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Autore: Ily Briarroot    30/01/2013    1 recensioni
"Percepì i lampi e, subito dopo, i tuoni in lontananza che si avvicinavano piano. Un urlo, degli uomini in fondo alla strada.
Una voce femminile urlava il suo nome, le ordinava di scappare. Occhi che non riusciva a intravedere, nascosti da un berretto nero. La pioggia che picchiettava forte, la confusione nella testa.
Il battito accelerato del proprio cuore. Due battiti che si univano in una sola persona, quello della piccola che era lì, in carne e ossa, e quello della ragazza che non poteva fare nulla, se non guardare".
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Ash, Brock, Misty | Coppie: Ash/Misty
Note: What if? | Avvertimenti: Incompiuta | Contesto: Anime
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Inside Of Me

 

Prologo


C'era qualcosa di sbagliato in quel luogo.
Di colpo, aveva un presentimento strano. Era qualcosa che conosceva o che credeva di conoscere, perché le immagini comparivano e svanivano all'improvviso e si ritrovava di nuovo al buio per brevi istanti. Dopodiché, eccole di nuovo nitide.
Si voltava, vedeva i propri occhi sgranarsi, sentiva il respiro farsi più pesante.
La sua camera era arredata in un modo diverso, il letto spostato contro l'altra parete, un po' più piccolo di quelli delle sorelle.
Si affacciò allo specchio, stupita dal proprio riflesso. Era stata la ragazza di sedici anni ad avvicinarvisi, ma l'oggetto di vetro le restituiva quello di una bambina di cinque anni: una bambola logora di pezza che Violet aveva scartato tempo prima, due codini rossi all'insù, il pigiama azzurro che l'aveva accompagnata per qualche altro anno.
Cambiò tutto.
Il cielo scuro, senza stelle. Vedeva le persone, sentì le fredde gocce di pioggia sulla pelle. La sua mano stringeva quella di una donna dai lunghi capelli rossi, un uomo dai capelli scuri e sbarazzini le sorrideva sereno.
Percepì i lampi e, subito dopo, i tuoni in lontananza che si avvicinavano piano. Un urlo, degli uomini in fondo alla strada.
Una voce femminile urlava il suo nome, le ordinava di scappare. Occhi che non riusciva a intravedere, nascosti da un berretto nero. La pioggia che picchiettava forte, la confusione nella testa.
Il battito accelerato del proprio cuore. Due battiti che si univano in una sola persona, quello della piccola che era lì, in carne e ossa, e quello della ragazza che non poteva fare nulla, se non guardare.
La sua mano non aveva più un contatto, non toccava più nulla. Non c'era più la pelle calda di poco prima. Un uomo che le si avvicinava, un altro che le intimava di andarsene.
La donna con gli occhi così simili ai suoi le si era posizionata davanti, poi la vide in ginocchio.
Un tuono, una pistola. Colui che le aveva parlato dolcemente fino a qualche attimo prima, era disteso a terra. Tuono, sparo. Sparo, tuono. Non c'era differenza.
Qualcuno aveva urlato di nuovo il suo nome. Le gambe tremavano, il respiro sempre più corto. Non si ricordava come si facesse per prendere aria.
Un altro tocco, più deciso, pretenzioso, le fece staccare i piedi da terra. Una chioma di capelli biondi le sfiorò il viso, delle braccia la strinsero.
Si sentì trascinare, mentre l'immagine confusa di poco prima sbiadiva davanti ai suoi occhi. Urlò. Stavolta fu lei a farlo. Si opponeva, combatteva, doveva farlo, doveva tornare lì. Ma le braccia non smisero di premere contro la sua schiena per molto tempo.

