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Autore: blackmiranda    31/01/2013    7 recensioni
Forse sono davvero morto. Magari è questo che significa morire. Dialogare con se stessi fino alla fine dei tempi. [...]
Nemmeno io credo di aver mai capito a fondo me stesso. Credo... che ci sia qualcosa di sbagliato, in me. Qualcosa di stonato, come un ingranaggio inceppato.
Genere: Introspettivo, Song-fic, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Kisshu Ikisatashi/Ghish
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Born Bad Born Bad




[E' come trovarsi in un sogno. I secondi sono secoli, il prima è il dopo, tutto è sottosopra.]

I miei ultimi istanti di vita. Ogni respiro si fa più fioco, più lento, ma il mio cuore batte ancora, come una farfalla intrappolata in una boccia di vetro; è terrorizzato ma non vuole arrendersi, non ancora, anche se non so per quanto potrà resistere...

Ti ho sentita urlare. Sei l'ultima cosa che ho visto, l'ultima cosa che ho sentito prima di sprofondare in questa alcova di sogno.

[Quasi non sento il dolore, ormai.]

Avevo paura di morire qui, su questo pianeta per noi così ostile. Morire da straniero, da nemico, da alieno.
Ma, in fondo, non è così male. Questo frammento di un passato remoto, che galleggia a mezz'aria sopra la città distrutta, mi ricorda casa mia.

Nell'architettura è scolpita la vita di un popolo, sai, piccola? Queste sono le nostre forme, i nostri colori, i nostri simboli.

[Avrei voluto mostrarti tante cose...]

Sei ancora qui con me? Non riesco ad aprire gli occhi e non sento più niente.

Forse sono davvero morto. Magari è questo che significa morire. Dialogare con se stessi fino alla fine dei tempi.

Spero proprio che non sia così. Non credo di piacermi più di tanto.

Se avessi la forza di sorridere, starei sorridendo. Magari mi sarebbe pure sfuggita una risata.

Anche se non sei più al mio fianco, farò finta che sia così. Perché smettere di illudersi proprio adesso?
Andrò persino oltre: farò finta che ti importi veramente della mia morte.

Mi compiangerai? Saresti l'unica.

[I pochi che mi amavano sono morti da tempo, ormai.]

Non ricordo molto di mia madre. Mi sforzo di rivedere il suo viso, ma il cervello mi gioca dei brutti scherzi: l'unico volto che riesco a immaginare è il tuo.

Ricordo il suo profumo, quando mi stringeva forte tra le braccia.
Un accenno di sorriso sulle labbra pallide e una ninnananna sussurrata nella notte fredda.   

They say the day that I was born
(Dicono che il giorno in cui sono nato)
It rained here
(E' piovuto, qui)
Yet it was the best day of your life
(Eppure è stato il giorno migliore della tua vita)

Sono certo che lei mi amasse, nonostante tutto.

Sono certo che lei non mi avrebbe lasciato cadere qui, sul pavimento duro e gelido, né che avrebbe permesso che il mio sangue si spandesse a terra in modo così indecoroso, macchiandomi la pelle e i vestiti.

And who'd ever dream
(E chi avrebbe mai immaginato)
A child sweet as I seemed
(Che un bambino dolce come sembravo)
Could be the source of
(Potesse essere la causa di)
So much pain and strife
(Così tanto dolore e affanno)

Ma non è colpa tua, Ichigo. So di non essere un tipo facile da amare.

Every time I tried to take the high road
(Ogni volta che cercavo di fare la cosa giusta)
Something deep inside me dragged me down
(Qualcosa, dentro di me, me lo impediva)
Wherever I appeared
(Dovunque io andassi)
Came hate, despair and fear
(C'erano odio, disperazione e paura)
Seemed trouble always followed me around
(Sembrava proprio che i guai mi seguissero sempre)

Credevo che tu potessi capirmi. Sembravi così fuori posto, in mezzo agli esseri umani. Tu, che eri molto più che umana.

[Ma ora so che non mi hai mai compreso.]

