, non credo di averlo trattato adeguatamente, ma ci ho provato.

Un film che mi ha colpito molto, in questo senso, è “A Beautiful Mind” di Ron Howard con Russell Crowe, lo consiglio, sia per la storia sia per la fantastica interpretazione.

Spero di ricevere le vostre opinioni, ditemi se avete visto il film anche ;)

Grazie a tutti, un bacione.

 

Erika : )

  
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