“Misty. Ehi, Misty!”.
Aprì gli occhi di scatto, rendendosi conto di essere totalmente confusa. Le braccia erano completamente ancorate alla stoffa morbida del sacco a pelo sotto di se', quasi fosse rimasta in quella posizione da tempo. Mosse appena le dita, facendo fatica, e lasciò scivolare la mano lungo la fronte sudata.
“Cosa... cos'è successo?”.
Batté un paio di volte le palpebre, nel tentativo che ciò che avesse davanti tornasse nitido ai suoi occhi.
“Alla buon ora! Finalmente ti sei svegliata”.
Ash era chino su di lei, leggermente stupito. Si alzò in piedi subito dopo, poggiandosi le mani sui fianchi.
“Come fai a non ricordarti nulla? Non dirmi che il Caterpie di ieri ti ha terrorizzata così tanto da farti fare gli incubi” concluse, ridacchiando.
Misty drizzò la schiena di scatto innervosita, dimenticandosi tutto per un istante. Inarcò un sopracciglio, guardandosi intorno. Dopodiché tornò con lo sguardo su di lui.
“Sei il solito scemo! Quando la smetterai di comportarti da bambino?”.
Lui le lanciò un'occhiataccia, sotto lo sguardo intimorito di Pikachu che guardava prima l'uno e poi l'altra senza sapere bene cosa fare per placare la conversazione. Ma, come diceva spesso Brock, sarebbe stato come fermare due treni: impossibile.
“Adesso basta, ragazzi. Se considerate che il buon giorno si vede dal mattino, poi... “.
Si voltarono entrambi verso la fonte della voce che ogni mattina faceva sempre piacere sentire a entrambi. Misty poggiò le mani sulla stoffa, aiutandosi ad alzarsi in piedi, e piegò con cura il sacco a pelo.
“Buongiorno, Brock” disse, senza riuscire a nascondere il lieve tremolio nella propria voce. L'amico sorrise, tornando poi a concentrarsi sulla colazione che non aveva ancora finito di preparare.
“Ciao, Misty. Non hai dormito un granché bene, eh?”.
Lei rimase senza parole, fissandolo mentre si affaccendava velocemente intorno al tavolo. Non seppe cosa rispondere per qualche istante, finché non vide Ash avvicinarsi a loro.
“Si nota così tanto?” rispose poi, stiracchiandosi. Cercò di non pensarci e di tornare a ragionare a mente lucida. Quella giornata, nonostante fosse appena cominciata, le sembrò così dannatamente strana. Per via di ciò che aveva sognato quella notte o per qualunque altro motivo, era turbata. Se ne rese conto quando tentò di riprendere a respirare in modo normale e, soprattutto, controllato.
“Scherzi?” Brock si piegò su un ginocchio, cercando qualcosa in una busta di plastica.
“Ti sei agitata tutta la notte. Urlavi e dicevi cose incomprensibili. A malapena sono riuscito a chiudere occhio” s'intromise Ash, sbadigliando. Aiutò il primo a preparare la tavola, lasciando Misty interdetta, in piedi, tesa. E il cuore non voleva diminuire la sua velocità. Nonostante il sogno fosse finito ormai da un pezzo.
Rimase incantata a osservare qualcosa davanti a se', incerta.
“Pikachu-pi?”.
Si riscosse soltanto quando il piccolo pokémon elettrico le si fermò davanti, guardandola con un'espressione interrogativa.
“Ah, tranquillo Pikachu... “.
Gli sorrise e si sedette tra i ciuffi d'erba senza neanche rendersene conto. La fitta allo stomaco c'era e faceva male. Non voleva più pensarci, non voleva che le tornasse alla mente. Per quanto cercasse di farlo, sapeva che non ci sarebbe mai riuscita. Osservò le proprie mani, così diverse da quelle della bambina del sogno, piccole e paffute.
Scosse la testa, bloccando il magone che aveva in gola. Allungò le braccia nel tentativo di afferrare lo zaino rosso a qualche centimetro da lei e, quando ci riuscì, lo avvicinò a se'.
Vi frugò all'interno per qualche minuto, finché non strinse tra le dita un foglietto di carta bianca, piegato nella tasca interna. Scansò leggermente le sfere di Psyduck e Starmie, estraendolo dallo zaino.
Lo lesse e le lacrime fecero un grande sforzo per non scivolarle lungo il viso.
Ash la guardò attento, in silenzio, senza capire. Soltanto quando lei si voltò verso di loro fece finta di niente, rispondendo a Brock quando questi gli chiese se avesse fame.

 

*******

 

Note dell'autrice: ed eccomi qui con una nuova fanfic! Okay, so benissimo che devo aggiornare l'altra e lo farò, prometto che lo farò! xD ma non potevo lasciarmi scappare l'ispirazione di una nuova trama che mi è saltata in mente di punto in bianco, dopo aver avuto per secoli il famoso "blocco"... infatti, nonostante questo sia solo un prologo, non mi soddisfa per niente il modo in cui l'ho scritto. Non sento che sia tornato lo stile che avevo prima... quindi ho bisogno di un po' di tempo per "decollare". E poi aggiornerò anche Living For. Beh, che dire? ^^ spero che l'inizio vi abbia incuriosito!

 

  
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