Nemmeno io credo di aver mai capito a fondo me stesso. Credo... che ci sia qualcosa di sbagliato, in me. Qualcosa di stonato, come un ingranaggio inceppato.

Te ne sei accorta anche tu, non è vero?

Hai tirato fuori la parte peggiore di me, e sto ancora cercando di riprendermi.

Non che conti molto, ormai. In un certo senso, morire è riposante. Niente più preoccupazioni, niente più dolore, niente di niente.

Solo questo freddo glaciale, che mi stringe come una morsa...

[Non era questo, l'abbraccio che avrei voluto ricevere...]

Say it's not too late
(Di' che non è troppo tardi)
For you to hold me
(Per abbracciarmi)
You were always there
(C'eri sempre)
When times were bad
(Quando le cose andavano male)
And they're so bad
(E ora vanno così male)
The love you gave to me
(L'amore che mi hai dato)
So unconditionally
(Così incondizionatamente)

So sad
(Com'è triste)
So sad
(Com'è triste)
Born bad
(Nato sbagliato)

… Forse è meglio così. Non credo sarei mai riuscito a ripararmi. Non ho mai funzionato bene.

E non mi importa se questa è autocommiserazione. Non esiste momento migliore.

Sto facendo l'elegia funebre di me stesso.

And all those I called friends
(E tutti quelli che chiamavo amici)
Are all gone in the end
(Alla fine se ne sono tutti andati)
In truth you were the best I've ever had
(In verità, sei stata la migliore che io abbia mai avuto)

Mi hai conosciuto senza avermi capito, ma so di aver lasciato il segno, Ichigo. Nel bene o nel male... Probabilmente più nel male che nel bene, ma l'ho fatto.

[Almeno tu, non dimenticarmi.]

Un altro sorriso immaginario. I miei sorrisi immaginari sono sempre amari.

Non hai mai fatto quello che volevo. Non mi hai mai accontentato. Hai sempre fatto di testa tua, anche se sapevi che la cosa mi faceva impazzire.

So che sei forte, koneko-chan, ma non spererò che tu sopravviva, né che tu riesca a sconfiggere il mio assassino...

Sono certo che, anche questa volta, deluderai le mie aspettative.

I don't wanna go
(Non voglio andarmene)
I don't wanna go
(Non voglio andarmene)
I'm not ready yet...
(Non sono ancora pronto...)








Questa volta ho deciso di dedicarmi ad una song-fic. La canzone è Born Bad (duh), di Aurelio Voltaire (link se vi va di ascoltarla: http://www.youtube.com/watch?v=QWHyBXVNG_w).

Personalmente, la trovo una canzone insieme triste, riflessiva e dolce, con una punta di amarezza. L'ho scelta perché penso che esprima benissimo una considerazione che trovo adatta ad un personaggio complesso quale è Kisshu.

Born Bad, ovvero, letteralmente, nato cattivo. Ho preferito tradurlo con nato sbagliato perché credo che l'aggettivo bad abbia un potenziale espressivo molto più ampio dell'aggettivo italiano cattivo, e sbagliato mi sembrava più adatto.

Kisshu non è un personaggio facile da scrivere; tuttavia, la prima persona, in questo caso, era inevitabile. Spero di essere riuscita ad immedesimarmi bene: in caso contrario, fatemelo sapere, per favore! ^^

Ho tentato di fare un parallelo tra Ichigo e la madre di Kisshu: dalla prima lui chiedeva amore, mentre dalla seconda ne ha ricevuto. So bene che si tratta di due tipi di amore diversi, ma in questo caso ho voluto ridurre il concetto fino all'osso, arrivando all'amore come semplice voler bene e curarsi di una persona, preoccuparsene e rimpiangerla quando non c'è più.

Insomma, in definitiva, questa one-shot è un piccolo atto d'amore per uno straordinario personaggio. ^^
(Ok, sto diventando un filino creepy. Meglio finirla qui. xD)

Grazie per aver letto! :D


   
 
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